Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2024
Il Corso di Dottorato in Studi Classici per la Contemporaneità (ciclo XXXVIII) organizza il primo Convegno per Dottorandi, dal titolo “Phobos e Metus in Grecia e a Roma”. L’incontro, che si terrà a Palermo il 10 e 11 dicembre 2024, rappresenterà un’occasione di confronto e dialogo tra Dottorandi i cui ambiti di ricerca afferiscono a settori disciplinari diversi, con l’auspicio che la pluralità degli approcci metodologici contribuirà ad illuminare proficuamente aspetti diversi del tema in questione. La paura è un’emozione che pur nelle sue diverse manifestazioni e concettualizzazioni può senz’altro definirsi come universale, e in quanto tale in grado di influenzare un’ampia gamma di aspetti della vita umana, tanto nella sua dimensione strettamente individuale quanto in quella comunitaria. In questo senso si ritiene particolarmente utile condurre un’indagine sulla paura nel mondo antico greco-romano, negli ambiti specifici della politica, della religione, della filosofia, della retorica, del teatro e in generale della cultura nelle sue più varie manifestazioni.
SOMMARIO. S. Cirillo Alessandrino scrive che IL. XX, 67 – 74 è un passo allegorico in cui gli dei che si scontrano l’un l’altro rappresentano gli elementi naturali e le virtù ed i vizi in opposizione tra loro. Per prima cosa si è constato che questa interpretazione è attestata già in epoca classica presso gli interpreti di Omero. Qui se ne dà atta. Quindi il Santo cita IL. IX, 445 per dimostrare che Omero era monoteista. Mi sembra un’ipotesi interessante, pertanto ho esaminato gli scritti di S. Cirillo e di altri padri della Chiesa alla ricerca di citazioni similari tratte dagli autori antichi. Ne ho trovate un certo numero, i padri della Chiesa, infatti, hanno attinto a piene mani a tali fonti. Mi pare che tutte insieme attestino che il monoteismo non fosse sconosciuto agli autori classici.
Il nuovo atlante di sophia, 2021
Lidia Palumbo è autrice del primo paragrafo di questo saggio.
Studi recenti sull'età che per il prestigio e la fama del suo protagonista è definita "Cimoniana", hanno consentito di acquisire dati in grado di offrire una visione d'insieme più accurata dei cinquanta anni che hanno preceduto la Guerra del Peloponneso 1 . Il presente contributo si limita ad esaminare l'utilizzazione da parte dei Filaidi e in particolare di Cimone, del culto di Apollo Oulios quale uno degli strumenti di propaganda volti a favorire le realizzazioni cimoniane di quegli anni e in particolare all'affermazione della Lega di Delo. Tale culto fu in maniera assai efficace e funzionale collegato al mito di Teseo che andava acquistando in questo periodo una rinnovata e vivace risonanza. Nella prima metà del V sec.a.C. infatti si attuò, come si è anche recentemente messo in rilievo, un recupero ed una reinterpretazione dell'eroe che ebbe il suo culmine nel 473 a.C., quando venne dedicato il Theseion, in occasione del recupero delle ossa del mitico re di Atene effettuato da Cimone e noto da numerose fonti fornite di una certa autorevolezza 2 ; in questa sede ci interessa evidenziare alcuni aspetti di questo uso del mito in epoca cimoniana, quando la sua applicazione costituì uno strumento "pubblicitario" estremamente efficace 3 .
Studi Cattolici 590 (2010)
The importance of oratory in ancient Egyptian literature
Il mito nasce come la rappresentazione di qualcosa di reale, descrivendo i costumi dell'uomo in un determinato tempo. Contiene elementi sociali e culturali che ci aiutano a capire il passato. L'antropologia del mito consiste nel tramandare i costumi e le tradizioni dei popoli antichi. L'uomo ha sempre cercato di comprendere il mondo in cui vive, chi e che cosa l'avesse creati, suscitando un vero e proprio desiderio di conoscenza, creando modelli antropologici a volte disgreganti dal punto di vista sociale (come ad esempio Achille e la sua ira, che inizialmente era un simbolo di forza, poi con la filosofia stoica divenne una malattia generante di disgregazione sociale e una forma di forza negativa). Il mito fa dunque anche attenzione a ciò che è negativo nella vita dell'uomo.
The presence and the significance of supernatural and in particular of ghosts not only in literature but particularly in everyday life during the greek-roman antiquity. Many ghost-stories received from the ancients are evidence of their belief in the real existence of a wide range of such apparitions.
BAIGNER LE PRÉSENT DANS LE SACRÉ La ricezione letteraria del mito dall’antichità alla contemporaneità, 2024
Da sempre il mito ha avuto un ruolo primario nell'evoluzione della storia culturale e dell'immaginario contemporaneo e, nei secoli, la letteratura ne è stata lo strumento di irradiazione per eccellenza. Alla persistenza diacronica di trame mitiche si intrecciano narrazioni letterarie che riscrivono il mito con esiti innovativi nel corso di epoche e culture assai diverse. Il presente volume raccoglie una selezione di contributi presentati durante il convegno dottorale internazionale del Corso di Dottorato in 'Forme dello scambio culturale' dell'Università di Trento (23-25 ottobre 2023). I contributi, che spaziano dall'antichità alle epoche a essa successive, esplorano il rapporto tra i contenuti mitici e le loro riscritture, in un dialogo che tiene conto delle continuità e delle fratture verificatesi intorno ai miti stessi, ma sempre
La mentalità primitiva concepisce, tra la fertilità del suolo e le manifestazioni sessuali, una relazione basata sulle regole della magia simpatica. Anche i culti agrari riservano un posto rilevante alla rappresentazione e alla manipolazione degli organi genitali. Negli "Acarnesi" di Aristofane assistiamo alla processione fallica che contrassegna le celebrazioni campestri di Dioniso: dietro una portatrice di cesti o canefora, procede uno schiavo con in braccio un enorme fallo, mentre la signora della casa intona un inno in onore del fallo personificato "compagno di Bacco". Il dio pastorale Ermete appariva nella forma di un palo sormontato da una testa e dotato di un fallo in erezione; a Cillene era rappresentato da un semplice fallo eretto su un piedistallo. Nelle feste Haloe e Tesmoforie, le donne plasmavano per Demetra delle figurine in argilla e dei dolci a forma di genitali maschili e femminili. Le invettive volgari e oscene si pensava favorissero la fecondità: anche le donne si abbandonavano a scurrilità in onore di Demetra.
Nel vasto territorio della sofferenza mentale, e più specificamente nella deriva paranoica – sempre in bilico tra noos e pathos, tra ragione e passione – ogni storia clinica impone una revisione radicale (e interdisciplinare) dei criteri ermeneutici. Inserito in un volume a più voci, il saggio lascia affiorare l’evolversi del concetto di “paranoia”, dalla sua configurazione mitica nell’antichità classica alla nascita della clinica e del lessico ippocratico. Restituendo a una significazione antropologica l'ambiguità semantica dello stesso termine parànoia, si tenta un recupero epifanico del rapporto tra rivelazione e follia, tra ethos e pathos, tra universo tragico e modelli protoclinici.
Archivio Antropologico Mediterraneo V/VII (2002-2004), Sellerio, Palermo, pp. 221-230, 2002
Giufà è not o in Grecia principalment e con il nome di Nassreddin Hot za. Questo per ovvi motivi storici, poiché ancora fino al 1922 alcune regioni della Grecia odierna erano parte dell'ex impero ottomano. Il nome Nassreddin, giunt o in Grecia dall'arabo attraverso il turco, ha avut o, nella tradizione popolare greca, molte varianti. I greci del P onto lo chiamano N astratìnos e Anast ratìs, ment re i ciprioti Asklanìhodja (con un facet o gioco di parole che indica per assonanza "Hodja che scorreggia", ma in effeti si trat ta della storpiat ura di Aslanìhodja, cioè Hodja cuor di leone, Hodja il buono). Il teologo e filologo illuminista greco e "maestro della N azione" Constantino Econòmos degli Econòmi, in una sua lettera inedita datata Smirne 1/8/1817, lo chiama N asrtatìn Hot zas; l'edit ore e lett erato Michaìl Salìveros lo chiama Nars-edìn, e ancora lo studioso Trikoglìdis, all'inizio del XX secolo, lo chiama N a s r-edìn, e altri ancora Stratihòtza, Nastredìn e N astradìn. La maggior part e dei greci lo conosce tut tavia semplicemente come Hotzas.
GIOIELLI DEL MONDO GRECO, 2023
Gli antichi gioielli vengono generalmente apprezzati, oltre che per il loro intrinseco valore, come testimonianze di lusso e di prestigio: tuttavia, ai fini di un'interpretazione storica corretta, occorre che i manufatti preziosi vengano considerati come tutto quanto il resto che si rinviene negli scavi archeologici 1. Come accade, infatti, per tutte le altre classi di produzione (per esempio le ceramiche), gli og getti d'oro devono essere utilizzati come documenti storici, e valutati non più prevalentemente sotto il profilo artistico o prezioso. Tuttavia, dei gioielli antichi in oro e argento, si è avuta una parziale considerazione che, inevitabilmente, ne ha condizionato la ricerca e lo studio: l'aspetto prezioso ha prevalso su ogni informazione a proposito, per esempio, del luogo di ritrovamento e delle condizioni di associazione 2 .
I fanciulli erano integrati nella comunità familiare in occasione delle feste semi-domestiche o semi-pubbliche delle fratrie. Prima della polis, ciascun gruppo sociale imponeva ai fanciulli un ciclo di prove rituali prima di ammetterli al proprio interno.
MONTANARI - RAVENNA, 2006
Nella piacevole ritualità del simposio greco l’impegno dei discorsi iniziali conduceva quasi sempre al libero predisporsi dell’eros e dei giochi. Tra questi si era affermato il Kottabos, di invenzione sicula, che coniugando vino e amore, aveva riscosso in Età Classica, molto successo in tutto il mondo della Grecia e delle colonie, tanto che per praticarlo venivano dedicati ambienti appositamente progettati. La nobile tradizione del simposio, scomparsa all’incirca nel III secolo a.C., sopravvive sotto forma più o meno semplificata negli ambienti delle bettole e delle taverne attraverso il toccu, un gioco siciliano incentrato su bevute di gruppo a base di vino, la cui struttura, però, appare deprivata della sacralità e dell’equilibrio greco. Nel Trapanese, oggi, come in altre parti della Sicilia e della penisola, vive nel ricordo degli anziani, un ricordo velato di nostalgia ma a volte anche di liberazione.
Includendo anche i documenti di esegesi incerta, i vasi orientalizzanti etruschi istoriati con scene tratte più o meno palesemente dal mito (stabiliremo poi se greco e/o etrusco), risultano poco numerosi. Per avere un'idea approssimativa delle quantità interessate, basti ricordare che nel suo studio del 1974 Ingrid Krauskopf 1 censiva solo una quindicina di documenti anteriori alla metà del VI secolo a.C., sette dei quali in ceramica, e soltanto altri due vasi databili intorno alla metà del VI secolo. Oggi, il prosieguo delle ricerche 2 consente di aggiungere a questo nucleo di base, alcuni altri documenti di notevole interesse (v. Appendice). Le prime testimonianze del mito greco in Etruria sono restituite da una piccola serie di vasi figurati di produzione quasi esclusivamente locale, databili fra la fine dell'VIII sec. a.C. e il primo quarto del VI sec. a.C. Le classi ceramiche interessate sono la ceramica etrusco-geometrica (Appendice, nn. 1-2); la ceramica orientalizzante ceretana in argilla figulina dipinta (Appendice, nn. 3-5, 7); la ceramica d'impasto grezzo decorata in tecnica white-on-red (Appendice, nn. 10-13); il bucchero (Appendice, nn. 14, 20) e la ceramica etrusco-corinzia (Appendice, nn. 8,. Figurano poi nella lista veri e propri pezzi unici, di classificazione problematica, come il cratere di Aristonothos e l'idria della Polledrara (Appendice, nn. 6, 19).
Poeti del Giambo e dell’Elegia + frammenti, 2020
GIAMBO Il Giambo è un tipo di lirica di epoca arcaica, un genere letterario forte fortemente legato al simposio, luogo e contesto di attuazione del giambo, momento connotativo di ritrovo tra uomini delle classi più ricche nonché un'importante occasione di riflessione di gruppo, gli uomini che vi prendevano parte si identificavano nella stessa Etería, (εταίρος: gruppo di persone che ha gli stessi ideali politici ed etici). Nei simposi gli argomenti di discussione erano spesso di ordine politico: l'epoca arcaica greca era un periodo di grandi contrasti politici (στάσις). Il giambo aveva spesso toni aggressivi e violenti o di scherno e andava ad affrontare argomenti scomodi e pesanti, in cui la violenza espressiva e verbale era sdoganata. Il maggior esponente di questo genere è considerato essere Archiloco. Etería, (εταίρος: gruppo di persone che ha gli stessi ideali politici ed etici) ARCHILOCO ANALOGIE della LINGUA TRA ARCHILOCO E OMERO Archiloco utilizza lo stesso metro dell'epica omerica: dattili e distici elegiaci, il ritmo è quindi lo stesso, l'epica era infatti costruita su esametri di base dattilica (il distico elegiaco era costituito da esametri e pentametri). Anche la lingua e la morfologia utilizzata da Archiloco si avvicina, per la sua solennità a quella di Omero. Archiloco però abbiamo visto che sconvolge gli ideali omerici, è infatti addirittura considerato anti-epico. SIMPOSIO Il Simposio era un'occasione ritualizzato della cultura aristocratica greca, era un occasione per gli uomini delle classi più ricche per unirsi e discorrere. Nei simposi gli argomenti di riflessione erano spesso di ordine politico: l'epoca arcaica greca era un periodo di grandi contrasti politici (στάσις). Il giambo aveva spesso toni aggressivi e violenti e andava ad affrontare argomenti scomodi e pungenti. Esisteva inoltre il Simposiarca: persona che dettava le regole del simposio. ARCHILOCO POETA E INFORMAZIONI Archiloco fu un poeta arcaico greco. È considerato il maggior esponente del genere giambico ma sappiamo che scrisse anche numerose Elegíe. Dalle testimonianze autobiografiche che possiamo trovare nei suoi frammenti possiamo dire che la sua patria fosse l'isola di Paro, e come periodo si colloca nella metà del settimo secolo a.C, questo lo sappiamo da due elementi a noi pervenuti: sappiamo che fosse contemporaneo di Gige, re della Lidia, che regnò dal 680 al 650 a.C. e per la sua menzione a un'eclissi di sole, che sappiamo essere datata all'aprile del 648 a.C.. INVESTITURA: Archiloco racconta la sua investitura, come aveva fatto Esiodo. A differenza sua però, quella di Archiloco, è meno seriosa e sembra avere un carattere spiritoso. A lui infatti dalle muse non è dato uno scettro, come nel caso di Esiodo, egli riceve una lira, e inoltre non è a portare al pascolo le pecore, bensì le vacche. ARCHILOCO SOLDATO E TASO Dai suoi scritti possiamo sapere inoltre che egli fosse un soldato mercenario, e abbiamo testimonianza che egli abbia combattuto per la colonizzazione dell'isola di Taso, nel nord dell'Egeo, abitata da popolazioni bellicose. C'era forte interesse per quest'isola per i numerosi vantaggi economici che poteva dare, era ricca di risorse (si trovava di fronte alla Tracia, isola ricca di metalli e di alberi) e aveva una strategica posizione per le rotte commerciali marittime. NUOVA ETICA MILITARE e ANTI-EPICO Nel fr. 5 W. di Archiloco, 2 distici elegiaci (esametro-pentametro, esametro-pentametro) vediamo un chiaro cambiamento dell'Etica militare tradizionale (facendo riferimento a quella omerica). Il poeta racconta in prima persona di aver abbandonato il suo scudo in battaglia per poter essere più agile nella fuga; ciò ci dimostra che il valore e l'onore della battaglia è al secondo posto dopo
Abstract: Il contributo prende in esame la figura del messaggero, come viene delineata nella fonte erodotea, di cui si esaminano la nomenclatura, le mansioni affidate, le attitudini personali. Il lavoro si apre poi ad una comparazione tra il messaggero greco e quello orientale: ne emerge un quadro composito e variegato, in cui si segnalano sorprendenti analogie che possono in parte spiegare l'alto numero delle relazioni diplomatiche intercorse tra questi due mondi nell'antichità.
Humanitas [Coimbra], 2010
It is customary to dismiss as irrelevant the news that Athenians awarded Thales with the title of sophos, and in connection with this event appointed the Seven Wise; however there is ample room for reconsidering the matter, since several clues are here to suggest that something of the kind is likely to have occurred. This paper is devoted to explore the relevant evidence.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.