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Il Vocabolario del dialetto di Valle d’Istria segue, a distanza di quasi trent’anni, il Dizionario del dialetto di Valle d’Istria del prof. Domenico Cernecca, e rappresenta la naturale continuazione di quello che fu, come lo stesso autore ebbe a scrivere nel- la Prefazione, il “primo tentativo di organizzazione lessicografica del dialetto di Val- le”.
Atti del XXII Congresso Internazionale di Scienze Onomastiche (Pisa, 28 agosto - 4 settembre 2005), vol. V, pp. 171-182, 2012
Pisa, 28 agosto -4 settembre 2005 V EDIZIONI ETS ROBERTO FONTANOT (Trieste) LA CODIFICAZIONE DEL REPERTORIO TOPONIMICO SLAVO IN ISTRIA
2007
Morfologia: Somme 'siamo'46. Palatizzazione di n +j in tiegne 'ho, tengo' e viegne 'vengo'47. La desinenza-emme « lat.-emus) di prima perso pl. estesa ai verbi della prima coniugazione (Cfr. RohlfsG § 530)48. Il pron. di terza perso pl. lore 'essi, esse'49. Gli aggettivi possessivi me/mu, ta/to, sa/so preposti ai nomi di parentela. Genere femminile difiele, miele, sale.
“Cultura in Friuli” - Atti della Setemane de Culture furlane 2015, 2015
Dipartimento di studi in lingua italiana [email protected] Dai manoscritti di Giovanni Zaneto Obrovaz: la narrativa bucolico-boschereccia in dialetto istrioto di Valle d'Istria Giovanni Obrovaz (Valle d'Istria, 1897-1977), detto Zaneto, di professione fu un abile e rinomato scalpellino. Prestò la sua opera presso vari cantieri in Istria e città limitrofe, a Trieste e a Padova, mentre a Udine si troverebbe pure, in una scuola, un suo busto raffigurante Dante Alighieri (cfr. RADIN 1965, p. 8). Dato, questo, che troviamo confermato dallo stesso Obrovaz nel terzo Quaderno (p. 85) dove annota di aver scolpito e poi regalato "l cao de Dante" ('la testa di Dante') a una sua nipote, Norma Arba, di Udine. Complementare all'attività artigianale fu, in Obrovaz, l'interesse per la ricerca e la registrazione di tutto quanto poteva risultare utile alla conoscenza della storia del borgo istriano. Ne è una conferma la copiosa produzione di testi manoscritti, redatti tra gli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo, e raccolta in dieci Quaderni, oggi custoditi presso l'archivio del Centro di ricerche storiche di Rovigno. Nei Quaderni, esprimendosi quasi esclusivamente nel dialetto istrioto di Valle d'Istria, l'Obrovaz registrò i molteplici aspetti che caratterizzavano la vita e la variegata realtà quotidiana del paese di un tempo: dagli usi e costumi a importanti e curiose annotazioni di carattere folcloristico, antropologico, documentaristico, notizie di storia locale o diaristica (come ad esempio quando annota: "Il 21-X-'63 verso le ore 11 si fa male alla gamba il Gianfranco", VII, 3) e internazionale ("3 novembre 1963: Valent. Tierescova si unisce in matrimonio al comp. Nicolaiev, tutti e due cosmonauti russi", VII, 3), proverbi, filastrocche, canti, fino a vivaci bozzetti, dialoghi dalla battuta sapida e immediata, nonché brevi narrazioni di ambientazione paesana e campestre, spesso a sfondo didattico o amoroso. A lui si deve, inoltre, la redazione di un primo rudimentale vocabolario del dialetto vallese, come emerge evidente già dalle pagine iniziali del primo Quaderno, dove vediamo abbozzato, in ordine alfabetico, un elenco di parole in dialetto istrioto di Valle, seguite da un breve esempio e dalla traduzione in lingua italiana. Anche in seguito, in più occasioni l'Obrovaz si soffermerà su simili catalogazioni di vocaboli, conscio però, al contempo, della necessità di scrivere un libro che testimoniasse, come annota alla fine del primo Quaderno, le vicende del paese, gli usi e i costumi, il modo in cui vivevano i vecchi vallesi: "gòl vardà da falo groso el libro, praso che i zovini de ancòi che i vedo como che usava e viveva i nustri veci Valesi" ('bisogna cercare di realizzarlo voluminoso il libro, acciocché i giovani di oggi conoscano come vivevano i nostri vecchi Vallesi'). Il dialetto istrioto, come avevano già osservato numerosi studiosi, tra cui Ascoli, Ive, Bartoli, Vidossi, Merlo, ecc., è un idioma preveneto, diffuso, un tempo, lungo quasi tutta la costa occidentale dell'Istria e con propaggini, si presume, anche verso la parte interna della penisola. Oggi l'idioma si parla ancora-limitatamente all'ambito familiare e della comunicazione quotidiana e informale tra conoscenti o amici-, a Rovigno (circa trecento parlanti), Valle (circa cinquecento) e Gallesano (circa quattrocento), cittadine che vantano pure una considerevole, seppure abbastanza recente, produzione scritta. A Dignano e Sissano, sopravvive solo come relitto culturale sulla bocca di pochi parlanti, seppure possediamo anche di queste cittadine tracce scritte, soprattutto di Dignano. È, invece, estinto a Fasana, dove non si parla più dalla metà del Novecento, in seguito all'esodo della popolazione romanza dal luogo; né di questa cittadina possediamo documenti scritti. Complessivamente, quindi, da una ricerca effettuata nel 2010, il numero di coloro che oggi sono in grado di usare attivamente l'idioma in una delle sue cinque varianti (inclusi i parlanti oggi non residenti in Istria), si aggirerebbe intorno alle duemila unità (CERGNA 2012, p. 3). A mettere in
2011
Cangemi, F., Delucchi, R. Loporcaro, M., Schmid, S.
È noto che i dialetti italiani settentrionali hanno cancellato in generale le vocali finali atone diverse da /a/. È altrettanto noto che nei dialetti italiani dell'alto Meridione le vocali finali hanno d'altro canto subito un processo di centralizzazione, ma non di cancellazione categorica. E si può supporre che anche i dialetti settentrionali siano passati, in uno stadio predocumentario, per una fase in cui le vocali atone finali poi cancellatesi fossero dapprima soltanto centralizzate. Questa supposizione, per la quale adduceva argomenti Contini (1935) analizzando i testi lombardi del Duecento, è confermata per il veronese antico dal recente studio di , che postula con solidi argomenti per quella varietà una fase predocumentaria con neutralizzazione delle vocali medie finali in //, poi rifonologizzato come /o/. Già Contini segnalava, in base ai materiali AIS, come della fase con neutralizzazione (ma non ancora con cancellazione) restino alcune tracce nei dialetti odierni, in area lombarda in un arco che va dalla Valsesia ai dintorni di Pavia nonché, alla periferia sud della Romània occidentale, sull'Appennino emiliano. A quest'area appenninica è dedicato il nostro studio, che analizza il sistema vocalico nel dialetto alto-frignanese di Piandelagotti, nell'alto Appennino modenese, mettendo a fuoco in particolare i caratteri acustici e la collocazione entro il sistema dello [] finale che in tale dialetto ricorre.
Fonetica dei dialetti dell'Alta Val di Sangro, Torino 2018, Tipografia Monti.
Dialetti: per parlare e parlarne Atti del quinto Convegno Internazionale di Dialettologia, OSANNA EDIZIONI 2018
Etimologie istriane; linee di storia linguistica dell'Istria nel medioevo.
2023
Il presente lavoro intende essere, senza alcuna pretesa di esaustività, uno studio monografico sul dialetto e sulla toponimia dialettale di Collelongo e di Villavallelonga, due comuni rispettivamente di circa 1.100 e 800 abitanti, situati nell’Appennino abruzzese in provincia dell’Aquila. La ricerca toponomastica si basa sull’analisi storico-etimologica dei nomi di luogo desunti in massima parte dalle tavolette in scala 1:25.000 dell’IGM (Istituto Geografico Militare). Questo contingente di nomi rientrante all’interno della toponimia ufficiale è stato integrato con toponimi raccolti attraverso inchieste condotte sul campo nell’inverno del 2022. Per quanto concerne la struttura del lavoro, esso è caratterizzato da un capitolo introduttivo (Capitolo Primo) dedicato ad un inquadramento generale dei comuni di Collelongo e di Villavallelonga e dei loro dialetti. Nel capitolo seguente (Capitolo Secondo) sono riportate brevi note di metodo corredate dalle modalità di presentazione delle informazioni. Nel Terzo Capitolo, è stato inserito l’elenco in ordine alfabetico di tutti i 158 nomi di luogo raccolti e analizzati. Per ultime sono allegate le Carte, che consistono in immagini satellitari dei territori comunali di Collelongo e di Villavallelonga; su di esse i numeri corrispondenti ai toponimi del corpus sono stati inseriti nella loro collocazione topografica più precisa possibile.
Anna Grochowska, Il dialetto nell'Italia postunitaria [The dialect in Italy after the union], Studia Romanica Posnaniensia, Adam Mickiewicz University Press, Poznań, vol.
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Prospettive nello studio del lessico italiano, IX Congresso della SILFI, 2008
Salvatore Carmelo Trovato, eds., PER UN NUOVO VOCABOLARIO SICILIANO, 2010
Atti Del Xii Congresso Internazionale Di Lessicografia Torino 6 9 Settembre 2006 Vol 2 2006 Isbn 88 7694 918 6 Pags 713 719, 2006
Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia, 2020
in Vicende storiche della lingua di Roma, a cura di Michele Loporcaro, Vincenzo Faraoni e Pier Adolfo Di Pretorio, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2012: 151-74
Le lingue slave tra struttura e uso
Folia linguistica et litteraria
L'Italia dialettale: rivista di dialettologia italiana, 2007