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PATROLOGIA OBIETTIVI DEL CORSO: 1) Tenendo presente che "uno studio articolato di recupero del modo di essere e di pensarsi cristiani nel periodo della Chiesa dei Padri" è stato incoraggiato sia da Paolo VI (AAS 67, 1975, 469-473) sia da Giovani Paolo II (Lettera apostolica "Patres Ecclesiae", AAS 72, 1980, 5-6), si dovranno cogliere nei Padri, di volta in volta, alcune "delle costanti che sono la base di ogni autentico rinnovamento nell'ordine spirituale e teologico: attaccamento alla fede, desiderio di ardente di scrutare il mistero di Cristo, senso profondo della Tradizione, amore senza limite alla Chiesa" (Paolo VI, "Lettera al card. M. Pellegrino per il centenario di J. B. Migne, AAS 67, 1975, loc. cit.) 2) Perciò si cercheranno "agganci" con discipline quali Storia della Chiesa e Filosofia Cristiana, ovviamente tenendo presente lo specifico statuto istituzionale di esse. 3) Ricerca di "motivi che rendono così vivo ed attuale nella nostra epoca, pur così diversa da quella dei Padri, il loro messaggio incisivo e fecondo dal punto di vista non solo religioso e spirituale, ma anche letterario e, in senso più ampio, culturale."
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Il saggio è poi confluito nei miei libri I Padri della Chiesa e La Navata della Sapienza
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2012
L’articolo affronta la questione dell’ermeneutica del Vaticano II soprattutto sotto il profilo dello “stile” dei testi conciliari, nella linea di J. W. O’Malley; e approfondisce il contributo che è venuto al Concilio, sotto questo aspetto, dal ricorso al linguaggio dei Padri della Chiesa, come richiesto già prima del Concilio da alcuni vescovi (in particolare L. Jaeger, arcivescovo di Paderborn). This essay addresses the question of the hermeneutic of Council Vatican II, particularly in the light of the "style" of the conciliar documents, following the suggestions of Prof. J. W. O'Malley; and explores the contributions that came to the council by the recourse to the language of the Fathers of the Church, as suggested by some bishops (especially by L. Jaeger, archbishop of Paderborn) even before the Council.
2010
"Between 2007 and 2008, in 46 «catechesis» proposed during the Wednesday general audiences, pope Benedict XVI introduced 36 Fathers of the Church or ecclesiastical writers. After giving a brief overview of these speeches, the article reports the qualifications used by Benedict XVI when speaking of the Fathers, the most distinguishing features of their way of making theology, some of the most highlighted theological and spiritual contents with a special attention given to patristic doctrine of the prayer. This kind of approach reveals a «symphonic» attention to the tradition of the Church, that does not want to confine Fathers to specialized studies, but wants them to be listened to by the Church, in a way wich resembles the «return to the sources» that favored the renewal of the council. Tra il 2007 e il 2008, in 46 «catechesi» proposte durante le udienze generali del mercoledì, il papa Benedetto XVI ha presentato il profilo di 36 Padri della Chiesa o scrittori ecclesiastici. Dopo uno sguardo d’insieme su queste catechesi, l’articolo richiama le qualifiche con le quali Benedetto XVI designa i Padri, i tratti più rilevanti del loro modo di fare teologia, alcuni dei contenuti teologici e spirituali più sottolineati, tra i quali spicca l’attenzione che il papa ha riservato alla dottrina patristica sulla preghiera. L’approccio che emerge è quello di un’attenzione «sinfonica» alla tradizione della Chiesa, che non vuole relegare i Padri nello studio specialistico, ma li offre all’ascolto della Chiesa in una linea simile a quelle del «ritorno alle fonti» che contribuì a preparare il rinnovamento conciliare."
Nel cercare di comprendere l’interpretazione patristica, è importante tenere a mente quanto il loro mondo intellettuale fosse differente dal nostro. Dal nostro punto di vista, la loro era una visione molto ridotta del passato. All’inizio della sua grande opera, Le antichità giudaiche, pubblicate originariamente nel 93-94 d.C., l’autore giudaico Flavio Giuseppe nota che le sacre Scritture abbracciano «la storia di cinquemila anni» e che «sono ormai passati già duemila anni da che egli [«il nostro legislatore», ossia Mosè] nacque, e a un’epoca così remota i poeti non si avventurarono mai di assegnare i natali dei loro dèi, tanto meno le gesta o le leggi dei mortali»1. Questa visione cronologica era destinata a durare per ben oltre mille e cinquecento anni. Negli ultimi cinquecento anni sono stati sviluppati strumenti per l’analisi critica, che non erano a disposizione degli autori antichi, e questo ha portato a un processo di storicizazione. C’è stata una crescita irreversibile nella coscienza storica, o un aumento di consapevolezza del processo di sviluppo nella storia, che rende impossibile applicare oggi molti dei presupposti e delle regole antichi. Tuttavia, il mondo dell’antica interpretazione biblica era alquanto coerente in se stesso. Nei primi cento cinquant’anni dopo la resurrezione è difficile parlare di un approccio cristiano sistematico o addirittura coerente alle Scritture. Troviamo una tendenza marcata a trattarle come oracoli e a usarle in modo selettivo, tanto da poter fornire materiale per interpretare la figura di Gesù Cristo o per l’esortazione morale. Incerti erano i confini di quello che successivamente sarebbe stato chiamato il canone delle Scritture. All’inizio, naturalmente, non esistevano Scritture specificamente cristiane, solo la legge, i profeti e gli altri scritti. Il primo autore cristiano, Paolo di Tarso, cita e allude alla legge, a molti dei profeti, ai salmi e agli altri scritti, e la sua interpretazione ha fornito un contribuito decisivo al modo in cui le Scritture sarebbero state lette nel periodo patristico.
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Il saggio è poi confluito nei miei libri I Padri della Chiesa e La Navata della Sapienza
in «Annales Historiae Conciliorum. Journal for the History of Councils» 52, pp. 273-306., 2022
The subject of this paper is the participation of Dominican fathers at the First Vatican Council. In December 1869 there were 25 Dominican bishops, and 15 of them could go to Rome. One of the 15 died on January 1870, and another one had to go back to his diocese. Another Dominican was ordained as bishop on July 1870 and took part to the last sessions of the Vatican I; the general master of the Order, too, was one of the participants. So, the Dominicans who were present in the Council during 1869-1870 were 17. Among them, six spoke publicly during the sessions: Guidi, Salzano, Ghilardi, García Gil, Alemany and Jandel. In the most important votation-the one on the dogmatic constitution Pastor aeternus twelve Domincans were present: eight voted placet iuxta modum and four placet.
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Les réceptions des Pères de l’Église au Moyen Âge. Le devenir de la tradition ecclésiale, Congrès du Centre Sèvres - Facultés jésuites de Paris (11-14 juin 2008), préparé par N. Bériou, A. Oliva et A. Vauchez, Actes publiés par les soins de R. Berndt et M. Fédou, Verlag, Aschendorff, 2013
Teologia w Polsce
Aula delle Benedizioni, Basilica di San Pietro, Venerdì 312 ottobre 2008.
Introduzione alla teologia del popolo, 2015
Corso Biblico Estivo guidato da padre Ermes Ronchi, Udine 9-13 luglio 2018, Udine (Arcidiocesi di Udine con I.S.S.R. di Gorizia, Trieste e Udine) 2018, 60 pp.: 6-30., 2018
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in “StoriadelMondo. Periodico telematico di Storia e Scienze Umane” LXXXV (2018).
Progetto Gionata, 2023
Atti del convegno curato dall'autore, 2009