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Una traduzione del 1573 della «Poetica» di Aristotele

1994, «Rinascimento». Seconda serie

Abstract

Il saggio mette in discussione l'attribuzione, fatta da Bernard Weinberg, del volgarizzamento manoscritto della "Poetica" di Aristotele (1573) a Lorenzo Giacomini. L'esecuzione della traduzione, conservata nel codice Ashb 531 della Biblioteca Medicea Laurenziana, viene ora assegnata al fonetista fiorentino, Giorgio Bartoli, che per quasi vent'anni aveva accompagnato e guidato negli studi il giovane Giacomini, stendendo materialmente anche sotto dettatura di questi i suoi lavori di traduttore di opere greche. Il testo volgarizzato della "Poetica", senza firma, è di mano del Bartoli e fa parte del codice che raccoglie i suoi scritti autografi, compresa la trascrizione delle lezioni accademiche di Agnolo Segni e il volgarizzamento del trattato di Demetrio (pseudo)Falereo del Giacomini (1572ca), ma questi due ultimi, debitamente firmati dallo stesso Bartoli a loro nome. Nel saggio si espongono diversi argomenti a sostegno della paternità di Giorgio Bartoli, che all'epoca studiava l'opera aristotelica, fonte basilare anche per i suoi studi di fonetica; e l'elemento considerato decisivo per l'attribuzione è la datazione segnata in calce al testo ashburnhamiano, il 28 agosto 1573, in considerazione del fatto che Giacomini, impegnato negli affari della casa mercantile di famiglia ad Ancona, non era tornato a Firenze dal 1572.