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2012, «Studi Novecenteschi»
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Lettura critica del testo "L'Ospite" (Dialoghi con Leucò)
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l'inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila M a r c o To t i
Cesare Pavese: la donna, la vita e la morte. Diciottesima rassegna di saggi internazionali di critica pavesiana, 2018
Al di là delle gaie colline c'è il mare, al di là delle nubi. Ma giornate tremende di colline ondeggianti e crepitanti nel cielo si frammettono prima del mare. Quassù c'è l'ulivo con la pozza d'acqua che non basta a specchiarsi, e le stoppie, le stoppie, che non cessano mai. E si leva la luna. Il marito è disteso in un campo, col cranio spaccato dal sole -una sposa non può trascinare un cadavere come un sacco -Si leva la luna, che getta un po' d'ombra sotto i rami contorti. La donna nell'ombra leva un ghigno atterrito al faccione di sangue che coagula e inonda ogni piega dei colli. Non si muove il cadavere disteso nei campi né la donna nell'ombra. Pure l'occhio di sangue pare ammicchi a qualcuno e gli segni una strada.
In «Critical Hermeneutics», VI, 1, 2022, pp. 151-176, ISSN: 2533-1825 The purpose of this essay is to analyse Pavese's novel The Political Prisoner in a philosophical-hermeneutic key. It intends to show how Pavese traces an existential phenomenology (albeit anomalous respect to common experience) of life in prison, which brings to light some philosophical categories that mark living in freedom and in prison. Nevertheless the suspension, bewilderment and precariousness of life in prison show some of the essential elements that make existence worthy and authentic. In The Political Prisoner, it is as if we see the negativeness of life itself, a great cosmic metaphor which Pavese reflects on and gives some solutions to.
Cuadernos de Filología Italiana, 2012
Riassunto Cesare Pavese ha incontrato in Spagna lungo la seconda metà del secolo scorso, una prolungata accoglienza, ora generalizzata e intensa ora più puntiforme e occasionale, sempre comunque molto vivida. Il contesto nel quale per la prima volta irrompe il nome di Pavese è quello della Spagna degli anni Cinquanta. Nel saggio si studia l'influenza dell'autore italiano su narratori e lirici di diverse generazioni; tra di essi i fratelli Goytisolo, Gabriel Ferrater e altri minori.
Il saggio analizza le letture effettuate da Cesare Pavese durante il periodo che trascorse presso il Collegio Trevisio dei Padri Somaschi a Casale Monferrato (novembre 1943-primavera 1945). Questa indagine è stata condotta sulle postille autografe rinvenute nei volumi della biblioteca del Collegio consultati dall'autore, e si è avvalsa della testimonianza diretta di padre Giovanni Baravalle, insegnante presso il liceo Trevisio in quel periodo.
Italo Svevo è certamente uno degli scrittori del canone italiano moderno (ma anche europeo) che meriterebbe di comparire nel repertorio girardiano dei grandi autori mimetici per il semplice motivo che la sua consapevolezza in fatto di desiderio e dei suoi meccanismi eziologici appare non solo affine a quella proposta da Girard, ma con declinazioni inedite anche rispetto ai modelli letterari analizzati in Menzogna romantica -che del resto non pretendeva di proporre una casistica esaustiva. Proprio perché in Svevo le strutture del desiderio e dell'imitazione rappresentano il sistema profondo dell'articolazione dei suoi personaggi romanzeschi che la prospettiva girardiana si propone -anche più di altri strumenti comunemente usati in sede critica -come un sistema di lettura non solo ermeneuticamente fecondo, ma sistematizzante rispetto all'evoluzione interna della riflessione compiuta da Svevo su identità, desiderio e mediazione nei suoi tre romanzi. 1 Svevo è un scrittore «mimetico» nel pieno senso del termine, consapevole di esserlo, in quanto il meccanismo del desiderio si presenta come un vero e proprio «sistema» di comprensione dell'eroe moderno: se ci sono dei personaggi della nostra tradizione romanzesca che obbediscono in maniera ricorsiva, compulsiva, e quindi rivelativa in eccesso, alle triangolazioni mimetiche descritte da Girard, questi sono certamente Zeno Cosini e le sue incarnazioni anteriori, Alfonso Nitti di Una 1 Alcuni critici, soprattutto in ambito dell'italianistica anglosassone, non hanno eluso la pertinenza della prospettiva mimetica per la lettura di Svevo, ancorché le incursioni siano state o tangenziali o provvisorie. Si veda: John Freccero, Zeno's Last Cigarette, «MLN», 71.1, 1962, pp. 3-23; Eduardo Saccone, Senilità di Italo Svevo: dalla "impotenza del privato" alla "ansiosa speranza", «MLN», 82.1., 1967, pp. 1-55; Anthony Wilden, Death, Desire, and Repetition in Svevo's Zeno, «MLN», 84.1, 1969, pp. 98-119. Il testo che si è accostato in maniera sistematica a una lettura mimetica dei testi sveviani è quello di Teresa de Lauretis che in La sintassi del desiderio (Ravenna, Longo, 1976) ha proposto una dettagliata analisi strutturalista dei romanzi di Svevo. Attraverso dei modelli attanziali, de Lauretis mette in evidenza i sistemi oppositivi fra i vari personaggi dei romanzi, e coglie nella prospettiva di Girard una variente di analisi strutturalista, sincronica e testuale, del romanzo sveviano, eludendo però il problema dello sviluppo storico e del portato antropologico. Di più recente pubblicazione un saggio di Fabio Brotto, Anti-pathos: On Italo Svevo's Zeno's Conscience, «Anthropoetics» 9. 1, 2003: URL: http://www.anthropoetics.ucla.edu/. vita, Emilio Brentani di Senilità, nonché i vari protagonisti di tutta una serie di racconti come Orazio Cima, Proditoriamente o Il malocchio, tutti alle prese con una radicale inadeguatezza nei confronti del reale, affetti da invidia, da bovarismo e dalle infinite metamorfosi del «desiderio metafisico», e tutti legati a filo doppio a un contorno di varie figure di modelli-rivali con i quali il continuo confronto costruisce l'andamento "ciclotimico" del loro comportamento, la radice della struttura apparentemente contraddittoria dei loro percorsi relazionali, basati su conflitti più o meno manifesti, e per i quali la sola risoluzione possibile -in un orizzonte di comprensione che è sì rivelativo ma che non porta a nessuna conversione -è quella tragica. Il principio della triangolazione mimetica in Svevo si articola prevalentemente nei termini di una aggressività più o meno latente, più o meno agitata dal demone della competizione e dell'invidia, ovvero uno dei più gravi «peccati capitali» e una delle passioni più "ignobili", che mette a repentaglio l'autonomia «romantica» dell'individuo moderno, rendendolo debole e schiavo delle relazioni rispetto all'altro e per questo registrata spesso come inessenziale, mentre per Svevo rimane il motore primo di tutta la dinamica dell'eroe moderno piccolo-borghese, dell'uomo debole che cerca l'inclusione e l'ascesa sociali, ed è per questo disposto a scatenare la sua rivalsa «cainita» contro il prossimo.
Ricerca finalizzata alla realizzazione del copione originale "Prima della vendemmia-Come le mosche d'estate" e del recital teatrale "VIGNETI D'AUTORE", a cura di Elisa Zeppa - Il Punto d'Osservazione, patrocinato dal sito UNESCO dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, e presentato ad Alba, Santo Stefano Belbo, Nizza Monferrato, Rosignano e Cigognola dall'ottobre 2016. Presentata al convegno "Il Monferrato nella Letteratura", Orangerie del Castello di Piovera (AL), 26 ottobre 2014 , in collaborazione con il Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato, e con il patrocinio della Biennale di Poesia di Alessandria. Pubblicata con il titolo "Da letterati a testimonials-Cesare Pavese e il Monferrato Patrimonio dell’Umanità" in "Bollettino del Marchesato" n° 62 – Marzo 2015 , pp. 3-9
2020
Il presente contributo prende in considerazione un'equivalenza che Cesare Pavese registra nel suo diario. L'equivalenza in questione pone in identità reciproca il concetto di Dio e la nozione di inconscio. Tale identità merita di essere investigata in ragione del fatto che essa ingenera una serie di ripercussioni nella poetica pavesiana. L'equivalenza si estrinseca, infatti, proprio tra la stesura dei primi appunti sulla mitopoiesi (Feria d'agosto) e la preparazione dei dialoghi mitologici (Dialoghi con Leucò). The article takes into consideration an equivalence that Cesare Pavese noted in his journal. This equivalence correlates the concept of God and the notion of the unconscious. The purpose of this note is interesting to investigate, especially because it has repercussions on the author's poetics. It emerges, in fact, between the writing of essays about myth and poetry (Feria d'agosto) and the preparation of mythological dialogues (Dialoghi con Leucò).
Scrittori che traducono scrittori. Traduzioni "d'autore" da classici latini e greci nella letteratura italiana del Novecento, 2017
Poeti traduttori di Ibico: Cesare Pavese e Pietro Tripodo, in E. Cavallini (a cura di), Scrittori che traducono scrittori. Traduziioni 'd'autore' da classici latini e greci nella letteratura italiana del Novecento, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2017.
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Eikasmos VIII, 1997
Kepos. Semestrale di Letteratura italiana, 2024
De Martino e la letteratura, 2021
"Diacritica" X, 53, 2024
G. C. Lepschy (ed.), Su/Per Meneghello, Milano, Comunità, 1983, pp. 241-253.
Due lettere (1949) di Cesare Pavese a Carlo Bernari
Cesare Valle (1902-2000). Architettura, ingegneria, urbanistica in Italia attraverso il Novecento, a cura di M. Antonucci, Bologna University Press, Bologna, 2024, pp. 19-31; ISBN 979-12-5477-376-5
Edizioni Unicopli, 2009
Dialoghi tra il reale e l’immaginario. Ricerche sulla lettura, a cura di Alessandro Badin e Carolina Pernigo, Verona, QuiEdit, 2014, pp. 1-15, 2014