Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
2 pages
1 file
Scienza e Arte è il libro di Vincenzo Schettino, professore emerito di chimica fisica dell'Università di Firenze, tra i cinque finalisti del premio Galileo 2015. La mia recensione è stata pubblicata sul settimanale diocesano di Padova "La difesa del popolo", edizione cartacea del 3 maggio 2015.
Mnemosyne
Il saggio che proponiamo prende avvio da alcune esperienze autobiografiche, contenute nel romanzo americano postmoderno. Quella di Holden Caulfield e quella di Henry Chinasky, alter ego di Charles Bukowski in Panino al prosciutto. Entrambi i romanzi sembrano quasi una forma larvata di autobiografia, dove i protagonisti dipingono una sorta di ‘ritratto dell’artista da giovane’. Tanto Holden, quanto Henry, sembrano, infatti, rappresentare la metafora o, meglio, l’archetipo dell’artista. Alla maniera di Jakov ed Holden, anche sulla scomparsa dello scienziato catanese Ettore Majorana, sembrerebbe allungarsi l’ombra di Ulisse e dell’Ebreo Errante Assuero. In essa i confini tra il reale e l’immaginario, rimarrebbero evanescenti, indeterminati come l’esistenza delle particelle quantistiche. Il mistero della scomparsa andrebbe pertanto ricercato nella realtà paradossale del mito e degli archetipi, piuttosto che in quella lineare e razionale della storia. A sintetizzare la figura dell’artist...
L’intervento propone di paragonare delle biografie di scienziati scritte all’alba della scienza moderna con quelle dello stesso periodo nella storia dell’arte. In ambedue i casi, le imprese dei protagonisti vengono abbellite con dettagli immaginari. Una ricerca condotta negli anni trenta del secolo scorso da due studiosi austriaci, Ernst Kriss e Otto Kurz individua nelle biografie rinascimentali degli artisti stereotipi d’origine classica, tra cui l’attenzione ripetutamente alla nascita dell’artista, come se il figlio di un dio fosse venuto al mondo, o il legame tra il giovane artista e un maestro (preferibilmente famoso), che si sovrappone al padre e legittima l’opera dell’artista fin dall’infanzia. La conoscenza di questi e altri elementi letterari aiutano a verificare l’autenticità delle affermazioni di questa biografia e, nel caso, degli scienziati, l’autenticità delle imprese scientifiche a loro attribuite.
Vincenzo Guarnieri (ed.), PiCS Picturing the Communication of Science, Torino, FRAME, 2019, 2019
Dunque, esistono delle dinamiche o delle pratiche del mondo dell’arte che possono risultare interessanti per la comunicazione della scienza? Sì, ma non nel mondo dell’“arte delle avanguardie”, così esclusivo e volutamente estraneo alle masse, con i suoi dispositivi e i suoi riti. Per la comunicazione della scienza possono invece essere interessanti le odierne dinamiche della comunicazione dell’arte. Visioni consistenti ma non troppo ambiziose, né troppo distanti nella cultura né a lungo termine, narrazioni tuttavia in grado di appassionare e coinvolgere. Forme artistiche che sollevano stupore e nel contempo non pretendono impegni esclusivi di carattere culturale. Che con passione sono capaci di creare narrazioni condivisibili su argomenti importanti e attuali della contemporaneità, come per esempio il Climate Change, e di coinvolgere un numero elevato di persone di varia provenienza geografica e culturale.
2004
Vi sono, lungo il periodo di vita di ciascuno di noi, gli amori scientifici giovanili, accesi, furenti, vogliosi, che possono alcune volte concludersi rivelandosi così episodici, ma possono altre volte acquisire e incrementare nel tempo anche risvolti, aspetti e significati che stabilizzano, in ricchezza di interessi, lo stesso rapporto scientifico.
Protti M., Salamone N., (a cura di), Prima modernità. Tra teoria e storia, Mimesis, Milano, Scienza e società moderna si sono intessute in una matassa comune difficile da districare. Quanto ha contribuito la scienza allo sviluppo della società moderna e quanto la società moderna allo sviluppo della scienza? A tal punto esse si sono compenetrate che la scienza è presa spesso come sinonimo di modernità, in quanto determinante per la razionalizzazione, il disincanto del mondo, la trasformazione della natura e artificializzazione crescente della vita quotidiana. Lo stesso << uomo di scienza >> è stato a lungo visto come campione dell'<<uomo moderno >>, depositario del sapere esperto necessario alla modernizzazione circondato da cittadini analfabeti o totalmente inesperti. L'immagine di sfondo è stata, dunque, quella di un'elite privilegiata, almeno in termini di conoscenza e capitale simbolico, arroccata in una torre d'avorio, attorno alla quale circola, di volta in volta, un pubblico in preda allo stupore oppure un'orda minacciosa. In effetti, nell'opinione pubblica, la conoscenza scientifica viene spesso riguardata con reverenza o sospetto, e non di rado con un atteggiamento che tradisce entrambi gli stati d'animo. Il Novecento ha, però, segnato la insostenibilità di questa visione, per realistica o illusoria che sia stata lungo i secoli precedenti. Una sindrome sembra essersi impadronita della modernità a metà del secolo scorso, a seguito del terrore sparso dai gas prodotti dai chimici, della barbarie scoppiata nel paese che per primo aveva sconfitto l'analfabetismo e che tanti ingegni aveva dato alla scienza (e alla cultura più in generale), del cataclisma generato dai fisici della materia. Questa che possiamo denominare, in breve, sindrome Hiroshima ha segnato un cambio di passo nella storia della scienza non meno che della società. Ma la visione che ancor oggi regge la scienza è riconducibile a un mito positivistico, confessato o, più spesso, inconfessato: quello di una conoscenza assoluta. Ed esso è condiviso tanto da positivisti quanto da antipositivisti: i primi, per accordarglielo in via di principio, facendo salire la scienza su uno scranno irrealistico; i secondi, per negarglielo in via di fatto, detronizzandola tout-court al rango di uno dei tanti saperi sociali da mediare politicamente, su indefinite basi epistemologiche. Gli uni, in nome di un primato assoluto della Ragione astratta, vedono lo scienziato come attore razionale disincarnato, disinteressato, emotivamente neutro, dedito alla raccolta di fatti che "parlano da soli" attraverso numeri che rispecchiano oggettivamente la realtà senza contaminazione di soggettività, e la cui razionalità olimpica sarebbe tale da consentirgli, in congiunzione con un metodo rigoroso, di giungere alla Verità. Anche se nessuno può negare, magari sottovoce, che taluni suoi comportamenti opportunistici possano farlo deviare, di quando in quando, da questo ideale. La sociologia della scienza possibile, dunque, sarebbe una mera sociologia descrittiva di quell'errore generato dall'incursione indebita della soggettività (ove si intende questa, evidentemente, in termini poco investigabili, astratti), perché si ritiene che la Verità s'imponga da sé nelle argomentazioni razionali. E proprio qui Merton (pur con una idea di scienza filosoficamente non ben chiara) puntò la sua critica con l'idea di lanciare una nuova scienza della scienza. Gli altri, al contrario, in nome di un primato supremo della politica (intesa come mera contesa per il potere per il potere in un gioco a somma zero) sulla conoscenza (tutto sommato niente più che un mero gioco linguistico), puntano il dito su queste deviazioni dalla Razionalità per disarcionare la scienza dal trono della cultura proclamandola, come riscontrava anche Mills, << come un messia falso e sbruffone, o perlomeno come un elemento molto ambiguo della civiltà moderna >> 1 . La sociologia della conoscenza, allora, diviene impossibile, perché nel mondo dei soggetti non può esserci regolarità riscontrabile e predicibile ex-ante (nomologico), ma solo comprensione ex-post del "caso unico" (idiografico).
Arte e moda, 2022
"Arte e moda. Storia e risultati di un sodalizio irrequieto" di Davide Mariani - Postmedia Books 2022 Davide Mariani, storico dell'arte e curatore, è dottore di ricerca in Storia dell'arte contemporanea. Si è occupato principalmente degli sconfinamenti tra arte e moda, grafica e illustrazione della prima metà del Novecento, dell'arte prodotta nello spazio pubblico e dei processi di musealizzazione degli studi d'artista. Tra i suoi ultimi saggi, Carlo Carrà. La mano della mente (Agave, 2017), Anselmo Bucci. La guerra invisibile (Agave, 2018), Maria Lai. L'arte ci prende per mano (in Maria Lai. Tenendo per mano il sole, 5 Continents, 2019) e Dallo studio d'artista al museo. Gli atelier di Brancusi, Bacon, Morandi e Zauli (Aracne, 2021). Dal 2018 è direttore della Stazione dell'Arte di Ulassai, museo d'arte contemporanea dedicato a Maria Lai (1919 – 2013) e dal 2021 è docente di "Museologia e storia del collezionismo" e "Fenomenologia delle arti contemporanee" presso l'Accademia di Belle Arti di Sassari.
2009
parlato della necessità di fronte a cui siè trovato, di dedicarsi all'epistemologia per rispondere alle critiche che le venivano fatte riguardo alla teoria delle catastrofi. Da che punto di vista ha avuto bisogno dell'epistemologia?
Archeologia fra arte e scienza, 2003
L’ idea di una storia dell’Arte e di una Archeologia intese come elementi di trasmissione del concetto di bello e di estetica attraverso il tempo, dall’Antichità ad oggi, ha deviato, deformato la spazialità del concetto stesso tramutandolo in un elemento di rappresentanza pur non essendo tale, cioè spesso si facevano assurgere singole manifestazioni artistiche ad indicatori, spie di civiltà: in realtà non è che ogni greco (per parlare di civiltà Greca) si alzasse la mattina per scolpire il Doriforo di Policleto, gia Bandinelli lo aveva notato, ma ciò doveva essere frutto di un lungo excursus di evoluzione. In sostanza non si può applicare un concetto generale al particolare elevandolo a simbolo di rappresentanza di tutta una cultura, così come non si può ricostruire un’ intera area per concetti partendo solo da un piccolo saggio di scavo; quel saggio e quella cultura, è bene tenerlo presente , possono benissimo essere manifestazioni di fenomeni isolati.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Arte e Social Media. Generatori di sentimenti