Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2014, Per il Museo di Ivrea. La sezione archeologica del Museo civico P.A.Garda, a c. di A. Gabucci, L. Pejrani Baricco, S. Ratto
Nel corso della ricognizione archeologica svoltasi ad Antiochia di Pisidia (oggi Yalvaç, nella provincia di İsparta) -con lo specifico fine di catalogare і pezzi marmorei del museo, soprattutto quelli tenuti in custodia dal tempo degli scavi americani del 1924 -si è avuto modo di studiare e catalogare un notevole numero di manufatti relativi all'arredo architettonico ecclesiastico. E stata una gradevole sorpresa, tuttavia, constatare come non solo і depositi sotterranei avessero materiali provenienti da altri siti, ma che quanto si presupponeva fosse il "lascito" derivante dagli scavi di D. Moore Robinson resta un rebus da sciogliere 1 . All'interno del deposito, comunque, sono stati rinvenuti dei pezzi scultorei di notevole interesse, non solo per la loro buona esecuzione tecnica, ma anche per l'apporto che danno alla topografia e archeologia della regione 2 .
Federico II e l'arte del Duecento italiano, Atti della 3a sett. di studi di storia dell'arte medievale dell'Università di Roma (Roma, 15-20 maggio 1978) a cura di A. M. Romanini, Galatina 1980, vol. I, pp. 301-324., 1980
Atti Daunia 42°, 2022
d.rio, r"ll'umbiro delle mànife stazioni artistiche, tipiche della fine del-I'XI secolo, improntate' atffaverso quel percorso operativo' a una marcutairrt nziorrà,li gusto, volta a ,"uftt"urrun edificio che riprendesse le i"r-" di una busil"i.u paleocristiana. Che poi quell'utilizzo dell'antico avesse, alla sua radice, una ragione puramente utilitaristica, una motivazione estetica o una scelta teologi.n, volta a sottolineare un ideale .otl"gu-"nro con la Chiesa delle origini, sulla scofta del clima cultural. dila Riforma e delle motivazioni in tal senso promosse dal contemporaneo papato di Gregorio vII, è questione di cui si può anche discu-,"r., -u .hÉ.r"tr incide più di tanto su un dato dí fatto e cioè che, attraverso quelle carafferistiihe, I'episodio mos6a di essere una ripetizione p,rnrrrui" di modi e di comportamenti che erano già stati artuati nel corso della ricostruzion" d"ilu chiesa abbaziale di Montecassino dove, come testimonia Leone Ostiense, il reimpiego di materiali classici aveva trovato largo sPaziot.
G. Mollisi (a cura di), Novazzano: la Parrocchiale e l’Oratorio dell’Annunciata, “Arte Cultura”, 2020
Il contributo ricostruisce le vicende storico artistiche relative alle pitture, sculture e altari della chiesa parrocchiale di Novazzano dal primo Seicento alla metà del XIX secolo, restituendo dati e novità inediti
La relazione si propone lo scopo di ricostruire il percorso artistico della scultrice francese Germaine Richier, ripercorrendone attività espositiva e processo creativo. I capitoli finali, inoltre, sono dedicati al dialogo con le coeve esperienze italiane, alla ricerca di un nuovo linguaggio comune che accomuni la scultura moderna internazionale.
2022
Una "mostra" (seppur riduttivo sia il termine) che taglierà in due il tempo e lo spazio dell'arte moderna, fissando un limite storico ben preciso a questa cesura: l'anno era il 1962, il luogo la città di Spoleto, la mostra Sculture nella città.
La cattedrale e la città, Atti del convegno internazionale di studi per il VII centenario del Duomo di Firenze, 16-21 June 1997), vol. I*, ed. Timothy Verdon and Annalisa Innocenti, Florence, 2001, pp. 278-317., 2001
The MSL34180 hypogeum tomb consists of three tufa blocks, the exterior cladding of which has been painted in imitation alabaster. The study of paints was complicated by the presence of the water table. This required the installation of a pumping system and the implementation of a specific study method for this wet environment. The detailed observation of the painted claddings made it possible to highlight the gestures and the organization of the work of the painters.
in RACTA 2018 Ricerche di Archeologia Cristiana, Tardantichità e Altomedioevo, 1st International conference of PhD students (Rome, 5th-7th February 2018), a cura di C. Cecalupo, G.A. Lanzetta, P. Ralli, Archaeopress Oxford, pp. 76-82, 2019
Un misterioso dipinto raffigurante la Madonna Nera di Cervarezza circandata da Santi - L'origine e la devozione
2016
Cirene. Scavi, approfondimenti, schede storico-artistiche e planimetrie
Durante la XIX campagna di scavo condotta dall'Università di Bologna a Suasa, nell'estate del 2007, è stato rinvenuto, all'interno dell'area forense della città romana, il materiale pittorico che qui si presenta. Si tratta di un piccolo frammento di intonaco a fondo nero (12,2 x 7,5 cm), ricomposto da almeno cinque porzioni, recante quattro linee di lettere dipinte in bianco, pertinenti ad un'iscrizione in lingua greca.
E. Nuzzo - R. Bosso, Symplegmata. Studi di archeologia dedicati a Simona Minichino, Napoli, 2018
Catalogo Mostra "Mater", Parma 2015, Palazzo del Governatore, 2015
Secondo le tradizioni mitografiche l'origine delle popolazioni italiche della Pugliae quindi anche della Daunia -dovrebbe essere ricercata nell'arrivo sulle coste adriatiche di gruppi provenienti dal Mediterraneo orientale durante diversi momenti del II millennio a.C.: un primo filone letterario, riportato da Dionigi di Alicarnasso, narra che, diciassette generazioni prima della guerra di Troia, gli Arcadi attraversarono lo Ionio e si stabilirono in Italia; tra di loro era Peucezio, che con la sua gente occupò la penisola salentina, dandole il nome di Peucezia (Dion. I, 11, 1-13). Calcolando quattro generazioni per secolo, gli avvenimenti illustrati dalla fonte dovrebbero collocarsi all'incirca poco prima del 1600 a.C., momento nel quale i dati archeologici, in particolare nella Puglia meridionale, indicano importazioni di ceramiche meso-elladiche che attestano stretti rapporti con il mondo egeo. Un'altra tradizione riporta poi che, tre generazioni prima della guerra di Troia, gruppi di Cretesi sbarcarono sulle coste pugliesi, in seguito ad una tempesta, durante il loro nostos dalla spedizione siciliana sotto il regno di Minosse, e vi si stanziarono, cambiando il loro nome in Japigi Messapi (Herod. VII, 170). Il momento descritto dovrebbe collocarsi intorno al XIII secolo a.C., periodo che segna una profonda trasformazione della civiltà indigena. Gli eventi menzionati dalle fonti antiche trovano conferma sul piano archeologico: sono noti ritrovamenti di importazioni egee dello Ionio (Scoglio del Tonno, Santa Sabina, Leporano, Termitito) e del Salento (S. Maria di Leuca, Otranto) che attestano altresì rapporti intensi con l'area balcanica. Un controverso brano di Ecateo, a cui si rifanno mitografi più recenti, tra i quali anche Eph. ap. Strab. VI, 3, 3., riferisce una tradizione opposta, che imputa all'arrivo sulle coste pugliesi, in un'epoca collocabile agli ultimi decenni del XII secolo a.C., di Illiri, che vi avrebbero fondato tre distinti regni con la suddivisione in tre regioni -Daunia, Peucezia e Messapia -del territorio, quale si configura durante il I millennio a.C. In accordo con quest'ultima tradizione mitografica, dalle fasi più avanzate della fine dell'età del bronzo si delinea, nel territorio che comprende l'attuale provincia di Foggia, l'area canosina e la Lucania orientale, una cultura che conserverà caratteri di uniformità per tutta la successiva età del ferro. Le fonti letterarie antiche definiscono i confini controllati dai Dauni (Strab. VI, 3, 8, 283) e le risultanze archeologiche consentono di identificarvi un'omogeneità culturale che perdura quasi fino alla conquista romana. A partire dal momento di passaggio Bronzo-Ferro si assiste al sorgere, nel massiccio garganico, di insediamenti costieri, collocati su promontori a picco sul mare (Monte Saraceno), che alle difese naturali aggiungono imponenti fortificazioni costituite da fossati su cui si impostano muraglioni di pietre a secco. I possenti muraglioni a difesa degli abitati sono un uso già documentato negli insediamenti costieri della Stele antropomorfa femminile IX-VIII secolo a.C. pietra in rilievo Museo Archeologico Nazionele, Manfredonia (FG)
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.