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2009
insieme non vuoto e A un sottospazio vettoriale dello spazio delle funzioni a valori reali (risp. complessi) su X. Si dice che Aè un algebra funzionale reale (risp. complessa) se per ogni f, g ∈ A si ha che f g ∈ A. Un sottospazio B ⊆ Aè detto una sottoalgebra di A se Bè un algebra. Esempio B.2. Sia X uno spazio topologico e sia C(X, R) lo spazio delle funzioni reali e continue su X. C(X, R)è un'algebra reale funzionale. Il sottospazio BC(X, R) delle funzioni reali limitate e continue su Xè una sottoalgebra di C(X, R). E noto che lo spazio BC(X, R) dotato della norma f ∞ := sup x∈X |f (x)| (f ∈ BC(X, R)) brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk
S. Ganci
1. Introduzione La teoria della diffrazione proposta da Thomas Young [1] ` e stata spesso richiamata nelle introduzioni a diversi contributi di analisi della diffrazione in termini di "teoria delle onde di bordo diffratte" (Boundary Diffraction Wave theory [2-9]). Tali richiami evidenziano, in qualche caso, qualche misconoscenza sul modello adottato da T. Young e/o non sottolineano nel modo dovuto il ruo-lo fondamentale giocato dall'etere o me-glio dalle ipotesi della sua distribuzione attorno al bordo costituente la frontiera di un'apertura praticata su uno schermo "assorbente". Altri contributi di carat-tere "storico" [10, 11] sottolineano, vice-versa, proprio il ruolo fondamentale della distribuzione dell'etere attorno al bordo e delle modifiche che tale concetto ha subi-to nel pensiero e nelle successive indagini di Thomas Young. Lo scopo di questa notà e quello di proporre alcune osservazioni storiche e tecniche su alcune posizioni che una sem-plice lettura "analitica" del contributo di (*) Museo di Fisica e Metereologia "Sanguineti-Leonardini", p.zza N. S. dell'Orto, 8-16043 Chiavari (Genova). Thomas Young in ref. [1] nonpù o non lasciare passare inosservate o trascurate. 2. La teoria della diffrazione di Thomas Young La teoria della diffrazione di Thomas Young trova il suo proponimento nel ce-lebre articolo del 1802 [1]. A premessa di tale contributo, quattro ipotesi, di sapore assiomatico, cos`cos`ı riassumibili: 1. L'Etere pervade l'Universo, rarefatto ed estremamente elastico. 2. Le ondulazioni sono eccitate in questo Etere ogni qual volta un corpo diventa luminoso. 3. La sensazione cromatica dipende dal-la diversa frequenza delle vibrazioni eccitate dalla luce sulla retina. 4. Tutti i corpi materiali attraggono il mezzo etereo per mezzo del quale que-stò e accumulato all'interno delle loro sostanze, e a piccola distanza da que-sti in uno stato di maggior densità ma non di maggiore elasticità. ` E chiaro in Thomas Young il concetto di onda come perturbazione che si propa-ga senza trasporto di materia (Scholium seguente alla ipotesi 2 nel quale vengono significate sottili distinzioni tra i termini
2016
Indice 1 Aritmetizzazione. Numeri di Gödel 2 2 Teoremi limitativi per PA 3 3 L'aritmetica di Robinson 7 4 Il predicato T eor P A 8 5 I teoremi di Gödel da un punto di vista astratto 11
the author proposes a solution of Goldbach's hypothesis by using everyday language. After showing how to isolate the pairs of prime numbers in the set of the sums that can express all the even numbers, he explains in two different ways, why it is impossible that these couples can miss.
Una storia e una riformulazione parziali dell'argomento ontologico. Giornaledifilosofia.net / Febbraio 2009 Alessandro Pizzo, L'argomentazione logica nell'unum argumentum di Anselmo d'Aosta 2 1 Sl 13. 2 Sl 52. 3 Anselmo, Proslogion, II -III. Lo stolto pensa: «Non c'è Dio» 1 Lo stolto pensa: «Dio non esiste» 2 o Signore, che dài l'intelligenza della fede, concedimi di capire, per quanto sai che possa giovarmi, che tu esisti, come crediamo, e sei quello che crediamo. Ora noi crediamo che tu sia qualche cosa di cui nulla può pensarsi più grande. O forse non esiste una tale natura, poiché «lo stolto disse in cuor suo: Dio non esiste » (Salmo 13, 1, e Salmo 52, 1)? Ma certo quel medesimo stolto, quando ode ciò che dico, e cioè la frase «qualcosa di cui nulla può pensarsi più grande», intende quello che ode; e ciò che egli intende è nel suo intelletto, anche se egli non intende che quella cosa esista. Altro infatti è che una cosa sia nell'intelletto, altro è intendere che la cosa sia (…) Anche lo stolto, dunque, deve convincersi che vi è almeno nell'intelletto una cosa della quale nulla può pensarsi più grande, poiché egli intende questa frase quando la ode, e tutto ciò che si intende è nell'intelletto . Ma certamente ciò di cui non si può pensare il maggiore non può esistere solo nell'intelletto. Infatti, se esistesse solo nell'intelletto, si potrebbe pensare che esistesse anche nella realtà, e questo sarebbe più grande. Se dunque ciò di cui non si può pensare il maggiore esiste solo nell'intelletto, ciò di cui non si può pensare il maggiore è ciò di cui si può pensare il maggiore. Il che è contraddittorio. Esiste dunque senza dubbio qualche cosa di cui non si può pensare il maggiore e nell'intelletto e nella realtà (…) Dunque esisti così veramente, o Signore Dio mio che non puoi neppure essere pensato non esistente. E a ragione. Se infatti una mente potesse pensar qualcosa di meglio di te, la creatura ascenderebbe sopra il creatore, e giudicherebbe il creatore, il che è assurdo. Invero tutto ciò che è altro da te può essere pensato non esistente. Tu solo dunque hai l'essere nel modo più vero, e quindi più di ogni altra cosa, poiché ogni altra cosa non esiste in modo così vero, e perciò ha meno essere. Perché dunque «disse lo stolto in cuor suo: Dio non esiste », quando è così evidente alla mente razionale che tu sei più di ogni altra cosa? Perché, se non perché è stolto e insipiente? 3 www.giornaledifilosofia.net -Febbraio 2009 3 L'ARGOMENTAZIONE LOGICA NELL'UNUM ARGUMENTUM DI ANSELMO D'AOSTA.
in 1920 B.P. grenfell purchased in egypt a considerable group of papyri on behalf of the John rylands library of Manchester. the future Pryl iii 490, coming probably from fayyum, was also part of this lot. the text on this scrap was written in a clear book hand in the first half of the 3 rd century Bc and preserves a large fragment from a historical narrative that may be the epitome of a more extensive work, now lost. the events mentioned in this text relate to the last years of the reign of Philip ii and cover approximately a two-year period between 339 and 337 Bc. though the source of the epitome in Pryl iii 490 cannot be identified with any certainty, this was probably a work of universal history focusing on the life and deeds of Philip ii. a cavallo fra il 1919 e il 1920, B.P. grenfell affrontò il suo ultimo viaggio in egitto dove, su mandato dell'egypt exploration society di londra e della John rylands library di Manchester, acquistò un grosso quantitativo di papiri sul mercato antiquario locale 1 . di ritorno dall'egitto, grenfell attese alla rie-* «il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti senza eccezione. terribile ed awful è la potenza del riso: chi ha il coraggio di ridere è padrone degli altri, come chi ha coraggio di morire» (g. leopardi, Zibaldone di pensieri 4391, 23 settembre 1828). in memoria di Paolo.
Nella Speculative Grammar, Peirce propone due tipologie dicisegniche: dicisegni indicali e dicisegni Simbolici. La loro architettura sembra ricalcare quella dei relativi completi presentati nella Logica del 1897. In entrambi i casi abbiamo, infatti, un’icona che presenta dei punti vuoti. Un’icona che scava nella pienezza del proprio assetto il posto di una mancanza, la necessità di inerire a un altro. I Dicisegni presentano quindi una parte iconica (che si offre come strutturalmente autonoma, logicamente completa) sulla quale si innesta una parte indicale (che esibisce la propria strutturale incompletezza, la necessità di inerire a un’entità altra). Secondo la mia lettura, le due tipologie dicisegniche individuano due differenti modi di saturare la parte indicale di questa struttura profonda. Nei Dicisegni Indicali, la parte indicale viene saturata attraverso il ricorso a un’unità semiosica di natura ancora indicale. Il dicisegno mette in scena una predicazione che si applica a un’entità, la quale trova espressione, all’interno del segno, in modo indicale. Nei Dicisegni Simbolici, la parte indicale viene saturata attraverso il ricorso a un’unità semiosica di natura simbolica. Il dicisegno mette in scena una predicazione che si applica a un’entità, la quale trova espressione, all’interno del segno, in modo simbolico. Il modello peirciano appare incompleto per due ragioni: i) si concentra sulla necessità di saturare solo la parte indicale del dicisegno, tralasciando del tutto la parte iconica; ii) si concentra solo su una saturazione indicale e simbolica della parte indicale, tralasciando una possibile saturazione iconica. Tento quindi di ricondurre le due tipologie proposte da Peirce a un modello più generale, nel quale: i) si prende in considerazione tanto la parte indicale che iconica del dicisegno e, di seguito, ii) si cerca di dare fondo a tutte le loro possibili saturazioni: iconiche, indicali, simboliche. Ne nasce una combinatoria che permette di individuare nove differenti tipologie dicisegniche.
Quaderni di Euronomade, 2020
http://www.euronomade.info/wp-content/uploads/2020/06/Quaderno-EN-Contropotere-1.pdf
Vol. 38, 1, 2015
Partendo dalla nozione kierkegaardiana dell'Io come un rapportarsi propongo discutere in questo testo il concetto di altro nei diversi stadi esistenziali: l'estetico, l'etico ed il religioso. Cerco prima di descrivire il problema dell'Io nella filosofia di Kierkegaard rispetto alla questione da lui enunciata fin dall'inizio del saggio sulla Malattia Mortale (KIERKEGAARD, 2013a), ossia che la coscienza possa porre a se stesso o debba esser posta da un altro. Poi la mia ricerca appunta verso la nozione dell'altro nell'estetico come occasione per il godere del se stesso e appunta anche verso la nozione dell'altro come immagine dell'Io, un secondo Io, nello stadio etico. Alla fine arrivo al religioso dove, per il teologo danese, l'altro prende il senso di un altro come altro, una realtà in sé, dato che nel religioso l'altro è, prima di tutto, il Dio-la vera fonte della realtà dell'Io stesso-ed è ancora il prossimo, tutte le altre persone che, insieme all'Io, devono nella sua singolarità diventare spirito, coscienza coesa nella esistenza. Quest'altro religioso è pertanto il punto centrale della filosofia sociale kierkegaardiana, giacché nella posizione del prossimo egli è infatti il primo Tu (KIERKEGAARD, 2003).
2020
Through a technical re-examination of the squeeze pertaining IC IV 171 we propose a new reading of the two initial lines that contain the dating formula with mention of the new Deioi tribe at Gortys
Studi Classici e Orientali, 2014
This article offers a new iconographic and textual perspective about the Banquet Stele, one of the most famous and peculiar Neo-Assyrian monuments, erected by King Ashurnasirpal II. Through a synoptic and comparative study of the iconography and of the text of this stele, it is possible to put forward a new interpretation: the long sceptre/rod, represented on the monument, was used by the king in situations of non belligerency, to promote his own image of pacific sovereign and ‘marvellous shepherd’.
Appendice di note filologiche, in William Shakespeare, Re Lear, testo inglese a fronte, a cura di Alessandro Serpieri, Venezia, Marsilio, 2018, pp. 443-454.
Walter Benjamin and the reletionship whit LeskovK.
2021
Il seguente articolo si propone di analizzare alcuni momenti significativi della trilogia weissiana, l'Estetica della Resistenza, l'opera che completa e concretizza gli ideali poetici di Peter Weiss. In particolare, l'articolo tenta di decifrare l'ideale poetico ed estetico insito nella scrittura weissiana, in che modo essa si relazioni al contesto e, infine, in quale forma sia posta la relazione tra opera e artista.
«Studi sul Settecento Romano», 34, 2018, pp. 135-147.
e s t r a t t o PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Studi sul Settecento Romano Rivista annuale, anvur classe A In copertina: Anton von Maron, Ritratto di Johann Joachim Winckelmann, 1767. Weimar, Schlossmuseum (da "Archeo", 297, marzo 2018, p. 75). La rivista adotta il sistema del blind review: gli articoli presentati sono sottoposti al duplice vaglio prima del Comitato Scientifico, e poi dei revisori anonimi designati dal Comitato Scientifico stesso. È inoltre aperta a studiosi di qualsiasi livello di carriera, che possono inviare i loro contributi, anche in lingua inglese, francese, spagnolo, tedesco, non superiori alle dodici cartelle di massima, a Edizioni Quasar, via Ajaccio 41-43, 00198 Roma ([email protected]). Studi sui Settecento Romano (Autoriz. Tribunale di Roma n. 403/86 del 18 agosto 1986) Direttore responsabile: Stefano Marconi © Roma 2018 by Sapienza Università di Roma e Edizioni Quasar Edizioni Quasar di Severino Tognon srl via Ajaccio 41-43 -I-00198 Roma, tel. (39)0685358444, fax (39)0685833591 per informazioni e ordini: www.edizioniquasar.it Finito di stampare nel mese di novembre 2018 presso Centro Stampa di Meucci R. -Città di Castello (PG) e s t r a t t o
[A stampa in «Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le province di Romagna», n.s., vol. LXI (2012), pp. 469-493©dell'autore] Questo ricordo di Pietro Malpezzi e questa presentazione dell'opera sua maggiore, l'edizione del Comentario di val d'Amone di Francesco Maria Saletti, avevano un loro significato e una loro ragion d'essere ben precisi a Brisighella, dove la Deputazione avrebbe dovuto trovarsi nella sua tradizionale uscita romagnola prima nel 2008 poi nel 2009 senza che però la cosa, per motivi indipendenti dalla volontà del nostro sodalizio, abbia potuto realizzarsi né l'uno né l'altro dei due anni. Là, a Brisighella, la cornice ambientale, il pubblico e la famiglia di lui erano il naturale contesto di questo mio intervento. Qui, nella sede bolognese della Deputazione, ciò che sto per dire, per cui ringrazio la presidente Angela Donati per avere voluto comunque dare voce al mio desiderio di commemorare Malpezzi, può sembrare quasi irrituale dal momento che non siamo a Brisighella e che Malpezzi, o Pierino, come era confidenzialmente chiamato dagli amici, non fu mai, a che io ne sappia, socio della nostra Deputazione. Confido, comunque, che la mia comunicazione non sia del tutto fuori luogo.
Dialog Campus Publishing, 2010
Vediamo più da vicino come si sono sviluppate storicamente le azioni compulsive accompagnate da emozioni e i comportamenti che richiedono una condotta puramente esteriore. Come punto di partenza per questa analisi, possiamo utilizzare la teoria morale e della moralità di Rudoph von Jhering, che, come abbiamo visto, ha visto l'emergere di norme differenziate nei secoli successivi da una moralità uniforme iniziata all'inizio dell'era moderna e legata principalmente al comportamento esterno (Jhering 1898). Jhering descrive questo sviluppo come l'inizio di una differenziazione di un mondo morale precedentemente indifferenziato e in gran parte incentrato sul comportamento esterno e l'emergere di una differenziazione di legge, morale e norme abituali di comportamento esterno (decenza, educazione) nello sviluppo europeo moderno. Jhering descrive anche la differenziazione storica dell'ordine morale un tempo unificato nelle culture europee e la separazione della morale e del diritto da una morale abituale ridotta al comportamento esterno. La dicotomia di Jhering nei concetti di etica convenzionale e di morale interiore merita un confronto con le distinzioni concettuali che prevalgono oggi. Come già notato, la distinzione generalmente accettata è che l'etica convenzionale si riferisce alle norme morali, ai valori e agli ideali che esistono nella società, mentre la morale si riferisce alla moralità intrinseca dell'individuo in seguito alla sua socializzazione da parte dell'individuo stesso. In altre parole, in questa formulazione l'etica convenzionale e la morale (interiore) sono due facce della stessa cosa. Tuttavia, ciò trascura la caratteristica sottolineata da Jhering secondo cui per alcune norme classificate come morali l'accompagnamento da parte del sentimento intrinseco è scarso o nullo, mentre per altre è fondamentale. La formulazione prevalente della morale e della teoria morale oggi tende a basarsi esclusivamente sull'analisi delle azioni accompagnate dal sentimento interiore, sia nell'etica convenzionale che nella morale, e a considerare la scomparsa degli atti insensibili del dovere, l'analisi del pudore e della cortesia, come semplici consuetudini, anche alla luce dello sviluppo storico. L'analisi di Jhering di questi ultimi, tuttavia, mostra che non sono scomparsi, né possono scomparire, ma che la misura in cui, ad esempio, le norme di decenza e cortesia obbligatorie erano state raggiunte nei circoli superiori delle società europee alla fine del XVIII secolo è ora in gran parte diminuita, e che alcuni comportamenti nei contatti sono più liberamente modellati dalla scelta individuale. Il culmine di questo travisamento, come abbiamo visto, è la teoria morale di Habermas, che esagera questo sviluppo storico sostenendo che l'etica convenzionale è oggi scomparsa e che la moralità esiste solo a livello di ideali e valori che gli individui "negoziano" esplicitamente nelle loro interazioni e agiscono in base a una consapevole accettazione.
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, 1979
SUMMARY - Without using the Stone’s hypothesis we compare for a Daniell-Stone integral the definitions of derivative, dense derivative, positive derivative and regular derivative. In this setting a KöIzow’s problem is solved.
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