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Questo numero è stato curato da Federica Scibilia I sommari dei numeri precedenti sono consultabili su http://www.edizionicaracol.it/lexicon.htm Gli articoli devono essere inviati al direttore della rivista, presso il Dipartimento di Architettura, Viale delle Scienze Edificio 8, 90128 Palermo o in alternativa all'indirizzo di posta elettronica della casa editrice [email protected]. Gli scritti pervenuti saranno valutati dal comitato scientifico e dal comitato di review che, di volta in volta, sottoporranno i testi ai referees, secondo il criterio del blind peer review. La rivista adotta un modello di condotta e un codice etico ispirati a obiettivi di correttezza e professionalità, che trovano riferimento in quanto stabilito dal Committee on Publication Ethics (COPE). Il codice etico e di condotta della rivista è consultabile su http://www.edizionicaracol.it/codice-etico.html.
2020
Memory and knowledge. The castle of Belmonte in CalabriaA small A small village located in Italy on the Calabrian Tyrrhenian coast, Belmonte Calabro has its historic center with a typical medieval urban structure that has remained almost unchanged over the centuries and is characterized by the presence of the ruins of a castle and its surrounding environments whose. The planimetry succeeds to be identified because it is bordered by a wall, only partially preserved, pronounced by towers and marked by a road that, in its main points still existing, follows its development. The castle, built on the hill’s top of a tuff nature, in an elevated position respect to the urban core, had a plan with a roughly quadrangular shape with four imposing square towers. Of particular note is its curtain wall that originally had four doors, which opened in correspondence at the four cardinal points. In addition to having suffered several collapses in many parts of its structure due to the various earth...
2010
Alla fine dell'Ottocento, Palermo viveva un momento di grande floridezza economica. Per merito della famiglia Florio 1 e per iniziativa dello stesso Ignazio Florio Junior, nasceva in Sicilia una nuova attenzione turistica. Nello stesso periodo, dopo la bonifica della "Palude di Mondello", s'iniziò la colonizzazione dei terreni limitrofi allo scopo di trasformarli in un nuovo sbocco (fuori porta) per la città di Palermo. Il primo progetto urbanistico fu dell'Ingegnere Luigi Scaglia 2 e prevedeva un piano tecnico e finanziario per la valorizzazione del territorio con la costruzione di molti "villini", di una grande stazione balneare e l'impianto della tranvia elettrica. Con la legge speciale del 1910, che autorizzava la vendita dei terreni annessi alla tenuta "Real Favorita", il Comune di Palermo, dopo numerose trattative, diede una concessione speciale alla società "Les Tramways", costituitasi a Bruxelles nel 1909. Con tale concessione la società italobelga "Les Tramways de Palerme" s'impegnava a costruire una linea tranviaria elettrificata, un grandioso stabilimento balneare, trecento "villini", un grande albergo, un parco, una chiesa e altre opere che avrebbero reso Mondello una delle stazioni climatiche più importanti a livello internazionale. Mondello dall'alto in due foto, a sinistra del primo ventennio del 900 ed a destra com'è oggi. L'abstract è scritto, a cura dell'autore, IN INGLESE ed i suoi contenuti sono utili per comprendere i temi trattati nel contributo. Alla fine dell'abstract vanno inserite 3 parole chiavi sempre in lingua inglese.
Percorso storico-artistico della nascita e l'evoluzione del complesso gesuitico della Casa Professa di Palermo.
Ricordiamoci di Plinio il Giovane là dove dice che se non siamo capaci di fare cose degne d'essere scritte dobbiamo almeno scrivere cose degne d'essere lette. Michele Amari Nota: Questo opuscolo viene divulgato senza scopo di lucro.-Chiunque lo legga e lo diffonda, spero la faccia per quel senso di orgoglio che ci accomuna nel diffondere la storia della nostra isola.-C. S.
2022
I contenuti del presente volume sono pubblicati con la licenza Creative commons 4.0 International Attribution-NonCommercial-ShareAlike. Alcuni diritti sono riservati Realizzazione Editoriale GENOVA UNIVERSITY PRESS Palazzo Balbi Cattaneo sorge in posizione privilegiata rispetto a via Balbi [Fig. 1]-per cui costituisce una quinta scenografica-in stretto rapporto visivo con piazza della Nunziata e con la basilica della Santissima Annunziata del Vastato [Fig. 2]. La pianta irregolare che lo caratterizza è il frutto degli stratificati interventi architettonici che, come si vedrà nel dettaglio, ne modificarono più volte l'asse, spostando l'accesso originario-che si apriva su quella che è oggi denominata piazzetta Andorlini-in un primo momento su piazza della Nunziata e, in seguito, sulla Strada Balbi. Primo palazzo della via, esso corrisponde alla cosiddetta 'Domus Magna' dei Balbi, famiglia della nobiltà 'nuova', originaria della Val Polcevera e documentata almeno dal XV secolo a Genova, nella zona del 'Guastato' (attuale piazza della Nunziata). A seguito della riforma voluta da Andrea Doria (1528), quando la Repubblica di Genova assunse una forma ancor più fortemente oligarchica e le nobili casate genovesi furono suddivise in ventotto 'Alberghi' (consorzi di più famiglie, accomunate dallo stesso cogno
Il ritrovamento di un disegno riguardante il prospetto principale di palazzo Comitini [ ], uno dei più significativi esempi di architettura residenziale settecentesca a Palermo, conservato dall'ultimo discendente dei Gravina, il principe Silvano Gravina di Comitini, getta nuova luce sui tempi di costruzione della fabbrica. Si tratta di un alzato ortogonale, realizzato con penna color seppia e acquerello grigio su carta. La tavola è di grande formato e misura 129 cm in lunghezza e 42 cm in altezza, realizzata attraverso la giunzione di tre differenti fogli. La scala metrica è in palmi e canne siciliane. Dovrebbe trattarsi di un disegno di presentazione, come evidenziato dall'uso dell'acquerello grigio chiaro per le ombre tracciate a 45°, che mostrano la conoscenza di tecniche accademiche. Il disegno non riporta alcuna datazione ma si deduce che fosse allegato a un documento datato 1754 che consente di stabilirne con certezza l'anno di esecuzione. Allo stato attuale degli studi, non è noto quando Michele Maria Gravina, principe di Comitini e Santa Maria di Altomonte, decise di avviare l'ammodernamento della propria residenza su via Maqueda. Fino a ora gli storici hanno collocato la datazione relativa alla fine del cantiere nel 1766, anno inciso in un cartiglio posto sopra una delle finestre del piano nobile e ciò consentirebbe di datare con maggiore precisione la costruzione del palazzo in un periodo compreso tra il 1754 e il 1766. Nel 1754 il principe mostrava il disegno del prospetto principale dell'edificio alla badessa del monastero di S. Maria di tutte le Grazie, posto nell'attuale via Divisi, proprio di fronte l'erigendo palazzo Comitini, per dimostrare che dalle finestre del palazzo non sarebbe stato possibile scrutare all'interno del monastero. A tale scopo venne stipulato una atto di convenzione, allegato al disegno in questione, di cui una copia (oggi perduta) fu donata al convento, dove si nota l'apposizione delle firme dei contraenti secondo il medesimo ordine e la medesima calligrafia presenti nel disegno: il proctectoris del convento, Luca Antonio de Laredo, il deputato del monastero, Antonio Canonico Calvo, la madre badessa, suor Ignazia Scalmita e Don Michele Maria Gravina principe di Comitini. Il disegno ha un importante valore documentario perché raffigura la facciata del nuovo braccio del palazzo su via Maqueda, prima dei lavori di trasformazione realizzati a opera dell'amministrazione Fig. 1. Prospetto principale di palazzo Comitini su via Maqueda, 1754 (Palermo, coll. privata famiglia Gravina, foto di A. Filiberto).
aneddoti di varia natura legati al Palazzo Pretorio di Palermo chiamato pure Palazzo delle Aquile
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L’OFFICINA DELLO SGUARDO scritti in onore di Maria Andaloro, a cura di Giulia Bordi, Iole Carlettini, Maria Luigia Fobelli, Maria Raffaella Menna, Paola Pogliani, Voll 2, Roma: Gangemi 2014, Vol. 1. I LUOGHI DELL’ARTE IMMAGINE, MEMORIA, MATERIA, pp. 91- 96, 2014
Impremix Edizioni Visual Grafika, 2017
Opera Ipogea 2-2014, 2014
Lexicon. Storie e architetture in Sicilia e nel Mediterraneo. Architettura civile in età moderna tra Sicilia e Malta. n. 16, 2013
Balzan Papers II, 2019; Leo S. Olschki, 2019
Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, 2019
Claudia Bellini
Monografia, 2020
L. Magnani (a cura di), Palazzo Belimbau. I dipinti restaurati, 2015
Passeggiando con Luigi Vanvitelli a cura di Francesca Capano, 2024