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STUDI STORICI, 2000
Altre Modernita Rivista Di Studi Letterari E Culturali, 2011
Perché ricordiamo ciò che ricordiamo? Perché del nostro passato conserviamo alcuni particolari piuttosto che altri? Secondo quali modelli organizziamo il ricordo del nostro passato? Come funziona, in altre parole, la costruzione della memoria individuale e collettiva? Queste e altre simili domande scandiscono lo sviluppo di Mappe del tempo (Bologna, Il Mulino, 2010), un testo nel quale l'illustre sociologo israeliano Eviatar Zerubavel si propone di analizzare i lineamenti formali che stanno alla base del nostro ricordare per giungere a esaminare sia la struttura profonda della memoria collettiva sia le modalità e gli spazi in cui tale memoria agisce e si manifesta.
E. Franchi - G. Proietti (a cura di), Guerra e memoria nel mondo antico, Trento 2015, 17-125
War is a characterizing feature in ancient societies under several perspectives: political, institutional, social, economic, juridical, religious, and cultural. Accordingly, as the first part of this paper illustrates, modern studies in ancient polemology have developed along different, though complementary, currents: war is analyzed as both a crucial moment within military-political history and as a socio-economical phenomenon; it is considered in both its religious and widely cultural implications; and, most recently, it is investigated as a moment of ‘founding’ relevance concerning the social memory and collective identity of a given community. Starting from the seminal Cadres sociaux (1925) by the French sociologist Maurice Halbwachs, the investigation of collective memory in both ancient and modern communities has in fact undergone an outstanding theoretical development, which, as the second part of this paper precisely shows, has exponentially increased the directions of research within classics and the humanities in general. In the last two decades so-called ‘memory studies’ have been increasingly applied to the study of war and conflict. This contribution provides modern bibliography on war, on memory and on war and memory, and tries to pinpoint main themes on the study of war and memory for future research.
1 Il gruppo di ricerca dell'Università di Aarhus ha portato avanti un progetto triennale (2010-2013) dall'omonimo titolo, La memoria novelada. 2 Gli articoli pubblicati in questa raccolta di atti sono effettivamente il risultato di una selezione: nel programma del congresso si possono contare 22 interventi, mentre nel volume ne sono riportati 15.
2016
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La lingua emigrata. Ebrei tedescofoni in Israele: studi linguistici e narratologici, 2017
L’analisi delle tematizzazioni del lavoro mnestico all'interno del corpus di interviste narrative del cosiddetto Israel, nonché dei ricordi che le accompagnano, si rivela fruttuosa per rivelare le linee di forza lungo cui le persone intervistate sviluppano la propria storia di vita nell’intervista. L'analisi, che è condotta con lo strumentario dell'analisi conversazionale e della narratologia, si concentra sulle tematizzazioni, e sul relativo racconto, di quelli che vengono esplicitamente categorizzati dalla persona narrante come “primo ricordo”.
Itinerari di ricerca storica, 2024
Il termine memoria è sempre stato utilizzato per indicare la facoltà di ricordare tipica degli esseri umani. Applicando il concetto di memoria alla storia si vuole evidenziare che tutto ciò che riguarda la storia ha a che fare in qualche modo con la memoria e i suoi contenuti. La memoria è una delle tante fonti empiriche della storiografia ma anche una delle meno affidabili perché presenta dei limiti: quella di non essere neutrale essendo condizionata anche da elementi affettivi ed emotivi e di essere proiettiva interpretando gli eventi in base allo stato del soggetto. La storiografia infatti, utilizza la memoria sottoponendola al vaglio critico e al confronto con tutte le altre fonti per produrre ricostruzioni sempre più attendibili. Fonti e documenti quindi possono acquisire un significato solo in un contesto interpretativo e analizzati in prospettiva diversa rispetto agli effetti; da qui l’interdisciplinarietà e il ricorso a più ambiti da parte del discorso storico. Fonti scritte e fonti materiali possono essere viste come moduli (canali) interattivi del discorso storico che ci consentono di entrare e uscire dal passato dando un significato al discorso storico stesso
La presenza delle più antiche testimonianze di poesia italiana nei registri dei memoriali bolognesi, destinati alla conservazione degli atti notarili, viene esaminata dal punto di vista filologico e storico-culturale
GARIWO, 2020
La memoria non è riducibile all'oggetto che viene ricordato. È un esercizio riflessivo, che coinvolge anche e soprattutto il soggetto che ricorda. È un esercizio su di sé. Un esercizio di introspezione e azione su noi stessi: altrimenti è inutile, vuoto, privo di senso.
Il pensiero filosofico novecentesco, non nella sua interezza ma probabilmente nelle sue parentesi più significative, ha spesso esibito la propria vocazione, la propria torsione e, forse, il proprio destino genealogico, e con esso l'inscindibilità della relazione tra il pensare nella sua concretezza e determinatezza storica, epocale, e gli strumenti, i media, attraverso cui esso si esplicita. Istintivamente, e nonostante le profonde differenze, viene da pensare a nomi come Foucault, Derrida, Sini, a come ciascuno a suo modo ha fatto propria l'eredità di Nietzsche e Husserl ma non solo, con effetti speculativi che siamo ancora ben lungi dall'aver sviluppato esaustivamente. Tuttavia è a un altro autore che si ricorrerà per indagare il rapporto pensiero-strumento, autore che tradizionalmente non viene accostato al termine genealogia (e a ragione, non avendolo mai adoperato), Henri Bergson, e più precisamente a delle lezioni tenute al Collège de France nel 1904, di cui esiste un'edizione italiana: Storia della memoria e storia della metafisica, a cura di Rocco Ronchi e Federico Leoni. L'intenzione delle lezioni bergsoniane, con occhio fermo inizialmente all'antichità classica di Platone e Aristotele, è tutta volta a determinare il momento, o i momenti, in cui si è palesata la modalità, la possibilità di quella scissione, tutta occidentale, della θεορία in idealismo da un lato e materialismo dall'altro, scienze dell'anima e scienze delle cose, soggettivismo funzionalista e realismo metafisico si potrebbe dire in termini più moderni. La chiave di ingresso utilizzata da Bergson per la sua indagine di natura appunto storico-genealogica è quella del rapporto tra dominio noetico (ciò che per Bergson attiene alla sfera dei concetti, degli intelligibili, delle idee) e dominio psichico (nel senso di tutto ciò che attiene alla percezione, alla memoria, all'atto intenzionale di coscienza), separati e distinti nella comprensione greca del mondo, coincidenti e difficilmente distinguibili nella comprensione moderna del mondo. Tuttavia, al di là degli scopi precipui del corso, ci si servirà del procedimento esposto dal suo autore, dal quale emerge un rapporto pensierostrumento, pensiero-medium, non ingenuo o che almeno evita quelle ingenuità messe in luce da Hegel nell'Einleitung della Fenomenologia dello spirito, allorquando prende le distanze certamente da Kant ma in generale dalle tradizioni empiriste e razionaliste che sono alle sue spalle. In queste celebri pagine iniziali della sua opera Hegel chiama in questione le due concezioni tradizionalmente accettate del conoscere, la prima quella per cui il conoscere appunto è considerato come «lo strumento attraverso cui ci s'impadronirebbe dell'assoluto 1 », la seconda quella per cui sempre il conoscere è «il mezzo attraverso cui si guarderebbe ad esso 2 », come se vi fosse o fosse seriamente pensabile una netta linea di demarcazione tra il conoscere (e dunque la sua natura strumentale, mediatica) e l'assoluto, ossia per Hegel ciò che è in sé, la realtà:
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Papyrologica Lupiensia, 2018
Annali Della Facolta Di Scienze Della Formazione Universita Degli Studi Di Catania, 2011
Il Razionalismo Italiano Storia, città, ragione, 2013
Ad Limina. Percorsi storiografici di frontiera
«Diacritica», 2021
Essay published in "Archivi e Chiesa locale. Studi e contributi", ed. by F. Cavazzana Romanelli, pp. 209-216., 1993
"L'Impegno" , 2021
Tiziano Mannoni. Attualità e sviluppi di metodi e idee. Volume 2, 2021
L'ora trepida delle armi. La Basilicata e la Grande guerra nei documenti d'archivio. Catalogo della mostra, a cura di V. Verrastro; D. Verrastro; G. Morese; E. Navazio, Lagonegro, Zaccara, 2015
in "Il Segnale", XXXV (2016), 104, giugno 2016, pp. 17-22, 2016
Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 2018