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Orario ricevimento: dal Lunedi al Giovedi dalle 11.00-11.30, BH 631 and for appointment Libro di Testo: L'Italia dal Fascismo ad oggi (Daniela Bartalesi-Graf) Grammatica: Grammatica essenziale della lingua italiana con esercizi (Marco Mezzadri) Dizionario: choose and purchase one: Langensheidt, Oxford, Cassells (Italian-English) Important Notes:
KWARTALNIK NEOFILOLOGICZNY, LIX, 2/2012, 2012
The main aim of the present paper is a historical review of the Italian press evolution from the end of the 18 th century till our times. At the beginning the Italian newspapers were addressed to the social elite, the language was characterized by literary style and the use of a bureaucratic and official vocabulary. The next important period described are the years of fascism which led to the end of freedom and independence of Italian press. The language became very solemn, artificial and subject to the will of the political authority represented by the Duce. The last part of the paper focuses on the present situation in the context of mass communication and on linguistic issues of the modern press. Particular attention is paid to the internet variety of Italian journalism. INTRODuZIONE La storia della stampa italiana in senso moderno inizia nell'età del Risorgi-mento e continua nei seguenti decenni dell'unità. Ovviamente le prime gazzette appaiono già nel Seicento, costituendo però gli scritti oppure gli avvisi di forma breve non sistematica dedicati alla tematica locale o alle informazioni sulle corti estere. Nel Settecento spuntano i primi giornali che sono piuttosto traduzioni di periodici o quotidiani stranieri riservati agli argomenti letterari. Alla fine del se-colo l'interesse dei giornali si sposta man mano verso la politica, nonché si cerca di dare la prima forma alle testate che talvolta non subisce grandi mutamenti fino ad oggi. I lettori dei primi giornali rappresentano soltanto i ceti più alti della società ed a causa della povertà generale, dell'analfabetismo della maggioranza della popolazione non prendono all'epoca la via del veloce sviluppo, rappresen-tando un bene poco accessibile, costoso e illeggibile. La situazione comincia lievemente a cambiare durante e dopo il Risorgimen-to a pari passo con la nascita della politica italiana e della rivoluzione industriale
Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fscisti, docenti nelle universita' italiane, che hanno, sotto l'egidia del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razziismo fascista. (Da <<La difesa della razza>>, direttore Telesio Interlandi, anno I, numero1, 5 agosto 1938, p. 2).
Treccani.it Lingua italiana, 2023
Cosa è rimasto della "lingua fascista" nell'italiano di oggi? Ponendo una domanda di questo tipo si potrebbe incorrere in una critica di moda in certa opinione pubblica e in alcune aree intellettuali e politiche: non è rilevante, perché non esiste alcun rischio di tornare ai "vecchi tempi". Quindi chi la pensa così potrebbe replicare al quesito con un sonoro «Me ne frego!». Ebbene, già questa risposta confermerebbe che la domanda iniziale ha un fondamento, tanto è vero che «l'orgoglioso motto squadrista "me ne frego!"» già nel 1932 (in pieno Ventennio mussoliniano) è stato citato sotto la voce Fascismo da Arturo Marpicati, allora vicesegretario del Pnf, nell'Enciclopedia italiana. È curioso constatare che, per esempio, quasi un secolo dopo, in piena era digitale, basti cercare su Facebook pagine e gruppi che utilizzano quel motto nella loro intestazione per trovarne più di cento, in vari casi con un orientamento politico nostalgico. Marpicati all'epoca precisava: «È un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta, è un nuovo stile di vita italiano». «Col sangue sulle bende» Lo slogan, non a caso, è citato anche nel recente libro "Le parole del fascismo. Come la dittatura ha cambiato l'italiano": edito dall'Accademia della Crusca con la Repubblica, è stato scritto dai linguisti Valeria Della Valle e Riccardo Gualdo, con la prefazione del collega Claudio Marazzini, fino al 28 aprile 2023 presidente della Crusca. Nel volume si legge che il motto «risalirebbe, secondo una tradizione non documentata, alla scritta che un soldato ferito (durante la Grande guerra, ndr) si era fatto scrivere col sangue sulle bende che gli fasciavano il capo, come incitamento a continuare la battaglia. [...] La frase [...] può esprimere ancor oggi "sia l'amore del proprio comodo, sia un atteggiamento che rifugge da compromessi, sia una strafottente arroganza" (Il Vocabolario Treccani, 2008)». Sono parecchie le altre frasi con una matrice fascista «entrate nella memoria comune anche di coloro che sono nati e cresciuti molti anni dopo la fine della guerra […]: "aspetta e spera…" (in senso ironico), "gettare il cuore oltre l'ostacolo" (accettare con coraggio una sfida); "credere, obbedire, combattere!" (ironico); "italiani!" (appello oratorio parodiato dal comico napoletano Totò); "vincere... e vinceremo!", "vivere pericolosamente" ecc. Anche se piegati allo scherzo, questi frammenti danno la misura della lunga durata di uno stile comunicativo enfatico e militaresco e dei suoi stereotipi». D'altra parte, si può leggere ciò che scrisse Umberto Eco nel 1995, durante una conferenza alla Columbia University: tra le 14 caratteristiche tipiche di quello che volle chiamare "Ur-Fascismo", o "fascismo eterno", segnalava la "neolingua".
A livello catastale, ogni volta che il territorio di uno Stato preunitario entra a far parte del nuovo Stato unitario italiano porta con sé il suo particolare catasto.
Il fenomeno delle società di godimento: profili problematici e rimedi esperibili.
Questo progetto si propone di descrivere principalmente l’ambiente del ventennio fascista italiano. Non si darà una visione generale sulla quotidianità politica e sociale del governo, ma si concentrerà su specifici temi, non meno importanti di quelli tradizionalmente trattati. In particolare, i temi sui quali il lavoro si concentra sono essenzialmente due: in primis si analizzerà qual era il ruolo e l’importanza della figura femminile nel sistema/ideologia politico fascista italiano, nonché in quello spagnolo, principalmente dentro la Falange Española e il suo mutamento prima, durante e dopo la Guerra Civile Spagnola (soprattutto per quanto concerne la religione); In secondo luogo, si tratteranno i metodi e le finalità sui quali si basava l’educazione imposta dal regime fascista, tramite le diverse riforme del sistema scolastico realizzate dai primi anni di governo del Duce fino agli anni quaranta. Inoltre, si tratterà il tema dell’importanza delle associazioni giovanili per l’educazione (o indottrinamento) dei più piccoli al di fuori della scuola.
Prima di addentrarci nella questione delle interpretazioni del fascismo, occorre chiarire quali sono i significati del termine che si incontrano nella letteratura storico-politica. Se ne possono distinguere fondamentalmente tre: Il primo significato fa riferimento al nucleo storico originario costituito dal fascismo italiano; Il secondo ingloba, oltre al caso italiano, anche il nazionalsocialismo tedesco; nel terzo caso il termine acquista un senso generico amplissimo, in quanto viene riferito a tutti quei movimenti a sfondo autoritario che hanno affinità ideologiche o organizzative con il fascismo storico (p.e. la dittatura di Francisco Franco in Spagna, le dittature militari instaurate nella seconda metà del Novecento in Grecia, Cile ecc.) La tendenza degli storici è quella di circoscrivere il significato del termine al periodo della storia europea compresa fra le due guerre, e più specificamente al fascismo italiano e al nazionalismo tedesco. Nel suo noto saggio I tre volti del fascismo (1963), lo storico tedesco Ernst Nolte ha classificato le interpretazioni del fascismo secondo due grandi categorie: le teorie singolarizzanti e quelle generalizzanti: le prime spiegano l'affermarsi dei regimi fascisti sulla base di fattori legati alle particolari realtà nazionali; di contro, le teorie generalizzanti ritengono che il fascismo sia un fenomeno politico sovranazionale che, al di là delle differenze specifiche, consente di individuare analogie e caratteri permanenti tra movimenti diversi. In Italia il problema delle interpretazioni del fascismo (italiano) è sorto insieme al fascismo stesso, infatti, fin dalla sua comparsa, storici, commentatori e intellettuali italiani e stranieri si sono interrogati sulla natura e sulle ragioni dell'emergere e dell'affermarsi del fenomeno fascista. Il dibattito è continuato anche dopo la caduta del regime fascista e la fine della Seconda guerra mondiale, ed è stato fortemente condizionato dal clima politico del dopo-guerra, durante il quale si poneva l'esigenza di ricostituire lo Stato italiano su principi democratici e di fondare la Repubblica sui valori dell'antifascismo e della Resistenza. Poi, negli anni Settanta, lo storico Renzo De Felice, ha impresso una svolta agli studi sul fascismo, proponendo un nuovo approccio metodologico e nuove tesi interpretative, che hanno suscitato accesi dibattiti fra gli storici (e anche violente contestazioni). Presentiamo schematicamente le principali interpretazioni del fascismo:
Nel '43 l'Italia era essenzialmente un paese agricolo (ad eccezione delle principali aree urbane) con una cultura popolare ancora profondamente contadina e dialettale. La volontà imperialistica di Mussolini aveva portato a subire una duplice invasione: tedesca e americana. La stessa integrità dello S. era messa in discussione. Quarantacinque anni più tardi il volto dell'Italia si è trasformato: è diventata una delle nazioni economicamente più forti del mondo. Le culture contadine non sono scomparse del tutto, ma sono state sostituite da un'unica cultura nazionale urbana. Vi è stata una grande migrazione dalle campagne alle città, dal Sud al Nord. Questo libro si occupa di questa trasformazione; tenendo anche però presenti gli elementi di continuità storica (incapacità delle elites di stabilire un'egemonia sulle classi subalterne, la debolezza e l'inefficienza dello S., la forza della Chiesa cattolica nella società civile, la coscienza di classe di significativi settori del mondo del lavoro urbano e rurale, il particolare ruolo dei ceti medi, il problema mai risolto del Mezzogiorno, il rapporto tra famiglia e società). La trattazione è suddivisa per le tre grandi aree della penisola: -l'Italia Nord-occidentale del triangolo industriale (Milano-Genova-Torino) -il Centro e la regione del Triveneto -il Mezzogiorno con le isole Non è una tripartizione valida in assoluto (a livello storico bisognerebbe parlare di cento Italie), ma è sicuramente più efficace della suddivisione Nord-Sud.
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Un paese normale? Saggi sull’Italia contemporanea, 2011
Rivista Marittima, 2010
TEATRO E STORIA, 2017
Atti del convegno internazionale LUOGHI DELLO SPIRITO, LUOGHI DELLA SCRITTURA GIORGIO BASSANI A FERRARA, FIRENZE, ROMA ISI Florence (Palazzo Bargagli, Firenze) Centro Studi Bassaniani (Casa Minerbi Dal Sale, Ferrara) 4-5 giugno 2019, 2019
IL "MALE" E IL FASCISMO NELL'ULTIMO PASOLINI, 2005
FQ MILLENNIUM, 2019
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