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2005
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39 pages
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"The book deal with the Urban Design discipline in Italy. The scenario that comes out is very interesting and demonstrates the role of Italian research in the international urban design research frame. The aim of this book is to recompose a frame that appears really complex. The Urban design discipline have not a precise date of birth. Many architects have tryed to explane it but few have traced a path between Architecture and Urbanism that see, unitl now, Architects and Urbanists engaged in a struggle to assume the paternity of the Discipline. A very hard work of study of the italian publications and the discovery of not yet published stuff, together with the words of the principal protagonists, illustrate the story of a group of Architects who, by many different instruments and media, look for a dream: to design the towns by Architecture. It's a story well known by the elder architects but it must be totally told to the new generations of designers to confirm the centrality of Italian debate. Questo testo ricompone, attraverso la forma retorica del racconto, un quadro che ancora oggi appare complesso e disorganico. Il "progetto urbano" non ha mai avuto un riconoscimento né una data di nascita ufficiali. Molti hanno provato a spiegarlo, pochi si sono inoltrati nella strada più tortuosa della ricostruzione di un cammino - tra architettura ed urbanistica - che ha visto e vede tutt'ora, gli architetti -urbanisti impegnati in una instancabile ricerca. Catalogando materiale inedito, oltre a gran parte della pubblicistica italiana del dopoguerra ad oggi e ricorrendo alle parole dei protagonisti, volutamente lasciati liberi di parlare all'interno del testo, appare in filigrana la storia di un gruppo di architetti che, attraverso strumenti di volta in volta differenti, insegue un sogno: disegnare la città attraverso l'architettura. E' una storia nota soprattutto a chi oggi ha più di cinquant'anni ma che merita di essere trasmessa alle nuove generazioni per testimoniare la centralità del dibattito italiano negli ultimi cinque decenni, fugare -se possibile- il sospetto di un ingiusto provincialismo e collocare in un contesto preciso quei magnifici e spesso incompresi frammenti che l'architettura urbana italiana ci ha lasciato in eredità."
La progettazione urbana nei centri storici
in: "Esportare il centro storico" a cura di Benno Albrecht e Anna Magrin
A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN · ESPORTARE IL CENTRO STORICO · ( 146 ) Nel film del 1957 di Luigi Zampa L'arte di arrangiarsi un giovane Alberto Sordi osserva dalla collina del Gianicolo, col cannocchiale, la Roma del dopoguerra: la crescita frenetica e disordinata della periferia, il centro della città, i bar del centro e, seduto in un bar del centro, l'esclusivo proprietario di molti dei terreni su cui la nuova periferia prende forma 1. . Dal 1950 anche Pier Paolo Pasolini è a Roma, e inizia il racconto di quella "stupenda e misera" periferia dove "tra le baracche e i magazzini misti agli ultimi prati" 2. va costruendosi, anche sulla spinta della legge 43 del 1949, una corona compatta di quartieri la cui logica di sviluppo non viene di fatto neppure messa in discussione fino al 1962, anno dell'approvazione del nuovo piano regolatore. La ricostruzione di Milano sembra avvenire con modalità diverse: dalla fine della guerra al 1956, anno dell'approvazione del nuovo piano regolatore, si susseguono progetti e studi per invertire quella tendenza della città post-unitaria a rivolgersi "su se stessa e contro se stessa, disfacendo e rifacendo la sua edilizia, mangiandosi e rimangiandosi quanto veniva creato dalla generazione precedente in una febbrile attività di distruzione e ricostruzione" 3. imposta dal piano di Beruto del 1884. A collegare le due città, il nuovo tracciato dell'Autostrada del Sole, inaugurata nel 1964, oppure il treno da cui Quinto, il protagonista de La speculazione edilizia, guarda il silenzioso e incessante trasformarsi della Riviera, di "un paese ch'era il suo, che se ne andava così sotto il cemento, senz'essere stato da lui mai veramente posseduto" 4. . Fra la fine della guerra e gli anni Sessanta l'Italia si trasforma dunque rapidamente e quasi ovunque senza regole. I centri storici delle città subiscono spesso radicali sventramenti, regolati dai piani particolareggiati di strumenti generali ormai obsoleti, o dai piani di recupero. Le periferie delle città più grandi vengono continuamente amplificate dall'urbanizzazione aggressiva e disordinata imposta dalle trame della speculazione edilizia e fondiaria, o dalla realtà ambigua dell'abusivismo. Il paesaggio delle coste si altera profondamente inseguendo una nuova vocazione al turismo o l'utopia di una grande industria italiana, mentre per i terri-Italia 1945-1995. Il progetto urbanistico della città storica Anna Magrin · Italia 1945· Italia -1995
Ferretti, Laura Valeria; Mariano, Carmen (a cura di), Il progetto urbano in tempo di crisi, 2022
In questo breve scritto, in maniera molto generale e senza alcuna pretesa di esaustività, tentando piuttosto una semplificazione di termini e argomentazioni, si proverà a descrivere alcuni temi al centro del dibattito sul futuro delle città, schematizzando diverse questioni e ponendo poche specifiche domande: cosa vuol dire rigenerazione, qual è oggi lo spazio per il progetto urbano, se questo ha ancora senso come strumento di trasformazione e che rapporto ha con l'architettura, e perché, infine, il social housing potrebbe rappresentare uno strumento di rigenerazione appropriato alle nostre città. Non si affronterà al contrario, se non incidentalmente, il tema del progetto urbano come procedimento urbanistico e normativo, né si tratterà dei suoi confini e delle sue regole, argomenti più approfonditamente discussi in diversi contributi di questo volume.
Luoghi del Costruire, 2008
Negli ultimi anni, anche sospinto dal leit motiv della "riqualificazione urbana", è tornato di grande attualità un tema che, se non dimenticato, pareva almeno essersi defilato di fronte ad altre più urgenti e pragmatiche questioni urbanistiche. Il tema è quello del progetto urbano. Questo "ritorno" ha riguardato soprattutto (e tutt'ora riguarda) una rinnovata attenzione che ad esso rivolge la prassi quotidiana del costruire città; nel senso che, mentre il mondo accademico e la cultura in genere non hanno mai del tutto dimenticato la questione del progetto, inteso come prefigurazione formale della città o di sue parti, la reale costruzione fisica, che soggiace a regole, interlocutori e protagonisti assai vari e diversi, ha dimostrato una scarsissima preoccupazione alla qualità complessiva del risultato finale. I problemi della "tecnica" urbanistica hanno nel tempo sopravanzato la cultura del progetto; la disciplina intera è stata per anni sospinta da una ricerca di scientificità come requisito necessario al controllo dei processi di crescita e di gestione urbana: processo che si è sempre più sbilanciato verso un'innaturale tendenza ad una "industrializzazione" che, per essere attuata, forza i vari momenti del “fare città” entro una griglia di controllo rigida e predeterminata.
2010
Si ringrazia: il Comune di Firenze, che in parte ha finanziato la ricerca; gli autori dei saggi introduttivi, che si sono dedicati al tema con passione e competenza, e a coloro che gentilmente ci hanno messo a disposizione i loro precedenti contributi; Scilla Cuccaro che ha raccolto gran parte del materiale antologico e ha elaborato una prima versione della bibliografia; Francesco Alberti, che mi ha aiutato alla stesura del progetto del libro. Un ringraziamento particolare va infine a Gian Franco Di Pietro, Raimondo Innocenti e Mariella Zoppi con cui questo lavoro ha preso avvio e con cui ne ho condiviso l'impostazione.
Heritage and Design of Geometrical Forms HEDEGFORM, 2011
Stretti tra “il crollo di Wall Street” e lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, gli anni che vanno dal 1929 al 1940 sono stati contraddistinti in tutto il mondo da una quasi febbrile necessità di progettazione urbana, quasi si volessero con questa dimenticare i tempi duri che si stavano vivendo e realizzare una città che, come la mitica Gerusalemme, assumesse il ruolo di luogo “sacro”, capace di dare certezze, di salvare la popolazione mondiale, già reduce dalla tragedia della Grande guerra, dalla nuova, immane catastrofe che si sentiva incombere sulle nazioni. In quel decennio, a livello mondiale, al di là di democrazie, ideologie, regimi e dittature, si assistette all’entrata in scena della Stato per il quale l’urbanistica assunse il fondamentale ruolo di strumento di potere grazie alle innegabili caratteristiche di visibilità e efficacia che la contraddistinguono. La città moderna che, a inizio secolo, tanto aveva interessato gli artisti realisti tedeschi appartenenti a Die Brücke che, con la loro pittura eccessiva, avevano drammatizzato strade, architetture e piazze e nel primo dopoguerra era divenuta per la Neue Sachlichkeit palcoscenico di qualsiasi catarsi storica, negli anni ’30, grazie ad un nuovo “ritorno all’ordine”, ritrovò nella geometria dei numerosi progetti architettonici a essa dovunque dedicati quella forza ancestrale riscontrabile già nel lirismo matematico delle piazze della città metafisica di De Chirico e nelle coeve, luminose architetture di Edward Hopper. Una realtà internazionale, creata dalla circolazione delle idee e degli architetti e una generale tendenza a sottomettere il progetto ad un piano più ampio dettato dai governi, come rilevato da Manfredo Tafuri, contraddistinsero il periodo.
Cultura urbanistica e ipotesi di sviluppo urbano tra le due Guerre con un'appendice inedita tratta da "La teoria generale della città rionale fascista (città corporativa)" dell'ingegnere Ruggero Carbognin ABSTRACT Bandito il 9 gennaio del 1938, il Concorso per il Piano regolatore di Bologna testimonia le problematiche individuabili negli strumenti di pianificazione dell'epoca, determinate, come in altri episodi coevi, dalla costante tensione tra la persistenza delle linee guida dell'urbanistica ottocentesca, l'espressione di una forma urbana di Regime mai pienamente compiuta e interrotta dallo scoppio del conflitto mondiale, le adesioni ai modelli della modernità, seppur privi, ormai, del loro contenuto d'avanguardia e le anticipazioni dei temi del Secondo Dopoguerra. In questo contesto, questo contributo intende ampliare la letteratura con i documenti di Concorso provenienti dall'"Archivio del Comune di Bologna" e presentare le più interessanti soluzioni progettuali per la città, in particolare, dal punto di vista della conservazione del centro storico e della collina, delle ipotesi di diradamento della città storica e del progetto delle aree di espansione. Published January 9, 1938, the competition for the master plan of Bologna testifies problems identified in planning tools in the era, determined, as in other episodes coeval, by the constant tension among the persistence of the nineteenth-century town planning guidelines, the expression of an urban form of Regime never fully accomplished and interrupted by the outbreak of the conflict, accessions of modernity models, now devoid of their cutting-edge content and advances of the post Second World war themes. In this context the contribution that is being proposed here is to extend the literature with the competition documents from the archives of the city of Bologna and present the most interesting design solutions for the city, in particular, from the point of view of the preservation of the historic center and the hilly environment, of the hypothesis of demolition of parts of the ancient city and of planning of new urban expansion. 6. R. Carbognin, "schema dello sviluppo della città rionale non radiale". (Archivio Storico Bologna) 7. R. Carbognin, "schema del nucleo urbano nella "metropoli rionale". (Archivio Storico Bologna) 6 7
2020
Interrogarsi sul progetto architettonico e urbano durante la pandemia Editoriale 1 Questa call ha l'obiettivo di sollecitare la riflessione critica e propositiva da parte della cultura architettonica, ed in particolare quella del progetto architettonico e urbano, sui fenomeni innescati dalla pandemia da Coronavirus la quale, mentre scriviamo questo testo (18 aprile 2020 in lockdown), ci vede ancora in una fase di emergenza ma rivolti ad un domani per il quale già da ora si sta sviluppando un variegato immaginario di scenari e prospettive. Un contributo che per altro vorrebbe compensare la marginalità non del tutto giustificata delle nostre competenze rispetto ad altre oggi assai più chiamate a dare risposte, non solo per l'immediato, tra settori bio-medici e farmacologici, nuove tecnologie di supporto, economia e comportamento sociale. Il problema Coronavirus quale fattore pandemico di Covid-19 che ne consegue, o meglio un quadro di fenomeni che sono effetto ma anche causa di quel problema, da affrontare sempre più nell'ottica globale senza dimenticare di trovare non minori risposte nella dimensione locale, sicuramente coinvolge aspetti collegati e fortemente incidenti sulle logiche insediative e dell'abitare lo spazio costruito così come di natura sociale, ambientale ed in particolare climatica. L'apporto delle forme architettoniche e urbane non sarà di poco conto quindi nel contribuire ad una efficace risposta al problema pandemico, da intendersi in un'accezione non solo circoscritta al dato della salute. E questo se sapremo proporre modelli nuovi o forse ritrovati, tra futuribile e tradizione storica, attraverso un processo di circostanziata critica alla dinamica neo-liberista di intendere la città e la sua architettura, in generale tutto il territorio, nel delicato rapporto tra antropizzazione e natura. Si tratta allora di comprendere,
Il "consumo di suolo" è un concetto multidimensionale, di cui allo stato attuale non esiste una definizione univoca. I suoi elementi più evidenti sono l'espansione delle aree urbane e l'impermeabilizzazione delle superfici naturali, solo in parte associata all'urbanizzazione.
L Architettura Delle Citta the Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni, 2013
Questo saggio ha lo scopo di fare un punto-provvisorio-su uno dei temi che ricorre tipicamente negli scritti e nei progetti di Ludovico Quaroni, anche in quelli qui pubblicati: la bipolare unità di "emergenza-tessuto" come fondamento radicale dell'idea di città. Esso viene esplorato a partire dalla prima monografia scritta da Quaroni nel 1939, da cui questa rivista trae il nome, e si articola ragionando su altri documenti; ci si chiede, infine, se non valga la pena di avviare una ricerca sull'eventuale influenza, in ambito statunitense, nelle più importati facoltà di architettura, del pensiero e dell'opera di Ludovico Quaroni.
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Francesco Moschini (a cura di), Cerreto Sannita. Laboratorio di progettazione 1988, pp. 8-10, 1991
Tra libera professione e ruolo pubblico Pratiche e saperi comunali all’origine dell’urbanistica in Italia a cura di Patrizia Dogliani Oscar Gaspari, 2012
Atti XVII Conferenza Nazionale SIU Urbanistica Italiana nel Mondo, Atelier 6, PlanumPublisher, 2014
La costruzione della periferia in italia, 2020
TARANTO E BRINDISI: DA CENTRI INDUSTRIALI A CITTÀ CONTEMPORANEE D’AUTORE. INDUSTRIA, ARCHITETTURA E PAESAGGIO NELLA VISIONE DI SVILUPPO MODERNO DI ALDO MORO, 2024