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fu General Commissario della Repubblica Fiorentina durante l'assedio di Firenze (ottobre 1529-agosto 1530), cioè la campagna militare intrapresa da papa Clemente VII de' Medici, con l'aiuto dell'imperatore Carlo V, per riconquistare la città toscanadove dal 1527 erano state restaurate le istituzioni repubblicaneal dominio della sua famiglia.
Archivio della Società romana di storia patria, 2019
Vorrei dare seguito all'assunto incrociando due prospettive: quella del legame personale e quella della relazione culturale intrattenute da Petrucci con la città di Roma. Due punti di vista che, come talvolta può accadere-e questo è il caso-, convergono a fondersi in una personalità originale e fuori della norma. A Roma Petrucci nacque, in via Luciano Manara 32. Buon ultimo di tre fratelli, di quella casa ricordava spesso il grande salone, che lui impegnava con soldatini in ricostruzioni di battaglie lunghissime e inamovibili, e l'inaccessibile studio dell'operoso Alfredo. Da quell'indirizzo passava una fetta importante della vita culturale attiva a Roma (e non solo). 2 Artisti, giornalisti, scrittori, studiosi: il rondiano Antonio Baldini, il pittore Angelo Urbani del Fabbretto, il grafico e storico della grafica Enrico Gianeri (Gec), l'arabista e linceo Francesco Gabrieli, lo storico dell'arte Mario Salmi, lo storico del libro Lorenzo (Renzo) Frattarolo, questi alcuni nomi degli 'amici di papà' che ho sentito fare e che ricordo. A Roma Petrucci ha studiato. Non so dove per le scuole elementari e medie inferiori, ma so che ha frequentato il ginnasio-liceo al Virgilio, nel palazzo in via Giulia di fresca costruzione realizzato su progetto di Marcello Piacentini. Ci arrivava attraversando il Tevere su Ponte Sisto, dove lo aspettava, sin dalla prima classe del liceo, Franca Nardelli: passando e ripassando, avrà certo osservato quell'iscrizione, dettata da Bartolomeo Platina e splendido modello di epigrafia sistina, che ornava a destra (ve ne era un'altra a sinistra) la testa del ponte infra Tiberim; quella che poi inserirà in foto nel volume sulle scritture esposte, come vivace esempio di «palinsesto
Il fiore del Genio è come il papavero della Floride, e il profumo ch'esso tramanda deve sopravvivergli. Poeti, nostri concittadini, preparateci la canzone delle battaglie, e possa essa sopravvivere ai giovani, che l'intoneranno in faccia all'Austriaco! GIUSEPPE MAZZINI, Ai poeti del secolo XIX Occorre che l'Ideale metta sempre capo al Reale, vi scavi un letto e vi stabilisca la sua dimora, spesso in modo ben triste. Nessun poeta, per quanto sublime, è un uccello di paradiso che vive di profumi, che dorme nell'aria con l'ali spiegate. THOMAS CARLYLE, Past and present
Tipografica Renzo Palozzi Via Capo d'Acqua, 22b-Marino (RM) Gli articoli proposti per la pubblicazione nella rivista sono sottoposti al parere vincolante del Comitato dei curatori. Si ringrazia la Fondazione Sorgente Group per aver sostenuto l'edizione 2021, la Fondazione Roma e la Fondazione Salvatore Rebecchini. Il Gruppo dei Romanisti ringrazia il Caffè Greco e l'Istituto Centrale per la Grafica per la costante collaborazione alle proprie attività.
I capitani di ventura. Guerra e società nell’Italia centrale del Trecento
Codicologia e bibliogra a (cioè, secondo l'onnicomprensiva de nizione inglese, "bibliography"); storia dell'editoria e del commercio librario, storia della scrittura (delle scritture) e storia dell'alfabetismo; e ancora storia delle pratiche educazionali, diplomatica e storia della letteratura in quanto sistema di produzione di testi letterari diffusi attraverso lo scritto» (Pratiche di scrittura e pratiche di lettura nell'Europa moderna 1993, p. 376). Questi, e altri ancora, i temi che descrivono i «territori» della cultura scritta nelle parole di Armando Petrucci, storico, appunto, della cultura e della scrittura, dello scrivere e del leggere, del libro e del documento, della società dall'epoca classica all'età contemporanea.
2020
Un adattamento ridotto e modificato per esigenze redazionali del presente medaglione è stato pubblicato nel Dizionario Biografico degli Italiani (ma forse anche, credo, nel Dizionario degli italiani illustri). Ma a me piace di più questa versione
Breve contributo sul ruolo di Barbacci nella storia dei restauri del Duomo di Pienza.
in Parola plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli, a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli e Paolo Zublena, Roma, Sossella, 2005, pp. 401-418
La poesia di Benzoni si disegna con un'articolazione diacronica di cui sarà bene tenere il massimo conto. All'origine c'è comunque, invariabilmente, il lutto: lutto per la morte della madre in primo luogo, per le morti successive di parenti e amici -su tutte quella di Sereni -poi. Dal gorgo familiare del "nero-lutto-edipo" di La casa sul porto (1980) irradia la scrittura del dolore domestico, scrittura tutta chiusa nel circolo del soggetto, delle sue ossessioni e delle sue paure. L'epigonalità è dichiarata: nella vita, come condizione residuale dell'orfano ("a mia madre so scippare / dal suo fodero d'abete un po' di vita ancora / -miserabile calore."); nello stile ("poesia dell'eco", ha scritto Fortini), come classicismo linguistico tutto teso alla ricerca di una perfezione d'antan, diciamo tra il Caproni metricista del Passaggio d'Enea, il Sereni mediano, il Gatto canonico, Fortini stesso. E ostentato, polemico classicismo, sia pur mosso da vene di oralità, che guarda persino al prima, a un mai dimenticato Montale, su su fino alle fonti crepuscolari ("Ho voglia di cose disamorate e vive") che della poesia di Benzoni sono un sottofondo sempre attivo e talvolta affiorante. Al mito luttuoso della madre (inesorabilità della morte in vita, come in tutta la prima sezione A un tu non ipotetico e caro), si contrappongono due mini-miti di sopravvivenza o di vita possibile, la zia "scricciolo" con cui Benzoni vive in quegli anni, e la bambina Aisha, figlia di amici, collettrice di affetto paterno, ma non fino a uscire dalla supplenza di un ruolo estemporaneo. È quasi sconcertante, pensando al contesto storico, che si scrivano certi versi quasi sbarbariani in punta di anni Settanta. Reazione? È dire troppo e troppo poco. Certamente fedeltà persino testarda a una vocazione, protesta di marginalità esoprattutto -identificazione di (ingenuo) bello stilistico e investimento sentimentale: identità che andrà in crisi nel futuro.
Carlo Cecchi: funambolo della scena italiana costituisce, anzitutto, l’unica monografia prodotta su l’attore fiorentino, regista e maestro d’arte drammatica del teatro italiano. Il libro ricostruisce la vicenda artistica dell’attore al fine di ritagliare due atteggiamenti caratterizzanti la sua relazione con la scena: il personale percorso di formazione e le modalità del lavoro di formatore: L’apprendistato e il magistero. Firenze si appropria, nelle maglie di questo studio, di una centralità particolare: da patria abbandonata e rinnegata a isola volutamente ritrovata, nella quale l’attore-regista vive una delle fasi più significative della propria maturità, dirigendo dal 1980 al 1995 il Teatro Niccolini, recentemente riaperto, scuola per una schiera di allievi, attori-protagonisti delle scene di oggi.
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L'arte del disegno. Il disegno dell'arte, Atti del 41 Convegno Internazionale dei docenti delle discipline della rappresentazione
Trasparenze , 2020
Revista De Estudios Colombinos, 2011
Alice Crisanti, COME UNA NUVOLA CARICA DI PIOGGIA» Giuseppe Tucci e l’Orientale di Napoli , 2019
Reti di Dedalus, 2013
Paolo Benvenuto, Giuseppe Montanelli. Una vita, pp. 7-42., 2013
Il Giannone Semestrale di cultura e letteratura diretto da Antonio Motta anni XVII-XVIII, numero 35-36, gennaio-dicembre 2021., 2021
Il fiume nel lago - Dieci anni di ricerche archeologiche subacquee nel Lago Tramonto a Gambulaga (FE) (a c. di G. Bucci), Supplemento al volume 97 degli Atti dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, AA 197, 2019-2020, Ferrara 2020 (ISSN 0365-0464), 2020
Francesco Pucci. Un eretico figlinese nell'Europa del Cinquecento, Edizioni Feeria, Comune Figline Valdarno, 2012
-Dizionario Biografico degli Italiani - Treccani, Vol. 46 (1996), 1996
in Il nostro Gramsci. Antonio Gramsci a colloquio con la cultura e la politica italiana., 2011
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