Una giovane ed illibata coppietta in viaggio di nozze, finita per accidente in un tetro castello della Transilvania, scopre un mondo inaspettato quando Tim Curry, con labbra rosso fuoco e muscoli messi in evidenza dal corpetto di pizzo, irrompe sulla scena e nelle loro timide vite, cantando I 'm just a Sweet Transvestite from Transexual Transylvania. E' quello che accade in The Rocky Horror Picture Show, film cult di Jim Sharman (1975) 1 , dove Tim Currey presta la sua sontuosa voce baritonale, arricchita da sfumature contraltili, al «dolce travestito» dottor Frank-N-Furter, scienziato pazzo dai folli esperimenti e dalla scatenata bisessualità. Il film è tratto da un musical di grande successo di Richard O'Brien del 1973; travestitismo ed omosessualità, del resto, non erano insoliti nel genere: basti pensare a Victor Victoria (1982) con Julie Andrews, a Cabaret di Bob Fosse del 1966, o a Chicago, sempre di Fosse, in cui il personaggio di Mary Sunshine si rivela un uomo en travesti, capace di passare dai virtuosismi canori del soprano ad una inquietante voce baritonale, mentre la più recente operarock Rent (1996), ispirata alla Bohème di Puccini, mette in scena una coppia lesbica . Gli anni Settanta segnano indubbiamente una trasformazione nel mondo della musica pop e rock . Con l'esaurirsi dell'ondata del '68, caratterizzata dall'utilizzazione dei temi politici impegnati della protesta giovanile, alla rabbia e alla protervia del bad boy alla Mick Jagger si è via via sostituita l'immagine spettacolare di un divo-feticcio, la cui trasgressione ha assunto una coloritura sempre più marcatamente sessuale. La sregolatezza, come si sa, è una caratteristica comune di numerose star del mondo musicale jazz, rock e pop, accomunate da vite "spericolate", segnate da abusi di droghe e da morti precoci, Janis Joplin ed Amy Winehouse, Billie Holiday e Jim Morrison, per fare qualche esempio; ma nel corso degli anni '80 e '90 sono esplose modalità comunicative improntate soprattutto a deviazione di genere, cross dressing, ambivalenza e feticizzazione, divenute parte integrante dell'immagine erotica di sé esibita dalle star contemporanee. Nel 1972, in una intervista alla rivista musicale «Melody Maker», David Bowie dichiarò di essere bisessuale e anche Patti Smith, sacerdotessa libertaria e dolente del rock "maudit", dall'aspetto androgino e dalla voce estasiata e dirompente, fece a suo tempo una dichiarazione simile; Lou Reed, Peter Gabriel, il gruppo dei New York Dolls cantavano 1 I'm just a Sweet Transvestite from Transexual Transylvania è stata registrata anche da Mina, una delle icone gay del panorama canoro nazionale, nell'album Italiana (1982); vedi Piero Scaruffi, Storia del rock, Padova, Arcana, 1990Arcana, -1997