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2020, Studi Etruschi LXXXIII, pp, 121-30
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This paper aims to broaden the term Tyrrhenia that Plato uses to define one of the boundaries of Atlantis's domain. Tyrrhenia is not used specifically for Etruria but broadly, to indicate Tyrrhenian Italy up to Sardinia. This term could evoke, together with Libya and the Iberian Peninsula which are included in the description of Atlantis's kingdom, the boundaries of the empire of Carthage, conceived as a negative, real-life model for the mythical lost continent. Likewise, the geographical extent of Atlantis's maritime empire, from Libya to Sardinia, might call to mind the territories involved in the imperialist ambitions of the Athenian democracy, against which Plato sets the ideal model of the city of Solon, able to defeat a more powerful enemy.
Introduzione. pg. 2 2. Le tre parti della città ideale di Platone. pg. 5 3. La corrispondenza tra la città e l'anima umana. pg. 12 4. La relazione delle parti tra loro. pg. 18 4.1 Le virtù, forze che portano a compiere quanto è loro proprio le tre parti, sia della città che dell'anima. pg. 18 4.2 La relazione delle tre parti, sia della città sia dell'anima, tra di loro. pg. 24 5. Bibliografia. pg. 28 secondo attitudine. Invero, quella che ora noi abbiamo intrapreso potrebbe essere in qualche modo vicinissima all'immortalità e, in secondo luogo 4 , l'unica;). Quindi, Platone nomina la terza forma di governo, affermando che la prenderà in considerazione in seguito, per passare subito alla descrizione della seconda, quella propria de le LEGGI. Quello che qui preme osservare è che il filosofo si tiene "stretta questa" e va, così, in cerca della seconda forma di governo "che sia massimamente di tale qualità", come si pensa di avere dimostrato in nota, ambedue queste espressioni sono riferite alla prima forma, quella de la REPUBBLICA di cui Platone parla subito prima. La seconda forma di governo, che egli ha intrapreso a descrivere, potrebbe essere vicinissima all'immortalità, cioè alla prima forma, riguardo alla quale il filosofo scrive, ἡ μὲν δὴ τοιαύτη πόλις, εἴτε που θεοὶ ἢ παῖδες θεῶν αὐτὴν οἰκοῦσι πλείους ἑνός, (LEGGI, 739d) (In tale stato, dove sia dei, sia figli di dei abitano e sono più di uno,), infatti, gli dei e, forse, anche i figli degli dei sono immortali; inoltre, la seconda potrebbe essere l'unica forma di governo possibile, invero essa è "in secondo luogo, l'unica". Se, poi, teniamo presenti le connessioni anaforiche di ταύτης e di τὴν τοιαύτην di LEGGI, 739e, cit. Sez. 1, pg. 2, che ci rimandano proprio alla prima forma di governo, possiamo trarre le prime conclusioni, cioè i due lavori, la REPUBBLICA e le LEGGI, sono connessi, l'uno completa e spiega l'altro, le due forme di governo descritte sono interdipendenti. Oltre a questo, ricordiamo che, prima della lettura de la REPUBBLICA, come specifica Proclo nella Dissertazione I 5,27s del suo Commento, è necessario aver esaminato accuratamente sette punti e, il settimo è; ἕβδομον τὴν δι'ὅλου τοῦ συγγράμματος διήκουσαν τῶν δογμάτων ἀκολουθίαν ὑπ'ὄψιν ἀγαγεῖν καὶ ἐπιδεῖξαι, καθάπερ αὐτὸς ἐν τῷ Φαίδρῳ φησίν, ὡς εἰς ἑνὸς ζῴου μέρη τε καὶ μέλη συντεταγμένα πρὸς ἄλληλα σύστασιν τὴν πραγματείαν ἅπασαν ἀπηκριβωμένην· ἐν γὰρ ταύτῃ τῇ διεξόδῳ καὶ τὸ πλῆθος τῶν κεφαλαίων ἔσται γνώριμον, καὶ ἡ ἐν αὐτοῖς εἰρομένη τάξις κατάδηλος ὀφθήσεται, καὶ ὅπως εἰς τὸν ἕνα βλέπει πάντα σκοπόν. (DISS. Ι, 6,24s) (Settimo, far vedere e presentare la consequenzialità delle dottrine filosofiche che attraversa tutta l'opera, come egli dice nel FEDRO (264c), come tutta quanta l'opera sia stata lavorata con cura quale concorso nelle parti e nelle membra di un unico essere vivente; infatti, in questa esposizione sarà nota anche la gran quantità dei punti principali e la disposizione che è stata detta in loro si vedrà chiaramente e si vedrà come tutte le cose abbiano lo sguardo rivolto verso l'unico scopo.). Ora, dall'edizione del Commento di Proclo in bibliografia, risulta che il riferimento al FEDRO è, Ἀλλὰ τόδε οἶμαί σε φάναι ἄν, δεῖν πάντα λόγον ὥσπερ ζῷον συνεστάναι σῶμά τι ἔχοντα αὐτὸν αὑτοῦ, ὥστε μήτε ἀκέφαλον εἶναι μήτε ἄπουν, ἀλλὰ μέσα τε ἔχειν καὶ ἄκρα, πρέποντα ἀλλήλοις καὶ τῷ ὅλῳ γεγραμμένα. (FEDRO 264c) (Ma, io ritengo, tu potresti dire quanto segue, è necessario che ogni ragionamento sia stato formato come un qualche essere vivente, ragionamento avente come un qualche corpo di sé stesso, cosicché né sia senza capo né senza piedi, ma abbia parti mediane ed estremità convenienti le une alle altre ed interamente scritte.). Dunque, nella REPUBBLICA troviamo una gran quantità di parti principali, tutte le dottrine filosofiche sono consequenziali e tutto ha lo sguardo rivolto verso un unico scopo. Platone, nel luogo citato del FEDRO, afferma proprio che ogni ragionamento deve essere connesso, non deve essere senza capo né piedi, orbene, se l'autore della REPUBBLICA afferma questo riguardo al ragionamento, non vedo perché essa, che è, appunto, un ragionamento, non dovrebbe avere queste proprietà. quindi è ben presente all'intelletto, sia essa è stata menzionata precedentemente e, quindi, si ha l'anafora. Di conseguenza, ταύτης si riferisce alla prima forma di governo, del resto, come si potrebbe riferire alla seconda? Τὴν τοιαύτην, per la traduzione di questo con "di tale qualità", sia si ricorda l'impiego anaforico di tale pronome come da Ausführliche Grammatik II, §647 A.7 e ΓΡΑΜΜΑΤΑ § 126 § 125 (Il pronome οὗτος indica, di solito, persona o cosa già nominata o di cui si parla.). Per un esempio, in Platone, di impiego di τοιοῦτος con articolo in senso anaforico, si veda nota 2 pg. 2 (RSP. 590c). Per concludere, direi che anche l'avverbio ἄλλῃ (altrove) indichi un altrove da questa prima forma, ora, poiché "non è necessario cercare altrove….ma tenendosi stretta questa", direi che il "questa" (ταύτης) sia proprio quella prima forma di governo di cui si è appena parlato. 4 Per la traduzione con "in secondo luogo", si ricorda καὶ τὸ δεύτερον δευτέρως (LEGGI, 696e) (e il secondo in secondo luogo (viene onorato)). Hemmerdeana, Halis Saxonum, 1794, da http://books.google.it/ Nietzsche, Friedrich W. SULL'AVVENIRE DELLE NOSTRE SCUOLE, a cura di Luca
L'Eutifrone, primo dialogo socratico e primo dialogo di Platone; Socrate si intrattiene presso il portico del Re, magistrato ateniese davanti al quale venivano discusse, tra l'altro, le cause d'empietà 1 , in attesa di entrare per il processo intentatogli da Meleto, qui incontra il giovane Eutifrone. I due iniziano a discorrere; Socrate ha, presso il RE, un'accusa ( ), Eutifrone una causa ( ). Gli SCHOLIA spiegano la differenza tra le due specie di processi, la (causa) era un processo riguardo ad ingiustizie private, mentre la (accusa) era uno riguardante ingiustizie pubbliche γραφή δίκη δίκη γραφή
proposta di interpretazione del passo del decreto di Ferentino relativo agli alimenta traianei
2016
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell'Università G. d'Annunzio di Chieti-Pescara La Editrice Carabba attua procedure di selezione editoriale e risponde ai criteri di internazionalizzazione IAP (Scientifi c Academic Publisher), ESI (Edizioni Scientifi che Internazionali) Collana: KOINOS LOGOS Autore: Umberto Bultrighini Titolo: Platone e la democrazia Studi su Platone politico ISBN: 978-88-6344-424-7 In copertina: i sofi sti cacciati da un discepolo di Socrate. Particolare dalla Scuola di Atene di Raff aello.
Molte sono state le supposizioni e gli studi effettuati nel corso degli anni riguardo alla possibile genesi del nome "Galatina" e molte sono state anche le probabili risposte scaturite da questi studi, alcune più fantasiose di altre, ma nessuna delle quali, ha mai tenuto in debito conto la possibilità che il nome del popoloso centro urbano salentino potesse essere nato da una sacra invocazione a carattere iatromantico, un'invocazione divenuta poi nel corso del tempo, toponomastica, come questo studio, invece, tende a sostenere. Le teorie più additate sull'origine del toponimo della città sono state quelle che vorrebbero il nome derivare da γάλα (gala) con esplicito riferimento al "latte", per la sovrabbondanza di pascoli presenti anticamente nel limitrofo circondario rurale. Per altri ermeneuti, invece, il nome sarebbe da attribuire a un probabile epiteto, a γάλα ᾿Αϑηνᾶ "Atena del latte", che richiama alla mente l'espressione arcaica γίδα ᾿Αϑηνᾶ, "Atena capra", in riferimento all'egida della dea, il pettorale costituito dal bellissimo vello della capra Amaltea; o secondo altre versioni del mito, dalla pelle caprina del gigante Pallante, ucciso e scuoiato dalla dea in uno scontro. Altri interpreti hanno proposto come plausibile la possibilità che il toponimo significasse invece non "Atena", bensì "Atene del latte", in virtù di un'antica alleanza militare stipulata dai Messapi con la grande polis ellenica, che avrebbe avuto come naturale conseguenza anche un antico insediamento attico in loco. Teorie più marginali hanno attribuito, viceversa, l'origine del nome della città a Galathena 1 , la polis di provenienza del popolo dei Tessali che avrebbero colonizzato la parte occidentale della Messapia, o ancora alla mitica nereide Galatea 2 , o anche a una non meglio identificata Galata o Galazia, che nella confusione di alcuni mitografi venne ritenuta una presunta figlia di Teseo. La teoria più accreditata, ma anche quella più dibattuta in seno alle nuove indagini semantiche, è stata l'interpretazione "scientifica" del filologo tedesco Gerhard Rohlfs che, ammaliato dalle teorie linguistiche ariane, sostenne che il termine "Galatina" fosse derivato 1 Col nome Galatena o Galathena è stata denominata nel Salento una piccola sorgente d'acqua dolce defluente in località Santa Maria al Bagno, frazione balneare del comune di Nardò, situata nei pressi dei resti di una roccaforte difensiva, ora denominata "Le quattro colonne" per la forma assunta dal complesso difensivo dopo i crolli che hanno rovinato l'integrità della struttura, facendone restare in piedi i quattro torrioni situati agli spigoli del complesso a pianta quadrata. Non si esclude la possibilità che in loco in passato potesse esistere qualche edificio di culto dedicato alla dea, il cui culto in terra di Messapia era diffusissimo, come ricordano altri toponimi o luoghi. A tal proposito si ricordi il tempio di Atena Iliaca di Castro, il "Colle della Minerva" dove vennero decollati gli 800 martiri di Otranto, e il nome del paese di Minervino di Lecce. 2 Galatea dal greco "Γαλάτεια" che significa "lattea"; questa interpretazione sembra un'etimologia popolare data dalla somiglianza con l'aggettivo γάλακτος, γαλακτεία, derivato dal sostantivo γάλα, "latte", mentre probabilmente la vera origine del nome potrebbe derivare da γαλήνη "calma" e per estensione terminologica "la dea del mare calmo". La ninfa Galene (Γαλήνη) ricordata da Esiodo, infatti, venne presumibilmente identificata in seguito con Galatea, che nella mitologia greca, era una delle cinquanta ninfe del mare, dette Nereidi, la cui abituale residenza si trovava negli abissi marini, dove insieme al loro padre Nereo proteggevano e assistevano i marinai nel loro peregrinare.
Contributo pubblicato in "il Nome nel testo", Rivista internazionale di onomastica letteraria, XX (2018), pp. 287-295.
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
Recensione a: C. Galli, Platone, la necessità della politica, il Mulino, Bologna 2001, pp. 180, € 14.
E. GIORGI, F. DEMMA, Riflessioni sulla genesi e lo sviluppo urbano di Asculum nel Piceno. Dalla Città Federata alla Colonia Romana, in «Atlante Tematico di Topografia Antica» 28 (2018), pp. 53-76., 2018
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L'epigramma greco. Problemi e prospettive., 2007
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