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2024, Antifone della festa di Santa Lucia
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Tratte dall'Antiphonale missarum sextuplex. Lezione dal Graduale Romanum.
Lectio Magistralis, 2023
Una riflessione sulla festa dal punto di vista dell'antropologia filosofica può sembrare, a prima vista, un compito semplice e circoscritto, quasi secondario rispetto a temi ben più centrali quali, ad esempio, la libertà o l'affettività. Ma nell'affrontarlo ci si accorge progressivamente della sua importanza e della sua ampiezza: ciò, in fondo, accade con quasi tutte le questioni filosofiche, ma in questo caso l'ampiezza è accresciuta dal fatto che si tratta di un argomento di confine. Infatti per la sua comprensione è necessario fare riferimento a studi di tipo sociologico ed etnologico, da un lato, e di tipo teologico, dall'altro. Oltretutto, se si prescindesse dai dati dell'antropologia culturale, non si riuscirebbe ad andare alla radice del problema e si correrebbe il rischio di limitarsi ad un'interpretazione della situazione odierna o di un'epoca trascorsa. Non si può sorvolare, poi, sul fatto che questo argomento si presenta oggi con una particolare attualità, come cercherò di mettere in evidenza.
PATRIMONIUM APPIAE. Depositi emersi, 2022
Sin dai primordi, i tracciati della via Appia e della Latina erano essenzialmente legati a due santuari basilari della cultura latina: la via Latina connetteva Roma con il centro sacrale di Iuppiter Latiaris sul monte Cavo, culto federale dei più antichi centri latini, l’altra, cd. “via albana” in quanto collegamento diretto tra la valle del Tevere e gli abitati dell’area albana, era invece diretta all’area del nemus Aricinum, il santuario di Diana nel territorio di Aricia, tanto che per l’Appia il nome di via diania o via nemorensis è stato recentemente preferito a quello di “via albana”
ALEX FONTANA, STEFANO MARCONI & UMBERTO TECCHIATI -The faunal remains from the Early Bronze Age site of «Grotte di Castel Corno» (Isera -TN).
STORIA VENETA, n.50 , 2019
Nella millenaria storia della "Serenissima" Repubblica di Venezia la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) costituisce uno degli eventi più conosciuti e celebrati. Meno nota oggigiorno è, invece, la tradizione che lega la vittoria di Lepanto a santa Giustina di Padova. La battaglia avvenne, infatti, nel giorno che la liturgia veneziana dedica alla protomartire padovana.
spettatori ufo] Trent'anni sono molti. Nessun catalogo li può contenere. Proprio nel senso etimologico di tenere assieme: come il vaso di raccolta di una fontana che tracima da ogni parte. I bordi si cancellano e l'acqua passa oltre. Eccola qui una posteriore verifica della scelta di quel nome. Tracimare. Andare oltre. E senza guida. Da qui l'idea di un volume, questo che qui si stampa, composto quasi solo di immagini.
Prometheus: Rivista quadrimestrale di studi classici, 2007
The text of Suda α 2735 A. γέγονe δὲ κατὰ τhν; ϙγ Ολυμπιάδα is to be emended in κατὰ τhν; ϙη Ολυμπιάδα: this is consistent with other ancient sources and does not require placing the beginning of Antiphanes’ career later than 388/7-385/4 a.C.
La mandragora nel folklore dell'Appennino Centrale italiano " Ma torniamo al Lago di Pilato. Molti spinti fin là da un'illusione menzognera e venuti da paesi lontani, vi si recano tutti i giorni per ottenere libri magici attraverso le consacrazioni demoniache, ma non sanno quel che fanno, assopiti dalla mandragora che rende folli; questi libri possono esser consacrati ovunque, purché sia lontano da luoghi dove le genti sono solite incontrarsi, se sono vere le cose che raccontano gli adepti di queste arti. " (Nicolò Pieranzoni, 1510) RIASSUNTO: sui Monti Sibillini, nel cuore dell'Appennino Centrale Italiano, a cavallo tra Marche ed Umbria, una recente ricerca sul campo volta alla registrazione e catalogazione della tradizione orale folklorica, ha fatto emergere elementi sconosciuti e per certi versi eccezionali nel campo delle conoscenze etno-botaniche. Dai racconti degli anziani del luogo è risultata ancora viva e documentabile la conoscenza di una pianta che ha tutte le caratteristiche della mitica mandragora o mandragola. Una pianta che molti, usando un antico termine probabilmente di derivazione germanica, chiamano " antimonia ". L'antimonia ha la forma di una donna o anche di una " sirena del mare ". Quando viene carpita, " provoca spaventose tempeste e provoca la morte di chi osa stapparla da terra. Per compiere questa operazione occorre servirsi di un cane legato alla radice con uno spago o una fune. Nel compiere questo gesto il cane viene destinato alla morte. Nonostante questo la pianta strappata da terra emette un grido straziante ". Sono evidenti i nessi con tutta la tradizione simbolica legata alla mandragora. Ma c'è dell'altro. Secondo alcune testimonianze l'antimonia, se tagliata, " produce sangue ". Secondo altre ha la forma di un " bambino che sta nella terra ". Elementi nuovi che in qualche modo arricchiscono una tradizione simbolica già vastissima e che vale la pena di approfondire in quanto, forse, legati a miti autoctoni di origine della pianta. Nuove prospettive che si aprono in un settore di ricerca che si credeva già ampiamente esplorato. Siamo sui Monti Sibillini, nel cuore dell'Appennino Centrale italiano, a cavallo tra Marche e Umbria, più o meno nel centro geografico dell'Italia. In queste terre, antico crocevia di genti e di culture, ben protetti dagli aspri contrafforti dei monti, sopravvivono ancora miti, leggende e racconti di origine antichissima, tradizioni orali ancora gelosamente custodite nella memoria degli ultimi anziani che abitano questi luoghi. Leggende e racconti che narrano della presenza tra queste montagne magiche di una Sibilla Appenninica che qui aveva dimora nel suo antro fatato; dello stuolo di fate dagli zoccoli caprini, sue ancelle, che erano solite scendere nei paesi per ballare con i giovani pastori; di negromanti che salivano al lago demoniaco di Pilato per consacrare i loro magici libri; di streghe, spettri, demoni e folletti che popolavano gli anfratti più inaccessibili dei monti. Insomma un sapere ancestrale che gli ultimi anziani ancora custodiscono nella memoria e che rischiava di andare perduto se le Amministrazioni Locali e l'Amministrazione Regionale delle Marche non avessero deciso di preservare questo patrimonio storico-antropologico dall'estinzione registrandolo e catalogandolo. Il progetto è partito due anni fa e a noi, ricercatori dilettanti e moderni viaggiatori della memoria, è toccato il compito operativo di registrare e trascrivere la mole enorme del materiale raccolto. Ed è stato un po' come aprire lo scrigno di un tesoro: un sapere antico, atavico e ancestrale ci si è rivelato e ci ha aperto le sue porte. Di concerto con le Amministrazioni Locali siamo riusciti a
Luoghi d'attesa , 2016
Luoghi d'attesa è una ricerca che ha come punto di partenza il concetto di Nonluoghi di Augé e arriva ad indagare le più recenti sperimentazioni fotografiche riguardo i luoghi della nostra quotidianità.
The presence and the significance of supernatural and in particular of ghosts not only in literature but particularly in everyday life during the greek-roman antiquity. Many ghost-stories received from the ancients are evidence of their belief in the real existence of a wide range of such apparitions.
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Lingue e contesti. Studi in onore di Alberto M. Mioni (Editors: M.G. Busà, S. Gesuato), 2015
La Miccia ritrovata, 2020
Rivista Marittima, 2010
M. DAVID - A. MELEGA - E. ROSSETTI, "Nuovi spunti di riflessione dai pavimenti editi e inediti delle Terme del Sileno di Ostia", in Atti del XXIV colloquio dell’Associazione italiana per lo studio e la conservazione del mosaico (Este 2018), Roma 2019, pp. 341-348 , 2019