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Il paesaggio della Valdelsa è un vero e proprio museo all'aperto da conoscere percorrendo a piedi o in mtb gli itinerari presenti nel libro preparati da tre diversi professionisti (un archeologo, un geologo e uno storico) per dare al lettore la più ampia capacità di comprensione.
La stampa del presente Quaderno è stata resa possibile grazie ai Comuni di Castelfi orentino, Certaldo, Gambassi Terme, Montaione e Montespertoli che, insieme, costituiscono il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina.
Lebenswelt: Aesthetics and Philosophy of Experience, 2014
2019
Il contatto diretto tra pubblico e museo potrà avvenire, oltre che con tabelle e pannelli esplicativi, anche (e soprattutto) mediante ricostruzioni, con audiovisivi che non siano semplici documentari, con spazi adibiti a laboratori dove il pubblico - e non solo gli studenti - possa attivarsi in operazioni manuali, con la somministrazione di tests di tipo aperto, con la rappresentazione del "negativo" (cioè di come sarebbe stato ipoteticamente il paesaggio senza l'azione di quel bene culturale, ovvero di quella determinata cultura): quest'ultimo metodo è quanto mai interessante, sia perché praticamente inusitato, sia perché stimolerebbe la discussione tra gli stessi esperti, permettendo forse la definizione di questioni insolute. Tali metodi necessitano di "oggetti" sui quali attivarsi. Quali potrebbero essere per l'Etruria meridionale?
A fronte dei problemi e delle pressioni cui viene sottoposto il patrimonio dei beni culturali si avverte la necessità di realizzare nuovi processi di tutela in grado di conoscere, valorizzare e fruire l’immane patrimonio culturale italiano. Sviluppando innovativi piani di comunicazione e integrando le diverse competenze si possono pianificare azioni volte al rilancio del patrimonio culturale e realizzare opportune azioni promozionali tese al benessere della collettività. La realizzazione di strumenti di indagine innovativi risultano essere sicuramente utili per realizzare l’integrazione delle risorse culturali in processi di sviluppo condivisi e partecipati intesi a realizzare la crescita sostenibile dei territorio e la valorizzazione del patrimonio culturale. Ai fini della tutela di un bene risulta, quindi, indispensabile realizzare un monitoraggio, non limitandolo alla verifica dell’integrità materiale del bene stesso ma estendendolo anche all’area in cui il bene è inserito realizzando l’analisi delle dinamiche territoriali e ambientali dei fattori che provocano il degrado del bene. Per supportare la gestione sostenibile di questi patrimoni mirata ad assicurare conoscenza, valorizzazione e fruizione in favore della collettività è importante poter disporre di strumenti adeguati di monitoraggio continuo e interattivo. L’idea è quella di realizzare un sistema di monitoraggio attivo basato su social network e sistemi volontari per l’aggiornamento dei dati, così da poter realizzare la gestione integrata di tutte quelle azioni volte a conservare e valorizzare i beni culturali e archeologici, sempre più esposti a pressioni antropiche e a pressioni ambientali. La realizzazione di strumenti di indagine e di rappresentazione innovativi risultano essere sicuramente utili per realizzare l’integrazione delle risorse culturali e naturalistiche in processi di sviluppo condivisi e partecipati intesi a favorire la cooperazione degli attori locali, e realizzare la crescita sostenibile del territorio e la valorizzazione del patrimonio culturale.
in: M. Fagioli (a cura di), DOVE VA L'ARCHITETTURA?, 2011
2009
Tra il Settecento e l'Ottocento, la divulgazione di disegni e bozzetti di siti-soprattutto esotici o mitici-incomincia a formare quel repertorio iconografico attraverso cui si diffonderà la conoscenza di città, monumenti e uomini; e che sarà fortemente incrementato, poi, dall'uso della fotografia. Verranno così fissati in maniera persistente-e pressoché immutabile-i caratteri dei luoghi e degli uomini. Nel 1839 Karl Baedeker pubblicava la prima guida di tipo moderno, con cui veniva contestualmente delineato un nuovo destinatario: non più lo studioso spinto a viaggiare su precise motivazioni culturali, bensì il turista alla ricerca di un viaggio d'evasione e di pura vacanza. La guida non era certamente riservata agli intellettuali; si configurava invece come lo strumento, ante litteram, per un turismo di massa. Le guide turistiche costituiranno, da quel momento in poi, uno dei più formidabili veicoli di conoscenza e identificazione dei luoghi; e daranno origine a un'abitudine e a una questione molto importanti. Infatti, le rappresentazioni, ivi contenute, di luoghi significativi della storia europea (per esempio, le rovine classiche) furono il primo contributo, in forma divulgativa, alla costruzione di quell'«immaginario collettivo» (Le Goff 1983) che fisserà ciascun luogo in uno stereotipo e che attribuirà a ciascun luogo una sua icona specifica. Ne è esempio chiaro la Sicilia, tutt'ora conosciuta, prevalentemente, in versione archeologica e, quindi, confinata in una dimensione di arcaismo che vale anche presso i suoi abitanti.
FAM - Magazine del Festival dell'Architettura, 2019
I due annessi museali a Basilea e Zurigo dello studio svizzero Christ & Gantenbein, entrambi inaugurati nel 2016, offrono l’opportunità di riflettere sul concetto stesso di ampliamento. Non si tratta della mera logica incrementale di aggiungere spazi ad una preesistenza, bensì di accomodare le molteplici forme di espressione dell’arte contemporanea. Entrambi gli edifici, pur nel loro differente aspetto, programma e dimensione, interpretano questi mutamenti culturali sia nella loro struttura architettonica, sia nelle qualità degli spazi espositivi realizzati. Per chiarire tali affinità, il saggio si avvale di alcuni contributi dell’estetica analitica che indagano sullo statuto dell’opera d’arte e sulla sua performatività in relazione al visitatore.
2020
Il focus Metamorfosi di un paesaggio rappresenta la conclusione di un progetto di ricerca che si è svolto dal 2017 al 2019 dal titolo ILaB-Industrial Landscape Biella. Il team di ricerca è guidato da Federico Vercellone e composto da Peppino Ortoleva, Chiara Simonigh, Teresa Biondi e il sottoscritto: docenti, assegnisti e borsisti dei Dipartimenti di Filosofia e Scienze dell'Educazione e di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell'Università di Torino. Il fine del progetto era di offrire un contributo peculiare alla ricerca teorica intorno alle questioni del paesaggio, dello spazio e del luogo, del rapporto tra memoria e trasformazione. Anche questo focus, così come il Progetto da cui è tratto, indaga la moltitudine di aspetti e complessità teoriche riferite al tema del paesaggio, come il rapporto tra spazio e luogo (Agnew 2011, Paquot 2012); il rapporto tra luogo e paesaggio, quest'ultimo inteso come mediazione materiale di natura (
ARCHISTOR, vol. Extra 4/2018 T. Manfredi (a cura di), Voyage Pittoresque. I. Esplorazioni nell’Italia del Sud sulle tracce della spedizione Saint-Non, 2018
Nel Seicento la dimensione culturale della scoperta ha consentito di rappresentare la componente estetica del territorio italiano identificando nei passaggi obbligati dei viaggiatori del Grand Tour i luoghi delegati alla idealizzazione del suo paesaggio. Nella condizione contemporanea si mostra urgente una nuova rivelazione connessa al riconoscimento dell’attuale componente morfologica disposta dalla grande trasformazione del territorio operata nella seconda metà del Novecento. L’estinzione delle grandi urgenze della città moderna, i temi connessi alla limitatezza delle risorse, la dimensione ecologica, esautorando le proiezioni urbanistiche a lungo termine, hanno incluso le indagini sul territorio nella dimensione salvifica del paesaggio inglobando in essa la scala dell’architettura. Questa, privata della necessità di rispondere ad una precisa esigenza funzionale ha avvolto il suo statuto linguistico nell’inseguimento di modelli riflettenti le pratiche espressionistiche dell’arte confluenti in un grado zero della sua scrittura riconoscibile in una ricorrente estetica della sparizione della sua presenza sul territorio. Il sistema dei collegamenti infrastrutturali e le dovute sinergie con l’esistente, la messa in sicurezza dei suoli in riparo al dissesto idrogeologico del territorio, il contenimento della dispersione urbana con la conseguente rimodulazione delle aree di margine, il restauro del Moderno, la demolizione di ampi brani di costruito, il recupero dei centri storici collinari, la reinterpretazione del patrimonio archeologico in una accezione di fruibilità contemporanea, delineano le propedeuticità di una chirurgica discesa di scala in opposizione alle estensive, quanto aleatorie, politiche di salvaguardia prive di gerarchie di intervento. In tale quadro, dopo la lunga stagione ad appannaggio delle scienze che si occupano del territorio, auspicare una provocatoria fine del paesaggio consente di riposizionare le priorità applicative sulla scala dell’architettura per la collocazione di nuovi puntuali tasselli nel quadro della postmodernità.
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Violetta, Carmen, Mimì. Percorsi al femminile dallo Sferisterio ai Musei civici di Macerata, a cura di F. Coltrinari, catalogo della mostra (Macerata, Musei civici di palazzo Buonaccorsi, 14 luglio-30 settembre 2012), 2012
Relazione introduttiva al Convegno "Il Valore del paesaggio" – Torino, 2001
Articolo su "Atti e Rassegna Tecnica", Società Ingegneri Architetti, 2017
in G. Bonamente et alii (edd.), Luoghi, ambienti, immagini: il paesaggio in Properzio, Turnhout, pp. 295-317, 2023