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Breve indagine sulle origini del mosaicista Iacopo Torriti e sulla sua produzione artistica
secolo. In alcuni casi la biblioteca dispone di due o più esemplari della stessa pubblicazione. Le edizioni del XVI secolo sono soltanto 2, quelle del XVII secolo 26. Le più numerose sono quelle del XVIII secolo, di cui se ne contano 112. Sono infine 29 le edizioni risalenti al XIX secolo. Le pubblicazioni senza data sono 7.
Torrita. Storia, Arte, Paesaggio, 6, 2016
The following contribution is aimed at bringing attention to a small but very precious glass vessel, an unguentarium (the so-called ‘Vaso Torrita’) dating back to the late 1st BC-early 1st century AD, which for its uniqueness, quality and peculiarities deserves further considerations. There are still many unknowns relating to this specimen, such as the context of the find, the meaning of the narrated scene and, not least, the production process.
Alessandra Giannotti, 2022
Il saggio descrive, attraverso alcune esemplificazioni, l'impiego del marmo bianco a Bologna, concentrandosi in particolare sul cantiere delle porti minori di San Petronio a Bologna.
Civiltà Bresciana, nuova serie, anno V (2022), n. 2, 2022
Rodolfo Vantini, appassionato di di Moretto, decide di far collocare nella Protomoteca Capitolina un'erma del pittore bresciano del Cinquecento. Questo sarà l'ultimo di una serie di monumenti voluti da Vantini dedicati al pittore.
1 Un documento del 1051 include la curtis di Torrita nei possedimenti dell'Abbazia di Sant'Antimo: cfr. P. Cammarosano -V. Passeri, Repertorio, in I Castelli del Senese. Strutture fortificate dell'area senese-grossetana, Milano: Electa, 1985, p. 396.
Dizionario Biografico degli Italiani, 2019
s.v. in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, XCV, 2019, pp. 39-41
Alcune riflessioni sul fondo librario della parrocchia dei SS. Costanzo e Martino di Torrita di Siena tra scarsa conoscenza e inadeguata valorizzazione di una parte non trascurabile del patrimonio culturale ecclesiastico del nostro Paese – dove pure, per evidenti ragioni storiche, la Chiesa, intesa come istituzione, è custode di beni artistici e storici che costituiscono una parte più che consistente della sconfinata ricchezza culturale italiana. Un patrimonio librario di proprietà ecclesiastica che – nella scarsissima attenzione complessiva riservata da tempo ai destini del libro antico nella politica dei beni culturali italiani e al di là di poche eclatanti eccezioni rappresentate dalle grandi biblioteche gestite dalle istituzioni religiose, disseminato nelle molteplici articolazioni della struttura ecclesiale, rimane fin troppo spesso negletto e confinato in depositi e armadi serrati, inaccessibili o dimenticati.
Arte Veneta 79/2022, 2023
The article investigates the activity and life of Giovanni Giacomo Morati, an unknown Venetian painter of whom signed paintings and unpublished biographical documents have been found.
Prefazione Nel nostro paese i primi venti anni del secolo sono quelli della egemonia di Giolitti. Un tentativo il suo di ammodernare lo Stato sabaudo e di portarlo al livello ideologico ed economico del resto dell'Europa. Giolitti apri uno spazio bastante ai vertici socialisti per rendere credibile il loro programma del 1892. Entrare legalmente nello Stato per svuotarlo dei contenuti borghesi e renderlo strumento del proletariato. Questo in una prospettiva di largo, forse troppo largo respiro. La politica di Giolitti e la prospettiva del partito socialista vennero sepolte dalla Grande Guerra anche se non se ne accorsero né Giolitti né i vertici socialisti. Il periodo giolittiano fu difficile per il movimento anarchico, non tanto per la repressione relativamente meno occhiuta quanto per la difficoltà di interrompere il dialogo tra i vertici dello Stato e quelli socialisti che finiva quasi sempre per avere la meglio sul radicalismo del movimento operaio. Altre difficoltà per gli anarchici del tempo quelle di definire il proprio ruolo in un movimento operaio, in una società italiana non più valutabili con i metodi della Prima Internazionale o della propaganda dei fatti. Nel 1907 il Congresso di Roma poté sembrare poca cosa e a molti del tutto inutile. In realtà fissò i punti di riferimento, teorici ed operativi, sui quali si andavano orientando gli anarchici italiani della nuova generazione. Quei punti divennero prima l'argomento del dibattito interno e poi patrimonio del movimento anarchico. Già operanti, con gli aggiustamenti dovuti ad una esperienza concreta, alla vigilia della prima guerra mondiale, saranno poi alla base dell'Unione Anarchica Italiana, resero possibile l'accordo fra le varie tendenze, e dettero al movimento anarchico italiano del primo dopoguerra un ruolo egemone nel tentativo di dare uno sbocco rivoluzionario alla pressione popolare. Questa è la traccia di questo studio, ma solo la traccia che Giorgio Sacchetti segue minuziosamente, ed in tutti i suoi risvolti la dinamica della presenza anarchica in Toscana. Ne esce fuori un quadro di un movimento molto frazionato al proprio interno ma altrettanto dinamico. Minoritario all'interno del movimento operaio ma con una capacità di presa molto superiore alla sua consistenza numerica. Insomma una componente della sinistra italiana che non soffre di soluzioni di continuità. Parte viva nella cultura del movimento operaio finisce anzi per accentuare il suo carattere di espressione "politica" delle persistenti aspirazioni radicali e rivoluzionarie di una parte non marginale dei lavoratori. Tutto questo in un periodo durante il quale, la storiografia accademica - anche quella più recente ed attenta al movimento operaio - dà per inesistente il movimento anarchico. Rimanendo infatti chiusa nell'esame delle risoluzioni congressuali dei partiti e dei sindacati, oppure viceversa assorbita dalle indagini sociologiche o statisi iche finisce per nulla capire della dinamica del movimento dati come insorgenze spontanee di affamati o come l'effetto di una miracolosa ed improvvisa combattività operaia. Di contro questo studio che ha superato problemi veramente difficili per il reperimento, la sistemazione e l'interpretazione dei dati, ha ricostruito dall'interno quel lavorio continuo di idee, fatti, discussioni inutili o utili, di rabbie personali, cantonate, contrasti e sofferenze individuali che sono il vero mondo pulsante del movimento operaio. Gli studi generali basati sulle grandi linee politiche di questo o quel partito perdono molto spessore e a volte sono addirittura fuorvianti se non basati su lavori di questo genere. Il movimento anarchico in particolare ha un estremo bisogno di studi come questi come genere e come livello. Indispensabili per lavori di sintesi che in altro caso ricalcherebbero necessariamente la genericità accademica. Studi come questi possono inoltre modificare alla lunga impostazioni storiografiche consolidate. Un esempio attinente a questo volume: la situazione toscana che ne emerge, se confermata in altre regioni "chiave", ridimensionerebbe di molto la realtà della egemonia socialista, nel suo momento aureo sul movimento operaio. Un fatto semplice ma che potrebbe far buttare al macero decine di studi storici per non parlare di impostazioni storico-culturali di copertura a tattiche politiche di vario genere. Tempo fa Palmiro Togliatti dette inizio alla sua "via italiana" al socialismo rivalutando in sede storica la "lungimirante" politica di Giolitti verso gli allora legittimi rappresentanti della classe operaia. Più recentemente gran parte dei nuovi storici del P.S.l. rivendicano il primato del loro partito in base alla ininterrotta tradizione riformista della classe operaia italiana. Tutto questo con buona pace della crisi essenziale del mondo politico italiano, quello del primo dopo-guerra, quando le aspirazioni ad un rivolgimento generale dell'assetto sociale ed economico nutrite da larga parte del movimento operaio vennero espresse dal movimento anarchico e dal nascente partito comunista. Firenze, 9 febbraio 1983 LUIGI DI LEMBO
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Atti del convegno "Microeditoria di qualità nel borgo di Torrita", Torrita di Siena, 8 Maggio 2016, in occasione della seconda edizione de "Il Borgo dei Libri."
I mille volti del passato. Scritti in onore di Francesca Ghedini, a cura di J. Bonetto et al., Roma , 2016
Contemporanea. Rivista di studi sulla letteratura e sulla comunicazione, 2017
Moderna: semestrale di teoria e critica della letteratura, 2002
Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze. Guida alla visita delle Sezioni, 2009
Giovanni Battista Palletta, 2020
CAROTO. Giovan Francesco Caroto (1480 circa - 1555), a cura di Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti, 2021
«Segni di maraviglia». I ricami su disegno del Pollaiolo per il parato di San Giovanni, a cura di M. Ciatti, S. Conti, R. Filardi, L. Triolo, Firenze, Mandragora, 2019
Adattabilità in circostanze ordinarie / Ordinary Conditions Adaptability, 2024
Liceo Torricelli-Ballardini Faenza, 2017
in Dizionario storico dell’Inquisizione, diretto da Adriano Prosperi, con la collaborazione di Vincenzo Lavenia e John Tedeschi, 4 voll., Edizioni della Normale, Pisa, 2010, vol. 3, 2010
Padova e il suo Territorio, 2021
a cura di A. Barlucchi, Siena, Betti editrice, 2015