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Bologna, il Mulino , 2023
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Recensione di S.R. Palmquist (Ed), "Comprehensive Commentary on Kant’s Religion Within the Bounds of Bare Reason", Wiley Blackwell 2016
Vero e proprio crocevia per i destini dell'Europa, in cui per la prima volta si agitava «lo spettro del comunismo», l'epoca della grande rivoluzione liberale vede l'Italia alle prese con un piano di riforme costituzionali, il cosiddetto "biennio delle riforme", che conduce all'approvazione dello Statuto di Carlo Alberto, alle clamorose aperture del nuovo pontefice Pio IX, fino alla Costituzione napoletana promulgata da Ferdinando II all'inizio del '48. Riforme che per la maggiore si rivelarono un vero e proprio fuoco di paglia, tanto da arrestarsi nel breve giro di qualche mese, provocando da un lato un'ondata rivoluzionaria che raggiunse il suo momento più "romantico" nella proclamazione della Repubblica romana il 9 febbraio del 1849, ma aprendo subito dopo, dall'altro lato, la strada all'ennesima reazione che esasperò definitivamente, soprattutto al sud, la tensione tra liberali ed élite del potere, conclusasi solo nel 1861 con la caduta della dinastia borbonica 1 . Protagonista e soprattutto commentatore di quegli anni confusi ed esaltanti fu anche Panfilo Serafini, che nel '48 era appena rientrato a Sulmona di ritorno da Montecassino dopo un breve ma intenso soggiorno a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie 2 , e che con due scritti del 1849, Sulla caduta della teocrazia romana e il piccolo saggio Sul protestantesimo, poche parole fatte ai giovani italiani, entra nel merito della complessa questione circa il rapporto tra Stato e Chiesa che sin dai tempi di Machiavelli era stata al centro della riflessione politico-filosofica italiana 3 . I Cominciamo da Sulla caduta della Teocrazia Romana, testo fondamentale del Serafini, che non a caso sarà impugnato dalla corte borbonica per il processo del 1854 4 . Nella Dedica al triumvirato (Armellini, Saliceti, Montecchi), scritta in data 20 febbraio, Serafini afferma che «tutta Europa guarda meravigliata al Campidoglio, guarda e spera che la repubblica stia, che riviva la vita, ove non alitava finora che un'aura di morte», e aggiunge che «la repubblica starà, ché il popolo stanco dai lunghi strazi già sorse come un sol uomo, ed al piede si franse la catena della violenza, al cuore si franse 1 Cfr. i classici studi di G. Candeloro, La rivoluzione nazionale (1846)(1847)(1848)(1849), Feltrinelli, Milano 1979 e di Denis Mack Smith, Il Risorgimento italiano. Storia e testi, Roma-Bari, Laterza, 1999. Sulla situazione socio-politico-culturale del mezzogiorno e in generale dell'Italia si rimanda una volta per tutte alla Storia d'Italia Einaudi. Dal primo Settecento all'Unità, vol. VI, pp. 151-361. 2 Sebbene non sufficiente indagata, la permanenza di Serafini a Napoli è compresa nella prima metà degli anni '40, fino al 1846, anno in cui raggiunse Montecassino. A Napoli, Serafini entrò subito in contatto con la scuola filosofica di Pasquale Galluppi, stringendo però anche rapporti con il circolo filosofico di Ottavio Colecchi. Al 1844 risalgono i primi scritti su uno dei giornali più importanti dell'epoca, «Il Progresso», con i seguenti articoli, tra saggi e recensioni varie: Della scienza di educare. Opera del Conte Marco Martelli; De vita et scriptis, Auli Jani Parrasii. Commentarius a Cataldo Iannellio elucubratus; Intorno all'assedio de' Francesi contro Amantea. Opera di Luigi Maria Greco; Intorno alle diverse specie di follie; Le Accademie in Italia; Quadro storico dei sistemi filosofici. Opera di E. Pessina; Stefano Cusani. Necrologia. Nel 1846 invece appaiono altri articoli su «La Gazza», in particolare, Sullo stato selvaggio dei popoli (aprile 1846). Cfr. E. Mattiocco, Panfilo Serafini figlio d'Italia, Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Libreria Colacchi Editore, 2011, in cui sono raccolti molti articoli e scritti del Serafini. Un elenco puntuale di tutte le pubblicazioni serafiniane è ora presente in Miscellanea di prose edite ed inedite per Panfilo Serafini, a cura di Ezio Mattiocco, Università Sulmonese della Libera Età, Sulmona 2012, pp. 31-40. Il volume di Mattiocco riproduce anastaticamente il testo omonimo del 1850. 3 P. Serafini, Sulla caduta della Teocrazia Romana, Roma 1849. Successivamente raccolta nel volume Panfilo Serafini, Scritti varii di Storia, Letteratura e Politica, con Prefazione di Benedetto Croce, Fracchia, Pescara 1913, pp. 295-339. D'ora in poi TR. e Sul protestantesimo, poche parole fatte ai giovani italiani, Angeletti, Sulmona 1849, ora in Miscellanea…, cit., pp. 72-77. D'ora in poi SP. 4 Sulle notizie biografie di Panfilo Serafini cfr. il saggio di Ottavio Poillucci, Panfilo Serafini. Letterato, filosofo e patriota nella Sulmona del secolo XIX, Editrice D'Amato, Sulmona 1966.
S. Bacin, A. Ferrarin, C. La Rocca, M. Ruffing (Hrsg.), Kant und die Philosophie in weltbürgelicher Absicht. Akten des XI. Kant Kongress 2010, W. de Gruyter, Berlin 2013, pp. 975-985 , 2013
Tra male radicale e comunità morale cosmopolitica.
Nazioni come individui, 2020
This essay aims at a general assessment of the section concerning national characters in Kant's Anthropology from a pragmatic point of view of 1798 (neither the Observations of 1764, nor his previous lectures on anthropology are taken into account). Firmly rejecting the climatic theory, Kant advocates an anti-naturalistic stance. However, Kant is skeptical of Hume’s tenet that nations owe their characters to the different forms of government. In Kant’s view, the most civilized nations are England and France: their characters have to do with purely cultural factors. Complementing each other, the characters of those nations broadly correspond to a masculine and feminine principle, as analyzed by Kant in the previous chapter of his Anthropology. The remaining European and Extra-European nations have a less defined – and, in some cases, mixed – character, that owes something more to their natural dispositions. Yet Kant still manages to avoid naturalistic explanations. In many nations, natural dispositions do prevail over cultural ones, but this simply means that less (and sometimes, nothing) can be said about their characters.
MIMESIS EDIZIONI, MILANO 2016 Introduzione Cap.1 L'eredità kantiana e l'idea di uno jus cosmopoliticum transizionale Cap.2 Cosmopolitismo e costruttivismo giuridico: il diritto di visita kantiano Cap.3 Con Kant «oltre» Kant: realizzare sovranità e cittadinanza nella sfera transnazionale
The essay analyzes the concept of State in the thought of Benedetto Croce. The author identifies three approaches: the State as an activity, the power State and the ethical State. However, this distinction has only an analytic function, because in Croce the different concepts are closely related. Il problema dello Stato in Croce si presenta come una materia somma-mente inquieta, oggetto di elabora-zioni spesso motivate da urgenze sto-riche ma in cui è possibile rintrac-ciare una certa continuità di argo-mentazioni. Le riflessioni crociane su questo argomento sono disperse in una gran quantità di scritti di varia natura e dimensione, e risulta, per-tanto, poco agevole un'opera di ri-costruzione concettuale. Per questa ragione analizzeremo tre differenti approcci del filosofo al tema dello Stato precisando che la distinzione ha natura solo analitica perché essi sono tra loro strettamente interconnessi. Lo stato attivita' Nella Filosofia della pratica Croce fa un esplicito rife...
"Hegel’s Philosophy as Metatheory", Verifiche, 2017
In this paper I focus on Kantian notions of 'idea' and 'system' and the pages that Alfredo Ferrarin dedicates to these topics in his book "The Powers of Pure Reason". In particular, I examine two key texts, namely the Appendix to Transcendental Dialectics and the Architectonics of Pure Reason in the "Critique of Pure Reason". Finally, I try to outline a comparison with Hegel's position and, in so doing, to illustrate two different ways of understanding the relationship between thought and reality.
New Covenant Publications International Ltd, 2020
La guerra è di somma importanza per lo Stato: è sul campo di battaglia che si decide la vita o la morte delle nazioni, ed è lì che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione. Dunque è indispensabile studiarla a fondo. Considerarne perciò gli aspetti fondamentali, e analizzali mediante i sette criteri di valutazione. Così, potrai definire la tua strategia. Il primo degli elementi fondamentali è il Tao; il secondo è il clima; il terzo è il terreno; il quarto è il comando; il quinto è la dottrina. Tao: definito anche la “via diretta”; con questo termine Sunzi, tende ad indicare la forza morale e il prestigio del governo ed, in particolare, di un sovrano. Col termine Tao, intendo tutto ciò che induce il popolo ad essere in armonia coi suoi capi, per la vita e per la morte, sfidando anche il pericolo estremo.... Fondamentale in tutte le guerre è lo stratagemma (inganno).… Parole chiave: chiesa e stato, guerra militare, esercito, conflitto, guerra mondiale, storia della guerra, conflitto, politica, storia della chiesa, diritto costituzionale, diritto religioso, libertà religiosa, cattolicesimo, dittatura, dittatura militare, chiesa militante, democrazia, governo del papato, età oscura, grande risveglio
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Rivista di Storia e Letteratura Religiosa, 2017
Con-textos Kantianos: International Journal of Philosophy, 2015
Ragion di Stato e ragioni della Chiesa, 2019
Neoclassico Semestrale di arte e storia n. 11, 1998
Introduzione a Immanuel Kant, "Saggio sulle malattie della mente", Massari Editore, 2001
Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio, 2017