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Il Santuario di Diana nemorensis è sito al di sopra del lago di Nemi Nell'antichità è conosciuto come Speculum Dianae.
Il mito nella letteratura italiana, Opera diretta da P. Gibellini, vol. V/2, Percorsi. L’avventura dei personaggi, a cura di A. Cinquegrani, Brescia, Morcelliana, 2009, 2010
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dell'accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS, SLSI e CNA, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI, CLAAI e LEGACOOP il 17 novembre 2005. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe n. 2, 20121 Milano, telefax 02.809506, I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dell'accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS, SLSI e CNA, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI, CLAAI e LEGACOOP il 17 novembre 2005. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe n. 2, 20121 Milano, telefax 02.809506, Tipografia La Grafica s.n.c. -Vago di Lavagno (Vr) di fenomeni atmosferici, interpretandola come la mitizzazione di un evento straordinario quale dovette essere la visione per la prima volta del sole e della luna nella regione dell'Egeo occupata costantemente dalle nebbie dopo il diluvio 4 . Il procedimento vale anche per la Diana figlia del secondo Giove di cui si tratta nel libro V, la quale sarebbe stata associata alla luna in virtù della similitudine fra le prerogative della verginità e della vita nelle selve da una parte e le qualità dell'astro dall'altra 5 ; o ancora nel libro XI per l'uccisione di Orione a opera di Diana, che si spiega in relazione al cattivo tempo portato dalla costellazione poi vinto dall'influsso benefico della luna 6 . Quando eventualmente nel racconto mitico entrino in gioco altri attori, può essere richiesto un lieve scarto, ma sempre nella stessa prospettiva. È il caso dell'amore fra Diana ed Endimione, che in sé si spiega sempre in chiave naturalistica come l'amore spontaneo del pastore per l'umidità notturna che trasuda dai vapori della luna e delle stelle, mentre per il par-Diana 129 4 Cfr. ivi, IV, XX 4: «Circa has fictiones dicebat Barlaam, cessante diluvio, [...] ex humiditate terre nimia, cui calor erat immixtus, tam densas exalasse nebulas, ut apud plura loca Egei maris et Achaie nullo modo solares radii die nec nocte lunares viderentur ab incolis; tandem eis rarescentibus et potissime apud insulas, apud quas ratione maris minus poterat exalatio terre, contigit ut nocte quadam circa horam diei proximam a circumstantibus in insula Ortygie primo viderentur lunares radii et subsequenter mane solares: quam ob rem maximo omnium gaudio, quasi reacquississent quos perditos iam arbitrabantur, dictum est apud Ortygiam Dianam et Apollinem natos, et ob id insule mutatum nomen, et ex Ortygia Delos, quod idem sonat quod manifestatio, appellata est, eo quod ibi primo manifestatio solis et lune facta sit». [«Su queste favole diceva Barlaam che, quando cessò il diluvio [...] dall'eccesso di umidità della terra, a cui si mescolava calore, si esalarono così fitte nubi che in molti luoghi del mare Egeo e dell'Acaia gli abitanti non vedevano in alcun modo né i raggi del sole, né quelli della luna. Finalmente, quando i vapori del sole si rarefecero, e specialmente nelle isole, sulle quali, a causa del mare, meno effetto aveva avuto l'esalazione della terra, accadde che una notte, in ora vicina al giorno, gli abitanti dell'isola Ortigia, prima videro i raggi della luna, e, al mattino seguente, quelli del sole; e perciò, con gran gioia di tutti, quasi avessero riacquistato gli occhi, che credevano di aver perduto, si disse che presso Ortigia nacquero Diana e Apollo; e perciò fu mutato il nome dell'isola, da Ortigia in Delo che significa manifestazione -perché ivi per la prima volta si manifestarono il sole e la luna»]. 5 Cfr. ivi, V, II 3: «Et cum hec lune convenire videantur, que suo frigore habet venereas frenare concupiscentias, et nemora montesque nocte suo lustrare lumine, ei ad lunam spectantia, tanquam si ipsa luna esset, iniunxere, seu ipsam potius insipidi credidere, eo modo quo supra sepius de quibusdam aliis dictum est». [«Poiché sembra che questi attributi convengano alla luna, che col suo freddo frena le concupiscenze veneree, e con la sua luce di notte illumina le selve e i monti, attribuirono a Diana caratteri spettanti alla luna, come se essa proprio fosse la luna; o anzi gli stolti credettero Diana la luna, nel modo che più volte sopra si è detto per alcuni dei»]. 6 Cfr. ivi, XI, XIX 8: «agente lune motu fit persepe ut Orionis frenentur impetus et coerceatur tempestas, et sic telis feriatur Diane» [«sotto l'azione del moto della luna, spesso accade che siano frenati gli impeti di Orione e sia arrestata la tempesta e così si dice che egli sia colpito dai dardi di Diana»].
Platea Verde de' Cenci, I, 2016
The myth of Diana of Nemi is told. Diana was a very popular goddess in the Roman province until her replacement with the Madonna. The text is an original weave by different and ancient traditions.
Documenta Albana XVI-XVII, 1994-1995, pp. 15-35, 1995
Con questa indagine ho messo in chiaro almeno le principali questioni ancora insolute, richiamando l'attenzione su quanto di congetturale e di indimostrabile ci sia in tutte le teorie su Diana Nemorense. Gli studiosi che riprenderanno in esame questi temi non potranno non ricorrere alla massima cautela nella valutazione della credibilità e della fondatezza sia delle testimonianze antiche, sia delle teorie moderne. In particolare, ribadisco che solo l'antichità della frequentazione di Nemi appare dimostrata al di là di ogni dubbio; che l'attribuzione a Servio Tullio della fondazione di Diana Aventinensis dipende in buona parte dal quadro interpretativo generale adottato dal singolo studioso e dal grado di credibilità concesso a priori alle testimonianze sul periodo regio; che la datazione della dedica di Egerio al 500 a.C. riposa sul presupposto indimostrabile dell'assenza di Roma dall'elenco dei popoli che vi presero parte; che infine, in mancanza di prove definitive a proposito della priorità cronologica tra Nemorensis ed Aventinesis, è il paradigma storico generale adottato dal singolo studioso che finisce inevitabilmente per spingere verso l'una o l'altra soluzione: i sostenitori dell'anteriorità di Diana Aventinensis si rifanno, spesso esplicitamente, alla "grande Roma dei Tarquini", con cui si giustifica un predominio culturale di Roma nel Lazio ed una funzione guida della monarchia etrusca, mentre chi ritiene che allora Roma non potesse ancora svolgere un ruolo egemone è portato a vedere nell'Aventinensis solo una filiazione più tarda del santuario nemorense.
Complessità del linguaggio multimodale in rete. La migrazione dai blog alle reti sociali , 2019
Complessità del linguaggio multimodale in rete. La migrazione dai blog alle reti sociali Diana VARGOLOMOVA § 1. Introduzione La multimodalità del linguaggio è la presenza simultanea e il co-funzio-namento di più di una modalità espressiva: testo verbale, immagine, suono. La condizione multimodale è presente in tutti i tipi di comunicazione e, anche se, soprattutto nei testi scritti, l'elemento multimodale potrebbe essere trascurabile, possiamo accettare l'affermazione di Bateman (2014: 145) che considera il puro testo monomodale «solamente un'astrazione», giacché la lingua non appare mai in isolamento. Particolarmente ovvio questo ragionamento per gli spazi virtuali, dove la comunicazione raramente si presenta nella sua classica forma di testo scritto, finito, organico e sprovvisto di qualsiasi immagine o suono. Nella rete il linguaggio si trova anzi sempre in fase di sviluppo, è instabile e soprattutto multi-modale. Per il linguista comunque la multimodalità è un problema per così dire di professionismo. Se da un lato è richiesta la preparazione per un'analisi linguistica (preparazione iniziata a scuola e portata avanti dall'università), dall'altra, per osservare in profondità un testo multimodale, servono anche competenze di un altro tipo: conoscenze sulle rappresentazioni visuali, sulla simbologia della cultu-ra popolare ecc. Un linguista quindi è meno preparato ad analizzare un testo multimodale che un semplice testo monomodale. Da questo spunto nasce l'analisi multimodale del linguaggio e vari studiosi come O' cercano di applicare a tutti gli elementi del testo multimodale, gli approcci dell'analisi linguistica. Altri linguisti come Bateman (2014) e Huemer (2014) si interessano piuttosto del problema di come esattamente i rapporti tra le diverse modalità tengono in piedi il testo, creando un insieme organico, questione che richiede un approccio più integrato. Il campo dell'analisi multimodale necessita, in ogni modo, ulteriore raffinamento della metodologia e continua a trarre dalla linguistica concetti, problemi e modelli.
Hortense Daman-Una ragazza che consegna generi alimentari con uova fresche e bombe a mano La nostra storia inizia nel villaggio belga di Leuven, a circa 25 chilometri a est di Bruxelles, dove vive la famiglia Daman. La moglie Stephanie Hortense gestisce un negozio di alimentari nella strada principale del paese: Pleinstraat, mentre il marito Jacques è un maestro calzolaio presso la fabbrica Bata a Bruxelles. I due hanno quattro figli. Il maggiore, Francois, lavora presso la sede della Philips, avente sede dall'altra parte della piazza e la cui mensa è rifornita da Hortense. La vita della famiglia Daman, come quella di tutta la popolazione belga, viene sconvolta dall'inizio della 2° guerra mondiale. Francoise, il figlio maggiore, entra nella Resistenza belga. Mentre I Daman, come milioni di residenti in Benelux e in Francia abbandonano le proprie case e si dirigono verso ovest nel tentativo di sfuggire alla distruzione dei tedeschi. Dopo due settimane di estenuante marce a piedi, la famiglia giunge, il 29 maggio, al capolinea: Lille. Una divisione Panzer ha preso il controllo della città e alla colonna di profughi viene comunicata la resa del Belgio e ordinato di riprendere la via del ritorno. Mentre i fiamminghi possono rientrare da soli, perchè considerati culturamente vicini ai tedeschi, i valloni, in quanto francofoni, vengono scortati per paura che tentino di darsi alla macchia. I Daman appartengono alla prima categoria quindi riprendono la strada del ritorno accompagnati dalla distruzione lasciata dai tedeschi. A Leuven trovano la loro casa, come la maggioranza, distrutta e saccheggiata. Mentre la fabbrica della Philips è caduta sotto il controllo dei tedeschi come ogni attività della città. Nel mesi successivi la famiglia, mentre attende di ripristinare la propria casa, prende in affitto un'appartamento a Bruxelles.
Vivavoce, Rivista d'area dei castelli romani 97 (dic genn 2010) pp 6-9
2019
Una ricerca sulla tecnica e le tematiche nell'intera produzione dell'artista. A research on the technique and themes of the whole artist's work.
2004
Nelle pagine web di Elèuthera (www.eleuthera.it), sezione «materiali» della «scheda libro», potete scaricare liberamente le note (quelle segnalate, capitolo per capitolo, da un numero esponenziale), la bibliografia completa e alcune tabelle. Questi materiali vengono pubblicati online con il duplice intento di consentire approfondimenti di singoli temi e contemporaneamente di snellire la lettura del testo a stampa.
Pagine medievali tra logos e dialettica, 1990
Cicli figurati e scrittura esposte. Un ruolo per MAtilde?, 2015
Giambologna, gli dei, gli eroi. Genesi e fortuna di uno stile europeo nella scultura,ed. Beatrice Paolozzi Strozzi und Dimitrios Zikos (Florenz 2006), Florenz-Mailand, 2006