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FRANCESCO TATEO Vittorio Cian fra Petrarca e petrarchismo LIONELLO SOZZI Ferdinando Neri e Petrarca MARIO POZZI Il Petrarca di Natalino Sapegno CLARA ALLASIA «Petrarca for ever!»: «interpellanze petrarchesche» nel carteggio Calcaterra-Cian FABIO FORNER Ricordo di Agostino Sottili con alcune brevi note sulla diffusione di Petrarca in Germania GIANNI MOMBELLO Un lettore piemontese di Petrarca: Giovanni Nevizzano PAOLA CIFARELLI Le prime traduzioni francesi dei 'Trionfi' e la biblioteca dei duchi di Savoia ROMANA BROVIA Note per una storia delle edizioni petrarchesche in Piemonte (secoli XVI-XIX) MARZIANO GUGLIELMINETTI La passione per la gloria nel 'Secretum' del Petrarca SABRINA STROPPA «Malo tuo et nostro credidisti»: declinazioni di lessico spirituale medievale nei 'Rerum vulgarium fragmenta' DAVIDE DALMAS Il petrarchismo riformato di Celio Secondo Curione SILVIA FABRIZIO COSTA Marta la negletta tra Sant'Agostino e Petrarca: qualche riflessione sul 'De otio religioso' GIUSEPPE VELLI Il rapporto Petrarca-Boccaccio: a proposito (anche) della 'Griselda' RENZO VILLA Da Saluzzo a Parigi, via Arquà: il nastro di Griselda PATRIZIA PELLIZZARI Un'eroina di Anton Francesco Doni fra Griselda e Ghismonda GABRIELLA ALBANESE Griselda in Piemonte: Petrarca e la novella dotta
Alfieri, il dandy della libertà GUIDO SANTATO Romanzesche vicende di due manoscritti alfieriani PATRIZIA PELLIZZARI Il Sallustio alfieriano secondo i manoscritti ENRICO GUGLIELMINETTI Necessità del Purgatorio. Vico e Schelling rileggono Dante ROBERTO GILODI Poetica dei generi letterari e filosofia della storia tra Sette e Ottocento MARINO BOAGLIO La Suite du 'Contract Social' del conte Dalmazzo Francesco Vasco. Leggere Rousseau nel Piemonte del secondo Settecento SÉVERINE MORET 'Pinocchio' e le 'Pinocchiate' in Francia FRANCESCO BAUSI Severino Ferrari critico e editore di testi GUIDO BALDASSARRI Per l'officina dei 'Conviviali': 'Sileno' CLARA ALLASIA «Giovani, ahimè, non siamo più da un bel pezzo»: lettere di Arturo Graf a Domenico Gnoli e Giulio Orsini STEFANIA LUTTAZI Hoffmann nell'Ottocento italiano. Dalle prime attestazioni alla Scapigliatura BARBARA MARIATTI La ricezione di Théophile Gautier nell'Ottocento: le traduzioni e la critica ANNA CLAUDIA ROSSI La fortuna di Cesare Pavese in Russia MASSIMO TRAMONTE Primo Levi in Francia ANGELO D'ORSI La via del rifugio? Appunti su politica e poesia a Torino nel Novecento GABRIELLA OLIVERO «Opera date al Fuoco e al sacro Soma». 'La figlia del Re': indologia e musica MARIA LUISA ALTERI Il regime e il poeta. Documenti sul fascismo di Francesco Pastonchi (1934-1941) PIERPAOLO FORNARO Quasimodo traduttore: il frammento come evento GEORGES GÜNTERT L'arte narrativa di Giorgio Bassani: persuasione, ironia e distanza estetica BRUNELLA PELIZZA Su alcune "imitazioni" in Composita solvantur FRANCO LOI La poesia ELENA LEDDA Lettere di Gabriele D'Annunzio edite in periodici dal 1880 al 1938 ANASTATICA
CLAUDIO SENSI Lettura del XXVII canto dell''Inferno' STEFANO GIAZZON Lodovico Castelvetro e il tradurre PAOLO LUPARIA «Chi terra chiamare vuole una stella?» L'Eden estense della Mesola nei madrigali del Tasso GABRIELLA OLIVERO Tre eroi per Emanuele Filiberto: Achille, Alessandro, Scipione PAOLA COSENTINO Il 'Filippo Strozzi' di Giovan Battista Niccolini: analisi della nascita di un mito ROSALBA GENTILE "Homo patiens" e "homo fictus": la malattia del corpo fra modello ontologico e paradigma positivista GIULIA BASELICA L'uomo e la morte: rappresentazioni letterarie ne 'La morte addosso' di Luigi Pirandello e 'La morte di Ivan Il'ič' di Lev Tolstoj MATTEO ZOPPI Una «certa tiritera di parole»: genesi, forma e funzione dell'anapesto in 'Lavorare stanca' ANGELA GIORGETTI In margine al Calvino traduttore di Queneau GIACOMO VERRI «Ma gavte la nata»: sconfitta del non-senso, sospensione del processo interpretativo ed epifania dell'Occasione ne 'Il Pendolo di Foucault' LILIANA TALAMO La tragedia del corpo nella contemporaneità: Simona Vinci, 'In tutti i sensi come l'amore' ANASTATICA CLAUDIO SENSI, Lettura del XXVII canto dell''Inferno' Il saggio propone di interpretare la vicenda di Guido da Montefeltro come una seconda parabola (dopo quella di Ulisse) sui rischi dell'ingegno non guidato da virtù, come la drammatizzazione di un approccio alle cose umane e divine incentrato sulla sottigliezza, sull'astuzia, sulla presunzione dell'intelligenza. In particolare, il grande discorso di accusa contro Bonifacio viii si sgretola quando Guido entra nella verità dell'escatologia. Dante pratica l'anatomia della superbia, origine di ogni peccato, e mostra la profonda seduzione della calliditas, che può fuorviare proprio chi ha doti intellettuali non comuni.
NINA VIKTOROVNA REVYAKINA Sulla vita e l'opera di Vittorino da Feltre uomo e umanista CRISTIANO SPILA Note in margine a una edizione di rime in morte di cani. Due microcanzonieri del secolo XV DELMO MAESTRI Intorno ad Antonio Fregoso Fileremo PATRIZIA PELLIZZARI La novella di 'Consalvo e Agata' del Giraldi Cinzio: una proposta di lettura GIOVANNI BARBERI SQUAROTTI Il poeta e il «comandamento di principe». Osservazioni sulla concezione del rapporto fra intellettuale e potere negli scritti teorici di Torquato Tasso GUIDO SANTATO, Il bicentenario alfieriano. Appunti per un bilancio e nuove prospettive critiche CLAUDIO SENSI, Alfieri aristofanico LORIS MARIA MARCHETTI, "Religione" di Ippolito Nievo: appunti in margine alle 'Confessioni d'un italiano' GIULIA BASELICA, Il «D'Annunzio russo» Konstantin Bal'mont MARCO CERRUTI, Per una rilettura della poesia di Amalia Guglielminetti GABRIELLA OLIVERO, «Cammina, cammina, cammina… così di paese in paese hai spinto il mio lungo viaggio». Angiolo Orvieto e Guido Gozzano: due esperienze quasi parallele del mondo indiano ELEONORA CARDINALE, La poesia di Carlo Vallini tra «divina ironia» e «vano indagare» GABRIELLA REMIGI, Dittico per Pavese BARBARA MARIATTI, Tommaso Landolfi: l'inconoscibilità del reale attraverso la parola VALTER BOGGIONE, «Il sole splende sulle rovine»: Mario Lattes tra narrativa e pittura ANASTATICA
Alfieri, il dandy della libertà GUIDO SANTATO Romanzesche vicende di due manoscritti alfieriani PATRIZIA PELLIZZARI Il Sallustio alfieriano secondo i manoscritti ENRICO GUGLIELMINETTI Necessità del Purgatorio. Vico e Schelling rileggono Dante ROBERTO GILODI Poetica dei generi letterari e filosofia della storia tra Sette e Ottocento MARINO BOAGLIO La Suite du 'Contract Social' del conte Dalmazzo Francesco Vasco. Leggere Rousseau nel Piemonte del secondo Settecento SÉVERINE MORET 'Pinocchio' e le 'Pinocchiate' in Francia FRANCESCO BAUSI Severino Ferrari critico e editore di testi GUIDO BALDASSARRI Per l'officina dei 'Conviviali': 'Sileno' CLARA ALLASIA «Giovani, ahimè, non siamo più da un bel pezzo»: lettere di Arturo Graf a Domenico Gnoli e Giulio Orsini STEFANIA LUTTAZI Hoffmann nell'Ottocento italiano. Dalle prime attestazioni alla Scapigliatura BARBARA MARIATTI La ricezione di Théophile Gautier nell'Ottocento: le traduzioni e la critica ANNA CLAUDIA ROSSI La fortuna di Cesare Pavese in Russia MASSIMO TRAMONTE Primo Levi in Francia ANGELO D'ORSI La via del rifugio? Appunti su politica e poesia a Torino nel Novecento GABRIELLA OLIVERO «Opera date al Fuoco e al sacro Soma». 'La figlia del Re': indologia e musica MARIA LUISA ALTERI Il regime e il poeta. Documenti sul fascismo di Francesco Pastonchi (1934-1941) PIERPAOLO FORNARO Quasimodo traduttore: il frammento come evento GEORGES GÜNTERT L'arte narrativa di Giorgio Bassani: persuasione, ironia e distanza estetica BRUNELLA PELIZZA Su alcune "imitazioni" in Composita solvantur FRANCO LOI La poesia ELENA LEDDA Lettere di Gabriele D'Annunzio edite in periodici dal 1880 al 1938 ANASTATICA
LUCIANO BOSSINA Foscolo, Voltaire, Zoroastro. Storia di un proverbio contro l'ingratitudine MARINO BOAGLIO Il «vecchio cannocchiale di sognatori» del De Amicis. Immaginazione e memoria storica in 'Alle porte d'Italia' LUIGI MARFÈ Sirene tipografiche. Il ruolo della stampa nell'ascesa e nel declino del romanzo EMANUELA ERSILIA ABBADESSA La canzone italiana nel Ventennio fascista tra "mammismo" e "superomismo" GIULIA BASELICA La poesia dell'inquietudine in Antonia Pozzi e Marina Cvetaeva DELMO MAESTRI Anna Banti e i destini delle donne RAFFAELLO PALUMBO MOSCA Gadda e Proust o l'ambiguità del matricida CLAUDIA OLIVERO Del mito, d'amore e d'altro: riflessioni pavesiane sulla prosa di Thomas Mann PAOLA CARMAGNANI La luce della memoria: figure e funzioni della memoria involontaria in 'Se questo è un uomo' DANIELE SANTERO Una sacra ironia: liturgie «senza dio» di Giorgio Caproni MATILDE BIONDI Milano negli occhi di Giovanni Raboni: 'Le case della Vetra' ELENA FRONTALONI Il mito classico in Franco Scataglini GIUSEPPE ZACCARIA Il Petrarca uno e bino di Marco Santagata ANNA BOFFA Una traduzione inedita di Beppe Fenoglio ANASTATICA LUCIANO BOSSINA, Foscolo, Voltaire, Zoroastro. Storia di un proverbio contro l'ingratitudine In una lettera ad Antonietta Fagnani Arese Ugo Foscolo ricorda il proverbio di un «antico sapiente di Babilonia». Si è creduto fin qui che si trattasse di una invenzione dello stesso Foscolo. L'origine del proverbio va invece individuata nella tradizione zoroastriana dei Parsi, e si trova in un testo catechetico neopersiano conosciuto come Sad Dar. L'intermediazione tra il testo persiano e Foscolo va quindi riconosciuta nello Zadig di Voltaire, che cita il proverbio nella forma esatta ripresa dal Foscolo, attribuendolo direttamente a Zoroastro. Voltaire lo prese a sua volta dalla Historia religionis veterum Persarum eorumque magorum di Thomas Hyde (Oxford 1700), che tradusse il Sad Dar dal persiano al latino. Si tratta di una tipica metamorfosi moderna di una massima sapienziale antica, trasmessa di mano in mano, e immemore infine delle sue vere origini.
Il giorno 25 maggio 1999 si è svolta a Torino una giornata di studi in ricordo di Giancarlo Mazzacurati. I testi che ora si pubblicano raccolgono gli interventi nati in quella occasione e si propongono, nel loro insieme, come un ritratto e un primo bilancio del lavoro mazzacuratiano. Essi attraversano alcuni dei temi principali intorno ai quali si è orientata l'attività dello studioso, mettendo in luce le maggiori novità indicate dalle sue ricerche. Da una parte, così, si analizzano gli studi sulla novella, di cui si sottolinea, dal punto di vista del genere, la metamorfosi delle forme e degli statuti narrativi. Dall'altra si seguono le prospettive originalissime con cui Mazzacurati rilegge la categoria del Rinascimento, liberandola da ogni idealizzazione e calandola, invece, sul terreno reale degli scenari politici e dei differenti rapporti intellettuali. Un'attenzione particolare ricopre, inoltre, il romanzo sette-ottocentesco e, in particolare, la narrativa umoristica inglese, riattraversata come l'emblema più esplicito di una scrittura carica di umori e di estri. Sul versante italiano un interesse preciso assume la figura di Nievo, con il suo Barone di Nicastro, trasformato nel paradigma di una intera categoria intellettuale. Un ultimo spazio è riservato, infine, ai romanzi verghiani, interpretati, al di fuori di ogni semplificazione, nella loro struttura complessa, in bilico tra impersonalità e immanenza di un autore mai del tutto cancellato. SIMONA RE FIORENTIN I "libri di lettere" di Anton Francesco Doni PATRIZIA PELLIZZARI Riscrittura per immagini: la 'Moral Filosofia' e i 'Trattati' di Anton Francesco Doni VINCENZO JACOMUZZI Il tramonto epico del Doni: 'La guerra di Cipro' CRISTINA SANTARELLI La musica nella 'Commedia' dantesca ALESSANDRA TOCE Dalle novelle orientali al 'Decameron': un esempio di consonanze tematiche LOVANIO ROSSI 'La Sofonisba' di Galeotto del Carretto DANIELA BRANDINO L''Itinerario' di Ludovico de Vartema: un viaggio tra letteratura e antropologia GIANNI BORGO Il mito di Adone nella cultura rinascimentale italiana: saggio di iconologia letteraria CATHERINE PITIOT La retorica politica di Ludovico Zuccolo MAURIZIO REBAUDENGO L'eroicomico fallimento dell'aulica ambizione: l'Olivastro' di Giovan Battista Andreini ANASTATICA
Nel porre il problema del rapporto fra industria e letteratura, sull'ormai famoso numero 4 del «Menabò», Vittorini denunciava l'arretratezza di una letteratura come quella italiana, ostinatamente restia a recepire fermenti e suggerimenti della modernità. C'era stato, è vero, il futurismo, ma la sua esperienza aveva di fatto scavalcato (senza assumerne consapevolezza critica) i segnali di una industrializzazione ancora incerta e timorosa, che la grande guerra avrebbe ben presto travolto, costringendo a ripartire da capo. E le vicende della cultura italiana del ventennio sono cosa nota (la «caricatura letteraria», stando a Pavese, esibita dai contrasti fra "strapaese" e "stracittà").
INDICE ANNO XII (2010) -Studi sull'autobiografia L'8 marzo 1947 Enrico Falqui con profondo «dispiacimento» restituisce a Cesare Pavese quei quattro «dialoghetti» (La belva, Schiuma d'onda, La madre, Le streghe) da tempo inviati per la rivista «Prosa. Quaderni internazionali all'insegna della "Medusa"», con direzione in Roma, viale Giulio Cesare 71, e amministrazione a Milano, Casa Editrice Mondadori, edita a Roma dalle Nuove Edizioni Italiane e diretta da Gianna Manzini. Qualcosa nel frattempo è cambiato e la rivista, «per non dover ammainare l'insegna», si trova nella necessità di «mutar formula», «adottandone una che riesca forse più attraente». Quella individuata (meno importa che il progetto non si sia poi concretizzato) è una scelta di tipo tematico, «per cui ogni quaderno sarà limitato a un argomento o a un gruppo»; una scelta orientata verso una forma «più che mai da libro», privilegiando la realizzazione di uno strumento agile, insieme utile e «attraente». Oggi forse, in mezzo al grande numero di periodici che si occupano trasversalmente di letteratura italiana, dalle origini ai giorni nostri, non ci sembra inopportuno riprendere con «Levia Gravia» il progetto che Falqui esponeva a Pavese (e che, sia detto per inciso, era già stato sperimentato con successo da una rivista importante come «Sigma») per un approfondimento problematico di singoli temi, che, aperto a studiosi italiani e stranieri, giovani e meno giovani (secondo le originarie finalità della rivista), faccia il punto sullo stato dei lavori, accogliendo sia gli atti di giornate di studio sia contributi originali legati da uno stesso filo rosso, con uno sguardo riassuntivo verso il passato e, al tempo stesso, propositivo per il futuro. Iniziamo con l'autobiografia, uno dei generi (e dei temi) più congeniali a chi «Levia Gravia» l'ha voluta e fondata, Marziano Guglielminetti. A quel confronto in interiore homine si era poi accostato anche Claudio Sensi, volgendo la sua attenzione alle scritture della deportazione, alle testimonianze -in quella che fu allora una inaudita e spaventosa perdita di umanità -lasciate dai sopravvissuti dei lager. A Marziano Guglielminetti e Claudio Sensi i primi due volumi di questo nuovo inizio sono dedicati.
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Fata Morgana Web 2019. Un anno di visioni, 2019
SAN GIUSEPPE DA COPERTINO E LA CUPOLA DELLA SANTA CASA DI LORETO, 2018
Collectanea Franciscana, 2023