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2023, Studi e saggi
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Cittadinanza e rappresentanza sono concetti fondamentali del lessico politico attuale. Uno viene da lontano. Se parliamo di rappresentanza politica in senso moderno, risale alla Rivoluzione inglese, allorché vide la luce il primo regime politico fondato in via preminente sulla legittimazione elettorale di un corpo di portavoce della collettività. Il concetto di cittadinanza è assai più recente, almeno per le scienze politiche e sociali. Quando nel 1976, che è un tempo non lontanissimo, apparve la prima edizione del Dizionario di politica diretto da Norberto Bobbio e Nicola Matteucci, il lemma non figurava. Non figurava nemmeno nell'indice analitico. Continuerà a mancare nell'edizione aggiornata del 1983, quando ai curatori si era aggiunto Gianfranco Pasquino: sia come lemma, sia come voce dell'indice analitico. Il lemma non figura neppure nella riedizione low cost del 2004, dalla quale era stato rimosso l'indice analitico. E dire che nel 1976 era apparsa, presso la medesima casa editrice, la traduzione italiana del celebre saggio di Thomas H. Marshall, Citizenship and social class, pubblicato per la prima volta nel 1949 (Marshall 1976). A fare le pulci ai dizionari, onore al merito del Lessico della politica, curato da Giuseppe Zaccaria, del 1987: la cittadinanza vi figura in una voce redatta da Giovanna Zincone, d'impostazione apertamente marshalliana (Zaccaria 1987). La ricognizione sulle assenze e le presenze vuole soprattutto segnalare il laborioso affermarsi del termine. Fino a tempi relativamente recenti la cittadinanza si è identificata con l'anagrafe e coi passaporti. La Costituzione italiana, che la
2017
Parte prima. Il diritto non è causa sui-1. Il concetto di rappresentanza e la scienza del diritto costituzionale: un rapporto di contiguità tra la parte e il tutto-2. Il concetto di rappresentanza e la teoria dell'indirizzo politico: l' "anestetizzazione" del diritto costituzionale-3. Il concetto di rappresentanza e la rimozione della parte ombra della società: la propensione ad affidare la regolamentazione dei conflitti ai tecnici e ai sapienti-Parte seconda: Rappresentanza e indirizzo politico (e costituzione in senso materiale): il problema (rimosso) dell'assenza (insuperabile e intollerabile) del titolare ultimo del potere di determinare i fini politici (fungibili ed effettivamente riconosciuti come validi) dello Stato-1. Rappresentanza e indirizzo politico (e costituzione in senso materiale): la rimozione del problema dell'assenza-2. I modelli storico-teorici delle due forme di rimozione del problema dell'assente e le loro tracce nell'epoca presente-2.1. La prima forma di rimozione del problema dell'assente: democrazia vs rappresentanza (il popolo sa ciò che vuole)-2.2. Le tracce del modello della prima forma di rimozione del problema dell'assente-2.3. La seconda forma di rimozione del problema dell'assente (lo Stato sa ciò che vuole)-2.4. La ripresa del dualismo: lo Stato dei partiti e il principio della sovranità popolare-2.5. Le tracce del modello della seconda forma di rimozione del problema dell'assente-3. Conclusioni: è l'offerta politica che dà forma alla domanda politica
Rivista AIC, 2017
Sommario: 1. Il populismo inafferrabile. -2. Populismo e dicotomie. -3. La degenerazione populista in Italia. -4. Qualche spunto dall'esperienza comparata. * Associato di Diritto costituzionale nell'Università degli Studi di Napoli Federico II. ** Intervento svolto in occasione del XXXI Convegno annuale dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, Di alcune grandi categorie del diritto costituzionale: Sovranità -Rappresentanza -Territorio, Università degli studi di Trento 11-12 novembre 2016. 1 Il dato è messo bene in evidenza da E. LACLAU, On Populist Reason, London, 2005, trad. it. La ragione populista, Roma-Bari, 2008, 5 ss.; M. TARCHI, Il populismo e la scienza politica: come liberarsi del «complesso di Cenerentola», in Filosofia politica, n. 3, 2004, 411 ss. 2 E. LACLAU, op. cit., 8, con riferimento, in particolare, alle posizioni di Margaret Canovan. R I V I S T A A I C 2
La crisi della rappresentanza e il voto degli italiani all'estero
Segni e comprensione, 2004
Una cittadinanza d'altro genere è il titolo dell'ultimo lavoro di Marisa Forcina (Angeli, Milano 2003, pp. 220). Il sottotitolo, Discorso su un'idea politica e la sua storia, introduce alla forma attraverso la quale, nel testo, viene attraversato il concetto di cittadinanza riferito al genere femminile a partire da quanto/come, tale concetto, abbia/non abbia abitato le teorie politiche e le storie che ha contribuito a tessere all'interno del percorso della politica moderna. Fondamentale la chiarificazione da cui il discorso prende corpo: non una disamina di "errori" attraverso cui dimostrare il senso di esclusioni e subalternità del genere femminile dall'universo dei saperi filosofici quanto, piuttosto, una serrata riflessione sulle connessioni che intimamente legano le concettualizzazioni filosofiche delle idee e delle rappresentazioni del femminile alla storia delle teorie politiche. La ricerca-dunque-verte su quelle idee, pratiche, meccanismi, visioni che fondano (non sempre nominati) i contenuti dell'organizzazione politica così come l'abbiamo conosciuta nella cultura occidentale. Il disordine femminile temuto da Aristotele, il silenzio nella comunità voluto da Paolo, per le donne, la necessità di tenere lontane le donne (in epoca moderna) dai luoghi della politica, narrano una modalità attuata dal pensiero e dai corpi maschili di costruire, intendere, volere lo spazio della politica inteso come spazio di controllo del cambiamento e luogo di formazione della propria autorità (autorità maschile). L'elaborazione del concetto di cittadinanza, così come è giunto a noi, svela molto delle dinamiche sottese ai modi attraverso cui si sono andati costruendo i contenuti della mascolinità nei diversi contesti storico-sociali dell'occidente europeo mentre, un filo rosso, attraversa la continuità delle misure che hanno contribuito alla definizione storica del percorso teorizzato ed agito intorno alla parola libertà. La libertà è, nella sua essenza, agita all'interno dello spazio della politica, essa è lontana ed è altro dall'affanno riconosciuto alla vita quotidiana: affrancarsi dai luoghi della quotidianità è il passaggio fondamentale che ha sostanziato il senso e la teorizzazione del poter accedere allo spazio, ai luoghi della politica. Quotidianità ed ozio hanno rappresentato ciò che allontana dalla possibilità di essere nella propria libertà, quotidianità ed ozio hanno indicato ciò che è altrove rispetto ai luoghi del potere, della politica. L'aver lavorato esclusivamente a fissare i contorni dell'identità maschile/femminile ha cancellato, per secoli, il valore di ciò che diviene, il valore di un simbolico non inscrivibile nelle tensioni alle continue nascite di sé a sé, di sé al mondo, di sé all'altro/a che 122
Atti del convegno “Percorsi e vicende attuali della …
SOMMARIO: Introduzione. -1. Dalla Civic Culture alla Strong Democracy. -2. La Democrazia tecnopolitica. -3. La Tecnopolitica nella pratica. -4. Tecnopolitica e rappresentanza: un'antitesi insanabile? -Conclusioni.
Cosmopolis, 2020
Tutti gli articoli della rivista Cosmopolis sono protetti da una licenza Creative Commons Licenza di tipo: Attribution-Non Commercial-Share Alike 3.0. Resta ferma la possibilità di adottare licenze più restrittive. Le sezioni della rivista vengono aggiornate con cadenza semestrale.
giornale di storia costituzionale, 2022
The article seeks to analyze the relationship between political representation and interest representation in the legal thought in Fascist Italy (is correct to speak about interests representation in the years of Fascism?).
2018
Gli insegnamenti afferenti l’area disciplinare del Disegno hanno l’obiettivo di far maturare negli allievi le capacità critiche e le abilità pratiche per conoscere e comunicare l’architettura, la città e l’ambiente. Il Disegno, nell’accezione più attuale e generale del termine, è il più potente mezzo di comunicazione a disposizione dell’architetto, ma è anche e soprattutto un insostituibile ausilio alla conoscenza: attraverso di esso diamo forma al nostro pensiero, ne comprendiamo le incertezze e, in un processo ricorsivo di rappresentazione e osservazione, ri-conosciamo e perfezioniamo sia il disegno stesso, che le nostre esperienze in relazione a quanto rappresentato, indirizzando l’intervento sull’esistente (tutela, conservazione, uso) e la prefigurazione del nuovo (progetto). Oggetto e strumento del Disegno è il modello nelle sue diverse manifestazioni: possiamo parlare di modelli tangibili – modelli grafici (schizzo, rappresentazione grafiche codificate), digitali, fisici (maqu...
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in G. Tintori (ed) Il voto degli altri: Rappresentanza e scelte elettorali degli italiani all'estero, Turin: Rosenberg & Sellier, pp. 151-180, 2012
Revista Mexicana de Derecho Electoral
Costituzionalismo.it, 2015
Dada Rivista di antropologia post-globale, 2019
Studi e saggi, 2023
Il mio paese. Un’esperienza didattica, 2023
Osservatorio AIC , 2024
Ardeth. A magazine on the power of the project, 2019
Alternativas. Cuadernos de trabajo social, 2005