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“Villa Salus” e il Quartiere Savena

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Le storie riportate in questo saggio si riferiscono a un gruppo di rom protagonisti di una ricerca condotta tra il marzo 2006 e il luglio 2007 a Villa Salus, nel quartiere Savena, dove 146 cittadini romeni hanno abitato a cominciare dall'inverno 2005 insieme alle loro famiglie. Le storie raccolte di una decina di minori rom romeni residenti a Villa Salus sono state fatte dialogare con le voci e le rappresentazioni di un gruppo di insegnanti degli istituti scolastici del quartiere Savena che insieme a noi hanno riflettuto a voce aperta sulla presenza di alunni stranieri nelle scuole del territorio. Solo mettendo a confronto gli immaginari, le aspettative, i bisogni degli alunni da una parte, in grande parte minori romeni di Villa Salus, e delle insegnanti dall'altra abbiamo pensato si potesse analizzare un termine fin troppo evocativo come "scuola multiculturale", a Parole chiave: minori; differenze culturali; educazione interculturale; mediatori culturali; antropologia dell'educazione _____________________________________________________________ I minori di Villa Salus Nell'inverno del 2005 il Comune di Bologna indice un bando per l'individuazione di un soggetto gestore di interventi socio-educativi rivolto ai minori e alle famiglie ospiti nella struttura denominata "ex-Villa Salus". Il bando costituisce l'ultima di una serie di attività promosse dall'Amministrazione comunale per risolvere specifici problemi di integrazione scolastica e sociale di numerosi bambini e bambine rom rumeni che abitano in città da diversi anni. Oggetto di intervento del bando è una palazzina di sei piani, una volta clinica privata fisioterapica, Villa Salus appunto, in cui hanno vissuto fino a luglio 2007, quando la struttura è stata chiusa, 146 persone, tutti rom di nazionalità rumena, a seguito di un percorso caratterizzato da precarietà e deprivazione socio-economica 2 . Quasi tutte le famiglie che hanno abitato a Villa Salus risiedevano prima nella struttura del Ferrhotel in via Casarini, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, e prima ancora nelle baracche lungo il fiume Reno di Bologna. Le rive del fiume, infatti, a cominciare dal 2001, hanno accolto decine e decine di migranti rumeni, per lo più rom, fino allo sgombero del 2002 ad opera del Comune di Bologna. Nel 2002, un gruppo di donne e uomini rom rumeni, insieme ad alcuni esponenti dell'estrema sinistra bolognese, danno vita allo "Scalo Internazionale Migranti", che occupa l'ex albergo per ferrovieri facendolo diventare, per tre anni, un importante punto di riferimento per l'accoglienza della comunità rumena, soprattutto rom, a Bologna. Nella primavera del 2005, a seguito del sovraffollamento dello stabile, il Comune decide il trasferimento di una parte degli abitanti del Ferrhotel, quelli in regola con la legge vigente sull'immigrazione, a Villa Salus, nella prima periferia bolognese -gli abitanti "irregolari" dello stabile torneranno ad essere accolti dalle sponde del fiume. Dal 2005, a Villa Salus, hanno abitato più di 30 nuclei familiari. Oggi, la maggior parte di queste famiglie risiede a Bologna in altri appartamenti grazie alle politiche abitative del Comune, il quale ha aiutato queste persone -quelle con almeno un membro in possesso di permesso di soggiorno e di un lavoro -offrendo loro delle case e un contributo per l'affitto. Altre famiglie sono state sgomberate perché non