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2015
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220 pages
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«Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo». Così Ippocrate, il padre della medicina, circa 2.500 anni fa, sintetizzava il suo pensiero sulla relazione tra ciò che mangiamo e la nostra salute. Possiamo essere contenti controllando i nostri appetiti e sviluppando le nostri abitudini di vita positive. Sicuramente ci vorrà un po’ di tempo per corrompere la forza di volontà ad abbandonare una cattiva abitudine, ma ci vuole solo un po’ di volontà per cominciare una nuova abitudine. A tavola con Ippocrate sottolinea l’importanza di basare la propria alimentazione soprattutto su cibi di origine vegetale, passando in rassegna oltre 140 ricette, correlate da curiosità su ciò che mangiamo e approfondimenti sul mondo culinario.
Un viaggio nell'arte medica del Rinascimento
Rationes Rerum, 2, pp. 75-83, 2013
Proprietà riservata ~ All rights reserved © Copyright 2013 by Edizioni TORED s.r.l.
"Serclus" n.s. 2, 2021
Nelle Storie di Erodoto i fiumi sono cardini della macchina dei climi, oggetto di descrizione accurata, anello di congiunzione tra natura e cultura, condizione di ogni presenza umana. Agenti storici a pieno titolo, sono altresì decisivi sul piano morale dell’agire umano, perché rappresentano limiti a ogni forma di conquista violenta. Nel trattato Arie, acque luoghi, attribuito a Ippocrate il determinismo geo-climatico, secondo cui le condizioni dell’ambiente rendono prevedibili aspetto fisico, caratteri e patologie degli abitanti, disegna una mappa delle malattie in base alla classificazione delle acque.
L’italiano e la scienza tra Medioevo e Rinascimento – a cura di Lorenzo Bacchini, Francesco Brenna, Barbara Fanini, Giulio Vaccaro, Giulia Virgilio, Valerio Zanetti, 2022
Émile Littré: Hippocrate. Oeuvres Completes (Traduction Nouvelle, avec le texte grec en regard) VOLUME I: Paris: J.-B. Baillière, 1839
Marina Cogotti, June di Schino (a cura di), Magnificenze a tavola : le arti del banchetto rinascimentale, 2012
Si ringrazi:r inolrre jl personale della Soprìntenclerza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per 1e province di Roma, Frosilrone, Latina, Rieti e Viterbo e cli Villa ci'Flste che, a vario titolo, ha contribuito :rlla rcalzzazione della mostra. in copertintt Cont,ito di Giuseppe con i fratelli, panno istori,rto, p::Lrticolare, Palazzct del Quirinale
On a Pulzone panel, his provenance Medici and Barberini. On baited panels on walnut.
Per farvi comprendere quale sia, nella Bibbia e nella tradizione ebraica, del cibo, intso come ciò che si mangia e ciò che non si mangia, vorrei iniziare il mio intervento con due brevi citazioni. La prima è tratta da un gustoso e gradevole libretto, L'ebraismo vien mangiando, di Sandra Di Segni: "L'ebraismo è una cosa che si mangia. O forse è una cosa che non si mangia. Come che sia. L'alimentazione ha grande parte nella tradizione e nella normativa ebraica e lo sanno tutti: gli ebrei osservanti, perché osservano le norme alimentari; gli ebrei non osservanti perché sanno (alcune delle) regole che non osservano; i non ebrei perché osservano gli ebrei osservanti osservare le regole alimentari (e non mangiare un sacco di roba, tra cui il maiale) e osservano gli ebrei non osservanti che comunque a Pesach non mangiano pane e mangiano "gallette" (matzà: "una specie di piadina romagnola senza strutto"), a Kippur chiudono il negozio e stanno a digiuno quindi non mangiano e con ciò sembrano così osservanti (invece che in quel giorno non bevano, non si lavino, non portino scarpe di cuoio, non accendano fuochi, non facciano lavori di alcun tipo e non facciano all'amore non se ne accorge nessuno)." 1 La seconda citazione viene da un piccante e delizioso gioco letterario (e non solo) di Moni Ovadia: "Il giorno di Tishabeav, 2 giorno di lutto e digiuno assoluto in cui si ricordano le due distruzioni del Tempio di Gerusalemme, un malato va dal rabbino per chiedere di essere dispensato dal digiuno e mangiare qualcosa. Il rabbino, che proprio in quel momento sta mangiando a quattro palmenti, risponde arrabbiato:-Qvale raza del domande lo fai? A Tishabeav deve il ibreo digiunare!-Ma rebbe, lei sta mangiando!-Nu, sono forse andato a chiedere a un rabino, io?" 3 I precetti della Torà e la loro interpretazione sono, dal dono della Torà al Monte Sinài fino ai nostri giorni, il cardine della vita dell'ebreo; tutti e, a maggior ragione, quelli alimentari che costituiscono la caratteristica prima che separa l'ebreo dalle altre nazioni e che lo identifica come tale proprio nel "mangiare alla giudìa". Tanto che, se il popolo ebraico ha mantenuto la sua identità, pur in mezzo a tante nazioni tra le quali è stato disperso nei suoi innumerevoli e tragici esili, ciò è dovuto, in parte non secondaria, alle regole alimentari che sono alla base della kashrùt, regole che hanno mantenuto vivo il senso del precetto, l'attaccamento al comando divino e la consapevolezza che la tavola, come spazio insieme simbolico e reale, diviene il luogo in cui il singolo, la famiglia e la comunità provano quotidianamente la propria fedeltà al Dio dei Padri. 1 Sandra Di Segni , L'ebraismo vien mangiando, Giuntina, Firenze, 1999, p. 9. 2 Tishabeav, ossia il 9 del mesi di Av, corrisponde quest'anno al 26 luglio. 3 Moni Ovadia, Il conto dell'ultima cena, Il cibo, lo spirito e l'umorismo ebraico, Einaudi, Torino, 2011, p. 40.
2011
nrotjelÌi e tlei can,rli rii approvvigit;n:tnrcnto chc pr,'r i:crti il:;llíìtti potev:rnL) essen: ;rnche r{r:i tut.tr,r divcrsifìcari rislettc ai cont{.rsti iaici. In clucst(i carìfrù xncora fbndament;rli risultano le pionicristir:hc indagini strirtigrafiche nei siti rnchc I'a,ip(Ìtto qucrtì(iiano e ii "lingu;.rgr;io" rriateriaie conn,:ssr-., ,t1la tavoh (fìg. l).'' ii presr':ntr: conl r ibtrto s i i nserí s.:r :i li'iir tcrrrr,r ,lcl p,aluiarna rppclìa deline.rtri ccn evidcnti iinriti: ailc, st;ìto atf.uaie dcih ricerca ncl Srtr Oalocero il nrlnt:atc esalne dt:lli totaiit;i <ir:i r(:llcrti r:er;rrnici di scavo r: la n:stituz.ir-rnt: solu irrcliniiniìre r.{Òlla colorrnl stmiigrrrfica irr{l:rgiìtx dagii intcrr.enti di ricrrca clr':gli ann; (ltlant;l riclur:i-,no forl{.rmí'nt{ì la portrta ini.r;rn-rarivr della ccranrit:a c{}ll(: "fossile gr]idur" dei r.,rrr:nii. Per rrra lt(}n ò:rncrlra possitxlt: svr.ri gc i e it quan ri lìcaz ir:ni cixrr pless ive dcl!e prt:senze dellc sirigr:ie classi nci c,.intesti str:itigriÉìci. pcrtantcì lc pr;ssihiiità di ìcttura rlri rncccalisnri crt-rn..lmici c culturali che n.cl r:rlrsl Jci secoii h,rnnr: cr;ntriiruito a l:onsoli-<larr:7tfa,:ies mtterial<: cfu! sito c Ia clrnpr':usirinc'dcl rirp[x.rrtr., tr:r il consutno ct:r.intict-r .:
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in Studi su Isocrate (1980-2020), Milano, 247-257, 2020
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Il vetro in Italia: testimonianze, produzioni, commerci in età basso medievale. Il vetro in Calabria: vecchie scoperte, nuove acquisizioni. Atti XV Giornate Nazionali di Studio sul Vetro A.I.H.V. Università della Calabria 2012, edited by Adele Coscarella, 2012
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