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Presentazione «Vocabolario del romanesco contemporaneo (I, J) - P. D’Achille C. Giovanardi», 2019
Parte della comunità linguistico-scientifica, consapevole delle criticità esposte, sta risolvendo con successo le lacune lessicografiche attraverso la compilazione del “Vocabolario del romanesco Contemporaneo” (VRC) presso l’Università Roma Tre e il progetto “Etimologie del romanesco contemporaneo” (ERC) presso l’Università di Zurigo (nello stesso ateneo è stato nel frattempo avviato il programma di ricerca Verso una grammatica storica del romanesco coordinato da Vincenzo Faraoni). Il primo volume relativo al Vocabolario del romanesco contemporaneo (I, J) del 2016 (seguito poi da quello dedicato alla lettera (B) del 2018), è oggetto di questo approfondimento.
Per un Dizionario del romanesco letterario DI GIULIO VACCARO «Posso fare subito un vocabolario unico, una specie di "Vocabolarione" romanesco, magari dopo aver provveduto a uniformare la grafia dei quattro poeti [Belli, Pascarella, Trilussa e Zanazzo]?». 1 La risposta (o, per meglio dire, le risposte, perché a ben vedere le domande sono due: posso farlo? posso farlo subito ?) che fu data da Gennaro Vaccaro nel 1969 fu -come è evidente -no. Vorrei tuttavia riprendere in mano quella domanda oggi, a oltre quarant'anni di distanza, e vedere se sia possibile dare una risposta diversa.
Italiano LinguaDue, 2025
Nell’ambito degli studi sull’italiano popolare, poca attenzione è stata dedicata alla sua dimensione orale. In questo lavoro vengono presentati i risultati di uno studio basato sul corpus ParlaTO, al fine di verificare se l’italiano popolare sia presente, come varietà parlata, nell’architettura variazionale dell’italiano contemporaneo. L’analisi si fonda sull’osservazione di un insieme di tratti considerati diagnostici, attinti alla letteratura precedente sull’italiano popolare, integrato con alcune nuove proposte. I fenomeni linguistici (di cui si considereranno frequenza, cooccorrenza e peso nelle descrizioni delle diverse varietà) saranno messi in relazione a diversi parametri socioculturali (età, grado di istruzione, professione). L’analisi dei dati offrirà uno spunto di riflessione su uno degli interrogativi più attuali circa l’italiano popolare: se e in che misura, oggi, esso sia una varietà vitale. Within the framework of the research on popular Italian, little attention has been paid to its oral dimension. This paper presents the results of a corpus-based research, which aims to verify whether popular Italian is present, as a spoken variety, in the variational architecture of contemporary Italian. The analysis is based on the ParlaTO corpus and considers a set of phenomena as diagnostic traits of IP. Such traits will be related to various socio-cultural parameters (age, education, profession). The data analysis will shed some light on one of the most debated problems about popular Italian: whether, nowadays, it is still a vital language variety.
I. La lingua del cinema, la lingua nel cinema, la lingua dal cinema FRANCESCO AVOLIO (L'Aquila), Le varietà dialettali campane in Gomorra (film): cenni descrittivi e interpretativi 3-16 GIUSEPPE BRINCAT (Malta), Nomi di persona e nomi di luogo nei film doppiati del genere comico-romantico: My Best Friend's Wedding 17-24 ENZO CAFFARELLI (Roma), Transonimie cinematografiche: teatronimi, odonimi, crematonimi e titoli di film dal nome proprio al nome proprio 25-62 LORENZO COVERI (Genova), Appunti sulla figura e la lingua del "genovese" nel cinema italiano 63-74 NICOLA DE BLASI (Napoli), Cinema, dialetto, identità: a proposito di Benvenuti al Sud 75-88 VALERIA DELLA VALLE (Roma), Il lessico filmistico di Luigi Freddi 89-100 FRANCO PIERNO (Toronto), Il mestiere della parola. Ricreazione linguistica e lessicale nel film Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi (2001) 101-120 ROBERTO RANDACCIO (Cagliari), «Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo». Note di deonomastica cinematografica 121-134 FABIO ROSSI (Messina), Le funzioni del telefono nel linguaggio cinematografico: prime indagini 135-151 FRANCESCO SESTITO (Roma), Né scritto né parlato: la lingua dei sottotitoli per sordi presenti nei DVD di tre commedie all'italiana 153-165 RAFFAELLA SETTI (Firenze), Interrogando il LIT. Il lessico televisivo contemporaneo tra spettacolarità e stereotipia 167-182 II. La lingua negli anni del fascismo MARCELLO APRILE (Lecce), Storia linguistica dell'antisemitismo fascista 185-215 MASSIMO FANFANI (Firenze), Un forestierismo ben conservato 217-236 ROCCO LUIGI NICHIL (Lecce), La retorica del regime attraverso i Fogli di disposizioni di Achille Starace: la questione della razza 237-254 ALBERTO RAFFAELLI (Roma), La Commissione per la toponomastica della Reale Accademia d'Italia 255-268
2010
Ragioni di ordine storico e politico, nonché la singolare presenza di una minoranza di lingua greca hanno fatto delle parlate di Terra d’Otranto un campo d’indagine privilegiato. Dalle prime indagini del Morosi alle più recenti ricerche di natura dialettologica e sociolinguistica, quasi senza soluzione di continuità, la bibliografia sull’area linguistica salentina è cresciuta a dismisura. Ma se è vero che la polemica sull’origine della minoranza greca ha contribuito in modo decisivo a orientare l’orizzonte visuale degli studiosi verso la specificità salentina, non si potrà non riconoscere in Gerhard Rohlfs, figlio del suo tempo, ma "ipsis Italis Italior", il corifeo di tale orientamento culturale. D'altra parte, la pubblicazione del primo volume del "Vocabolario dei dialetti salentini", stampato dalla Bayerische Akademie der Wissenschaften nel 1956, segna uno spartiacque nella storia della lessicografia dialettale: sebbene molte regioni e subregioni italiane possano oggi vantare vocabolari areali, ben pochi erano a quell’epoca i lessici dialettali fondati, come il VDS, su una visione d’insieme in grado di superare gli spazi strettamente locali.
2007
The aim of this article is to discuss the fundamental features and the main avenues o f the development o f the modern Italian language. A great many specialists express their concern over the excessive influence o f the spoken language on the morphosyntactic structures o f the written language, which is evidenced by, among other things, the use o f repetitions, pleonasms, a lack o f discourse coherence as well as rampant use o f ready-made expressions copied from the “jargon” used in politics, or the language used by publicists or by bureaucrats. Another problem which is raised by contemporary linguists is the relation between the national language and dialects. Researchers are not in agreement as to the extent to which the Italian language is spread among dialectophones and the mutual influence o f these two codes. Finally, attention is drawn to trends in the contemporary Italian language.
2018
Il presente Glossarietto, pur avendo più che raddoppiato le pagine, rispetto alla prima Bozza, è ancora allo stato embrionale. Non esistono lemmatizzazioni, né categorie grammaticali e le citazioni (in genere composte di tre versi, il secondo dei quali contiene il termine del Glossarietto) sono spesso grezze e non curate. Anche le occorrenze vengono inserite nel Glossarietto senza un criterio coerente: talvolta vengono inserite in calce ad un lemma, talaltra formano voce a sé stante. In calce al volumetto ho inserito un elenco di Proverbi, detti, motti e modi di dire (al momento limitati al volume di Lino Cascioli). Nel corso del 2019 tenterò di dare una forma organica al Glossarietto, il cui scopo non è peraltro quello di fornire una indagine completa sul Dialetto Romano.
Vocaboli dialettali di origine germanica Paleogermanismi gotismi longobardismi nel Tarantino e nel Salento La Longobardia Minor ,dopo il crollo del Regno longobardo nel 774 per opera dei Franchi, sopravvisse per circa trecento anni, fino al 1076,quando subentrarono i Normanni. Per mancanza di una esauriente documentazione scritta non è possibile sapere quale dialetto germanico i Longobardi parlassero. Non ci è pervenuto neppure una frase, ma singole parole presenti nell'Editto di Rotari e nelle altre leggi dei principi longobardi, negli atti notarili, nella toponomastica e nei dialetti. Dall'esame di tutti questi 'relitti' emerge un fattore abbastanza chiaro: La lingua longobarda si evolve in relazione ai movimenti e agli spostamenti di questa gens nel corso della sua storia millenaria. Certamente parlavano un dialetto 'germanico', ma quale? Gli studiosi distinguono il germanico (non documentato, ma ricostruito) in tre gruppi:germanico settentrionale, che raggruppa oggi svedese, norvegese, danese, islandese…e i loro dialetti; germanico orientale , i cui dialetti oggi estinti erano parlati da Goti, Vandali , Burgundi, Gepidi…; germanico occidentale che oggi raggruppa inglese, tedesco, nederlandese…e i loro dialetti. Lo Scardigli 1 , dopo attenti studi sui 'relitti', così sintetizza la storia del longobardo:"Il longobardo è da definire come un pianeta che si è staccato dal magma germanico, ha avuto un periodo di avvicinamento all'orbita gotica e poi è stato attratto definitivamente nell'orbita del tedesco." Infatti i Longobardi appaiono storicamente attorno all'era cristiana a oriente dell'Elba, dove forse dimoravano da epoche remote (come traspare dai loro miti),si spostarono verso est e poi verso sud, ripercorrendo un tragitto gia compito dai Goti, anzi subentrandovi come nel Norico in Pannonia e in Italia, subendo inevitabilmente l'influsso della più evoluta 'cultura' gotica. Quindi, secondo Scardigli 2
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Carte di viaggio, 2023
Zeitschrift für romanische Philologie
B. Perrone, Il romanesco "romanzesco" delle borgate, in «Magazine Lingua italiana», Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 2022
Quaderni degli "Studi di Lessicografia Italiana" n. 14, 2020
Architetture al cubo, 2018
Classico contemporaneo, 2023
Lingue e Culture dei Media, 2018
XIII, 2020/2 (aprile-giugno), 2020
Linguistica pragensia, 2016