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AA.VV., Filosofia concretezza insegnamento in Pantaleo Carabellese, a cura di A. Altamura, Stilo, Bari 2023, pp. 90-103.
N ella primavera del 1841 un prezioso rilievo marmoreo del Rinascimento fiorentino 1 passava di mano per andare ad arricchire le collezioni artistiche di un'aristocratica dama francese. In una Firenze il cui mercato antiquariale si stava sempre più orientando verso le opere degli Old Masters, transazioni del genere erano abbastanza frequenti 2 ; ma la vicenda presenta un carattere di assoluta originalità, non solo per l'importanza dell'opera oggetto dello scambio, ma, in special modo, per i personaggi che ne furono protagonisti, per il circuito di affetti che li univa sia fra loro, sia ai luoghi da cui provenivano e che si andavano legando in una perfetta quanto emblematica circolarità. In uno degli articoli pubblicati sulla rivista «L'Artiste», Philippe de Chennevières ripropone le pagine del taccuino redatto durante il suo soggiorno fiorentino, in compagnia dell'amico Ernest Lafontan, nei mesi di marzo e aprile del 1841 3 . La narrazione si sviluppa ripercorrendo le visite e le scoperte di quelle giornate giovanili, gran parte delle quali frutto dei consigli di una donna eccezionale che egli frequentò con particolare assiduità durante la permanenza nella capitale del Granducato, la scultrice Félicie de Fauveau 4 .
This contribution presents a group of ceramics that were found in the area of the Venetian lagoon. These fragments are characterised by a decoration painted in blue and a siliceous body, a ware produced in both Syria and Egypt in the XIV and XV centuries. Specific archaeometric studies were carried out on these finds in order to identify their compositional and manufacturing characteristics, and to contribute new data for a more specific identification of their provenance.
Che cosa conosciamo di Pietro Mascagni, oltre a Cavalleria rusticana? Eppure una quindicina sono i suoi melodrammi, e numerose sono le composizioni per orchestra, da camera, per pianoforte, ampio il repertorio corale (sia sacro che profano), curioso il suo interesse per il teatro e il cinema. Amico-nemico di Puccini, col quale rivaleggiò sui palcoscenici per lunghi anni, favorito dal regime ma amato in tutta Europa, per la prima metà del Novecento musicale italiano Mascagni fu molto più che un semplice autore verista, come mostrano le sue musiche, di volta in volta decadenti, liberty, neoclassiche e molto altro. Con approfondito spirito musicologico e con l’ausilio di documenti inediti – non ultimo il prezioso Pietro Mascagni di Bastianelli e le lettere del librettista Guido Menasci -, Cesare Orselli ci guida alla scoperta del grande compositore toscano. *** What do we know of Pietro Mascagni, besides "Cavalleria rusticana"? There are about fifteen of his melodramas, numerous compositions for orchestra, chamber music and piano, a wide range of choral repertoire (both sacred and profane), and a curious interest in theater and cinema. Friend-enemy of Puccini, with whom he competed on stage for many years, favored by the regime but loved throughout Europe, for the first half of the Twentieth century Mascagni was much more than just a verist composer, as shown by his music, from time to time decadent, liberty, neoclassical and much more. With an in-depth musicological spirit and with the help of unpublished documents - not least Bastianelli's precious Pietro Mascagni and the letters of librettist Guido Menasci - Cesare Orselli guides us to the discovery of the great Tuscan composer.
Itinerario Gaginiano, Gangi, p. 177, 2011
Dopo aver discusso brevemente la prospettiva aperta dai corpora testuali nelle ricerche sul lessico, in quanto segue mi propongo di indagare l’affidabilità del corpus MIDIA per mezzo di un paio di studi connessi con i nomi deverbali che mi sono noti grazie a precedenti ricerche, in particolare i nomi d’agente maschili e femminili e i cosiddetti derivati con la forma del participio passato femminile. L’interesse primario dell’indagine consiste, oltre che nel mostrare l’utilità di MIDIA per ricerche di questo tipo, nel verificare la consistenza in prospettiva diacronica di questi due procedimenti derivazionali, e di riflettere in questa maniera sul valore delle ricerche basate su corpora per l’indagine della formazione delle parole dal punto di vista diacronico.
Fausto Socini, nemo propheta in patria sua, 2018
© goWare COPIA OMAGGIO © goWare COPIA OMAGGIO © goWare COPIA OMAGGIO Copertina Inizia a leggere Presentazione e Autore PRESENTAZIONE Sedicesimo secolo, la Riforma dilaga in Europa, sui roghi bruciano sia eretici protestanti che cattolici, c'è però chi propugna ideali di tolleranza e non violenza. Tra di essi spicca Fausto Socini. Discendente da una ricca famiglia senese di eretici, professori e alchimisti, a trent'anni Fausto organizzava feste all'università, scriveva poesie e non pensava lontanamente a laurearsi, fino a quando si trovò inaspettatamente a capo della più improbabile setta religiosa mai vista in Europa. Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo i discepoli di Socini, i Sociniani, dettero scandalo con le loro dottrine non ortodosse, ma furono anche molto amati da scienziati e filosofi come Newton, Locke, Jefferson. Ormai dimenticato, Fausto Socini ha però gettato le basi filosofiche della nostra società contemporanea. *** © goWare COPIA OMAGGIO Non so come io appaia al mondo, ma per quel che mi riguarda mi sembra di essere stato solo come un fanciullo sulla spiaggia che si diverte nel trovare qua e là una pietra più liscia delle altre o una conchiglia più graziosa, mentre il grande oceano della verità giace del tutto inesplorato davanti a me. Isaac Newton 1687 © goWare COPIA OMAGGIO Dedicato al mio babbo Alberto © goWare COPIA OMAGGIO In t r o d u z io n e Anni fa mi capitò di ricevere in modo del tutto inaspettato una mail da Eric Eldred in cui si chiedevano notizie di uno storico senese, eretico, che a suo dire aveva una certa rilevanza nel dibattito politico che si animava intorno al presidente degli Stati Uniti di quegli anni, George W. Bush junior. Per chi non lo conoscesse, Eric Eldred è stato un attivista per i diritti civili, prima come obiettore di coscienza durante la guerra in Vietnam, poi promuovendo la diffusione libera e gratuita di opere letterarie libere dai vincoli di copyright. Nel 1999 fu promotore di una causa di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti per opporsi al prolungamento del periodo necessario affinché le opere tutelate da diritto d'autore divengano di pubblico dominio, la causa prese appunto il nome di "Eric Eldred, versus John Ashcroft". Eric Eldred è stato soprattutto uno dei fondatori della organizzazione non-profit che ha definito le licenze Creative Commons, che regolano in modo nuovo i diritti di autore e che hanno dato un impulso fondamentale alla diffusione di contenuti di ogni genere sul web: Youtube e Wikipedia ad esempio ricorrono proprio a questo tipo di licenze. Eldred si chiedeva se Fausto Socini avesse influenzato in qualche modo i princìpi espressi nella dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, ed era curioso di sapere che testimonianze si trovano oggi a Siena, sua città natale, di questo personaggio. Ho iniziato così ad occuparmi di questo eretico e del contesto in cui si colloca. Il risultato è stata un'opera che vuole essere prettamente divulgativa, che ha l'ambizione di rendere un po' più popolare un personaggio poco noto ma che ha influenzato il pensiero di Isaac Newton, Thomas Jefferson, Spinoza, Locke e molti altri pensatori che hanno contribuito a gettare le basi della società in cui viviamo oggi personaggi. Il Socinianesimo, il movimento che ebbe origine dagli scritti di Socini, ebbe una grande diffusione fino al XVIII secolo, specialmente in area anglosassone, finendo poi per essere dimenticato insieme al suo fondatore. Un curioso aneddoto a proposito della fama raggiunta da questo movimento si trova nel libro I ragazzi di Barrow [1] , quando l'esploratore Clapperton, impegnato nella ricerca del misterioso fiume Niger, si trovò nel 1824 a Sokoto nel cuore dell'Africa più nera, in un territorio mai esplorato prima © goWare COPIA OMAGGIO © goWare COPIA OMAGGIO L a f a m ig lia S o z z in i Le prime tracce della famiglia Sozzini risalgono alla fine del XIII secolo con Martinello da Percenna. Percenna è oggi un piccolissimo borgo nei pressi di Buonconvento in provincia di Siena, ma nel Duecento era un castello con giurisdizione su una vasta area della Valdarbia, Valdombrone e Valdasso. Sotto il vicariato di Percenna, detto anche delle Sette Terre, ricadevano diverse borgate fino a quando, nel 1212, quando Percenna fece atto di sottomissione al Comune di Siena. Dell'antico castello adesso non restano più tracce, è rimasta solo la cappella dedicata a San Lorenzo, salvata dalla rovina dal restauro del nobile Giulio del Taja nel 1830. Lo stesso proprietario depose nel 1839 una lapide commemorativa «a ricordanza dei posteri» dedicata a Mariano, Lelio e Fausto Soccini. Figura 3, Figura 4. Tracce degli antenati Sozzini, si trovano nel libro delle gabelle da cui risulta che già nel 1304 Ser Mino notaio, uno dei figli di Martinello da Percenna, si era trasferito con la propria famiglia da Percenna a Siena, probabilmente sistemandosi nella zona che ancora oggi prende il nome di Vicolo dei Percennesi, nei pressi del Duomo. Passano pochi anni e i membri della famiglia iniziano a ricoprire molte cariche nell'ambito della Repubblica Senese: sono ambasciatori, entrano a far parte della compagnia dei Dodici e vi fu persino un domenicano inquisitore. Tra tutti i discendenti è da ricordare in particolare Sozzino, che nel 1400 abitava nella contrada di Pantaneto: è lui infatti il capostipite della famiglia, eponimo del casato dei Sozzini, come era d'usanza a quei tempi. Il maggior lustro alla famiglia fu però dato dal figlio Mariano, passato alla storia grazie alla sua fama di giurista ed umanista [3] . Figura 5. Mariano Sozzini nacque a Siena nel 1397, ricoprì la cattedra di diritto canonico in numerose università italiane fino ad essere nominato avvocato concistoriale da papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini. Mariano ed Enea erano amici sin dalla gioventù, come documentato da molte lettere. Particolarmente affettuosa e famosa è quella indirizzata da Vienna nel 1444 dal Piccolomini al cancelliere imperiale Kaspar Schlick. Nella stessa lettera, si continuano a tessere le lodi dell'amico, descrivendolo capace di interpretare la giustizia con saggezza quasi «divina», ma anche esperto in filosofia, cosmografia, geometria, aritmetica, storia, poesia, medicina, capace di eccellere anche © goWare COPIA OMAGGIO in agricoltura, pittura e scultura, nonché musica e calligrafia. Dopo la sua morte, il mito di Mariano crebbe ulteriormente e si disse addirittura che Mariano in gioventù avesse eccelso anche nella corsa, nella lotta, nella scherma, nel pugilato e anche nella danza. Si raccontava inoltre che sebbene non stesse mai in ozio, nel corso di tutta la sua vita non ebbe che tre volte la febbre e anche in quei rari casi «fu solamente lieve» [4] . Ovviamente dietro queste parole c'è una buona dose di esagerazione, ciò nonostante l'affetto di Enea Silvio Piccolomini fu sincero e Mariano fu veramente uomo di vasta cultura come testimoniato dal numero e dal prestigio degli incarichi ricoperti nella sua lunga carriera accademica oltre che dagli scritti che ha lasciato. Girolamo Gigli nel suo Diario Sanese, ipotizzava che fosse stato proprio Mariano ad avviare una delle prime accademie presso la sua villa di Scopeto. In effetti la tradizione delle accademie ebbe una grande diffusione a Siena e nel resto della Toscana tra il XVI e XVII secolo. Girolamo Gigli descrive queste «veglie erudite», si tenevano alla villa di Scopeto, sotto la guida di Mariano Sozzini, come serate in cui si svolgevano giochi di società secondo le usanze provenzali del XIII e XIV secolo. Nobili, virtuose matrone, giovani, accademici ed innamorati si incontravano per trattare prevalentemente questioni amorose. In questo modo i giovani di ambo i sessi si applicavano allo studio della morale, della poesia e delle favole. In realtà è probabile che a Scopeto si tenessero essenzialmente «lieti intrattenimenti» in cui la buona società senese si dilettava in giochi prettamente di tipo ludico e non veri e propri «convegni eruditi» come quelli svolti nelle accademie fiorentine dello stesso periodo. Non è però da escludere che alle allegre giornate a Scopeto partecipasse anche Enea Silvio. Nella lettera già citata del Piccolomini a Schlick, si racconta come il Sozzini avesse pregato l'amico di scrivere la storia di due amanti, invito raccolto dal Piccolomini che compose così la novella Historia de duobus amantibus [5] . Comunque, che si trattasse di vera accademia o di più informali incontri tra amici letterati, Scopeto fu certamente un luogo in cui Mariano amava ritirarsi a lavorare e a vivere. L'abitazione di città, dove il giureconsulto passò gran parte della sua vita, era il palazzo in Pantaneto noto adesso con il nome Sozzini-Malavolti, acquistato da Giovanni Sozzini, padre di Mariano nel 1443 [6] . Alex Gordon nel 1881 collocava invece l'abitazione di Mariano detta Casa della Saggezza, «dietro la strada in cui adesso si trova Piazza degli Alberghi, in via Cavour» [7] , che con la toponomastica attuale dovrebbe corrispondere a Piazza degli alberghi in via Montanini. La villa di © goWare COPIA OMAGGIO Scopeto, a circa 15 km dal centro di Siena, era una sorta di rifugio per Mariano, dove lavorare in tranquillità lontano dai tumulti cittadini e dalle epidemie che periodicamente vi si diffondevano. È infatti lo stesso Mariano a raccontare che nel 1457 si fosse ritirato a Scopeto per sfuggire alla peste che minacciava Siena. I suoi colleghi insegnanti gli chiesero di fare ritorno in città per riprendere le lezioni all'ateneo, ma Mariano declinò l'invito, preferendo continuare i suoi lavori nella pace di Scopeto. Mariano morì a settanta anni il 30 settembre 1467, lasciando l'eredità della famiglia ai figli Alessandro e Bartolomeo. Fu sepolto con funerali solenni nella basilica di san Domenico a Siena nella cappella di famiglia, a fianco dell'altare maggiore, dove ancora oggi si riconosce una lapide con lo stemma di famiglia e una iscrizione che ne ricorda le origini. Per la sua tomba fu...
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Antonia Abbattista Finocchiaro, 2018
Il Ragazzo Selvaggio, 2023
Il contributo italiano alla storia del pensiero. Musica, a cura di Sandro Cappelletto, Istituto della Enciclopedia italiana Treccani, Roma , 2018
Stefano Magrella, Susanna, Daniele e le Catacombe, in I Quaderni della Dorsale, n°4, Verona 2022, pp. 144-173., 2022
La storia va alla guerra Storici dell’area trentino-tirolese tra polemiche nazionali e primo conflitto mondiale, a cura di G. Albertoni, M. Bellabarba, E. Curzel, 2018
in C. Cremonini, F. Fergonzi (curated by), "Da Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti. Collezionismi a Ca' d'Oro", exh. cat., 30 May-24 Nov 2013, Ca' d'Oro, Venice, 2013