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2025, Giuseppe Ungaretti. Il Porto Sepolto 1923. Storia di un'edizione, a cura di E. Barbieri, premessa di C. Ossola, Livorno, Belforte
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Questo saggio ricostruisce le vicende della raccolta illustrata 'Il Porto Sepolto' di Giuseppe Ungaretti (1923), approfondendo l’opera xilografica di Francesco Gamba. Formatosi a Glasgow e stabilitosi a La Spezia, Gamba viene individuato da Ettore Serra, amico-‘editore’ di Ungaretti, come l’artista ideale tra quelli circolanti intorno al gruppo de ‘L’Eroica’ per rilanciare l’arte del libro in Italia. La sua capacità di mediare tra la tradizione illustrativa anglofona e le sperimentazioni espressioniste di artisti come Emilio Mantelli e Lorenzo Viani lo rende adatto all’importante committenza, per la quale affina il proprio stile verso la magniloquenza richiesta. Il progetto editoriale si colloca in un momento delicato della politica italiana, oltre il quale simili ambizioni non troveranno più spazio. Gamba, poeta-incisore incline all’illustrazione della vita quotidiana e distante dalla politica di regime, rimarrà un artista isolato.
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Questo è il celebre incipit della poesia I fiumi, di Giuseppe Ungaretti, scritta il 16 agosto del 1916, a Cotici, in uno scenario notturno, durante una pausa fra i combattimenti della Prima guerra mondiale...
Il saggio, nell'affrontare l'iconografia delle pitture murali che decorano la chiesa di S. Giovanni Battista di Penne, offre nuovi contributi sulla vita e le opere di Giambattista Gamba, pittore molisano attivo nel primo trentennio del XVIII secolo.
in "Dal paesaggio all’ambiente: sentimento della natura nella tradizione poetica italiana", a cura di Roberto Rea, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 2020
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De Domo David. La Confraternita di San Giuseppe Patriarca e la sua chiesa a Nardò. Studi e ricerche a quattro secoli dalla fondazione (1619-2019), a cura di M. Gaballo, S. Colafranceschi, Fondazione Terra d’Otranto, Roma 2019, ISBN 978-88-94229-79-0, 2019
Il contributo focalizza la sua attenzione sul ciclo pittorico dedicato a San Giuseppe che decora la cappella omonima nella concattedrale di Santa Maria Maggiore a Barletta. Esso fu realizzato dal pittore Girolamo Cenatempo nel 1741, due anni prima rispetto all'altare marmoreo costruito dal marmoraro napoletano Gennaro Cimafonte. Si tratta di commissioni legate alla congregazione del Transito di San Giuseppe e nel corso della trattazione si cerca di mettere in evidenza le scelte iconografiche e iconologiche operate dai confratelli, i quali operavano a stretto contatto coi Teatini giunti in città nel 1624.
Prima sistemazione della ritrattistica di Vincenzo I Gonzaga attraverso un repertorio di una cinquantina di dipinti con l'individuazione di nuclei specifici e di opere spurie.
Les marques de collections/II, sixième rencontres internationales du Salon du dessin, 30 et 31 mars 2011, sous la direction de Peter Fuhring, a cura di C. Hattori, Societé du Salon du dessin, Paris, pp. 45-56 ISBN 9782953325737
Il piccolo ritratto in miniatura, a gouache su pergamena, che raffigura l'erudito e collezionista fiorentino Francesco Maria Niccolò Gabburri (1676-1742) (fig. ) 1 è un documento importante sia per la vivace rappresentazione del personaggio che per il contenuto della scritta autografa presente sul verso e oggi appena leggibile. In essa il collezionista, come in altre occasioni, parla in terza persona: "Questo è il Ritratto al na/turale del Cavalier Francesco/ Maria Niccolò Gabburri/ Fiorentino fatto nella sua/ età di anni 51 e mesi 3/ da Giorgio Andrea/ Wolfgang nativo di/ Augusta ma abitante in/ Berlino fatto in Firenze/ nel suo ritorno da Ro/ma il mese di Xbre 1727./ Il Cavalier Gabburri era grand'/Amatore di disegni dei/ Maggiori pittori e ne posse/deva una celebre raccolta" 2 . Se ne ricava dunque che l'autore, Georg Andreas Wolfgang il Giovane (1703-1745), pittore e incisore specializzato in miniature, nato ad Augsburg e documentato a Roma nel 1727, nell'inverno dello stesso anno passò da Firenze. L'attività di Wolfgang, spesso confusa con quella del padre Johann Georg (1662-1744) e del nonno Georg Andreas il Vecchio (1631-1716), ci è oggi nota per alcune incisioni e ritratti in miniatura tra cui quello di Georg Friedrich Haendel eseguito a Londra nel 1737 e tra le sue opere più conosciute 3 . Wolfgang fu infatti in Inghilterra nel 1726 e poi ancora tra il 1737 e il 1739 per poi trasferirsi a Gotha dove nel 1742 divenne pittore di corte. Le iscrizioni sui disegni della collezione di Francesco Maria Niccolò Gabburri NOVELLA BARBOLANI DI MONTAUTO 47 Della collezione di disegni, di cui qui ci occupiamo, si conoscono ormai la consistenza e la varietà sia riguardo agli artisti presenti -dagli antichi ai contemporanei, con una naturale egemonia di fiorentini, ma anche molti stranieri -sia riguardo alla tipologia dei fogli che Gabburri teneva in parte incorniciati ed esposti, in parte rilegati in volumi, e per la maggior parte sciolti 10 . Tra quest'ultimi una particolare sollecitudine venne da lui riservata alla collezione di autoritratti e ritratti di artisti, col plausibile proposito di farli incidere e utilizzarli a corredo delle Vite, mentre un cospicuo numero di disegni erano commissionati con l'intento di tradurli in incisioni. Della propria raccolta -come è ormai noto -Gabburri redasse con scrupolo e non celato orgoglio almeno due inventari. Il primo del 1722, parzialmente pubblicato da Giuseppe Campori nel 1870 e conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, e il secondo, articolato in più parti, redatto intorno alla metà degli anni trenta, contemporaneamente alla stesura dei quattro volumi manoscritti delle Vite 11 . Nei due volumi manoscritti contenenti gli inventari più tardi -si tratta di più inventari divisi per categorie e un inventario con le valutazioni dei fogli in vista di una eventuale vendita -, acquistati dalla Fondation Custodia di Parigi nel 2005 assieme ad altri manoscritti provenienti dall'archivio dell'erudito fiorentino, i fogli sono più che raddoppiati: oltre 2000 disegni sciolti, altri contenuti in sedici volumi rilegati, ancora i ritratti e gli autoritratti e i fogli incorniciati 12 . Bisogna considerare poi che non tutti i fogli posseduti da Gabburri nel 1722 sono descritti nel secondo inventario (alcuni forse vengono venduti prima, altri vengono rilegati in volumi) e che l'inventario dei fogli sciolti della Fondation Custodia, pur ricchissimo di disegni descritti in modo dettagliato (con un numero, la descrizione del soggetto, della tecnica delle misure e spesso con aggiunte di altre utili notizie), è probabilmente incompiuto . Accanto alle numerose testimonianze sulla collezione offerte dai viaggiatori e conoscitori stranieri tra cui Pierre Crozat, Pierre-Jean Mariette, Edward Wright, Horace Mann e molti altri 14 , anche una cronaca contemporanea (settembre 1740) magnifica l'impegno culturale e il mecenatismo del Cavaliere e ne elogia le collezioni, offrendo un primo approssimativo conteggio delle raccolte di disegni e stampe: "Egli ha finalmente ridotta la sua casa una sontuosa Galleria, mentre ivi si può ammirare, oltre le molte pitture e bassirilievi, una prodigiosa raccolta di circa 50000 stampe, e 14000 disegni di valentissimi uomini, e quello che fa viepiù risaltare questa regia collezione, sono fino ad ora sopra a dugento Ritratti originali di famosi Pittori, fatti da loro stessi, parte a pastelli, e parte a matita, e siccome egli giornalmente ne và acquistando de i nuovi, si spera che non passerà gran tempo che ne farà vedere un intero non mediocre Gabinetto" 15 . Gabburri non ha un suo marchio di collezione, una sigla, un timbro. Il suo segno di riconoscimento è dunque la grafia -già identificata nel Supplemento del Lugt del 1956 16 -grafia che troviamo in varie tipologie ma caratterizzata sostanzialmente da numerazione e didascalie. Conosce i marchi di alcune collezioni e qualche volta appunta nelle sue carte le firme o i marchi di altre provenienze scoperti sui fogli della sua raccolta 17 .
Monica Schettino, 2008
FILOLOGIA E CRITICA, p. 423-431, ISSN: 0391-2493
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Giovanni Sgambati: musicista dell’avvenire o epigono romantico?, 2018
Versants. Revista suiza de literaturas románicas
in "Fiumi reali e immaginari nella lingua e nella letteratura italiana", a cura di Franco Musarra e Ulla Musarra-Schroder, Firenze, Cesati, 2018
Cuadernos de Filología Italiana, 2015
Insula Fulcheria, 1998
Ricordare Betocchi, 2018
Una passeggiata tra i quadri Gonzaga, 2021
Nicoletta Leonardi, Fotografia e materialità in Italia. Franco Vaccari, Mario Cresci, Guido Guidi, Luigi Ghirri, Postmedia, Milano, 2013
Si inizia sempre cosi. Giuseppe Zigaina , 2018
Studi Novecenteschi, 2011
DIFFERENTI CONVERGENZE/UN DIALOGO IMPROBABILE. Riccardo Dalisi - Francesco Pernice, 2018
La Pittura a Gaeta tra Seicento e Settecento, 2022
Cultura, arte e committenza nella Basilica di S. Antonio di Padova tra Ottocento e Novecento, Atti del Convegno internazionale di studi (Padova, 22-24 maggio 2019), a cura di Luciano Bertazzo, Francesca Castellani, Maria Beatrice Gia, Guido Zucconi, 2020
Giulio Turcato. Opere su carta, 1998