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L’aporia dei tradizionali dispositivi di welfare, congiuntamente con la decrescente capacità individuale di appagare le proprie necessità ha aperto a forme di messa in comune come strategia alternativa per soddisfare esigenze condivise. Stanno infatti prendendo piede diverse pratiche urbane basate su istanze locali e sulla disponibilità dei cittadini a prendersene carico. Esperienze in continua evoluzione difficilmente inscrivibili entro le tradizionali dicotomie polarizzanti con le quali siamo abituati a descrivere e pensare la città. Una contrattazione collettiva di regole, modalità d’uso, cura e gestione del territorio che identifica nuovi beni comuni. Osservare questi luoghi ritengo aiuti ad identificare una categoria di pratiche che si stanno diffondendo nelle città contemporanee e che riscoprono il valore della prossimità e della cooperazione come risposta alla situazione socio economica contemporanea. Iniziative che non solo promuovono empowerment sociale ma favoriscono il riappropriarsi di porzioni di città, stimolano fenomeni di governance e cura del territorio indipendenti dalle iniziative pubbliche. Pratiche che fanno della loro intermittenza e autonomia il proprio carattere innovativo ed evolutivo e della loro pluralità la capacità di perpetuarsi nel tempo.
2018
Prima edizione digitale febbraio 2018 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo elettronico, meccanico, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dalla Fondazione. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Marini S. , De Matteis F.(a cura di), Nello Spessore. Traiettorie e stanze dentro la città, Casa Editrice Nuova Cultura, Roma 2012, pp. 109-116
Nello spessore hortusbooks_06 Nel mese di luglio 2012, la rivista (h)ortus ha ospitato un numero "monografico" dedicato ad una rete di ricerca formatasi nell'ultimo anno tra un gruppo di giovani studiosi provenienti da vari atenei italiani. I saggi elaborati per l'occasione sono stati raccolti e formano il corpus di questo volume. Il tema centrale che questa rete ha formulato per l'inizio della sua attività è quello dello "Spessore della città": indagine che, attraverso un tentativo di dialogo interdisciplinare, cerca di superare l'idea ormai consolidata e largamente condivisa di "densificazione" come strumento di riqualificazione degli spazi della città. Il concetto di "spessore", che in ciascun saggio viene diversamente declinato per generare un glossario trasversale e condiviso, vuole ricapitolare, al di là dei semplici aspetti quantitativi, anche la coerenza strutturale e funzionale che un efficace spazio urbano, a tutte le diverse scale, deve possedere.
POLITICAL-CRIMINAL LINKS AND SOCIAL SERVICES IN THE CASERTA REGION • The article illustrates a case study on the relationship between the political élite in Caserta and an organized crime group with respect to the allocation of social welfare services. Based on field work reports, official police and judicial documents, and interviews with institutional representatives and local welfare actors, the study sheds light on how social services are currently provided in the province of Caserta – Campania – where the Camorra is fully active. The Camorra's interest in the local welfare system has been proven in court and judicial rulings show that the Camorristi play a mediating role between entrepreneurs and politicians. The evidence documents that by taking advantage of its regulatory role, the Camorra managed to build great wealth, achieve local political control, and gain a broad social consensus in civil society, particularly by guaranteeing jobs to its members and supporters.
Il welfare di comunità sta diventando un riferimento sempre più frequente nelle proposte di riforma del welfare, dal “Libro Bianco sul futuro modello sociale” del Ministero del Lavoro, a “Ripensare allo sviluppo del welfare locale” dell’ANCI. I termini della questione nel dibattito italiano sono però ancora incerti. Sovente le retoriche pubbliche non corrispondono a soluzioni di policy coerenti e gli stessi documenti programmatici citati esprimono visioni piuttosto differenti. Questo paper mira a proporre alcuni elementi che possano aiutare a fare chiarezza: a partire dall’analisi delle letteratura, propone una definizione di welfare di comunità e del suo rapporto con il concetto di welfare mix; sviluppa un’analisi delle relazioni tra le istituzioni coinvolte (Stato, Mercato, Famiglie, Comunità) e analizza i dilemmi legati allo sviluppo di soluzioni di welfare di comunità nella società contemporanea, con particolare attenzione al contesto italiano e al settore della cura degli anzia...
Pierallini, S., Tontodonati, M. (2019). Comitati di quartiere e riproduzione sociale tra sperimentazione e contraddizioni. In C. Belingardi, F. Castelli, S. Olcuire (a cura di). La libertà è una passeggiata. Donne e spazi urbani tra violenza strutturale e autodeterminazione. Iaph Italia, Roma, 2019
Vi sono differenti forme comunitarie che creano e trasformano spazi e luoghi della città, che mettono in comune forme dello stare insieme ridisegnando l'ambiente urbano intorno a sé. I comitati di quartiere possono essere una forma di questo stare insieme, di autorganizzazione di coloro che abitano la città e la vogliono attraversare e modellare secondo i propri bisogni e le proprie aspirazioni. In questo contributo vengono raccontate alcune delle pratiche messe in campo da due comitati di quartiere, che per noi sono importanti come caso di riproduzione sociale della città. I due comitati sono Isola pedonale (quartiere Pigneto-Prenestino) e Giardinetto liberato (quartiere Villa Certosa). Questi mirano a farsi carico, in parte, della riproduzione sociale del quartiere, riappropriandosi degli spazi spesso negati loro da forme di esproprio dovute a gentrificazione, nonché a un sistema di produzione che ha influito sull'architettura delle nostre città costruendole secondo politiche ambientali e urbane che non riescono a riconoscere la relazione intima che vige tra processi di urbanizzazione capitalista e ingiustizie socio-ambientali. I due comitati di quartiere in oggetto sono progetti politici che operano, su una scala geografica contenuta, attraverso la memoria, la festività, eventi culturali e iniziative attivando processi sociali che rimodellano gli ambienti che abitiamo (Heynen, Kaika, Swyngedouw 2006).
Alcuni punti sulle "Case di Quartiere" dopo il convegno "Abitare una casa per abitare un quartiere", organizzato da Gruppo Abele e Animazione Sociale.
Vdossier, 2011
SOMMARIO L’EDITORIALE “Far casa, (non a caso!)” un modello di rete per tutto il volontariato - pag. 5 PETROSINO Capovolgimento di senso: l’uomo esiste abitando solo se coltiva e custodisce - pag. 8 RABAIOTTI La casa come servizio. E quella riforma mancata che immobilizza il mercato - pag. 13 PENSARE, COSTRUIRE, PERCORRERE Dall’abitare all’inclusione, dal volontariato alla rete: le quattro gambe del tavolo - pag. 27 Tra il “Far casa” e il sentirsi a casa c’è il non a caso - pag. 33 Ciessevi accompagna le organizzazioni lungo tutto il progetto - pag. 55 FOCUS E OBIETTIVO SU Se i cambiamenti sociali ci aiutano a scoprire le nuove fragilità - pag. 62 Gratuità e reciprocità, quando il valore aggiunto è investire nelle relazioni - pag. 69 Schede progetti - pag. 75 COTTINO Organizzazioni non profit architrave per costruire reti di inclusione sociale - pag. 87 LETTERA APERTA La solidarietà migliora la qualità della vita delle persone fragili - pag. 91 Lezione francese Non profit in prima fila per far rinascere la banlieue di Lione A PAGINA 95 Le interviste Fondazione Housing Sociale: il volontariato? È un partner cruciale per gli enti pubblici A PAGINA 104 Il Pirellone disegna il futuro: con il non profit costruiremo socialità e non solo alloggi A PAGINA 108 Aler: il Terzo settore favorisce il dialogo, le buone pratiche e la coesione sociale A PAGINA 112 L’esperienza “illab” e quella regia fra associazioni e coop per aiutare i più deboli - pag. 118
Sociologia urbana e rurale, 2004
We are at a moment… when our experience of the world is less that of a long life developing through time than that of a network that connects points and intersects with its own skin. In any case I believe that the anxiety of our era has to do fundamentally with space, no doubt a great deal more than with time.» Michel Foucault
Caspur Ciber Publishing, 2012
Dal metodo intergovernativo al metodo comunitario: il ruolo della Curia italiana nella costruzione di un Europa dei diritti e dei cittadini nell'Unione degli Stati La crisi italiana dei diritti sociali vista con lenti europee: gli interessi corporativi, parastatali e statali isolano l'Italia dal dialogo comunitario
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Di muri e di ponti, 2019
Osservatorio AIC, 2016
espanet-italia.net
Convegno I quartieri a Brescia: partecipazione e cittadinanza attiva , 2007
VDossier, 2018
Officina, 2016
Myland/Milano, a cura di Cecilia Bolognesi, 2015
Partecipazione e voice nei sistemi locali di welfare: i casi studio di Napoli e Trieste, 2016
Economia e Politica, 2019
2010
Introduzione al seminario 2011 della Cattedra di Paletnologia di Uniroma2