Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
10 pages
1 file
Hortus artium medievalium, 2020
The contribution takes as its starting point an article by Claudia Barsanti in which it was erroneously stated that in the arches of the Palazzo del Consiglio in Padua there was only one capital cut in two and not two capitals. On the basis of this piece of news, other authors have suggested that the capital is not a medieval reuse, but may have been included in the 19 th / 20 th century restoration. After demonstrating that the capitals are in fact two, the study goes on to suggest, for the first time, that they are not only a medieval reuse, but more specifically an intentional spolium. This use indicates a full awareness of the Asian Minor origin of the capitals related to the myth of the Trojan hero Antenor, founder of the city of Padua. This paper serves as a confirmation of the hypothesis that the capitals belong to the spoils coming from the Church of San Polieucto in Istanbul, imported from Venice after the Fourth Crusade, thus adding a further specimen to those already put into relation to the Paduan capitals by critics.
79 * Già professore ordinario di Protostoria euopea presso il Dipartimento Uomo e Territorio, Università degli Studi, Perugia.
Rassegna Storica dei Comuni, 2003
Le terre di Casolla Valenzano, come pure tutta la pianura campana, prima della conquista da parte dei Romani erano abitate dagli Osci e ciò è testimoniato dalle numerosissime tombe scoperte di quel periodo. Ad esempio, a breve distanza da Casolla, in contrada Padula 1 , nel fondo del cav. A. Cafaro, furono trovate nel 1928 dall'archeologa Elia Olga 21 tombe, di cui 15 integre e complete 2 . Oltre alle tombe, a Caivano, in alcuni cortili di via Capogrosso e via Don Minzoni, come ci testimonia Vincenzo Mugione in un articolo riportato integralmente da Stelio Maria Martini 3 , furono ritrovati dei frammenti di dolii, grossi vasi utilizzati per la conservazione di alimenti, e ciò dimostra che ivi era esistente un villaggio osco. La via che conduceva dal Sannio centrale, vale a dire dalla zona di Benevento, a Cuma, importante città greca con un attivissimo porto, passando per Suessula 4 , per il villaggio osco che diventerà poi Caivano e per Atella, seguiva il tracciato dell'attuale provinciale Caivano-Cancello, passando quindi nelle immediate vicinanze della nostra Casolla.
Tutti i diritti riservati © Copyright by monaStero San SilveStro abatefabriano printeD in italy Francesco salvestrini 'FURTI' DI IDENTITÀ E AMBIGUE SEMANTIZZAZIONI AGIOGRAFICHE: VERDIANA DA CASTELFIORENTINO SANTA VALLOMBROSANA Dondo campana, È morta Verdiana, 'N un campo di ceci. Piangete Lucchesi! [filastrocca popolare della Valdelsa] ( 1 ).
Allegretto Nuzi e il '300 a Fabriano, 2021
Scheda sugli affreschi di Allegretto Nuzi in San Venanzio a Fabriano
A VALENZANO UNA IPOTESI Non sono uno storico, non sono un accademico.
L. Magnani (a cura di), Città, Ateneo, Immagine, 2014
Scheda biografica e letteraria del poeta monrealese del XVII Antonio Veneziano.
Le fortune finanziarie della famiglia Veneziano cominciano con Giovanni, che forse si trasferì a Monreale da Venezia, e alla sua morte nel 1512 lasciò eredi la moglie e quattro figli. Fra costoro fu Antonio quello che in vita riscosse i maggiori successi ricoprendo incarichi di rango nella Curia arcivescovile cittadina: Maestro notaio (1512), Pretore durante la visita dell'imperatore Carlo V a Palermo e Monreale (1535). Il Magnifico Antonio, titolo assunto dopo le sue cariche politche, ebbe una vita sentimentale intensa, sposando tre donne e avendo nove figli legittimi oltre due figlie naturali. Fu inoltre saggio amministratore delle cose familiari anzi incrementandole in maniera cospicua. L'ambiente familiare era connotato anche da quel tipico sentimento di braveria e violenza proprio del patriziato siciliano cinquecentesco. Nel 1534, Giovanni, fratello del poeta, si trova invischiato in una lite con la famiglia nobile Scuderi e persino il Magnifico Antonio è coinvolto nelle vie di fatto finendo ai domiciliari. Quando pace sembra fatta, Angelo Scuderi è assassinato e Giovanni accusato d'omicidio. Nel 1547 muore il Magnifico Antonio, quando il nostro aveva soli quattro anni d'età, e in questo momento comincia la disgregazione della famiglia. Allegranza, terza moglie del Magnifico Antonio, e i figli maggiorenni, ebbero in parti uguali i vasti possedimenti e la "roba"; i figli minorenni ebbero come tutore lo zio arciprete Antonino in qualità di amministratore della loro parte di eredità. Proprio lo zio sacerdote ha influito sull'ingresso, 1553, nel Collegio gesuitico monrealese di Antonello che dopo la morte del padre assumerà il nome di Antonio. Nel 1555, visti gli ottimi risultati scolastici, lo zio Antonino lo mandò a studiare nel Collegio Massimo dei gesuiti di Palermo a soli dodici anni d'età. Lo ritroviamo qualche tempo dopo in quello di Messina per completare gli studi di retorica, grammatica e metrica latina, ebraico e greco (e iniziare il noviziato nella Compagnia di Gesù). Nel 1559 studiò nel Collegio romano dove, per i tre anni successivi, intraprenderà gli studi di diritto e filosofia seguendo gli insegnamenti di Francesco Toleto futuro cardinale. Ma nel 1563, forse in preda ad un rigetto della vita seria e rigorosa condotta da gesuita, abbandonato l'abito, tornò a Monreale e subito si diede da fare per la riscossione di alcuni crediti dovutigli. Nello stesso 1563 una gravissima accusa piomba sul fratello Nicolò: omicidio. Scattano gli arresti domiciliari per i tre fratelli Veneziano (tutti ritenuti coinvolti nell'assassinio). I fratelli provano a sottrarsi all'accusa, riuscendo ad ottenere la libertà (grazie alle doti da giureconsulto di Antonio). La vicenda non sembra mettersi malamente tantoché, quando il cardinale Farnese emana i nuovi Capitoli cittadini di Monreale, tra i cinquanta nuovi consiglieri si trova anche l'inquisito Nicolò! Ma trame e faide politiche riescono a fargli imporre un bando da tutto quanto il territorio di Monreale (all'epoca circa un quarto della Sicilia). Nel 1567 si chiede il giudizio finale e i Veneziano vengono portati all'interno del Castello a mare di Palermo, dove sono sottoposti alla tortura dei tratti di corda. La prova gli riesce favorevole e nel 1568 furono scarcerati ma con ancora il bando da Monreale. Gli anni dell'esilio sono tristi anche per le difficoltà economiche che l'opprimono e costringono ad una vita fatta di grandi ristrettezze, non potendo accedere ai suoi beni anzi usurpati. Antonio trascorse l'esilio di Palermo presso la sorella Vincenza, moglie di Antonino de Calogero, Pretore monrealese. Nel 1573 è nuovamente rinchiuso nel Castello a mare di Palermo, anche sede del tribunale dell'Inquisizione di Sicilia in quel periodo, per il rapimento d'amore della giovane Francesca Porretta e per l'accusa di furto. La madre Allegranza non tollerò oltre le malefatte del figlio e nel 1574 lo cancellò dal suo testamento in quanto «disobbediente».
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome - Italie du Sud: Santa Maria di Agnano (Ostuni, Pouilles), 2012
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Il Monastero restituito. Astino: storia, arte, architettura e paesaggio, 2023
69- “Guido Casoni, Venezia e l’Accademia degli Incogniti,” in Guido Casoni: Un letterato veneto tra ‘500 e ‘600 (Vittorio Veneto: De Bastiani, 2008), 53-69., 2008
Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, https://www.ereticopedia.org/vincenzo-tizzani, 2024
Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2016
Strategie urbane e rappresentazione del potere. Milano e le città d'Europa, 1277-1385, 2024
Bertoni R. (ed.). La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica a Lungo Termine (LTER-Italia): situazione e prospettive dopo un quinquennio di attività (2006-2011). , 2012
F. M. Giani, "Aurelio Luini. Martirio di San Vincenzo", in "Bernardino Luini e i suoi figli", a cura di G. Agosti, J. Stoppa, Milano, Officina Libraria, 2014, pp. 342-345, 2014
(a cura di): Corrado F., Dematteis G., Di Gioia A., Nuovi montanari. Abitare le Alpi nel XXI secolo. p. 87-99, Milano:Franco Angeli, 2014
Maraglianeschi. La grande scuola di Anton Maria Maragliano, a cura di D. Sanguineti, 2018