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2022, Scritti Critici, Le Lettere
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Conferenza inedita, Lucca, 1997
Deborah De Blasi, 2020
A fairy tale is a koine. It is a common memory in which everyone can find his roots and many reasons of his existence. The origin of the fairy tale is very ancient. It travels through history to the present day. It also lived in the horrible experience of Auschwitz.
Aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture (Lc 24,45). Scritti in onore di Ermenegildo Manicardi nel suo 75° compleanno, 2023
The beginning of chapter 3 of the Gospel according to Saint Luke presents a series of historical confrontations that determine a fairly reliable framing of the beginnings of the Preaching of John the Baptist and the public life of Jesus.
2018
Prima che la fiaba sia riconosciuta come genere letterario, i temi, le situazioni, i personaggi e gli stupori circolano nel mondo della novella. Un incontro felice e necessario. Fiaba e novella hanno in comune due aspetti: la narrazione è breve, l’azione veloce; tramandano in forma scritta il racconto orale. L’apparire del fiabesco nella novella sembra una velata poetica del narrare, una burla sul dire e il non dire, sul credere e il non poterci credere. La fiaba prima della fiaba è un’antologia di brevi narrazioni che tracciano le diverse scie del fiabesco disseminate lungo le maggiori opere della tradizione novellistica: il Libro de’ Sette Savi, il Novellino, il Decameron di Boccaccio, il Pecorone di Ser Giovanni, le novelle di Sercambi, Il Paradiso degli Alberti di Gherardi, laFavola di Machiavelli, le Novellae di Morlini,Le piacevoli notti di Straparola, Il peregrinaggio dei tre giovani figlioli del re di Sarendippo dell’Armeno, Le sei giornate di Erizzo, La lucerna di Pona. Dodici capitoli che illustrano l’incubazione e la liberazione di un genere di racconto in cerca del suo spazio letterario. Gli parve in sogno vedere la donna sua andar per un bosco assai bello, il quale essi non guari lontano alla lor casa avevano; e mentre così andar la vedeva, gli parve che d’una parte del bosco uscisse un grande e fiero lupo. (Boccaccio) Passando adunque Fortunio or stagni or valli or monti ed altri alpestri e salvatici luoghi, finalmente una mattina tra sesta e nona giunse ad uno folto ed inviluppato bosco; e dentro entratovi, trovò il lupo, l’aquila e la formica. (Straparola) Io, all’esempio loro, nell’estremo bisogno volli far prova se l’erba la vita al defonto render poteva; né tantosto su ’l cuore posta gli fu, che lo spirito della vita quasi da un sonno si risvegliò nel suo seno. (Pona)
L'usanza di mangiar cuccìa il 13 dicembre, festa di S. Lucia, protettrice della vista, non è solo pignolese ma si inserisce in quel complesso di riti e miti popolar-cristiani che abbraccia tutta, o buona parte, dell'area meridionale. Vecchia di alcuni secoli, l'anima popolare ha creduto di trovarne un riflesso in un miracolo operato dalla Santa a favore del popolo siracusano, di cui lei è concittadina e patrona. Il fatto storico ci è stato tramandato da Giuseppe Capodieci nelle Memorie di S. Lucia che così annotava: «Occorre in quest'anno (1763) una grande carestia sino al 9 gennaio, in cui suole esporsi il Simulacro di S. Lucia, per la commemorazione del terremoto del 1693. Nel farsi al solito la predica, esce di bocca al predicatore che S. Lucia poteva provvedere al suo popolo col mandare qualche bastimento carico di grano. In effetti, il giorno dopo, arriva dall'Oriente nel porto una nave carica di frumento e sul tardi un bastimento, che era stato noleggiato dal Senato; poscia un vascello raguseo, seguito ancora da altri tre, sicché Siracusa, con tale abbondanza che appare a tutti miracolosa, può provvedere molte altre città e terre di Sicilia. Il padrone di una delle dette navi dichiarò che non aveva intenzione di entrare in questo porto, ma vi fu obbligato dai venti e seppe che era in Siracusa dopo aver gettato l'ancora; aggiungendo che, appena entrato in porto, si era guarito di una malattia agli occhi che lo tormentava da qualche tempo». Il racconto dell'annalista siracusano, quattordicenne all'epoca dei fatti narrati, si ferma qui, ma la leggenda, presente e fatta propria da altre città di Sicilia, va oltre e aggiunge che le navi furono prese d'assalto e ognuno poté portare a casa la sua razione di grano, cucinandolo, per mancanza d'ingredienti, nella maniera più semplice. E poiché era il 13 dicembre, la popolazione decise all'unisono che da allora in poi si mangiasse, ogni anno in quel giorno, solo cuccìa e legumi. Se la creazione di questo mito serve a spiegare un rito ben preciso, è altrettanto vero che la cuccìa non solo è a esso preesistente, ma la ritroviamo parimenti a svolgere la funzione di cibo rituale in occasioni diverse anche se sempre legata a qualche festa di santo o commemorazione, come a Tolve, Brindisi di Montagna, Potenza dove è propria della Commemorazione dei Defunti, assumendo così, secondo l'uso orientale, l'aspetto di pasto funebre. Riporta a tal proposito Raffaele Riviello in Costumanze, vita e pregiudizi del popolo potentino: «In tutte le famiglie agiate sul fuoco stava il caldaio pieno di cuccìa (forse concia), cioè miscela di grano, granone e legumi cotti, per darla in limosina a quanti si presentavano a chiedere la carità innanzi all'uscio. Ed i poveri ne empivano più volte la sacchetta, da averne per una settimana. La commemorazione dei morti era
Between, Journal of the Italian Association for the Theory and Comparative History of Literature, 2012
https://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/378 I shall refer to the public right in fairy tales in light of the contribute of the folkloristic studies about authorship in fairy tales with a specific attention for those scholars who worked on an individual concept of authorship, such as Marke Azadovskij, Linda Dégh, Luz Rörich, R. Wehse and Key Stone. Taking into account legal implications raised by Helle Porsdam's anthology 'Copyright and other Fairy Tales', I will show how legal and scientific issues influenced that heterogeneous group of novels, short stories and children's books which today are known as fairy tales. How to Cite Massi, E. (2012). The Public Right in Fairy Tales. Between, 2(3). https://doi.org/10.13125/2039-6597/378
2023
The analysis of normative representations in literary texts is one of the main lines of the studies in the context of the relationship between Law and Literature. In this area of research, the folktale is certainly one of the richest narrative forms for the original legal motifs, precisely because of its historical origins in the oral tradition. Over the centuries the folktale has consequently become a pedagogical model of legal communication, assuming the social function of transmitting to the new generations the founding rules of civil living. In this sense, the possible legal canons in the folktales are not just fantastic elements, but also real folkloric rules and, specifically, a historical legacy of realistic normative phenomena (both substantive and procedural). The purpose of this paper is therefore to show how the folktales collected by the brothers Jacob and Wilhelm Grimm can be interpreted as a hermeneutic guide to modern Law.
2004
GHERARDO ORTALLI, The pathological gambler and the notary: the "promissio de non ludendo", 7 ERMANNO ORLANDO, Morire per gioco a Venezia nel Trecento. La passione e il caso, la tolleranza e la repressione, 19 BERNARD RIBÉMONT, Christine de Pizan et les jeux de cour (à propos des Jeux à vendre), 49 SERGE VAUCELLE, «Jouer à la veuë du Prince». Pédagogie sportive et préparatifs corporels aux fêtes de la cour dans la France classique (1550-1650), 56 RAFAEL NARBONA VIZCAÍNO, Los juegos y espectáculos de la fiesta del Corpus Christi en los reinos ibéricos (1264-1545), 67 LUISA CAPOROSSI, Gioco e tempo nell'"Appartamento dello specchio" del castello estense di Ferrara. Ipotesi per il programma iconografico di Pirro Ligorio, 98 PATRIZIA GRIMALDI PIZZORNO, Justice at Play or The Play of Justice, 115 DENNIS BRAILSFORD, Royalty and English Sport 1727-1760. The King and the Country, 128 TOMÁS A. MANTECÓN MOVELLÁN, El control de la moralidad por medio de la fiesta: flagelantes y cencerradas en la España cantábrica, 141 Schede/Cards/Fiches/Karten PAOLO GARBINI, L'amicizia in palio, il campione di nuoto e l'azzardo: sport e gioco in Boncompagno da Signa, 163 ANNE-MARIE BUFFELS, Archives & Collections de la Loterie nationale belge, 168 Libri/Books/Livres/Bücher HEINER GILLMEISTER, Tennis. A Cultural History, recensione di Gherardo Ortalli, 172 ROBERTO CAMPAGNER, Lessico agonistico di Aristofane, recensione di Fernando García Romero, 174 CHRISTIAN WALLNER, Soldatenkaiser und Sport, recensione di Claudio Azzara, 177 DUCCIO BALESTRACCI, La festa in armi. Giostre, tornei e giochi del Medioevo, recensione di John Marshall Carter, 177 GIOVANNI PONTANO, I libri delle virtù sociali, a cura di FRANCESCO TATEO, recensione di Benjamin G. Kohl, 179 ANTONIO SCAINO, Trattato del giuoco della palla, a cura di GIORGIO NONNI, recensione di Cees de Bondt, 180 ILARIA TADDEI, Fanciulli e giovani. Crescere a Firenze nel Rinascimento, recensione di Matteo Casini, 184 DIEGO D'ELIA, Il Codice Vaticano "Boncompagni N. 3", recensione di Barbara Holländer, 188 La festa a Catalunya. La festa com a vehicle de sociabilitat i d'expressió política, recensione di Tomás A. Mantecón Movellán, 192 Lo sport in uniforme. Cinquant'anni di storia in Europa (1870-1914), recensione di Piero Del Negro, 195 FRANCO PRATESI, Pietre e pilastri. Panoramica storica del go dal punto di vista italiano, recensione di Paolo Zanon, 198 Notizie/News/Nouvelles/Nachrichten GHERARDO ORTALLI, Le jeu aux XVIII e et XIX e siècles et les ménestrels dans deux numéros de revues italiennes entièrement consacrés à des monographies, 200
Dante e la Toscana occidentale: tra Lucca e Sarzana (1306-1308), 2021
: Il tema principale di questo intervento è il lucchese nel poema di Dante. Per un carattere dell’italiano e in genere alle lingue europee, questo tipo di aggettivo o sostantivo è sia un etnonimo, riferito in questo caso agli abitanti di Lucca e al relativo tipo o stereotipo antropologico-culturale, sia un glottonimo, riferito alla varietà linguistica propria di Lucca; come vedremo, nel testo dantesco e negli antichi commenti questi due aspetti possono sovrapporsi o intrecciarsi. Inoltre, se vari saggi di questo volume si incentrano su Dante a Lucca, il presente saggio riguarda anche il Dante a Lucca, cioè la circolazione lucchese di libri mano- scritti della Commedia, spesso indicati per metonimia col nome dell’autore. Sotto il profilo linguistico, nel poema dantesco le emergenze del lemma Lucca sono associate a marche rinvianti (o associate dai commentatori) al lucchese, talora condivise col pisano; lo stesso avviene, rispetto a tratti pisani o pisano-lucchesi, per le occorrenze di Pisa e Pisani, sicché il ragionamento si sviluppa anche sul filo di questo confronto, in coerenza col tema generale di queste ricerche, ossia Dante nella Toscana occidentale.
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Storia dell'Eparchia di Lungro - Una recensione, 2020
Archivio antropologico mediterraneo
E-Review. Rivista degli Istituti Storici dell'Emilia-Romagna in Rete
in Arte a Lucca: un percorso nell'arte lucchese dall'Alto Medioevo al Novecento, M.T. Filieri (dir.), pp. 13-39, 2011
Dizionario storico dell'Inquisizione, a cura di Adriano Prosperi, con la collaborazione di Vincenzo Lavenia e John Tedeschi, II, 2010
Italogramma. Letteratura e spettacolo, 16, 2018
La Pagina di Campalto. Mensile a sfondo sociale di pubblica utilità, 2022