Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
660 pages
1 file
L'idea di uno studio sulle navi da guerra veneziane in età moderna è nata dalla constatazione del fatto che, per quanto generalmente si concordi sull'importanza del ruolo marittimo della Repubblica di San Marco anche durante gli ultimi secoli della sua esistenza, le opere relative alla marina della Serenissima sono poche e lontane nel tempo 1 . Venezia rimane sicuramente una potenza navale, talvolta ancora una 'grande' potenza, ma le dimensioni e la portata di questa condizione sono indefinibili e raramente si confrontano con la realtà della scena internazionale. Avanzato già una quarantina d'anni fa da Alberto Tenenti 2 , l'invito a un approfondimento in tal senso non ha ricevuto dopo di allora nessun effettivo seguito. Il disinteresse per le vicende navali veneziane si inserisce in un quadro di più generale svalutazione della realtà marittima italiana. Tale scarsa considerazione deriva dalla diffusa convinzione che, in seguito alle grandi scoperte geografiche, la Penisola sia rimasta tagliata fuori dai grandi sviluppi che videro protagonista l'area atlantica. La continuità dell'esperienza delle Repubbliche marinare viene ignorata o sminuita sotto il profilo più propriamente navale: ancora recentemente, è stato scritto che quelle Repubbliche, legate esclusivamente ai traffici e agli insediamenti commerciali, non ebbero mai una politica e una strategia di dominio sul 1 L'ultimo lavoro scientifico specificatamente dedicato alla marina militare veneziana in epoca moderna, l'importante ricerca di Alberto Tenenti su Cristoforo da Canal, è dei primi anni sessanta del secolo scorso; l'unica opera complessiva sulla flotta veneziana negli ultimi secoli di vita della Repubblica risale alla metà degli anni trenta del Novecento. A.
Tutti i diritti riservati © Copyright by monaStero San SilveStro abatefabriano printeD in italy Francesco salvestrini 'FURTI' DI IDENTITÀ E AMBIGUE SEMANTIZZAZIONI AGIOGRAFICHE: VERDIANA DA CASTELFIORENTINO SANTA VALLOMBROSANA Dondo campana, È morta Verdiana, 'N un campo di ceci. Piangete Lucchesi! [filastrocca popolare della Valdelsa] ( 1 ).
Stradiotti veneziani alla battaglia di Fornovo 1494 12 Da ricordare in questo lasso di tempo la guerra di Ferrara del 1482-1484, in cui compaiono, agli ordini dei veneziani, ben sei squadre di stradioti ( Mallet, Signori e Mercenari -la guerra nell'Italia del Rinascimento, p.125). 13 Mallet, Signori e Mercenari -la guerra nell'Italia del Rinascimento, p.235 14 Del Negro, Guerra ed eserciti da Machiavelli a Napoleone, p.18 15 Mallet, Signori e Mercenari -la guerra nell'Italia del Rinascimento
Mediterranea-ricerche Storiche, 2009
... La rottura tra i Chiaromonte ei Palizzi favorì nel luglio 1353 una sollevazione popolare a Messina contro Matteo Palizzi, conclusasi con la sua ... dote, alla regina Elisabetta, che la tenne almeno sino al luglio 1348, quando vi troviamo come giusti-ziere reginale il milite Giacomo di ...
Nelle migrazioni mondiali il numero delle donne ha raggiunto la parità con il numero degli uomini. La stessa cosa si sta verificando in Italia, dove, secondo la Caritas , le donne regolarmente presenti sono il 49,9% della popolazione straniera (1.842.004), nel Centro Italia sono addirittura il 54,2%. Queste, che arrivano in Italia, partono come le donne che intorno alla metà dello scorso secolo partivano dal Sud Italia, anch'esse spinte dal bisogno e dal desiderio di condurre una vita più dignitosa per loro stesse e per i loro famigliari. Le donne oggetto della nostra ricerca (come vedremo più avanti sono il 98% del campione) si muovono in un contesto in cui gli altri protagonisti sono prevalentemente donne. Infatti, la maggior parte degli anziani sono di sesso femminile e le donne immigrate vengono ad occupare un posto che storicamente apparteneva alle donne italiane, fino a quando queste ultime sono riuscite ad emanciparsi, entrando nel mondo del lavoro e riducendo drasticamente il tempo da dedicare alla cura e all'assistenza dei familiari. Non dimentichiamoci poi che 30 -35 anni fa i primi migranti giunti in Italia erano proprio donne, protagoniste di progetti migratori autonomi. In quel periodo l'Italia cominciava a vivere la trasformazione da paese di emigrazione a paese di immigrazione. Queste donne giungevano dalle ex colonie italiane: Somalia, Etiopia o da Paesi molto cattolici come le Filippine. Venivano per svolgere il lavoro di collaboratrici domestiche nelle case delle famiglie ricche delle più grandi città italiane. Ancora oggi, la quasi totalità delle donne migranti lavora come colf o assistente familiare. Questi due lavori, insieme a quelli di muratore, addetto alle pulizie, cuoco e manovale, occupano circa un terzo degli immigrati presenti in Italia. L'immigrazione è diventata a tutti gli effetti un fenomeno strutturale in Italia, grazie al deficit demografico dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione autoctona e ad un insufficiente ricambio generazionale. In tale situazione i tassi di attività degli stranieri sono più elevati rispetto a quelli degli italiani, con una differenza di 12 punti percentuali. Per quanto riguarda i generi, emerge che tra gli uomini il tasso di occupazione è dell'84% (+14% rispetto ai maschi italiani), mentre il tasso di occupazione delle straniere è del 51%, relativamente vicino a quello delle donne italiane (Caritas, 2007). Nel nostro Paese il welfare si connota come welfare mix, in quanto si ha una miscelazione tra il ruolo dello stato, quello del mercato e quello della famiglia, anche se è molto sbilanciato a carico di quest'ultima, che ha spesso l'onere della cura. La spesa sociale è sbilanciata soprattutto a favore delle pensioni 1 (nel 2004 la spesa pensionistica era pari al 56,3% della spesa sociale), oltre che degli occupati stabili, mentre si fa ben poco a favore della riduzione della povertà 2 . Secondo Pugliese il nostro welfare è assimilabile a quello degli altri tre Paesi dell'Europa meridionale (Spagna, Portogallo e Grecia) e lo definisce welfare mediterraneo, che corrisponde al modello mediterraneo delle migrazioni internazionali, sia per la consistenza dei flussi, sia per le politiche in materia di immigrazione. Il nostro welfare è stato frutto di quello che Crouch ha definito compromesso di metà secolo, nel quale le esigenze della famiglia (lavoro non remunerato) si sono conciliate con quelle del mercato del lavoro (lavoro remunerato), in base al genere. Questo compromesso ha consentito sia di tenere insieme le diverse esigenze di cura-assistenza e di reddito, sia di tenere separate aree di esperienza, bisogni, valori, che sono stati poi messi in discussione dall'ingresso della donna nel mondo del lavoro 3 .
La Serenissima contro il Mondo, Venezia e la Lega di Cambrai 1499-1509, 2020
The Serenissima against the world 1499-1509, Venice and the War of the League of Cambrai The beginning of the sixteenth century represents the century of the great turning point in Venetian history: the republic loses maritime hegemony and political weight in Italy and Europe. The Serenissima begins by facing the Ottoman Empire for the second time, leaving it defeated again. The War of the League of Cambrai, then, even risks destroying it. Together with the domination of the sea, however, the maritime identity and culture built over the centuries evaporate. It is not only a question of having to share traffics and naval routes, previously exclusive, but of the crisis of civilization on which Venice built itself and its fortune, having failed, during the fifteenth century, to reach a territorial dimension adequate to the new challenges. No longer a maritime power, Venice forgets that it is even just a maritime state and falls back into "armed neutrality": the republic is on the road to decadence.
Descrizione del sito La Caverna delle Arene Candide prende il nome da un elemento morfologico molto particolare (oggi totalmente scomparso dal paesaggio, rimosso progressivamente dall'uomo a partire dagli anni Venti del Novecento): una duna di sabbia quarzosa, bianco-candida, addossata al promontorio della Caprazoppa, fra Finale Ligure e Borgio Verezzi, formatasi a causa dei venti dell'ultimo periodo glaciale (MAGGI 2004, p. 35).
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Bollettino della Società Friulana di archeologia, 2013
Atti e memorie dell'Ateneo di Treviso, nuova serie, anno accademico 2016/2017, n. 34, pp. 443-453
Note di alcuni frati di Santa Croce nei margini del Plut. 15 dex. 6 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Un aggiornamento francescano e fiorentino al «Martirologio» di Adone di Vienne , 2023
Concuardia, CI Congrès, Cuncuardia ai 6 di Otubar dal 2024, par cure di Franco Rossi, Luigi Zanin, Udine, Società Filologica Friulana, 2024. ISBN 978-88-7636-417-4, 2024
Cees de Bondt, “Il gioco della racchetta a Venezia (1590-1775 ca.)”, in Studi veneziani, LXXXV-LXXXVI, 2022, pp. 115-132., 2022
"La memoria, la storia e la speranza: i racconti di Cristanziano Serricchio", in "Il canto di Diomede", Atti del convegno di studi a 100 anni dalla nascita di Serricchio, a cura di Ettore Catalano e Andrea Matteo Pacilli, Andrea Pacilli Editore, Manfredonia, 2023, 2023
Annali Del Dipartimento Di Filosofia, 2012
Thesaurismata, 2015