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Pier Gaetano Feletti (1797-1881), a Dominican friar, was the last inquisitor in Bologna. In 1858 the pope Pius IX ordered him to abduct Edgardo Mortara, a jewish child who had been baptized before: so Feletti commanded the policemen to take Edgardo to Rome. Later, when Piedmont occupied Bologna, Feletti was imprisoned but the court absolved him because he executed a lawful order of the papal government. From: Dominikaner und Juden (ed. E.H. Fuellenbach - G. Miletto), Berlin 2015.
L'articolo approfondisce il caso di rapimento del piccolo Edgardo Mortara avvenuto a Bologna la sera del 23 giugno 1858 da un punto di vista giuridico-processuale: la transizione politica da Stato pontificio a Governo delle Romagne dà la possibilità di mettere a confronto come due diversi sistemi giuridici hanno lavorato sul medesimo caso, riflettendo due visioni contrapposte del diritto naturale.
Roberto Lorenzetti Francesco Carrara e la “questione” delle Marmore. Introduzione all’opera di Francesco Carrara La caduta del Velino nella Nera (1779). Edizione a cura di Roberto Lorenzetti e Maria Laura Moroni, Terni web&book 2005, 2005
Nel 1779 Francesco Carrara pubblicò presso la stamperia Casaletti di Roma il suo studio storico sulla cascata delle Marmore. Uno scritto prezioso e oggi assolutamente raro, che si trova conservato in originale, oltre che in alcune biblioteche umbre, in quelle della Deputazione di Storia Patria di Napoli, dell’Accademia dei Lincei di Roma, la Pio VI di Subiaco, la Capone di Avellino, in quella dell’Università di Roma, e in quella Marciana di Venezia1 .
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Alighiero Boetti è stato (anche in senso geografico) il più eccentrico fra i protagonisti dell'Arte Povera. Per molti versi la sua complessa e variegata ricerca caratterizzata da una raffinata ironia concettuale, apparentemente ludica ma legata a fondamentali questioni di fondo, è stata in anticipo sui tempi. Anche se fin dall'inizio ( a partire dalla sua prima personale alla Galleria Stein di Torino nel 1967) il suo ruolo nell'ambito delle tendenze processuali e concettuali a livello internazionale è stato sempre considerato molto rilevante, con una presenza costante nelle principali mostre di punta, solo negli anni successivi alla sua prematura scomparsa nel 1994 il suo lavoro di inimitabile originalità ha raggiunto finalmente un definitivo riconoscimento, anzi una vera e propria "consacrazione". E questo successo è legato a una riconsiderazione e rivalutazione critica di Boetti sollecitata anche dal fatto che la sua opera ha avuto e ha ancora una decisiva influenza su molti fra i migliori artisti neoconcettuali delle ultime generazioni come per esempio Stefano Arienti, Martin Creed, Tom Friedman, Mario Torres Garcia, e Jonathan Monk. Il fascino così attuale del lavoro di Boetti, interpretato in chiave postmoderna, deriva soprattutto dalla intenzionale oscillazione fra tensione concettuale che rende difficile (ma solo fino a un certo punto) la decodificazione dei processi generativi delle composizioni fatte di segni, cifre e lettere, e una felice attitudine pop nell'uso di colori e immagini di diretto impatto visivo. Ed è proprio per questa particolare alchimia estetica che Boetti è un artista molto amato dai giovani artisti, che lo considerano un maestro, e sempre di più dal grande pubblico (in particolare per la sua produzione della seconda fase). La sua è un'arte che sembra a prima vista piacevole, gioiosa, leggera (nel senso in cui Calvino intende questo termine), con eleganti valenze decorative, e che nei suoi presupposti operativi, e cioè nei suoi enunciati iniziali -il materiale scelto, la situazione lavorativa, il "che fare" e con che -risulta quasi sempre di una disarmante e spaesante elementarità 2) . Ma al di là di questa piacevolezza di superficie, ad una lettura più attenta e meditata delle opere, ecco che emergono progressivamente come da scatole a doppio fondo aspetti essenziali, progressivamente sempre più affascinanti. Ci si rende conto con chiarezza dell'importanza delle problematiche fondamentali che hanno appassionato e ossessionato l'artista: la dimensione del doppio (sul piano concettuale ma anche esistenziale); la messa in gioco programmatica della categoria temporale in relazione a quella spaziale; il gusto analitico e ironicamente sistematico per le classificazioni, le proliferazioni sequenziali e la visualizzazione di formule combinatorie numeriche e alfabetiche, più o meno criptiche; la dialettica fra ordine e disordine, fra caso e necessità; il sottile piacere per le ingegnose pratiche quasi infantili di bricolage con materiali semplici; la spersonalizzazione dell'intervento creativo attraverso la delega ad altre persone (come bambini, studenti,
Ariminum, 2021
Un atto di pirateria a favore di D’Annunzio a Fiume. Nel 1919 il sindacalista riminese organizzò con successo un audace colpo di mano, degno di un romanzo di Salgari, dirottando a Fiume un piroscafo carico di armi.
BTA, Bollettino Telematico dell'Arte
La personalità del pittore Giovanni da Gaeta, attivo tra il 1449 ed il 1472 circa nel meridione italiano è stata sufficientemente delineata da Federico Zeri in due articoli pubblicati su Paragone rispettivamente nel 1950 e nel 1960 [1] , saggi su cui si è basata l'intera storiografia successiva come quella di Ferdinando Bologna [2] o Fausta Navarro [3] . All'artista originario di Gaeta si attribuiscono varie opere tra cui il trittico dell'Incoronazione della Vergine della chiesa di Santa Lucia di Gaeta, datato 1456, quello dellaNatività della chiesa di Santa Maria Assunta di Fondi, quello di San Bernardino del museo di Pesaro, un altro ancora raffigurante l'Incoronazione della Vergine tra santi già diviso tra la collezione Saibene di Milano e un'altra; un San Giovanni Evangelista in collezione privata sempre a Milano e la Madonna della Misericordia (fig. 1) proveniente dalla chiesa palatina di Santa Maria del Regno di Ardara in Sardegna, poi confluita nel 1936 al Wawel di Cracovia [4] .
STUDI DI MEMOFONTE Rivista on-line semestrale, 2018
_______________________________________________________________________________ 103 Studi di Memofonte 21/2018
Mimesis Journal, 2016
Scritture della performance 5, 2 | 2016 : Scritture della performance Letture e visioni L'opera da tre soldi secondo Damiano Michieletto MARIDA RIZZUTI p. 89-94 Riferimento/i: L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht, regia Damiano Michieletto, musiche Kurt Weill, direttore d'orchestra Giuseppe Grazioli, traduzione Roberto Menin, traduzione delle canzoni Damiano Michieletto, Edizione del testo:
2004
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo "Allestire una mostra su Boetti significa fare il punto non solo sull'artista ma sulla nostra stessa contemporaneita', che Boetti ci ha proposto come antiretorica e anticelebrativa'' Giacinto Di Pietrantonio Gli inserti speciali di PressRelease. Inserto n.24 marzo 2004 PressRelease Focus 2 Alighiero Boetti Quasi Tutto 6 aprile-18 luglio 2004
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www.giudicedonna.it, 2019
"Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche", 108 (2007-2010), pp. 243-249, 2010
I Giorni di Villa Borzino, n. 3, G.S. Arturo Issel, Busalla (Ge), pp. 84-89, ISBN 978-88-944539-2-8., 2020
in Nomos - Le attualità del diritto, 3 - 2023
Atti dell'Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 2019
Rivista di diritto processuale, 2019
Studi sulla necropoli di Macchiabate a Francavilla Marittima (Cs) e sui territori limitrofi, 2015
ATTI del I Convegno sul Principato di Taranto, tra Storia e storiografia, 2022
Venezia Arti, 2021
Atti XLIII Riunione Scientifica IIPP “L’età del rame in Italia”, Firenze, 2011
Artes, 15, pp. 63-73, 2010
Massimo Palumbo a cura di Carlo Lorenzetti Arcobaleno, 1999