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"The objective of the paper is to explain the concept of Territorial Identity and his role in the international cooperation field, more particularly, in the form called "decentralized". The first part of the paper is devoted to the analysis of “territorial identity” and “territory” as a cause and effect in the same time of the identity. Based on this theoretical and conceptual introduction it’s possible describes and examine the processes of territorialization, endogenous and exogenous, especially in sub-Saharan Africa where there were the main effect caused of colonization. The second part of the paper is focused on the issue of decentralized cooperation and its relationship with "deliberative democracy" and territorial identity. Participation , as a result of deliberative democracy, is the fundamental aspect of respect for the identity. Only those who are part of the identity of its territory may suggest cooperation policies aimed to a real development of the local population."
Laboratorio CeSPI, Ottobre, 2000
Fra l'idea e la realtà fra il movimento e l'atto cade l'ombra. T.S.Eliot, Gli Uomini Vuoti, 1925 Superare il gap che divide, molto spesso, l'affermazione dei principi dalla loro applicazione, gettare luce su quella fascia d'ombra che separa l'idea dalle pratiche, costituisce anche per la cooperazione decentrata il terreno su cui si decide la coerenza e l'effettività non solo della sua capacità di operare ma anche della sua materialità, in quanto logica d'azione che rappresenta la risposta più nuova ai profondi mutamenti di fine millennio e alle impasse che continuano a ostruire il cammino della cooperazione allo sviluppo. Le pagine che seguono propongono una prima rassegna, in nessun modo esaustiva, precisamente degli spazi e delle strutture che sostengono il definirsi e consolidarsi della cooperazione decentrata. L'esame, che si focalizzano sullo scenario italiano, prescinde volutamente dalla considerazione degli assetti istituzionali interni che Comuni, Province e Regioni si sono dati preferendo concentrarsi sulle forme e strutture di raccordo, concertazione e gestione messe in atto, ritenendo che siano esse a costituire l'anello decisivo ai fini dell'implementazione dell'approccio decentrato. Si tratta di una tematica finora poco studiata, anche in campo internazionale, ma che ad uno sguardo attento rivela la sua importanza perché componente non eludibile della nascita di nuove forme di partenariato internazionale e, più in generale, dei mutamenti in atto nell'esercizio della democrazia.
Diritti Regionali, 2018
Diritti regionali -Rivista di diritto delle autonomie territoriali (ISSN: 2465-2709) -2018/1 SOMMARIO: 1. Premessa. -2. La cooperazione decentrata o territoriale. -3. I meccanismi di finanziamento della cooperazione decentrata: dai programmi europei e regionali a quelli della cooperazione italiana (L. 125/2014). -4. Le sinergie tra cooperazione decentrata e migration. -4.1. Casi studio: il progetto Teranga, il progetto Mentor, il progetto PAISIM.
Think global, act local " è la vision che è alla base delle attività di cooperazione internazionale decentrata. La cooperazione internazionale decentrata non è solo espressione della solidarietà internazionale di una comunità territoriale, ma costituisce l'unico approccio ragionevole per prendersi cura, con sguardo olistico, degli interessi pubblici locali. " Pensare globale e agire locale " può consentire di agire sui fenomeni alla loro origine, di conoscerli prima delle loro peggiori derive, di non subirli ma di concorrere a governarli. Per cooperazione decentrata si intende l'azione di cooperazione internazionale allo sviluppo realizzata dalle Regioni e dagli Enti Locali nell'ambito di relazioni di partenariato territoriale con istituzioni locali (per quanto possibile omologhe) dei Paesi con i quali si coopera. I patti di amministrazione condivisa sui singoli beni comuni oggetto dei progetti di cooperazione decentrata (ambiente, coesione sociale, spazi urbani) o su un possibile bene comune “solidarietà glocale”, potrebbero costituire un efficace e appropriato strumento di gestione delle attività di cooperazione decentrata
Regionalismo differenziato: un percorso difficile, atti del convegno su Regionalismo differenziato: opportunità e criticità, organizzato da Università degli studi di Milano, Centro Studi sul Federalismo, 2019
P Pr re em me es ss sa a e e r ri in ng gr ra az zi ia am me en nt ti i d di i F Fl la av vi io o B Br ru ug gn no ol li i 5 5 R Re eg gi io on na al li is sm mo o d di if ff fe er re en nz zi ia at to o: : o op pp po or rt tu un ni it tà à e e c cr ri it ti ic ci it tà à d di i P Pa ao ol la a B Bi il la an nc ci ia a 9 9 R Re eg gi io on na al li is sm mo o d di if ff fe er re en nz zi ia at to o e e c co oe es si io on ne e t te er rr ri it to or ri ia al le e d di i A An nd dr re ea a P Pa at tr ro on ni i G Gr ri if ff fi i 1 17 7 A Ar rt t. . 1 11 16 6, , C Co om mm ma a 3 3: : N No or rm ma a d di i s si is st te em ma a o o n no or rm ma a d di i r ra az zi io on na al li iz zz za az zi io on ne e d de el l r re eg gi io on na al li is sm mo o o or rd di in na ar ri io o? ?
Sommario. 1. La Cooperazione internazionale allo sviluppo. 1.1. Le ragioni della cooperazione decentrata. 1.2. Le funzioni di cooperazione decentrata: multidimensionali, non fondamentali, sussidiate e partecipate. 1.3. La dimensione istituzionale della cooperazione decentrata: tra sussidiarietà verticale e “diritto internazionale dei governi locali”. 1.4. La cooperazione decentrata e gli strumenti di governance del partenariato allo sviluppo. 2. La cooperazione allo sviluppo degli Enti locali dopo la L. 125/2014. 2.1. La cooperazione decentrata si dissolve nel partenariato territoriale. 2.2. L’interessante emersione di una nuova sussidiarietà orizzontale rovesciata (o verticale mediata). 2.3. L’approccio territoriale della decentrata come dato presupposto
Con l'adozione della Carta di Banjul nel 1981 si è davanti ad un carattere evolutivo dei diritti umani dove per la prima volta si menziona il rispetto della libertà e dell'identità come componenti essenziali per il diritto allo sviluppo:
2013
La cooperazione decentrata e stata introdotta nell’ordinamento del nostro Paese dalla IV Convenzione di Lome (dal nome della Capitale del Togo dove si svolsero le cerimonie), sottoscritta il 15 dicembre 1989 ed entrata in vigore il 10 settembre 1991 (scadenza il 28 febbraio 2000). La IV Convenzione di Lome ha, tra l’altro, l’obiettivo di promuovere la cooperazione decentrata, grazie alla collaborazione di partner locali, pubblici e privati, organizzazioni non governative, sindacati, enti locali, con il fine dello sviluppo partecipativo delle comunita locali. La Convenzione di Lome, che associa Paesi dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico a quelli dell’Europa, consente assistenza finanziaria attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo (FES), alimentato da contributi specifici degli Stati membri, e annovera tra gli obiettivi fondamentali dello sviluppo, il rispetto dei diritti dell’uomo, i diritti sociali, economici e culturali.
Partendo da un’analisi critica del dibattito scientifico sulle identità collettive, il contributo esamina le potenzialità implicite dell’identità territoriale, quale categoria concettuale che mantiene la sua rilevanza sociale, economica, culturale e, se opportunamente rielaborata, è in grado di costituire un riferimento di base nel perseguimento degli obiettivi della sostenibilità. Estremi bibliografici: T. BANINI, “Introduzione alle identità territoriali”, in T. BANINI (a cura di), Mosaici identitari. Dagli italiani a Vancouver alla kreppa islandese, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2011, pp. 9-24, ISBN 9-788861-346437.
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Studi sull'integrazione europea Rivista quadrimestrale
A vent'anni da Dayton
Il Bollettino, 2012
Violence against women in difficult contexts - Violenza contro le donne in luoghi difficili (edit by Franca Balsamo), 2012
Ambiente, Società e Territorio, 2021
Cuestiones Constitucionales Revista Mexicana de Derecho Constitucional
Urbanistica Informazioni, 2022