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Lecture on poetry before the readings of Italian poets Domenico Brancale, Vito M. Bonito and Stefano Raimondi.
Progetto organizzato e realizzato per conto della Scuola Superiore Santa Chiara, dell’Università degli Studi di Siena, nell’ambito dei Pro.M.-Programmi Multidisciplinari, 2007-2009, pp. 9. A cura di Omar Calabrese, Maurizio Bettini e Massimo Squillacciotti, con il concorso delle Scuole di Dottorato dell’Ateneo di Siena. Anche ivi: https://www.academia.edu/42058765/Margine_Soglia_Confine_Limite_istituzioni_pratiche_teorie
Forme urbane inedite, risultato di processi insediativi ibridi caratterizzati da discontinuità, eterogeneità, frammentazione connotano oggi sempre più diffusamente città e territori. "Città" e "campagna" sono categorie concettuali divenute inadatte a descrivere spazi sempre più spesso oggetto di trasformazioni che vedono la reciproca contaminazione tra dimensione urbana e rurale. Frequente è dunque il ricorso a nuove definizioni nel tentativo di interpretare coesistenza e commistione di inedite forme insediative, usi e pratiche. Con "periurbano" oggi si intende definire situazioni spaziali esito di molteplici processi, legati sia alla crescita dei tessuti della dispersione urbana e delle frange edificate nelle conurbazioni più dense, sia alle pratiche di agricoltura urbana e di coltivazione per la produzione di cibo , sia a forme di progettualità "miti" (Infussi, 2003), individuali e collettive, legate a piccole e incrementali modificazioni degli spazi dell'abitare. Condizioni di periurbanità si hanno dunque dove la dimensione urbana e quella agricolo-rurale sono poste a contatto in un rapporto di forte reciprocità e scambio (si abita a contatto con la campagna, si coltiva un terreno, si trascorre il tempo libero negli spazi dell'agricoltura in forme nuove di loisir). Il periubano è dunque definibile come una condizione limite, di bordo, non necessariamente esterna alla città, o presente all'interno di più ampie conurbazioni, ad esempio dove l'espansione ha lasciato vuoti agricoli preservati all'edificazione. Per questo motivo, all'interno di una visione territoriale più ampia, il periurbano non è da considerarsi semplicemente come "spazio attorno alla città": in esso si intravede piuttosto una nuova e autonoma "forma di città contemporanea". Alla condizione periurbana concorrono sia dinamiche di trasformazioni spaziali, sia cambiamenti negli stili di vita e nelle forme dell'economia : processi evolutivi che rendono il periubano un paesaggio in continuo mutamento, capace di accogliere esigenze e istanze legate a nuovi modi di abitare che esprimono un legame più profondo, e non solo "estetico", con la dimensione agricola e naturale. Così inteso, il periurbano offre uno sguardo alternativo sui territori contemporanei e l'opportunità di indagare i grandi cambiamenti che lo coinvolgono da una prospettiva che rivaluta lo spazio agrario e ne riconosce l'importanza per la città. L'idea di periurbano ci spinge a riconsiderare lo spazio agricolo prossimo all'urbanizzato come dispositivo di rigenerazione della città contemporanea. Uno spazio che già ha contribuito a darle forma, strutturando i tessuti della dispersione urbana che connotano molti territori europei, laddove il legame con il mondo rurale ha fatto sì che nelle periferie e nelle frange periurbane piccole coltivazioni artigianali e orti privati divenissero un materiale fondamentale per la configurazione dei nuovi assetti insediativi . Fin dagli anni novanta questi fenomeni sono stati oggetto di diversi studi e ricerche che hanno intravisto nei processi di urbanizzazione che hanno coinvolto i territori europei nei decenni precedenti, il delinearsi di forme urbane non riconducibili a modelli tradizionali:
La Regione Umbria, a conclusione del progetto PAYS.MED.URBAN (2007-2013), ha realizzato una pubblicazione per approfondire il processo attivato e i risultati ottenuti da tre delle sei azioni chiave del progetto: azione pilota, attività di sensibilizzazione e linee guida. La pubblicazione quindi si propone come strumento di confronto sui metodi e sulle tecniche attivate in processi partecipativi e di sensibilizzazione sul e nel paesaggio.
Il libro presenta un'analisi in chiave decostruzionista di cinque categorie fondamentali per l'estetica: autore, lettore, opera, riferimento, autonomia. Partendo dalla rifl essione di Derrida, ma confrontandosi anche con autori come Eco, Barthes, Foucault, Marin, Martino Feyles si interroga sui rapporti tra estetica, grammatologia e semiotica. Lavorando in questa zona di intersezione, l'autore segue i movimenti di un'estetica che oltrepassa i confi ni che la modernità le ha assegnato, un'estetica che "deborda" -se così si può dire -al di là dei suoi margini storici e disciplinari. Il complesso rapporto tra "dentro" e "fuori" costituisce il fi lo conduttore che lega i cinque capitoli del libro. La scrittura, in quanto esteriorizzazione, istituisce sempre un paradossale movimento di esclusione e nello stesso tempo di inclusione. L'autore, il lettore, il mondo, la realtà, sono per principio esclusi dal testo e dall'opera, devono restare "fuori", al di là dei margini. Ma questa esclusione non può mai essere completa. Il testo rinvia sempre al di là dei suoi margini e l'opera d'arte non cessa di oltrepassare i limiti della sua cornice.
Antropologia Museale, 2017
A seguito di uno studio sui processi di patrimonializzazione del tarantismo, dai margini concreti e metaforici del Salento contemporaneo, l’Autore esamina in una luce critica il populismo implicito nella nozione di “comunità patrimoniale”. Nell’attualità etnografica, la soglia della cappella di san Paolo a Galatina dà l’accesso a un nesso problematico di rapporti tra Stato, scienze accademiche e cultura popolare. Ai margini dell’Italia, l’antropologia delle metamorfosi storiche in un luogo di memoria, disvela scritture territoriali, conflitti radicali e tracce dialogiche di trasformazione, contribuendo alla produzione di forme nuove di conoscenza sociale e di presenza democratica. // Further to a study on the heritagization processes of tarantism, from the real and metaphorical margins of contemporary Salento, the Author observes in a critical light the populism implicit in the notion of “heritage community”. In the topical ethnography, the threshold of the chapel of St. Paul in Galatina gives access to a problematic nexus of relations among State, academic sciences and popular culture. In the margins of Italy, the anthropology of historical metamorphoses in a place of memory, unveils territorial writings, radical conflicts and dialogical traces of transformation, contributing to the production of new forms of social knowledge and democratic presence.
La letteratura neogreca del XX secolo Un caso europeo, 2020
Gaia Zaccagni Gaia Zaccagni (1972) deals with Byzantine, Modern Greek and Italian literature. She has taught Modern Greek Language and Literature at the Universities of Italy and at the University of Cyprus in Nicosia. She has worked on the critical edition of Southern Italy hagiographi- cal texts and of the Omiletic work of Philagatus Kerameus. She deals with literary and theatrical translation as well as the theoretical and practical study of traditional music, with main interest in the world of Rebetiko. Abstract The interest for the urban underclass layers is particularly widespread, at European level, in the end of the 19th century, above all in members of the Naturalism. In Greece, the phenomenon becomes more relevant in the years between the two wars, when the tavern, the rebetiko, the refugee neighborhoods, the prison, the brothel, the den, become the background of the stories of writers such as Petros Pikros, Kostas Var- nalis, Yannis Skarimbas and others, who often experienced the situa- tions they describe first hand.
Provo a leggere i testi inviati, e se mi piacciono li pubblico, ma non sono in grado di rispondere a tutti. Perciò, mi raccomando, non offendetevi. Del resto il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e assolutamente non professionale. Questo è il mio sito.
Archivio di etnografia, 2024
Nello specifico, le ricerche si concentrano su ventuno paesi variamente collocati nel territorio nazionale (aree del Nord, del Centro, del Sud e delle isole) e attraversati etnograficamente al fine di comprendere quali percezioni, quali concezioni e quali pratiche dell'abitare si determinano in contesti di vita periferici e di piccole dimensioni, problematizzando, come suggerito sin dal titolo, la nozione di margine, adottata quale unità di misura provvisoria da ridiscutere e ridefinire. Una scelta provocatoria, dettata dalla necessità di rimetterne in discussione letture e significati essenzializzanti e determinatori, limitati e limitanti, che collocano il concetto in una posizione di relazione-opposizione rispetto a un centro tenuto maggiormente in considerazione dalle politiche (locali, areali, nazionali), dai processi economici, dalle progettualità, dalle aspettative e dagli immaginari. Nelle sue definizioni più classiche, infatti, il margine è concepito come una sorta di marcatore di status secondo pratiche classificatorie che, individuando e agendo sui centri, producono e riproducono corrispettive periferie. Allo scopo di mettere in discussione queste attribuzioni di senso, la ricerca lavora sulle interazioni che emergono in specifici mondi locali fra una qualità disgiuntiva rispetto a una topologia gerarchizzata (il margine è mantenuto costantemente lontano dal centro) e una qualità intensiva di produzione minoritaria delle 1
Vivere la misericordia nel Trecento. Le miniature del Liber Regulae dell'ospedale romano di Santo Spirito in Sassia, a cura di Letizia Leli, 2018
L'apparato decorativo del Liber Regulae non si limita alle iniziali figurate, tese nella maggior parte dei casi ad illustrare concretamente il contenuto del capitolo relativo. Molte pagine, infatti, sono decorate anche da tralci vegetali policromi con foglie di acanto e fiori. Nel bas-de-page di nove fogli, inoltre, è inserita una coppia di medaglioni che costituiscono uno spazio pittorico definito, all'interno del quale - al pari delle iniziali - sono rappresentati alcuni aspetti del tema discusso nel corrispondente capitolo. Infine, sulla sommità della pagina, lungo il margine inferiore, accanto al testo o all'interno dei tralci d'acanto sono tratteggiati esseri umani, animali reali e fantastici colti in diverse posizioni. Non è pertanto individuabile un unico sistema decorativo: talvolta incontriamo un sovraffollamento di figure diverse, in altri casi è presente soltanto una figura. In talune pagine i marginalia costituisco-no l'unico elemento figurato accanto ad un'iniziale decorata. Queste immagini eterogenee a prima vista sembrano drôleries, presenti spesso nei codici illuminati medievali; in alcuni casi, però, sono pertinenti al testo. Di seguito verrà presentata una selezione di decorazioni marginali che possono essere divise in diverse categorie: 1. le coppie di medaglioni tondi nel bas-de-page; 2. figure in margine in evidente relazione con il testo o con la scena dell'iniziale; 3. marginalia probabilmente in relazione con il testo; 4. lettere iniziali composte da animali; 5. figure in margine su pagine prive dell'iniziale figurata; 6. animali araldici, naturali e fantastici.
in M.M. Bianco, A. Casamento (a cura di), Novom aliquid inventum. Scritti sul teatro antico per Gianna Petrone, Palermo 2018, pp. 11-32, 2018
I. Enn. trag. fr. CII , 207 Joc., pp. 11-14.. II. Acc. trag. 554 D., pp. 14-19. III. trag. inc. inc. XIII, 26 Ribb.3, pp. 19-25.
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Nómadas. Revista Crítica de Ciencias Sociales y Jurídicas, 2015
Malighetti R., Lazzarino, R., 2011, Rio de Janeiro: la centralità dei margini, in S. Allovio, Antropologi in città, Milano, Unicopli, pp. 231-265.
Fundamina [Meditationes de iure et historia. Essays in honour of Laurens Winkel] , 2014
Muoversi al di là dei margini, 2016
Rivista di Psicoanalisi, 2010
in V. Fano, G. Tarozzi, and M. Stanzione (eds.), Prospettive della logica e della filosofia della scienza, Cosenza, Rubbettino, 2001
Scuola Superiore Santa Chiara, dell’Università degli Studi di Siena, 2007
Roma nel Rinascimento rivista, 2024
George Vallet 1922-2022. Atti della Giornata di Studi a cura di Giuseppe Immè, 2023
(ibidem) Planum Readings n.10, 2019