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Castelmozzo, un borgo dimenticato

Abstract

Storia dell'antico feudo su un'altura tra Prata e Montefusco. Dalla nascita all'acquisto da parte del barone di Prata. Origine e sviluppo di un abitato lungo la strada Regia di Puglia: Tavernanova di Prata - Il Corriere dell'Irpinia - Cultura (2010)

Key takeaways

  • Nel 1607, però, il Presidente delegato per la materia dei sali mandò un commissario a prendere possesso dei pozzi, il che provocò il ricorso dei Gargano al Viceré.
  • Seguendo le sorti della baronia passò ai Cesarano e nel 1648 fu tassato per 11 fuochi, ma solo qualche anno più tardi, in una visione dei cenzi del 1659, si riferisce che il tutore del barone di Prata si era appropriato, nel 1642, delle rendite feudali di Castelmozzo, poiché il camerlengo del feudo se ne fuggì, né possedeva cosa alcuna.
  • Tuttavia è eloquente la descrizione contenuta in un apprezzo del 1673, dove risulta un diruto abitato con Palazzo baronale e solo due famiglie, povere, dal momento che, riferisce il relatore, gli abitanti si erano trasferiti per la maggior parte a Prata.
  • Nel Catasto onciario di Prata del 1753, il borgo risulta abitato da una sola famiglia, quella di Paolo Cecere, con la moglie Vittoria Fiuco e tre figli.
  • Dell'antico castello si nota oggi solo un paramento murario in ciottoli, che, ricoperto da una folta vegetazione, è di difficile lettura.