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Il 23 ottobre alle ore 17.45, nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana di Roma inaugura la mostra bibliografica “Il nostro Stazio dottissimo”. Achilles Statius Lusitanus, umanista. In occasione del V centenario della nascita (1524-2024), organizzata dalla Biblioteca Vallicelliana di Roma in collaborazione con il Centro di Studi Classici dell’Università di Lisbona (CEC-FLUL). L’esposizione presenta, anche tramite dispositivi digitali, una selezione di manoscritti e libri a stampa di Achille Stazio, che con il suo cospicuo lascito librario a favore della Congregazione dell’Oratorio di san Filippo Neri (1581) contribuì a costituire un nucleo fondamentale per la nascita della Biblioteca Vallicelliana. A complemento della mostra nella Biblioteca Vallicelliana, presso la Pontificia Università Lateranense verrà allestita, in contemporanea, la mostra: "I libri di Achille Stazio presso la Biblioteca Beato Pio IX della Pontificia Università Lateranense" con alcune opere a stampa dell’umanista portoghese ivi presenti e provenienti dal fondo antico della biblioteca del Collegio Germanico. Per maggiori informazioni e programma: https://vallicelliana.cultura.gov.it/mostra-il-nostro-stazio-dottissimo-achilles-statius-lusitanus-umanista/ https://aquilesestaco.wordpress.com/
Giornale Storico della Letteratura Italiana, 2022
Il presente articolo propone una lettura della novella 26 del «Novellino» di Masuccio Salernitano (1476) individuando nel testo un’originale rielaborazione del modello narrativo del «Lanval» di Marie de France, riletto alla luce della contemporanea concezione umanistica dell’amicitia. Mentre nel racconto originale l’amore dei protagonisti non può essere rivelato per la natura soprannaturale della dama (e in implicito accordo con i codici dell’amor cortese), nella novella la protagonista si preoccupa piuttosto di proteggere la propria reputazione dalla sconsiderata divulgazione di segreti fra amici che, lungi dal rappresentare l’ideale di perfetta virtù in voga nel Quattrocento, ne incarnano piuttosto una spietata parodia. Sarà così messa in evidenza l’ampiezza e la varietà del retroterra culturale di Masuccio, che include oltre ai modelli d’oltralpe anche la produzione umanistica coeva, finora poco valorizzata dagli studi.
«Poeta, filosofo e letterato» è definito Sigismondo Pandolfo Malatesti da Ludovico von Pastor. Pio II suo acerrimo nemico gli riconosce i pregi d'un valente umanista: «novit historias, philosophiae non parvam peritiam habuit». Il filologo Giovan Mario Filelfo lo chiama «doctissimorum amantissimus, vetustatis diligentissimus, et inquisitor, et cultor» 1 . Roberto Valturio, dedicandogli il De re militari, scrive che a lui si debbono i lineamenti delle immagini del Tempio, ricavati «ex abditis philosophiae penetralibus» (XII, 13). Offuscato in vita dalle calunnie degli avversari 2 , Sigismondo filosofo umanista vive tuttora ignorato nel suo Tempio, dove limpidamente si offre la generosità del suo libero intelletto attratto dall'antica sapienza. I suoi rivali sgretolarono la grandezza di un'esperienza che nel monumento rispecchia l'intero mondo mediterraneo in cui greci, romani ed arabi avevano costruito una cultura universale. Gli arabi permisero ai dotti europei di recuperare ciò che alla fine dell'era classica era andato smarrito in campo filosofico e scientifico. A Bisanzio guarda Niccolò V (1447-1455) che, dopo il decreto conciliare del 1439 per l'unione delle due Chiese, tenta di rinnovare la tradizione classica greca 3 . Il Tempio racconta il senso della continuità storica del bacino mediterraneo, fatta di sintesi unificatrice che privilegia l'accordo, l'identificazione, il riconoscimento di ciò che è comune 4 , mentre l'analisi strettamente geografica delle singole entità territoriali tende a dividere ed a contrapporre.
E. Cingano, A. Ghersetti, L. Milano (ed.), Animali tra zoologia, mito e letteratura nella cultura classica e orientale, 2005
2012
La narrazione dell'arrivo di Achille a Sciro costituisce la prima grande sezione di quel che rimane dell'Achilleide (un totale di 1125 versi), opera incompiuta di Publio Papinio Stazio. Si tratta di un episodio dotato di una sua unità tematica e strutturale. La narrazione era avvertita come conclusa anche dalla trad. ms., che chiudeva un libro (o il primo o il secondo) al verso 396: ad esempio, il codice R divide il testo in 4 libri (terminanti in 1, 396; 674; 960; 2, 167), e altri manoscritti tardi ancora chiudono al verso 396 il secondo libro, suddividendo il poema in 1, 197; 396; 674; 960 e 2, 167 1. Il progetto dell'opera doveva prevedere la realizzazione di un poema incentrato su Achille, forse il personaggio epico più noto, l'eroe del mito per eccellenza; sopravvive una parentesi giovanile della sua esistenza, interrotta al momento della partenza alla volta di Troia. Dopo il proemio (1, 1-9), la narrazione entra in medias res e presenta Thetis, la divina madre di Achille, intenta ad impedire il futuro di morte di suo figlio. Stazio inscrive l'archeologia dei fatti-nascita di Achille e origine della guerra-nel monologo di Thetis (1, 31-51); il lettore è informato: che Achille è parzialmente vulnerabile per l'intervento materno; che è stato affidato all'educazione del Centauro Chirone sul monte Pelio; che Thetis ha ricevuto una profezia funesta sulla partecipazione di Achille alla guerra di Troia. Dopo il fallito tentativo di Thetis di impedire lo scoppio della guerra (1, 51-94), la dea si reca sul monte Pelio in Tessaglia e conduce via il figlio (1, 95-241).
Studi in omaggio a Giorgio Bejor, a cura di C. Lambrugo, 2020
Trasmissione del testo dal Medioevo all'età moderna. Leggere, copiare, pubblicare, a cura di A. Piccardi, (Italianistica Sedinensis, 3) Stettino, 2012
A recentior Greek ms. of Demosthenes in Sweden, Skokloster VII.4.14, shows evidence of an Italian birth, probably belonged to the private library of Lucrezio Palladio degli Olivi in Udine in 1670, was in Sweden early in the XVIII century, then was rebound in Stockholm in 1739 for the count Carl Gustav Bielke, a diplomat who travelled through Europe and gathered a large library in the castle of Salsta, which eventually entered the collection of Skokloster (Sweden), where the ms. is now well preserved. Among the various Greek scribes, one is Michael Suliardo (end of the XV-beginning of the XVI century) and some intriguing hypotheses arise about his whereabouts. Other details are showing up about the dispersed library of Lucrezio Palladio degli Olivi in Udine, both for the manuscripts and for the rare printed editions. There is still much to be discovered about some private libraries in Friuli, Italy. Lo studio dei recentiores di Demostene può ancora riservare sorprese, se il ms. Skokloster VII.4.14, già in Svezia dal 1739 in possesso dei conti Bielke-Brahe, poi di dominio pubblico almeno dal 1929, comincia solo oggi (2012) a rivelare la sua storia. Vi sono indizi di una genesi italiana a fine Quattrocento, ad opera del copista Michele Suliardo, attivo nell'ambito di Giano Lascari e non solo. Nel 1670 il manoscritto giunge in possesso di un Lucrezio Palladio che, a quanto pare, è il nobile udinese Lucrezio Palladio degli Olivi, erede di un ricco patrimonio librario e bibliofilo lui stesso, i cui volumi preziosi sono dispersi in varie nazioni. Molto resta ancora da investigare sulle ricche biblioteche private del Friuli.
Leggere E Scrivere Organizzazioni (a cura di Lugi Maria Sicca) , 2010
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The paper examines and compares Angelo Poliziano’s and Giorgio Valla’s Latin translations of a passage from Theophilus Protospathian’s Scholia to Hippocrates’ Aphorisms. Some features of the process of transcoding technical nomenclature from one language to another and the difficulty in defining the semantic-conceptual field of medicine through a still immature and unstable Latin vocabulary are highlighted.
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L.J. DORFBAUER (éd.), V. ZIMMERL-PANAGL (coéd.), “Fortunatianus redivivus”: Bischof Fortunatian von Aquileia und sein Evangelienkommentar (Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, extra seriem), Berlin-Boston, 307-324, 2017
Dal Razionalismo al Rinascimento. Per i quaranta anni di studi di Silvia Danesi Squarzina, a cura di Giulia Aurigemma, 2011
Studi di filologia offerti dagli allievi a Claudio Ciociola, 2020
La Parola del Passato, 74 (407), 2019
"Annuario filosofico", 2018
Hyle Pracetas, Le strane cronache , 2019
S&F_scienzaefilosofia.it, 2016
(2017) L. Caffo, “Il Silenzio: corda tesa tra umanità e animalità”, in Nuovi Quaderni del Circolo Semiologico Siciliano, a cura di G. Marrone, n.s Zoosemiotica 2.0, Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2017, pp. 219-229, ISBN 978-88-9703-526-8.
Tradizione e trasmissione degli storici greci frammentari. In ricordo di Silvio Accame. Atti del II Workshop Internazionale (Roma, 16-18 febbraio 2006), Tivoli: TORED 2009
2021
DULCIS LABOR Studi in onore di Maria Luisa Chirico, 2022
Latinitas, VI/2, 2018
Tradiciòn e innovaciòn de la medicina latina de la antiguedad y de la alta edad media, par M.E.Vàzques Bujàn, 1994
Giornale Italiano di Filologia, 2014
Medic - Methodology & Education for Clinical Innovation - N.S., 2007
La traduzione latina dei classici greci nel Quattrocento in Toscana e in Umbria, 2020