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On academic self-censorship
I pittori dell’accademia: tra studio e autopromozione, in L’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il Settecento, a cura di G. Pavanello, Crocetta del Montello 2015, vol. I, pp. 78-114, 2015
Istituzione e Differenza. Attualità di Ferdinand de Saussure, 2014
1. Istituzione e differenza, prima di diventare il lavoro che avete tra le mani, è stato anzitutto una serie di incontri e laboratori in differenti luoghi della città di Roma e non solo; un percorso che ha interrogato nel profondo le pratiche culturali così come la stessa produzione di sapere per eccedere i luoghi classici della formazione e gli specialismi della ricerca accademica. Istituzione e differenza è un programma di ricerche ideato all'Istituto Svizzero di Roma anziché una ricerca in sé, e questa pubblicazione è la continuazione di quanto sperimentato tra marzo e maggio 2013 con cinque appuntamenti che hanno coinvolto numerosi studiosi e ricercatori di ambito internazionale.
2023
Self-censorship and the fight against religious and political power in Giuseppe Compagnoni’s later writings. This essay highlights Giuseppe Compagnoni’s strategies to work around censorship in his later writings in Restoration Milan, on the basis of his previous experiences (Compagnoni, Savini 1988, Medri 1993, Bruni 1993). This later production proves Compagnoni’s educational commitment, his ideological continuity with the revolutionary period (the triennio 1796-99 and beyond) and an entirely personal way to avoid any subjugation. Compagnoni, who sometimes published his works anonymously or using pen names, was able to suggest and dissimulate his opinions at the same time. On the one hand, this ability can be traced back to his Jesuit education, on the other hand it also evokes his interest for libertine thought (Staico 1993). Compagnoni used his acquaintance with antiquarianism to oppose the reactionary Alessandro Verri’s Vita di Erostrato (Favaro 2006). He translated and edited Destutt de Tracy’s Élémens d’idéologie dissimulating their materialistic implications. Though he was fond of 18th-century galanteria his novels Bibì (1818) and Beniamino (1825) raise the question of Italian backwardness, mentioning the problem of clerical celibacy but pardoning the custom of cicisbeism (Silvestri 2019). Finally, Compagnoni’s translation of Fozio’s Myriobiblon (Canfora 2012) contributed to popularize the work supporting its secular value. Il contributo propone all'attenzione alcune strategie di aggiramento della censura negli scritti della maturità di Giuseppe Compagnoni. La sua produzione nella Milano restaurata esprime un impegno divulgativo in sostanziale continuità ideologica con il periodo rivoluzionario, e un modo del tutto personale di evitare ogni asservimento. L'ultrasessantenne Compagnoni si mosse tra censura e autocensura, spesso in forma anonima o pseudonima, sostenendo le proprie idee con una capacità dissimulatrice che, oltre all'influenza della formazione gesuitica, ha fatto ipotizzare anche quella della tradizione libertina. Nel 1816 camuffò da disputa antiquaria la stroncatura della Vita di Erostrato dell'ormai reazionario Alessandro Verri. Nel 1817-1819 pubblicò la traduzione degli Élémens d'idéologie di Destutt de Tracy, corredandola di prefazioni e note che ne dissimulavano il portato materialistico. Con i romanzi Bibì (1818) e Beniamino (1825) additò l'arretratezza e subalternità italiane, nel primo insinuando una riflessione critica sul celibato del clero. Infine, diede un'impronta laica alla traduzione della Biblioteca di Fozio, già progetto del regime napoleonico ed emblema di cultura ecumenica.
Oltre l'aula: l'autonomia di apprendere in Insegnando si impara. Ricerca azione in classe e sviluppo professionale dell’insegnante (a cura di Graziella Pozzo), IRRSAE Piemonte, 1997, pp. 288–340.
Versione integrale.dell’articolo: Oltre l’aula: l’autonomia di apprendere, pubblicato in Insegnando si impara. Ricerca azione in classe e sviluppo professionale dell’insegnante (a cura di Graziella Pozzo), IRRSAE Piemonte, 1997, pp. 288–340..
Studi Sulla Formazione, 2014
Articoli giuseppe burgio irsi alla manodopera umana 1 e che sempre meno ha bisogno delle competenze del lavoratore 2. Accanto a ciò, abbiamo i servizi alla persona: è l'ambito-legato alle esigenze (e spesso all'arbitrio) di altre persone-che comprende badanti, cuochi, bambinaie, infermieri, sex worker, massaggiatori, etc. Nell'epoca postfordista, infatti, le prestazioni lavorative tendono a svolgersi prevalentemente nel campo delle relazioni umane e la professionalità si definisce sempre meno in termini "industriali" e sempre più in termini di servizi alla persona 3. Tale trasformazione-è bene sottolinearlo-non si limita però "alla sola sfera della produzione di beni e servizi, ma comprende la sfera della distribuzione, della vendita-consumo, la sfera riproduttiva. Per questa ragione, il lavoro comunicativo-relazionale, che di solito è definito per le sole attività di cura e di servizi generici alle persone, ha in realtà una valenza universale" 4. In tutti gli ambiti lavorativi, compresi quelli industriali, assistiamo infatti da tempo a quella che è stata definita una tendenziale servilizzazione del lavoro produttivo 5 : il lavoratore non fornisce più solo forza-lavoro ma tutto se stesso, gentilezza, buonumore, disponibilità e "bella presenza" compresi. Ma il termine servilizzazione implica anche il fatto che il lavoro tende a essere dequalificato: basti pensare alla proliferazione di impieghi a paga irrisoria, basso prestigio, scarsa realizzazione e futuro improbabile (i cosiddetti "McJob"), in particolare nel settore dei servizi. Il terzo modello (relativamente più recente) del postfordismo è infine rappresentato dalla forma del lavoro immateriale: la manipolazione di simboli, idee e sogni, che impiega segretarie, ricercatori, operatori dei call center, insegnanti, agenti di viaggio, consulenti, mediatrici culturali, tutor d'aula, grafici, informatici, stilisti di moda, fotomodelle, attori, etc. Come è evidente, questa categoria del lavoro immateriale comprende (pur non esaurendosi in esso) anche il lavoro intellettuale che, sempre più svalorizzato a livello sociale, viene ricompreso nell'ambito-più vasto, meno prestigioso, più facilmente e più direttamente dominato all'interno del dispositivo postfordista-della manipolazione simbolica. A differenza che nel modello taylorista, il lavoratore postfordista è un soggetto che detiene un alto grado di adattabilità ai mutamenti di ritmo e di mansione, che sa leggere i flussi di informazione, che è capace di lavorare
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Intrecci virtuosi. Letterati, artisti e accademie tra Cinque e Seicento, a cura di C. Chiummo, A. Geremicca e P. Tosini, De Luca: Roma, 2017
Atti dell'Accademia Clementina - Tomo IV - 1789-1804. Verbali consiliari e indici generali, a cura di Stefano Questioli, Minerva Edizioni: Bologna, 2006
Raccontare il Sociale attraverso l'arte, 2024
Todomodo, 2 (2012), pp. 23-36, 2012
Zbornik radova Vizantoloskog instituta, 2012
Laurearsi in carcere. Esperienze autoetnografiche in O. Sapia, A. Scerbo, Temi, problemi e prospettive del sistema penale, Napoli 2022, 2022