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Per chi intenda occuparsi del Convivio la prima osservazione ha un carattere insieme lapalissiano e paradossale: come per il coevo De vulgari eloquentia si tratta di un testo lasciato incompiuto. Dante stesso ci dice che l'opera avrebbe dovuto comprendere, oltre ad una introduzione, quattordici trattati ognuno dedicato al commento di una sua canzone. Solo una piccola parte di questo grandioso progetto è stata realizzata: l'introduzione (oltre a spiegare le motivazioni dell'intera opera essa ha anche il compito di giustificare l'uso del volgare nella trattazione di contenuti normalmente riservati al latino) e tre trattati in cui si commentano rispettivamente le canzoni Voi ch'intendendo il terzo ciel movete, Amor che nella mente mi ragiona e Le dolci rime d'amor ch'io solìa, tutte composte anteriormente all'esilio. Che il piano dell'opera fosse in qualche modo presente alla mente di Dante è dimostrato dai rimandi a trattati poi non scritti, anche se i rimandi stessi non sono privi di problemi. Ogni tentativo di ricostruire il progetto del Convivio nelle sue precise articolazioni è peraltro soggetto ad un altissimo grado di congetturalità, così come altamente congetturali sono le ipotesi relative alle canzoni, tutte già composte, che avrebbero dovuto esser commentate nei trattati.
© Adi editore 2014 1 SEBASTIANO ITALIA Presenza dei classici nel «Convivio» La lettura dei poete regulati -Virgilio, Ovidio e Lucano in particolare -non è avvenuta per Dante necessariamente in maniera diretta e con un approccio a tesi integrali. È dunque probabile che il poeta avesse tra le mani compendi o florilegi e che solo in una fase successiva si sia verificato un approccio di natura differente nei riguardi della lettura dei classici. Questa attenzione ai processi di 'riscrittura' permette dunque nuove acquisizioni, tramite le citazioni autoriali, sulla lettura dei classici da parte di Dante, così da correlare il trattato filosofico con le fasi precedenti della produzione dantesca e delle vicende biografiche. Il "Convivio" segna la conclusione delle esperienze giovanili, esprimendo un apprendistato filosofico a cui si affianca l'altra esperienza capitale nella vita del poeta, quella dell'esilio. Risulta chiaro che il "Convivio" manifesta l'iter formativo e culturale di Dante lungo un lasso di tempo che copre ben dieci anni. Sono anni cruciali preceduti dalla fase giovanile della "Vita Nuova" e seguiti dall'ideazione e dalla stesura della "Commedia", o in parte paralleli ad essa. Nella parte dedicata al "Convivio", importante è inoltre il rilevamento dell'utilizzazione dei commenti per quanto riguarda la presenza di Virgilio, Ovidio e Lucano e il tema dell'allegoria.
Per chi intenda occuparsi del Convivio la prima osservazione ha un carattere insieme lapalissiano e paradossale: come per il coevo De vulgari eloquentia si tratta di un testo lasciato incompiuto. Dante stesso ci dice che l'opera avrebbe dovuto comprendere, oltre ad una introduzione, quattordici trattati ognuno dedicato al commento di una sua canzone. Solo una piccola parte di questo grandioso progetto è stata realizzata: l'introduzione (oltre a spiegare le motivazioni dell'intera opera essa ha anche il compito di giustificare l'uso del volgare nella trattazione di contenuti normalmente riservati al latino) e tre trattati in cui si commentano rispettivamente le canzoni Voi ch'intendendo il terzo ciel movete, Amor che nella mente mi ragiona e Le dolci rime d'amor ch'io solìa, tutte composte anteriormente all'esilio. Che il piano dell'opera fosse in qualche modo presente alla mente di Dante è dimostrato dai rimandi a trattati poi non scritti, anche se i rimandi stessi non sono privi di problemi. Ogni tentativo di ricostruire il progetto del Convivio nelle sue precise articolazioni è peraltro soggetto ad un altissimo grado di congetturalità, così come altamente congetturali sono le ipotesi relative alle canzoni, tutte già composte, che avrebbero dovuto esser commentate nei trattati.
Mimesis Journal
At the centre of this essay is the problem of the spectator, the problem of the spectator, analysed from a circumscribed historical field - the stage. of the spectators, analysed starting from a circumscribed historical field - the 19th-century italian scene Al centro di questo saggio sta il problema di chi guarda lo spettacolo, il problema degli spettatori, analizzato a partire da un campo storico circoscritto – la scena ottocentesca italiana
Il pubblico di Brera. Indagine degli studenti dell'Accademia sui visitatori della Pinacoteca è uno studio di pubblico realizzato all'interno del corso di Didattica del museo (secondo corso, 2016/2017), pensato come un progetto pilota in sinergia tra l'Accademia di Belle Arti e il suo museo di afferenza, la Pinacoteca di Brera. Unico nel suo genere in Italia, è stato ritenuto fondamentale per una Scuola in Didattica e Comunicazione dell'Arte e per chi si approccia alla didattica museale, per stimolare gli studenti a: - relazionarsi con la valutazione delle proposte museali e il parere dei visitatori; - creare una dinamica diretta tra la teoria e l'oggetto dei loro studi; - fare esperienza sul campo di quelle che sono le dinamiche interne al museo attraverso l'approccio, le critiche, la soddisfazione del suo visitatore; - sperimentare una ricerca che possa condurre all'ottica dell'impatto sociale che i musei e il loro lavoro possono avere, attraverso un'indagine concreta nel ruolo di ricercatori e mediatori.
Forum Italicum: A Journal of Italian Studies
Il contributo porta avanti l’analisi della repetitio alla lex si ut proponitis del dodicesimo libro del Codice del giurista Bartolo da Sassoferrato dedicata alla dignitas e alla nobilitas. Si dimostra, con elementi interni al testo, che Bartolo conosceva la canzone Le dolci rime d’amore ch’io solea, che commenta minuziosamente nel suo approfondimento giuridico (repetitio), ma che non conosceva il Convivio. Giunto a discutere la seconda delle opiniones in materia di nobiltà che Dante espone nella canzone Le dolci rime, Bartolo interpreta erroneamente il verso che recita “e altri fue di più lieve savere / che tal detto rivolse / e l’ultima particula ne tolse” dimostrando di non conoscere l’auto-commento che Dante fa della canzone medesima nel quarto libro del Convivio. Il volgarizzamento procurato da Lapo da Castiglionchio nella seconda metà del Trecento, fedelissimo al dettato latino della repetitio ci fornisce una controprova di questa posizione critica.
L’intervento prende le mosse dalla lettura di alcuni luoghi del Convivio, di cui vengono analizzati i rapporti di intertestualità implicita con l’Ars poetica di Orazio. Si osserverà, quindi, come la trama di allusioni, attualizzazioni, travestimenti e rivisitazioni dei precetti della Poetria è coerente con il riuso dell’auctoritas in (con)testi di pertinenza filosofica e dottrinale e risente, in particolare, della mediazione della tradizione medievale della Consolatio philosophiae e dell’ermeneutica aristotelica. Alla luce di questi riscontri si dimostrerà che il ruolo di Orazio nel Convivio – opera a vocazione scientifica ed enciclopedica, ma anche particolare tappa della parabola umana, poetica e intellettuale di Dante – va al di là delle due menzioni esplicite del poeta augusteo (Conv. II XIII 10 e IV XII 8) e ha riflessi sul piano dell’intentio, dell’autobiografismo e dell’impianto generale del trattato.
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LA «COMPIUTA GIOIA». DANTE E LA FILOSOFIA, 2024
Il pubblico della Sala della Comunità, Torino, Effatà, 2006
Cognitive Philology, vol. 17, 2024
Dante e il prosimetro. Dalla “Vita nova” al “Convivio”, a cura di P. Borsa e A.M. Cabrini, Milano, Università degli Studi, 2022
in Pietro Gibellini (ed.), La Bibbia nella letteratura italiana, vol III, Dal Medioevo al Rinascimento, a cura di Grazia Melli e Marialuigia Sipione, Brescia, Morcelliana (forthcoming)
Lo stato dell'arte del pubblico, Mimesis, eterotopie, 2020
Le Tre Corone, Rivista internazionale di studi su Dante, Petrarca, Boccaccio, 2014
DANTISMI L’eredità di Dante tra parole e musica Atti del Convegno Pavia-Cremona, 24-26 novembre 2021, 2023
Classica - Revista Brasileira de Estudos Clássicos, 2014
Doppiozero , 2015
La sovrabbondanza del Barocco, 2019