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2025, LETTERE DALL'ITALIA - TOMO II
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Antoine Laurent Castellan (Montpellier, 1772 – Parigi, 1838) è stato un importante pittore vedutista francese. Di ritorno dal suo viaggio in Turchia e Grecia, egli attraversò l'Italia. Nel 1819 pubblicò, in tre volumi, le sue "Lettres sur l'Italie", illustrate con 50 vedute disegnate e incise da lui stesso. Questa è la traduzione in italiano del secondo volume.
Autografi dei Letterati Italiani. Il Cinquecento, 2013
Noto soprattutto per la Retorica, un compendio della disciplina classica scritto in italiano su commissione del cardinale Ippolito d'Este, Bartolomeo (Baccio) Cavalcanti era stimato dai suoi contemporanei anche per le numerose orazioni, per le traduzioni da Polibio e per i trattati politici. Di tutta questa attività letteraria però, benché vi siano molti manoscritti datati, indice della diffusione delle sue opere, non sono rimasti autografi e dunque, allo stato attuale delle conoscenze, gli scritti noti di mano del Cavalcanti sono di natura epistolare, ad eccezione di uno. Compreso entro trentacinque anni (1526-1561), il suo epistolario è particolarmente corposo e consta di circa 300 pezzi, 193 dei quali autografi. I tre quarti dell'intero elenco sono conservati presso gli Archivi di Stato di Firenze e Parma e la British Library di Londra (in quest'ultima ci sono missive inviate soprattutto a Piero Vettori); altri notevoli giacimenti di lettere autografe si trovano alla Biblioteca Estense e Universitaria di Modena e all'Archivio di Stato di Napoli, dove però un incendio ha distrutto parte delle missive del fiorentino ivi conservate (Romier 1913(Romier -1914 Pacifici 1920; François 1951; Roaf in Cavalcanti 1967). La notevole dispersione del materiale autografo risente presumibilmente dell'agitata vicenda biografica dell'autore: fautore dell'ultima repubblica fiorentina tra il 1527 e il 1530 ed esule volontario nel 1537, Cavalcanti ebbe infatti una vita errabonda, soggiornando a Ferrara, Parma, Siena, Roma e Padova. Inoltre, impegnato per tutta la vita in un'intensa attività diplomatica per conto non solo dei suoi compagni d'esilio, ma anche di alcune delle piú potenti famiglie italiane (Este e Farnese), Baccio fu costretto a spostarsi continuamente e a recarsi di frequente in Francia e a Venezia.
Con l'insuccesso della prima guerra d'indipendenza (1848-1849) crollarono tutti i sogni di riscatto nazionale e di rinascita civile, lasciando al loro posto delusione e tristezza, ma presto, allo smarrimento iniziale, subentrò il raccoglimento, la riflessione e, più che di scrittori e di oratori ai quali fosse demandata la risoluzione dei problemi della Patria, si sentì il bisogno di politici, di diplomatici, di generali...
LETTERE SULL'ITALIA - TOMO I, 2024
Antoine Laurent Castellan (Montpellier, 1772 – Parigi, 1838) è stato un importante pittore vedutista francese. Di ritorno dal suo viaggio in Turchia e Grecia, egli attraversò l'Italia. Nel 1819 pubblicò, in tre volumi, le sue "Lettres sur l'Italie", illustrate con 50 vedute disegnate e incise da lui stesso. Questa è la traduzione in italiano del primo volume.
La rivista semestrale della Fondazione Giorgio Cini, con tutti i programmi culturali da marzo ad agosto 2015 e approfondimenti su fondi, collezioni e pubblicazioni.
In uscita a fine giugno 2018, il primo volume di un nuovo manuale di Letteratura italiana per l'Università, firmato da Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo e Franco Tomasi, con la collaborazione di Laura Carotti, Vittorio Celotto, Giuseppe Crimi, Giovanni Ferroni, Marco Grimaldi, Roberto Rea. Si presenta uno specimen con copertina, frontespizio, indice e alcuni capitoli (Dante, Vita nuova, Commedia).
LE LETTERE AI CORINTI - Secondo volume, 2018
Esegesi della seconda lettera di Paolo ai corinti
I nvitato da Arnaldo Marcone a tenere una relazione su «Theodor Mommsen, l'Italia e l'epigrafia» al Convegno di Udine/San Daniele del Friuli il 6 e 7 ottobre 2006, 1 in uno degli intervalli delle sessioni mi chiedevo se si sarebbe potuto mai avviare un censimento, con la conseguente e naturale edizione, delle lettere che Mommsen scrisse agli italiani; anche perché, dopo il mio lavoro del 2003 sull'epistolario di Mommsen conservato alla Biblioteca Vaticana (oltre duecento lettere), 2 avevo pazientemente raccolto quanto nei decenni precedenti era stato pubblicato sull'argomento; avevo costituito un discreto schedario, e, suggestionato inoltre da importanti monografie riservate all'edizione delle lettere di Mommsen ad alcune personalità del mondo scientifico, soprattutto tedesco, 3 mi andavo sempre più convincendo che anche l'Italia avrebbe dovuto disporre di simili repertori. Ne parlai a Cividale del Friuli con Marcone e poi con Oliviero Diliberto prospettandogli il mio desiderio. Da entrambi ebbi un caloroso assenso. Non solo: proprio a conclusione dei lavori di quell'incontro Gino Bandelli nella relazione finale dava conto di questo progetto. 4 Dopo 1 M. Buonocore, Theodor Mommsen, l'Italia e l'epigrafia, in A. Buonopane -M. Buora -A. Marcone (a cura di), La ricerca epigrafica e antiquaria nelle Venezie dall'Età Napoleonica all'Unità. Atti del Convegno di Studi. Udine -San Daniele, 6-7 ottobre 2006, Varese 2007, 18-52. 2 M. Buonocore, alcune riunioni preliminari, in data 29 gennaio 2007, con Diliberto, Marcone e chi scrive (e viene sempre e spontaneo da pensare a quel «triumvirato pacifico sempre e laborioso» come Mommsen amava definire quello da lui formato con Henzen e de Rossi per la realizzazione dei vari volumi del CIL) si è costituito a Roma il 'Comitato Nazionale per l'Edizione delle lettere di Theodor Mommsen agli Italiani', coinvolgendo nel consiglio scientifico numerosi studiosi italiani e stranieri nonché dando in diverse riviste internazionali il necessario annuncio 5 con la creazione anche di un sito informatico curato dal dott. Daniele Fusi. Quale sede legale del Comitato fu scelta la Sezione di Diritto Romano del Dipartimento di Scienze giuridiche, Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi «La Sapienza»; una scelta non casuale ma profondamente congruente: non solo perché Mommsen, come si sa, è stato innanzitutto un grandissimo storico del diritto romano (non per nulla al terzo piano di quella Facoltà si conserva un suo ritratto donato da Otto Gradenwitz), ma anche perché quel mio libro del 2003 appena evocato venne ospitato nella collana della Sapienza 'Pubblicazioni dell'Istituto di Diritto Romano e dei Diritti dell'Oriente Mediterraneo' per i tipi di Jovene Editore. La scelta, quindi, è sembrata quasi naturale ed ineludibile. L'intero progetto ha avuto un finanziamento dall'Università della Tuscia di Viterbo, per gentile volontà del suo Magnifico Rettore, il prof. Marco Mancini, e del prof. Gaetano Platania, Preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere afferente al Dipartimento di Scienze Umane del medesimo Ateneo. A loro ancora una volta un sentito grazie per il prezioso contributo e la sensibilità dimostrata.
2014
Tolkien non era un teologo né un metafisico (così come Tommaso d'Aquino non era un narratore di miti) e tuttavia riteniamo che accostare questi due classici non sia operazione insensata 1 perché:-Tolkien conosceva l'opera dell'Aquinate [1];-nell'opera di Tolkien ci sono molti contenuti filosofici (anche se non di natura sistematica);-paragonare questi contenuti al pensiero di Tommaso d'Aquino può aiutare, per similitudine [2] o contrasto [2], a far meglio emergere il proprium metafisico che sta o meno alla base del Legendarium. ARTICOLO PUBBLICATO IN : Tolkien e i Classici (a cura di C.Testi, R.Arduini, C. Barella e G. Canzonieri), Effatà, 2014.
1. IL NOVECENTO LETTERARIO ITALIANO: DEFINIZIONI E RIFLESSIONI Novecento = si intende convenzionalmente il XX secolo, ma questo periodo deve essere comunque considerato in modo molto elastico poiché bisogna tener conto anche di ciò che c'è stato prima. Quindi si può prendere come riferimento il 1861 (anno dell'Unità nazionale): momento in cui si può iniziare a ragionare di lingua italiana e quindi di letteratura italiana. Il punto di arrivo di questo periodo va al di la della data di fine secolo, ovvero il 31 dicembre 1999; infatti giunge fino ai primi decenni del Duemila, con un rinnovamento portato ad una dimensione sempre più multiculturale, multi linguistica e multi etnica. Letterario = ci si chiede cosa si intende per 'letteratura'; questa parola fa subito pensare all'insieme dei romanzi, novelle e poesie ma ciò fa confondere le idee su quella che in realtà dovrebbe essere la nostra idea di letteratura. La definizione di letteratura comprende tutti quei testi scritti che esprimono la visione della vita dell'autore attraverso la creatività. Italiano = questo aggettivo non vuole sottolineare che la letteratura in lingua è più importante di quella in dialetto. Se noi per letteratura italiana intendessimo solo quella scritta in lingua italiana resterebbero escluse le opere dialettali e anche quei testi che autori italiani hanno scritto originariamente in un'altra lingua per ragioni personali o storiche. C'è anche da tener conto anche di quegli scrittori stranieri che, trasferitisi in Italia, hanno imparato l'italiano per poter scrivere e pubblicare i loro libri. Tutte queste osservazioni ci permettono di intendere la letteratura italiana non tanto quella scritta in lingua italiana, ma quella nata all'interno della cultura italiana, che quindi comprende anche autori espatriati. 2. DALL'UNITA' NAZIONALE AL NUOVO SECOLO: DALLA TRAZIONE AL RINNOVAMENTO DELLA POESIA La svolta culturale (e quindi anche letteraria), conseguente a quella avvenuta in Italia dal 1861, nacque nell'Europa centro-settentrionale dopo la prima metà del 700 quando avvenne la frattura della storia moderna (dopo la prima rivoluzione industriale-> mutamento economico). A seguito ci fu una rivolta contro una secolare tradizione culturale. All'inizio del secondo millennio prese forma e forza una tradizione letteraria fondata su un linguaggio molto diverso da quello parlato e rivolto soprattutto ad un pubblico di nobili ed ecclesiastici (ricordiamo il petrarchismo, cioè l'imitazione della poetica di Petrarca). Questa tradizione però si spezzò soprattutto in Francia, Germania e Inghilterra dopo la metà del 700, quando la borghesia reclamò un'arte che sapesse rappresentare con un linguaggio attuale i sentimenti e gli ideali degli uomini contemporanei. In Italia la tradizione si spezzò nell'800 con il movimento romantico che cercò di allargare il suo pubblico e di avvicinarsi sempre più alla prosa. Per raggiungere questi obiettivi però occorreva intervenire sul linguaggio che incominciò piano piano ad
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Il Mediterraneo del ‘300: saperi, economia, società, “Schede medievali”, n. 49 (gennaio-dicembre 2011), pp. 396-400, 2011
''Gli impedimenta matrimonii secondo il Patriarca nestoriano Timoteo I'', Rendiconti della Reale Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche V, 29, 261-272. , 1920
Giuseppe Guzzatta, con contributi di G. Di Stefano, M.A. Vicari Sottosanti, V. Lo Monaco, Il "Tesoro dei sei imperatori" dalla Baia di Camarina, 2014