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Su "Questo spentoevo" di Gianfranco Lauretano

2024, Mi ossessiona il petto eternamente: su "Questo spentoevo" di Gianfranco Lauretano

Abstract

È spenta quest'epoca, in etimo "scolorita", "non più dipinta": perché alla realtà, pur presente, non è ridata la sua gloria. Gianfranco Lauretano si espone, nel suo più recente lavoro poetico, in termini artistici ma anche spirituali, proponendo una nitida visione del mondo. L'opera di Lauretano nasce nella dichiarata affezione per il "miracolo" della poesia di Giorgio Caproni; di cui al poeta, in una nota in coda al volume, piace ricordare alcuni carismi e destrezze che, va detto, parimenti lo riguardano: leggiadria cadenzata e tintinnante nel dettato essenziale, cenni e richiami ritmici e cromatici di elegante esilità; la propensione a una "continua e feconda disseminazione metrica e fonetica", che induce prolungati flussi di senso: toni e timbri distendono nei versi dei due poeti graduali riverberi di percezione, che oltrepassano il baricentro tematico, per portarsi oltre: quasi un fenomeno fisico di capillarità vegetale, in cui la parola è vivente e autonoma, foriera di risonanze inesauribili. Ma, nella poesia di Lauretano, oltre alle prelibatezze stilistiche c'è di più. Se Caproni conduceva la sua ormai proverbiale, incessante "guerra d'unghie" al cospetto del "muro della terra", e l'Onnipotente veniva pregato "d'insistere-almeno-d'esistere"; se poi, il Male era già-come sempre lo è-monotono, "senza fantasia" e il "dono" peculiare a ogni vivente aveva origini nebulose, e non era recuperabile se non nella "spina della nostalgia", ebbene in Lauretano il punto di vista sembra cambiare sensibilmente verso una presa di coscienza e un'assunzione di responsabilità che nulla hanno a che vedere con la passività interiore: lavoro compatto, di gran tempra, atletico per bellezza e portamento morale, "Questo spentoevo" diserta i toni della recriminazione e dello sconforto, per spostarsi nell'intento creativo, nell'azione sorgiva e tutta interna di fare del proprio cuore ancora lo specchio della luce di Dio.