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Pubblicato In INCHIESTA ON LINE 2015
Freight circulation in Europe is mainly guaranteed by road transport and truck-drivers work. Truck-drivers must absorb the stress that generates between different actors and moments of productive and commercial activity. They move incessantly across spaces (motorway and logistic platform) made homogenuos by the rule of technical functions (transport and vector change) and nevertheless marked by local variability and changes over time. To achieve efficiency in their work, truck-drivers count on the only ressources they keep along their travels: the truck, instrument and self-moving home, the body and the memory, reserves of energy and experience, and their fellows, always present and subjected to the same specifical rythm of work and life.
Lo studio passa in rassegna le principali fonti epigrafiche attestanti gli atti di evergetismo ai ginnasi da parte dei sovrani ellenistici
Con grande ritardo, si pubblica la relazione scritta della lezione tenuta nell’ambito della Scuola popolare di formazione politica Antonio Gramsci a Milano il 18 marzo 2023 (vd video su Youtube). Si segnala che il testo scritto che si presenta, pur seguendo largamente la traccia degli appunti utilizzati per la presentazione, è stato ampiamente rimaneggiato e sistemato in vista del suo inserimento nell’opera Comunismo o barbarie. Un manuale per ribelli rivoluzionari, la prossima opera di Alessandro Pascale (con prefazione del Segretario generale del Partito Comunista Alberto Lombardo) di oltre 600 pagine - in uscita in questi giorni per la casa editrice L’AntiDiplomatico – che comprenderà anche (ma non solo) i materiali realizzati nell’ambito del I ciclo della scuola (gennaio-giugno 2023). Si riporta il testo tratto direttamente dall’edizione cartacea del libro. Il lettore più attento ci scuserà se i riferimenti bibliografici in nota a pié di pagina non sono completi in quanto riferentesi a citazioni complete inserite nelle sezioni precedenti del libro. L’uscita di questo contributo appare ormai tanto più urgente, andando a colmare almeno parzialmente il vuoto lasciato dall’esaurimento delle copie in circolazione sul mercato de Il totalitarismo “liberale” (La Città del Sole, 2018; II ed. con prefazione Marco Rizzo 2021). Valuteremo un’eventuale ristampa.
Common Good: Reality and Ecclesial Requirement Any society which is organized according to the rules that guarantee the good functioning of the relations between its members aims at pursuing the "common good". This way, common good becomes a reality that must never be emptied of content so as to become pure nominalism, or as to be reduced to a mere conceptual reality. Seeking a global vision of this orderly society, the common good becomes a goal to be achieved. Once identified in its essential elements, the common good has to find its own development in life and ecclesial order. Its dynamism and the tension that reality provokes in the logic of the relationship between the common and the private good must take into account the fundamental principles of the good itself and, at the same time, the peculiarity of the different areas in which it is applied. Understanding the term "common good" helps us to understand the significance and importance of such a reality; very broad in itself, this reality, involving philosophical, theological and legal connotations, presents many theoretical and practical aspects. Starting from the idea of law, which basically circumscribes the sphere of relations in a community, but especially from the idea of church law, we propose in this study to examine the theological meaning of the term "common good" to further analyze the individual canons of Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium where this formula is found.
In questa tesi si presenta l’indagine svolta sulla concettualizzazione gramsciana dell’«egemonia» e sulle interpretazioni più recenti e rappresentative delle diverse correnti di studi. Nella prima parte della tesi si prendono in esame gli scritti di Gramsci: con l’analisi delle Tesi di Lione e del saggio sulla Questione meridionale si ricostruisce la funzione teorica e politica dell’«egemonia» nell’elaborazione tattica del Partito Comunista d’Italia, impegnato a creare un sistema di alleanze tra operai e contadini e a raggiungere gli obiettivi della liberazione dal fascismo e della rivoluzione, sull’onda del bolscevismo (CAP. I). Seguendo questa prospettiva, di modernizzazione economico-sociale e giuridico-politica delle nazioni, si ricostruisce la trama concettuale dei Quaderni del carcere in cui l’«egemonia» è rappresentata come un fatto filosofico che riguarda la coscienza e la conoscenza collettiva della storia dei conflitti (CAP. II). Con particolare attenzione verso le note sull’emancipazione delle classi subalterne, si rileva che la funzione teorica e politica dell’«egemonia» si situa nella sfera della scienza della politica: con l’analisi del giacobinismo francese e del risorgimento italiano (Q. 19), Gramsci compone il quadro analitico e comparativo utile ad una lettura innovativa delle diverse fasi dello sviluppo politico del capitalismo tra il XVIII e il XX secolo. La razionalizzazione delle attività produttive, emblematicamente espressa nel fordismo e nell’americanismo (Q. 22), è rappresentata come la tendenza storica immanente entro cui il «gorilla ammaestrato» (l’operaio) può elevarsi se matura la consapevolezza di dover produrre un’«egemonia» alternativa, ai gruppi sociali e politici dominanti, e una frattura nei continui ricorsi storici dell’autoritarismo (CAP. III). In questo contesto, si ricostruiscono i parametri con cui giudicare l’alternativa civile, tra una pratica politica democratica e una burocratica, e la dicotomia tra la soggettivazione e la subordinazione. Ripercorrendo la concettualizzazione dell’«egemonia» si ottiene una teoria della «bipolarità» del potere politico quale risultato di processi storici molecolari in cui trionfa sempre il partito più organizzato e capace di guidare la costruzione di un «apparato egemonico». Su questa base, si ricostruisce il ruolo decisivo degli «intellettuali organici» nella composizione e nella connessione degli strumenti e degli istituti fondamentali su cui si fonda l’unità civile e politica di qualsiasi vita statale. La produzione del potere è il tema che riconduce, infine, al periodo precedente il carcere: la funzione soggettiva e determinante attribuita al partito politico risulta il completamento della concettualizzazione, in continuità con il progetto di Lione (CAP. IV). Nella seconda parte della tesi, invece, si prendono in esame le posizioni di Louis Althusser e di Christine Buci-Glucksmann rappresentative del dibattito sul pensiero politico di Gramsci all’interno dei partiti comunisti europei negli anni Settanta. Usando gli scritti postumi di Althusser si nota una convergenza sostanziale con la teoria del partito di Gramsci. Fa eccezione, tuttavia, il tema della guerra di posizione che viene rielaborata da Buci-Glucksmann per dimostrare la necessità della costruzione del consenso all’interno della società civile oltre che nelle classi di riferimento. Althusser incontra Gramsci sul terreno della scienza politica di Machiavelli, mentre Buci-Glucksmann avvia una riflessione sul significato filosofico-civile dell’«egemonia» (CAP. V). Le concettualizzazioni successive focalizzano l’attenzione sulla crisi della politica all’interno del conflitto di civiltà e riscoprono la funzione teorica e politica dell’«egemonia» nel rappresentare una nuova logica politica. Si ricostruiscono, in questa cornice, le posizioni Ernesto Laclau, Edward Said, Ranaijt Guha, Partha Chattereje e Robert W. Cox. Con le prime due, espressive dei Cultural Studies, si ricostruisce l’approccio di movimento e di contrappunto che si intende dare alla produzione culturale contemporanea nel tentativo di superare le frontiere simboliche e repressive poste dal rafforzamento dei nazionalismi e degli essenzialismi identitari. Con le altre due, espressive dei Subaltern Studies, si ricostruisce la prospettiva che si intende dare alle classi subalterne ridotte, nella maggior parte del mondo, in uno stato di frammentarietà politica e di indigenza. Con la posizione di Cox, espressiva degli studi gramsciani nelle Relazioni Internazionali si dà conto della prospettiva intergovernativa ed interstatale con cui uscire dall’attuale fase post-egemonica e trovare le soluzioni adeguate alle sfide del XXI secolo (CAP.VI). Il filo conduttore tra la prima e la seconda parte della tesi, dunque, è rappresentato dall’indagine il più possibile esaustiva sul significato originario e sull’attualità dell’«egemonia».
In Egitto la massoneria è stata un veicolo formidabile della penetrazione oc-cidentale, un'organizzazione elitaria che ha influito sulla cultura politica locale per tutto il corso del XIX secolo e fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando Nasser sciolse tutte le logge, vedendo nell'organizzazione massonica un veicolo di interessi stranieri. La vita massonica in Egitto è ripresa soltanto nel 2007, quando è stata fondata la Grande Loggia Regolare d'Egitto, che dipende direttamente dalla Grande Loggia Regolare d'Inghilterra.
2018
La stesura di questo articolo prende le mosse dal tentativo di dare una risposta ad una domanda non troppo semplice: è possibile dare un"interpretazione biopolitica di alcune note dei Quaderni del carcere di Gramsci? Più in particolare: è possibile stabilire un confronto significativo tra le note che compongono il Quaderno 22 intitolato Americanismo e fordismo e la riflessione sulla biopolitica avanzata da Foucault a partire dal corso "Bisogna difendere la società" (1976) e culminata nel ce-lebre Nascita della biopolitica (1979)? Dare una risposta esaustiva a questo interrogativo non è semplice, ma è mia intenzione, in queste poche pagine, stabilire un collegamento significativo che cerchi di far dialogare questi due autori così distanti fra loro a livello temporale ma non così tanto a livello di teorizzazione filosofica. Il punto di partenza è costituito dal quaderno sull"americanismo e dai corsi foucaultiani dedicati al governo ed al discorso del potere. Le note americane costituiscono una sorta di isola nel deserto all"interno del più vasto contesto dei Quaderni. Questo ovviamente non vuol dire che sono una de-viazione rispetto a quanto scritto e detto in quelli precedenti; anzi la loro attinenza è testimoniata dal fatto che molte di queste note le ritroviamo in prima stesura già all"interno dei primi quaderni dedi-cati da Gramsci a questioni filosofiche legate al materialismo storico (Quaderni 1, 4, 6, 8, 10). La novità, e se vogliamo la particolarità, di queste riflessioni è rappresentata dal fatto che, nel suo studio sulle forme di potere egemonico espresse dalla società capitalistico-borghese, Gramsci si fa sempre più consapevole di una nuova forma di egemonia che si sta sviluppando al di là dell"Atlantico e che presenta caratteri sostanzialmente nuovi rispetto alle tradizionali forme di ege-monia che vengono esercitate sul Continente. Al centro di questa nuova forma di potere troviamo una disciplina del corpo e della vita dell"essere umano mai vista prima. La razionalizzazione pro-duttiva caratteristica dall"organizzazione scientifica del lavoro, promossa da Taylor e messa in pra-tica da Ford con la catena di montaggio, impone la creazione un nuovo tipo di operaio, di uomo, ca-pace di adattarsi rapidamente ai meccanismi della produzione in serie, dove ognuno occupa un po-ste preciso nel processo lavorativo. Dato che questo nuovo sistema richiede un forte dispendio di energie e il massimo grado di efficienza e concentrazione, ecco emergere forme di controllo eserci-tato dai capitalisti in prima persona per governare certi aspetti della vita degli operai-eccessiva sessualità, alcolismo ed altri comportamenti devianti-che possono indebolire l"efficienza fisica. Questo "particolare" aspetto della riflessione gramsciana può essere accostato, con la giusta dose di cautele, all"indagine archeologica compiuta da Foucault sull"evoluzione delle forme di governo dei viventi emerse a partire dal XVII secolo e che hanno accompagnato tutto lo sviluppo della mo-derna società capitalistico-industriale. Le differenze tra l"analisi gramsciana e quella foucaultiana, che ci impongono appunto di procedere con cautela, sono determinate da una diversità di linguaggio e di procedimento più che da diversità concettuali e di contenuto. Possiamo dire che Gramsci, anti-cipando Foucault, ha cercato di abbozzare un indagine a livello "micro" e "particolare" di una nuo-va forma di potere esercitata sugli individui per mano dell"industria. Foucault, invece, ha cercato di ripercorrere a livello "macro" lo sviluppo storico, in particolare il discorso, che ha portato a questa governamentalità dell"individuo prima e delle masse poi. Foucault non parla né di fabbrica né di produzione in senso proprio ma si sofferma sulle spinte operate dalla nuova classe dominante, la borghesia, per imporre il suo controllo sulla popolazione come depositaria di una gran quantità di forza lavoro che dev"essere controllata e salvaguardata ai fini della produzione e del guadagno.
Pubblicato su NotiCum -Il mensile della Fondazione CUM -n.9/2017 Rubrica: Note di un Fidei Donum -di Paolo Cugini, prete della diocesi di Reggio Emilia, già fidei donum in Brasile LA CONTAMINAZIONE ERMENEUTICA La comunità dei fedeli dinanzi alla Scrittura Ci sono voluti parecchi secoli per giungere a leggere la Bibbia in modo tale da poterne comprendere il senso.
Elogio della Gnomonica (scritto nel 1992) Queste righe non si prefiggono altro scopo se non quello di elogiare una materia che dai primi decenni di questo secolo, e fino a qualche anno fa, sembra aver troppo sofferto di un male chiamato trascuratezza, per non dire accantonamento. Ma perché, allora, elogiare una materia che avrebbe ben poche prospettive, oltre il semplice recupero della sua stessa identità, e qualche interessante innovazione matematica o tecnologica e dall'uso del computer? Col rischio quindi di esser preso per pazzo, da profano che sono, sento il dovere (ma è la mia stessa passione che mi spinge a farlo) di spendere qualche parola di elogio per la gnomonica. E dove prendere il coraggio per affrontare questa impresa se non dalle parole di un certo Igino il Gromatico, il quale, nel secolo I o II dell'era cristiana, quando ormai su tale materia incombeva il calare del triste sipario degli anni bui dell'Alto Medioevo, ebbe il coraggio di scrivere:
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SULL'EMBRIONE UMANO E L'EQUIVOCO DI E. SEVERINO, 2021
in "Teorie critiche del diritto", a cura di M.G. Bernardini, O. Giolo, Pacini editore, Pisa, 2017
Quaderni della Ginestra, 2017
italianisticaultraiectina.org
Il comunismo eterodosso di Andrea Camilleri, 2019