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2016
Part of the Early Iron Ages necropolis in Pontecagnano (Salerno - Italy) is published, dating back in the late ninth and eighth century.BC., with chapters on typology, chronology, burial customs and anthropological of human and animal remains. A deeper insight is given to greek and south italian imports.
Enciclopedia italiana Treccani. Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, diretta da P. L. Della Porta e V. Zamagni, Roma 2012, pp. 137-141
Accanto al disprezzo e al sospetto con cui una parte della società medievale guardava i mercanti, vi sono anche elogi sulla loro utilità. Si viene a riconoscere gradual-mente, infatti, che il patrimonio di virtù civiche di una città dipende dalla fedeltà e dall'impegno sociale anche dei mercanti e degli uomini d'affari locali. Questo diventa un topos della letteratura umanistica: a Firenze, città di artigiani e mercanti, Coluccio Salutati vede proprio nei mercanti i difensori della città e nel piccolo commercio e nell'industria i nerbi vigorosi del corpo politico (Becker 1968, pp. 34-35). La vita. Coluccio Salutati nasce a Stignano in Valdinievole il 16 febbraio 1331 da un'antica famiglia di tradizioni militari. A Bologna, dove la famiglia Salutati si tra-sferisce poco dopo la sua nascita, frequenta la scuola di retorica di Pietro da Moglio. Quando Jacopo e Giovanni Pepoli, protettori della famiglia Salutati, sono costretti a vendere la signoria di Bologna all'arcivescovo Giovanni Visconti, Coluccio nel 1351 decide di tornare in Valdinievole, dove comincia a esercitare l'attività di notaio. Spinto dalle necessità familiari, è costretto ad accet-tare incarichi pubblici in vari comuni dell'Italia centrale: nel 1366 è notaio a Vellano, dal 1367 al 1368 è cancelliere a Todi. Insoddisfatto di queste esperienze, si trasferisce a Roma al seguito del segretario apostolico Francesco Bruni. Dal febbraio del 1372 si trasferisce nuovamente a Stignano e si sposa in seconde nozze con Piera, figlia di Simone di Puccino Riccomi, appartenente al ramo della famiglia Salutati di Pescia, da cui avrà nove figli. Nel 1374 entra in Palazzo Vecchio a Firenze come notaio delle Tratte, occupandosi cioè della gestione e della conservazione dei documenti relativi all'elezione e alle nomine alle magistrature. Con provvigione del 19 aprile 1375, subentra a Niccolò di Ventura Monaci come cancelliere della repubblica fiorentina, carica che mantiene fino alla morte, avvenuta il 4 maggio 1406. Sulla scorta della tradizione di Brunetto Latini (1220 ca.-1294 ca.), a Firenze è chiamato «cancelliere» il notaio immatricolato presso l'Arte dei giudici e dei notai che ha il compito specifico di mantenere i rap-porti di politica estera per conto della Signoria; essendo esperti di retorica oltre che notai, la forma scelta opportunamente nella corrispondenza ufficiale con le potenze straniere acquista un peso decisivo nella soluzione delle crisi politiche e diplomatiche. Stabili nel rapido variare delle magistrature fiorentine, i cancellieri rappresentano un elemento di continuità politica, di contatti personali, di amicizie autorevoli (Garin 1961, 1979 2 , pp. 4-5; Witt 1976, pp. 2, 10). Le epistole di Salutati vengono considerate subito un modello eccellente di eloquenza e di stile; le fonti riportano che Giangaleazzo Visconti (1347-1402), duca di Milano, temeva più la sua penna che uno squadrone di cavalleria. Dall'Umanesimo civile all'economia civile Salutati è il primo dei grandi umanisti a diventare cancelliere della repubblica fiorentina e la tradizione di elevare alla carica di cancelliere un umanista diventa subito una venerabile consuetudine. Il lungo ufficio di Salutati coincide con la diffusione del civic Human-ism (Umanesimo civile), espressione con cui lo storico Hans Baron (1955, 1966 2 ; trad. it. 1970) spiega la genesi delle nuove idee che si diffusero durante l'esperienza politica di aggressione dell'Italia centro-settentrionale da parte di Giangaleazzo Visconti. Nel corso del 1390, infatti, Giangaleazzo riesce a isolare Firenze: una dopo l'altra, cadono tutte le città alleate e sarebbe caduta pure Firenze, se la morte non lo avesse colpito improvvisamente. Durante quegli anni, Firenze viene investita da una crise de conscience politique, da cui emerge una nuova consapevolezza circa le origini repubblicane della città e il suo posto cruciale in un sistema di Stati italiani indipendenti,
Realizzazione editoriale a cura di Arun Maltese ([email protected]) È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.1941
1. INTRODUZIONE S'è visto, nel capitolo sui Metodi non lachmanniani (§ 3, «Il metodo dei codices plu-rimi»), che il ricorso al calcolo delle probabilità e alla legge della maggioranza è corretto, purché avvenga solo dopo che sono state studiate le relazioni fra i te-stimoni, ovvero dopo che è stato tracciato uno stemma dei codici. Quello che ci interessa è quindi sapere quali sono le procedure per riconoscere le relazioni fra i codici esistenti. Nella tradizione di un testo ogni codice, ad eccezione del primo (diciamo l'Originale) è copia di un altro codice; e un modello può dar luogo a piú di una copia. È un po' come nelle famiglie: ogni individuo è figlio di qualcuno e a sua volta può essere padre (o madre) di piú figli. L'ovvia differenza è che per fare un figlio ci vogliono (almeno per il momento e in un modo o nell'altro) un padre e una madre, ossia due individui, mentre un apografo richiede solo un an-tecedente (l'antigrafo), dal quale si sviluppa per partenogenesi. 1 Se la relazione fra i varî individui di una famiglia può essere rappresentata da uno stemma, anche quella tra i codici di una tradizione può essere raffigurata da uno stem-ma stilizzato, in cui, appunto, da un singolo ascendente possono derivare uno o piú discendenti. Precorriamo i tempi, ovvero facciamo quello che in retorica si chiama un hýsteron próteron. Nel normale iter ecdotico prima viene la recensio e dopo l'examinatio. Qui invece facciamo conto di aver già tracciato lo stemma (esito della recensio) e vediamo come si realizzi l'examinatio in condizioni normali. Poi ci chiederemo in che modo possiamo pervenire allo stemma codicum. Può essere conveniente partire da un exemplum fictum di come possa essersi prodotta la trasmissione di un testo. Il testo in questione (che ovvia-mente ha tutt'altra tradizione) è il sonetto di Dante «Tanto gentile e tanto one-sta pare», del quale consideriamo solo il primo verso.-Chiamo O l'originale. 1 In realtà un apografo può avere piú antigrafi: è quanto avviene nella trasmissione anomala (si veda il capitolo dedicato alla Contaminazione).
Se questo discorso sembra troppo lungo per essere letto tutto in una volta, lo si potrà dividere in sei parti. E si troveranno, nella prima, diverse considerazioni sulle scienze. Nella seconda, le principali regole del metodo che l'autore ha cercato. Nella terza, qualche regola della morale ch'egli ha tratto da questo metodo. Nella quarta, gli argomenti con i quali prova l'esistenza di Dio e dell'anima dell'uomo, che sono i fondamenti della sua metafisica. Nella quinta, la serie delle questioni di fisica che ha esaminato, in particolare la spiegazione del movimento del cuore e di qualche altra difficoltà della medicina e, ancora, la differenza tra l'anima nostra e quella dei bruti. Nell'ultima, le cose ch'egli crede siano richieste per andare avanti nello studio della natura più di quanto si è fatto, e i motivi che lo hanno indotto a scrivere.
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IL METODO E IL TRATTATO. Saggio sull'Etica Nicomachea, 2017
Racconto d’Egitto: Trascrizione e traduzione del manoscritto di ʿAbd al-Laṭīf al-Baġdādī (con brevi note di commento), 2020
Universa. Recensioni di filosofia, 2014
Rivista del Notariato, 2022
Etica & Politica, XXIV, 2, 2022