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Osservare la decorazione di una navata o lo "sfondato" di una cupola seicentesca, come accade, ad esempio, nella Chiesa del Gesù affrescata dal Baciccia, magari attraverso l'artificio del riflesso su uno specchio, superficie riflettente e diagonale posta sotto di noi, significa entrare nel meccanismo del dispositivo barocco in maniera automatica, senza nemmeno accorgersene: il rapimento barocco non è, infatti, né il risultato di una semplice ascesi, né una finestra che catapulta sul fuori, ma, sempre, uno specchio, esperienza interiore che rimanda senza fine all'artificio e al simulacro. Il Barocco è una grande Macchina "rituale" di riproduzione del mondo e produzione di simulacri, dispositivo impersonale di montaggio che regola la rete delle relazioni differenziali fra Sacro e Profano, Luce e Tenebre, Divino e Umano. Scrive Baltasar Gracián, secondo una "fisiologia" e "fisiognomica" dell'universo fatta di opposizioni che «Tutto l'universo si compone di contrari e si forma dal difforme, uno contro l'altro. Tutto è fare e patire: all'azione segue la passione» (Gracián, [1631(Gracián, [ ] 2010 fino al dualismo che abita l'anima dello stesso uomo. E Mircea Eliade [1956] (2013), a proposito di sacro e di profano, spiega come costituiscano due maniere di essere nel mondo e due situazioni assunte dall'uomo nella storia. Le funzioni di questo dispositivo rituale e artificiale capace di articolare, impaginare e modulare questa alternanza implacabile, saranno, quindi, quattro: Funzione mimetica o simulacrale: implica un divenire dell'uomo, secondo i due estremi della "mummia" e del "corpo sottile" o trasfigurato, in una relazione complessa con il completamente Altro; si tratta, come vedremo, di impegnare il soggetto in un cammino a tappe, con i due estremi della "culla" e della "tomba". Funzione insurrezionale: sospende l'ordine, inverte il Vecchio con il Nuovo, ma anche, ad esempio, il lineare con il pittorico, creando nuove relazioni. I suoi effetti sono quelli di una rivolta o rivoluzione delle forme che si può anche esprimere attraverso l'intrusione ad marginem, di quel principio di ostensione animata e perturbata delle forme che è l'anamorfosi. Funzione neutralizzante: neutralizza le forze pericolose, elimina i resti. L'effetto è la espulsione violenta di un essere colpevole, marginale, e la sua relazione con un opposto principio di autorità o centro di potere. È il "sommerso" che si oppone al "salvato", precipitante verso il basso, verso il livello della terrestrità e del transeunte, espulso dalla grande visione celeste al centro della cupola affrescata (come accade ai dannati, sempre nella volta del Baciccia, che scivolano violentemente fuori dai limiti che dovevano contenerli), e, soprattutto, la messa in luce della relazione profonda che unisce il Barocco con la Morte. Funzione performativa: restituisce alla scena una azione paradossale relazionata con un mito di fondazione o con la nascita dell'uomo. I suoi effetti sono la produzione di una messa in scena o "Festa" o, all'opposto, una sequenza ordinata di oggetti, che si dispongono come una "natura morta", da intendersi anche come still life, vita prigioniera e "bloccata" dove a dominare è il principio sovrano della vita sovrabbondante e artificiosa o, al contrario, quello della Vanitas.
Studi recenti, di ambito locale e non soltanto, a partire da una indiscussa rivalutazione del "barocco di provincia", hanno messo in evidenza una diversa interpretazione della Valle d’Aosta e di tutto l’arco alpino, quali veri e propri «territori del barocco», per i quali è impossibile e immotivata la negazione del ritardo rispetto alle scelte delle sedi di corte, ma al tempo stesso è fondamentale riconoscere la loro connotazione di ambiti latori di caratteri dalla forte valenza identitaria e di soluzioni architettoniche perfettamente consone alle specifiche, precipue, esigenze del territorio storico nel quale si inseriscono. Partendo da una ricca disamina archivistica, il saggio indaga in particolar modo l'apporto della committenza - ricca e colta - del "premier seigneur temporel du Duché par rapport à la dignité", ossia quella vescovile, che si esplica soprattutto nei cantieri del Palazzo Vescovile e del Seminario Maggiore nella piccola capitale del Ducato, Aosta. Committente, impresari, maestranze, materiali sono analizzata sulla scorta della documentazione (del tutto inedita) conservata in modo disparato e dispersivo, e qui in gran parte ricomposta.
Bollettino di Studi Latini, 2018
This article aims at analyzing the history of the Latin iunctura “machina mundi” since its original formulation (Lucretius, DRN 5.95-96). Lucretius’ use of the world-machine metaphor contains a clear polemical intent, directed against two complementary images: the Platonic view of the world as a divine creation and the widespread Hellenistic representation of the world as a perfect mechanism of spheres turning around an immobile Earth. The shadow of the original eschatological context in Lucretius’ poem hangs over its first quotations and reformulations (Manilius, Aetna, Lucan): an important role is played by Statius (later imitated by Avienus), who first interprets and transforms Lucretius’ machina mundi into a machina caeli, with emphasis on the rotation of celestial spheres. Another important turning point is the Christian appropriation of the iunctura, both in prose (Arnobius, Firmicus Maternus) and verse (Laudes Domini), since late III century AD. At the same time, the expression machina mundi becomes a commonplace formula to refer to the Vault of Heaven or to the world. However, its reuse during the IV Century AD seems often linked to Lucretius’ original context (with polemical intent). The analysis concludes with the work of Prudentius and Claudianus, which represents a perfect synthesis of the interpretations of the iunctura until late antiquity. In the final chapter, returning to Lucretius’ verses, it is suggested that in DRN 5.95-96 we find an allusion to the myth of Atlas and its allegorical interpretations.
A discussion about the beginning of the mechanical universe picture in Greece. The atomistic philosophy and tools and devices to visualize the Kosmos. An interpretation of the "machina mundi" metaphor in Lucretius: the use of mechanics and its language to express a political point of view.
The analysis of the title page of the codex Barb. lat. 4409, that is conserved in the Vatican Library, led to the explaination of the implicit meanings of the important corpus of drawings by Domenico Castelli, who was active, with different roles, in the most important buildings in Rome under Urban VIII. Lo studio del frontespizio del codice Barberiniano latino 4409 della Biblioteca Apostolica Vaticana, consente di spiegare le ragioni sottese alla redazione dell’importante corpus di disegni di Domenico Castelli, architetto al servizio di Urbano VIII, attivo nei più importanti cantieri romani della prima metà del seicento.
oggetto è alla base della rappresentazione grafica (e della scrittura che ne è una forma particolare). È suggestiva la teoria richiamata da Plinio, sull'origine del disegno come contorno dell'ombra umana proiettata su una parete 1 (anche se i profili di mani tracciate nel Paleolitico su pareti di caverne le danno un forte sostegno). La rappresentazione grafica procede in realtà lungo due strade parallele, una che prevede immagini realistiche o tendenti a rappresentare la realtà come appare ai nostri occhi, l'altra che, operando attraverso convenzioni e simboli, vuole trasmettere informazioni con diverse finalità 2
Leonardo da Vinci, La scienza prima della scienza. Mostra curata da Claudio Giorgione presso le Scuderie del Quirinale, 2019
Estensori schede e apparati Andrea Bernardoni (a.b.) Claudio Calì (c.c.) Giorgio Ettore Careddu (g.e.c.) Omar Cucciniello (o.c.) Isabella Fiorentini (i.f.) Leonardo Gariboldi (l.g.) Claudio Giorgione (c.g.) Francesco Marcorin (f.m.) Ida Morisetti (i.m.) Alexander Neuwahl (a.n.) Eliana Angela Pollone (e.a.p.) Paola Redemagni (p.r.) Maria Luisa Ricci (m.l.r.) Paola Salvi (p.s.) Marco Versiero (m.v.) Cristiano Zanetti (c.z.
LA CITAZIONE, IL CONFRONTO, LA DIALETTICA. ESPLORAZIONI LETTERARIE E STORIOGRAFICHE TRA ‘600 E ‘900, Chisinau (MD), Generis, 2021
This contribution, which takes the form of a chapter of a forthcoming volume, investigates the presence of recursive semantic elements in the compositions inspired by the "danse macabre" by four nineteenth-century Italian authors, highlighting the points of contact and lines of common inspiration, also in reference to a renewed and revolutionized interpretation of their semasiological structure. The whole is accompanied, in the notes, by an abundant bibliography.
MACHINA Technology of Ancient Rome is the result of an educational workshop held in the year 2009 in preparation of the homonymous exhibition that was displayed in the Museum of Roman Civilization - EUR, Rome. The scientific work was carried out almost entirely by students of BA, MA, the Scuola di Specializzazione and PhD Fellows in Archeology of the Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Sapienza University of Rome, under the scientific direction of prof. M. Galli, and was conceived and edited together with G. Pisani Sartorio. The text is made available for reasons of research, study and scientific and educational interest.
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Annali Storici di Principato Citra, 2016
Sinestesieonline, 43, 2024
LA BIBLIOTECA DELL’ARCHITETTO Libri e incisioni (XVI - XVIII secolo) custoditi nella Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, 2007
Dal gioco all'uso: machinima e dintorni, in: Fate il vostro gioco. Cinema e videogame nella rete: pratiche di contaminazione., TREVISO, Terra Ferma, pp. 102 - 106, 2011
Luca Vitone. Io, Villa Adriana/Eu, Villa Adriana, Org. Anne Palopoli, Sao Paulo, Museu de Arte Contemporânea de Sao Paulo, p. 36-39, 2022
L’industria vicentina dal Medioevo a oggi, a cura di G. L. Fontana, Padova, Cleup, 2004, pp. 21-126
Torquato Tasso: il filosofo cortigiano e il poeta senza confini, 2017
Ars Historiae, 2011
Corti italiane del Rinascimento. Arti, cultura e politica, 1395-1530, a cura di M. Folin, Milano, Officina Libraria, pp. 7-33, 2011
ROBERTO CAPPAI ALESSANDRA FRANETOVICH ANITA PAOLICCHI (EDS), DAL MEDIOEVO AI VIDEOGAMES Saggi sull’interattività e la performatività delle arti, 2021
Lost and Found. Storie di “ritrovamenti”, a cura di G.M. Fachechi, Roma, Gangemi, 2018
Abruzzo. Il Barocco negato, a cura di R. Torlontano, De Luca, Roma 2010, pp. 283-291