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2015, I QUADERNI DI VARIA CULTURA 08
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La periferia urbana, immagine ricorrente di Gianfranco Dioguardi, che come tale nel tempo si è andata perfezionando. La cura della città, la sua progettazione e manutenzione, significa non solo porre attenzione agli aspetti tecnici ma anche e soprattutto a quelli sociali che si creano nel distacco spazio-temporale delle periferie dal nucleo storico della città.
I QUADERNI DI VARIA CULTURA 08, 2015
Il governo della città e delle sue periferie FONDAZIONE GIANFRANCO DIOGUARDI I QUADERNI DI VARIA CULTURA 08 Gianfranco Dioguardi -Il governo della città Francesco Moschini -Il luogo limite nell'utopia e nell'arte Introduzione di Francesco Maggiore Presentazione di Andrea Pisani Massamormile Fotografie di Domingo Milella
Che Fare, 2018
cheFare mi ha invitato a riflettere su come le politiche pubbliche hanno definito la periferia nel corso degli ultimi anni. Raccolgo volentieri l'invito e azzardo una ipotesi interpretativa, spero utile per alimentare la discussione su un tema che è tornato, seppur in modo controverso, all'attenzione pubblica. Vedo due orientamenti: il primo riconosce delle parti di città che nomina "periferie": su di esse disegna delle politiche, orientate a trattarne i problemi. Il secondo tende a riconoscere, in quelle stesse parti, soggetti e pratiche di innovazione; qui le politiche sono orientate a far emergere entrambi, ad abilitare i primi come attori e a trasformare le seconde in politiche pubbliche. Per il primo orientamento, le periferie sono uno spazio; per il secondo, sono un campo di azione. 1. Il primo orientamento conosce varie declinazioni. Vi è la declinazione emergenziale: le periferie sono la sede dei mali della città: degrado, povertà, esclusione, più di recente anche culla del terrore nichilista. Le politiche contribuiscono a costruirne lo stigma, considerandole una emergenza sociale da trattare via programmi straordinari e misure urgenti di intervento. Ad un problem setting sbrigativo, segue la definizione di una soluzione inevitabilmente semplice: la seconda declinazione, di stampo riduzionista, è complementare alla prima: per essa, i problemi sono noti e sappiamo come trattarli. La cura va affidata ad opere pubbliche su cui canalizzare ingenti
Le previsioni della l. n. 56/2014 (cd. legge Delrio) sulle città metropolitane e le province sono importanti perché danno attuazione, dopo un lungo periodo, alle norme costituzionali sulle città metropolitane; prefigurano un nuovo assetto del potere locale; si raccordano con il disegno di legge di revisione costituzionale, presentato dal governo, e ora in discussione in Parlamento. Rimangono aperti, tuttavia, una serie di problemi, in parte minore riguardante la conformità della nuova disciplina al testo costituzionale; per altra parte, legati al complesso processo per la sua attuazione.
2014
Gaeta sulla libertà di costruire Savoldi sul rapporto tra urbanistica e società Allulli sul conflitto urbano di Gerusalemme | E inoltre: il boom edilizio, i migranti mappano Milano, le decisioni di policy, il governo delle regioni urbane, il giro del GRA
Seminario di studi promosso dalla Società per gli studi di storia delle istituzioni e dall’Università della Basilicata.
Collana di studi storici, economici e sociali Volumi pubblicati: 1. Natale Marri, Memorie storiche critico-toppograffiche della città di Carpi, suo principato antico e moderno con i luoghi adjerenti, e della sua diocesi nullius antica e moderna, sue parrocchie et adjerenze, a cura di Marzia Dezzi Bardeschi e Cinzia Rossi, Carpi 2002. 2. Organizzazione Federica Mastellari Un ringraziamento a Enrico Campedelli, Luisa Turci e Davide Baruffi, sindaci dei Comuni di Carpi, Novi e Soliera per l'interesse dimostrato verso questa iniziativa editoriale e per la collaborazione prestata attraverso i rispettivi assessorati alla cultura. In particolare si ringraziano Alberto Bellelli, assessore alla Cultura del Comune di Carpi e i responsabili degli istituti culturali cittadini: Lucia Armentano e Cecilia Tamagnini (Archivio storico comunale), Anna Prandi (Biblioteca multimediale «Arturo Loria»), Luciana Nora (Centro etnografico) e Manuela Rossi (Musei di Palazzo Pio) per aver messo a disposizione documenti e immagini e averne autorizzata la riproduzione. Un altro ringraziamento ad Andrea Beltrami (Archivio Curia vescovile di Carpi) e viva riconoscenza ad Alfonso Garuti, che, oltre ad aver seguito e contribuito ad ogni fase di realizzazione di questo volume nella sua qualità di componente del Comitato scientifico, ha collaborato alla raccolta dei materiali iconografici nella veste di direttore all'Ufficio Diocesano Beni Culturali. Si ringrazia pure la Banca UniCredit (ex Cassa di Risparmio di Carpi) per l'autorizzazione a pubblicare immagini di sua proprietà. Le immagini, quando non diversamente specificato, sono state realizzate direttamente dagli autori dei saggi. La riproduzione di documenti dell'Archivio storico comunale di Carpi è stata autorizzata in data 16 settembre 2008, prot. n. 43975.
ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, 2015
Il ritorno delle periferie di Francesco Indovina da Archivio di studi urbani e regionali, n. 12, 2015 Franco Angeli Alcuni eventi drammatici, come il manifestarsi della "lotta tra poveri" in molti quartieri romani, altri positivi, come l'impegno di Renzo Piano per il "rammendo della città", hanno riportato in primo piano il tema delle periferie. Un ritorno necessario ma non completamente felice per l'equivoco sotteso ad ogni considerazione su queste parti della città come zone di degrado urbanistico ed edilizio. Non nego che quelle che chiamiamo "periferie" presentino spesso situazioni, anche gravi, di degrado urbanistico ed edilizio, ma c'è dell'altro. Intanto c'è la trasformazione della città: la regolarità di un "centro" e di periferie sempre più degradate a mano a mano che da questo centro ci si allontana, si riscontra solo in piccole città: le maggiori città ormai si presentano sempre più a pelle di leopardo, dove è possibile individuare più centri e diverse periferie che con questi centri si mischiano presentando gradi di marginalità diversa e non sempre le aree con maggior disagio risultano le più distanti dai centri. Va sottolineato che appare problematico disegnare una "mappa urbana" che distingua nettamente le periferie dai centri e i diversi livelli e gradi di periferizzazione. Nella città contemporanea si può cogliere una simbiosi tra le diverse zone ancorché caratterizzate socialmente in modo fortemente diverso, fenomeno questo promosso o almeno facilitato dalla diversa dotazione di servizi (pubblici e privati) e dall'offerta di beni (anche illegali) che caratterizza ciascuna zona. Emerge una nuova geografia urbana che definisce un territorio nel quale si incontrano situazioni insediative qualitativamente diverse ma accostate. La città è questo insieme: non può essere considerata per frammenti autonomi; ogni zona non solo è vicina ad una zona di diversa qualità e di diverso tipo di insediamento, ma ciascuna vive in simbiosi con le altre. La frammentazione che spesso ci pare di cogliere non è che il nostro sguardo superficiale. A definire questa situazione contribuiscono diversi fattori: prima di tutto la crisi economica che falcia i redditi di tutta la popolazioni (non ci interessano le frange fortunate, diciamo così), ma che si fa sentire con maggiore aggressività nelle fasce più povere; non solo, la crisi incrementa la disoccupazione e il lavoro marginale (la felice flessibilità -ciascuno che amministra il suo tempo di lavoro -grava soprattutto sui più giovani e i licenziati di una certa età che non trovano lavoro da amministrarsi); la crisi fiscale dello Stato e degli enti locali porta alla riduzione crescente dei servizi pubblici, sempre molto scarsi in molti dei quartieri che definiamo "periferie", finendo per negare valenza operativa ad ogni concetto di diritto di cittadinanza. Ma c'è anche l'esasperazione che prende alla gola chi si sente abbandonato e privo di prospettiva; c'è la ricerca di un capro espiatorio individuato nel diverso per colore della pelle, l'extracomunitario, ma non solo. C'è spesso il sovraffollamento abitativo e la solitudine urbana. Quello delle periferie è un tessuto sociale costruito dalle diseguaglianze, fatto di "invidia", ma anche di disperazione, un terreno fertile per una propaganda politica di destra che indica nello "straniero", che ti "ruba il pane", l'oggetto sul quale scaricare la tua disperazione con una falsa possibilità di riscatto. Se fosse sbagliato considerare queste zone come focolai della nuova (e vecchia) destra xenofoba, sarebbe, tuttavia, necessario considerare che l'assenza di alternative sociali e politiche non facilita una positiva dialettica politica. Alcune di queste zone periferiche vengono considerate delle discariche sociali nelle quali alle difficoltà di vivere dei locali si somma quelle degli immigrati, più o meno rinchiusi nei "centri di accoglienza" (mai titolazione è stata più ironica), o rintanati in edifici abbandonati o, ancora costretti a convivenze numerosissime in abitazioni fatiscenti, unico modo per soddisfare le esose pretese di padroni di casa senza scrupoli. Una situazione oltremodo favorevole per determinare situazioni di degrado, di traffici illeciti, di violenza. Quando si prenderà coscienza e consapevolezza che sono le diseguaglianze, il degrado sociale, culturale ed economico il segno distintivo di una qualsiasiperiferia, e qualora questa
Pasqui G., Tedesco C. (a cura di) Governance territoriale tra cooperazione e varietà, Atti della XXIV Conferenza Nazionale SIU “Dare valore ai valori in urbanistica”, Brescia, 23-24 giugno 2022, vol. 04, 2023
La ritrazione progressiva dell'attore pubblico dalla gestione diretta degli interventi di welfare ha prodotto una crescente rilevanza alla scala microlocale delle organizzazioni del terzo settore, favorendone il processo di radicamento e la continuità di azione in alcuni territori particolarmente deprivati come, ad esempio, i quartieri di edilizia residenziale pubblica. Questa dinamica sembra avere aperto un interessante spazio di autonomia di azione per il terzo settore, rafforzato dal crescente ruolo del finanziamento privato. Questi soggetti hanno così potuto sviluppare strumenti, competenze e sensibilità specifiche per accompagnare territori e popolazioni fragili in un quadro di crescente scollamento tra domande sociali e target dalle politiche di welfare. L'intersezione tra questi diversi attori ha rappresentato nell'ultimo decennio il fertile terreno intorno a cui si sono sviluppati processi innovativi di trasformazione e rigenerazione urbana in diverse periferie della città di Milano. Una condizione non priva di contraddizioni che mostra però anche interessanti elementi di innovazione negli esiti, in parte inattesi, delle pratiche di interazione e collaborazione quotidiane tra gli attori locali. In alcune periferie caratterizzate dalla presenza di relazioni consolidate tra le organizzazioni del terzo settore stanno maturando forme innovative di governance dell'intervento sociale a base territoriale che delineano uno scenario possibile di politiche di quartiere "network-based".
Parole chiave: Metropolizzazione, Roma, periferia
Dal Gennaio 2015 opera la Città Metropolitana di Napoli, che riorganizzerà 92 comuni, operando attraverso il piano strategico ed il piano territoriale generale. Il sistema integrato di pianificazione per il governo del territorio impone l'adeguata correlazione ai valori di paesaggio e dell'identità storica ed archeologica.
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Venezia dopo Venezia. Città-porto, reti commerciali e circolazione delle notizie nel bacino portuale veneziano tra Settecento e Novecento, ed. A. Trampius (Veneto Region-Mosetti, Trieste 2019), 2019
Urbanistica è/e azione pubblica - La responsabilità della proposta - XX Conferenza SIU, 2017
Colons et colonies dans le monde romain, 2012
Settimana News, 2023
F. Sorrentino, LA CITTÀ È UNA MOLTITUDINE DI SGUARDI, in: AA. VV., a cura di F. Sorrentino, LETTURE DELLA CITTÀ CONTEMPORANEA. LO SGUARDO DI NOVE ARCHITETTI SULLA CITTÀ, Clean, Napoli 2018 (ISBN 9788884976536)., 2018
Atti della XXI Conferenza della Società Italiana degli Urbanisti. Confini, Movimenti, Luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione, 2019