Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
16 pages
1 file
Diverse sono state le espressioni artistiche mutevoli nel corso della storia dell'arte. Anzi, con buona approssimazione, si direbbe che da Giotto in avanti gli stili cangianti sono stati la regola dell'operare. Le opere mutavano così all'interno del fare dell'artista come marcatrici di tappe biografiche. E questo era ben visibile sul piano dello stile. Certo, l'artista è la sua opera, e la sua opera è il suo stile. Cioè, lo stile è il sedimentarsi delle condizioni e della volontà in una grafia comunicabile; questo è indiscusso. Tuttavia può capitare che lo stile non sia tanto la causa dell'espressione quanto la risultante effettiva di un discorso espressivo che ha in altro il suo punto di Archimede. Mi spiegherò: se un'opera arguta è leggibile fra le righe-e questo lo si fa a partire dalla stessa iconologia-è perché contiene realtà solo indicate al livello dello stile. Presso Guercino questo "mondo altro" sono i disegni, la vera espressione immediata del suo essere nell'arte. Ogni dipinto od affresco, che sia una veduta ingenua sul Reno o le scene monumentali del periodo romano, è frutto di un grosso compromesso di mediazione, o di traduzione. L'opera grafica rappresenta il presupposto non del suo stile, ma della sua espressione vitale. La pittura di Guercino è il candido convivere del bisogno di astrarre con la serenità spontanea del dato naturale. E' un'arte del prendere le distanze ben diversa da quella dei manieristi, fuchi malinconici di un alveare non più perfettibile; Guercino non solo porta l'occhio (sic!) fuori dalla lotta degli stili, ma non bisticcia neppure con la Natura. L'empatia e l'astrazione L'accostamento di questi due termini per quanto possa suonare intuitivo è in realtà il frutto di un travaglio storico e teorico che iniziò con la seconda metà dell'Ottocento.
Arte e filosofia del '900, a c. di M. G. Di Monte, V. Filamingo, E. Ludovici, Roma 2021, 2021
How can we be sure that what is presented to us as art is truly art? Is it still reasonable to look for a principled approach to such a question? It has been said that “the project of the philosophy of art as we know it is that its underlying, though not generally explicitly avowed, task has been to provide the theoretical means for establishing that the mutations issued from avant-garde practice belong to the family of art”. If so, philosophy can only ever confirm or justify and can never refute the decisions of the institutional Artworld. Nor can philosophy, on the other hand, extend consequentially these decisions to all objects possessing the same characteristics, because this would literally pulverize the artworld. Thus, philosophy of art is faced with a dilemma: either to be incoherent or to give up defining its own object. Is there a way out?
Piacenza Economica, 2017
A margine della mostra in corso a Piacenza, dal 4 marzo al 5 giugno 2017, si desidera fornire un inquadramento storico artistico della figura del pittore di Cento attivo nella nostra città tra il 1626 e il 1627 mantenendo però fino agli '50 rapporti con la committenza piacentina. Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (8 febbraio 1591 Cento di Ferrara-22 dicembre 1666 Bologna)-L'attività del Guercino si colloca nel contesto della ricerca condotta, tra XVI e XVII secolo, nella direzione del ritorno all'imitazione della natura. Nell'ambito della nascente istruzione accademica, come superamento delle deroghe manieriste, viene codificata una precisa gerarchia di generi in relazione al soggetto ponendo al vertice la pittura di figura (sacra, storico-mitologica, ritrattistica), proseguendo con la pittura di paesaggio, di veduta, di natura morta e infine quella di quadratura che, avvalendosi del disegno prospettico realizzato ad affresco su ampie superfici, modifica lo spazio reale con false architetture. Si tratta di un importante mutamento che coinvolge anche il rapporto tra artista e fruitore dell'opera, non più solo committente, ma anche solo acquirente grazie all'intervento di intermediari. La ricostruzione del clima culturale, nel quale opera il Guercino, è possibile grazie a diversi tipi di fonti: non solo le biografie di artisti, come quella di Carlo Cesare Malvasia (Felsina pittrice, 1678), ma anche il libro dei conti, compilato dal pittore stesso, e il fitto scambio epistolare. La formazione del Guercino avviene inizialmente presso un pittore di quadratura di Bologna per proseguire poi nella bottega di Benedetto Gennari senior, pittore di figura di Cento. La sua produzione, che consta di oltre 350 opere eseguite tra il 1613 e il 1663, evidenzia la scelta compiuta nell'ambito della pittura di figura inizialmente come pittura parietale mentre, dal 1631, esclusivamente su supporto mobile che gli permette di realizzare numerose varianti del medesimo soggetto, spesso eseguite dalla bottega, per poter accontentare le richieste senza spostarsi dallo studio. Quella che verrà definita Accademia del Nudo, con sede prima a Cento e dal 1643 a Bologna, è, non solo un luogo di produzione, ma soprattutto di insegnamento da parte del maestro come dimostrato dalla grande importanza affidata al disegno che il Guercino intende come parte integrante dell'ideazione dell'opera. Agli inizi del XVII secolo la pittura parietale, campo privilegiato per l'opera dei quadraturisti, è raramente eseguita a buon fresco dai pittori di figura, che preferiscono tecniche a secco (a tempera e ad olio) che permettono modifiche in corso d'opera. Il Guercino infatti realizza a secco i cicli pittorici parietali romani, eseguiti nel 1621 nel casino Ludovisi e a palazzo Costaguti, adottando invece la tecnica del buon fresco ripassato a tempera in una delle ultime opere di decorazione parietale: la cupola della cattedrale di Piacenza (1626-7). L'incarico di subentrare al Morazzone nell'esecuzione della cupola piacentina viene accettato dal Guercino, nonostante la complessità di un impegno che lo costringe a lavorare all'estero, per l'attrattiva esercitata dal compenso e soprattutto per la possibilità di confrontarsi con l'opera di Ludovico Carracci. Il ciclo pittorico nella Cattedrale (1626-7)-La ristrutturazione della cattedrale di Piacenza, tra XVI e XVII secolo, è legata a tre importanti cicli pittorici che interessano l'intera zona presbiteriale. Il primo, commissionato dal vescovo Claudio Rangoni, porta alla realizzazione, dal 1599 al 1609, di un ciclo pittorico ad affresco realizzato da Ludovico Carracci (1555-1619), chiamato dal vescovo, affiancato da Camillo Procaccini (1550-1629) scelto invece dal duca Ranuccio Farnese. La seconda campagna di lavori invece, per iniziativa del vescovo Giovanni Linati, interessa la cupola affidata nel 1625 al milanese Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone (1573-1626) e proseguita, dal 1626 al 1627, dal Guercino. A Il ciclo pittorico nella Cattedrale (1626-7)
Guercino. Il mestiere del pittore, catalogo della mostra a cura di A. Bava e G. Spione (Torino, Musei Reali - Sale Chiablese, 23 marzo-28 luglio 2024), Milano 2024, pp. 199-203., 2024
Per il prestito della Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena della chiesa di San Domenico di Torino, si ringrazia, in qualità di Soggetto proprietario, la Direzione Centrale degli affari dei culti e per l'amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno-Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione
2019
There are significant similarities between the Zambranian and the Vichian reflection, and it is also possible to retrace a link from the historical-philosophical point of view. Starting from the indissoluble link between poiesis and èthos and from the investigation on the historical-temporal dimension of the human that distinguishes both thinkers, this work intends to explore the "inhuman" framework that emerges in their perspectives. The purpose is to highlight how, through the poietic-fantastic component of reason, the elaboration of those images constitutes the occasion for a continuous "commeasuration" and "modulation" of the very limits of the human and, therefore, for a necessary exercise of autopoiesis which, to be such, acts from the future on the past, from monsters to giants.
Quando è scultura, 2010
angela vettese / yves hersant andrea pinotti / gérard wajcman cristina baldacci / clarissa ricci sophie-isabelle dufour / marinella venanzi tania vladova / valeria burgio anna rosellini / patrizia magli andrea mattiello / paola nicolin glenn harper / eva ogliotti antoni muntadas / arnaldo pomodoro Tutti i diritti riservati Per i saggi di Yves Hersant, Gérard Wajcman, Sophie-Isabelle Dufour e Tania Vladova, traduzione dal francese di Rosella Prezzo Per il saggio di Glenn Harper, traduzione dall'inglese di Monica Fiorini Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei titolari dei diritti e dell'editore. L'editore resta a disposizione degli aventi diritto per quanto riguarda le eventuali fonti iconografiche non individuate. Progetto grafico della copertina di Valeria Zevi Redazione di Ester Borgese Layout grafico di Valeria Zevi In copertina: Doris Salcedo, Shibboleth (particolare), 2007, calcestruzzo e metallo, 167 m, Turbine Hall, Tate Modern, Londra
I Barberini e l'Europa, a cura di P. Tusor e A. Boccolini, 2022
Nella Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi si legge che nel Palazzo Barberini non si sa decidere, se sia maggiore il numero e l' eccellenza o de' marmi antichi, o de' quadri insigni, la descrizione di questi due soli mobili farebbero un libro da per se; oltre un ricchissimo museo, e due librerie, una di stampati, e una di mss. e questa per copia è rarità è la prima di Roma dopo la Vaticana 1 .
La letteratura italiana e le arti, Atti del XX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Napoli, 7-10 settembre 2016), a cura di L. Battistini, V. Caputo, M. De Blasi, G. A. Liberti, P. Palomba, V. Panarella, A. Stabile, Roma, Adi editore, 2018, 2018
L’intervento si pone l’obiettivo, in primo luogo, di analizzare la sintassi dialogica del ‘Figino overo del fine della Pittura’ di Gregorio Comanini (1591), puntando l’attenzione sull’ambientazione, i tempi e i personaggi in rapporto ad altri dialoghi d’arte del secondo Cinquecento (Lodovico Dolce, Giovanni Andrea Gilio, Giorgio Vasari). Le voci dei personaggi, in questo caso, finiscono per assume timbri e colori, i quali celano peculiari strategie narrative e determinate convinzioni teoriche. In secondo luogo si punta l’attenzione sul rapporto tra Gregorio Comanini e Torquato Tasso non solo in riferimento ai versi della ‘Liberata’, che il primo cita, ma anche in merito ai passi, nei quali l’autore del ‘Figino’ fa esplicito riferimento alla produzione dialogica del letterato sorrentino
POLYGRAPHIA, RIVISTA, 2024
UNiversità degli stUdi della CampaNia 'lUigi vaNvitelli' dipartimeNto di lettere e beNi CUltUrali 2024 santa maria Capua vetere (Ce) issN 2704-7326 polygraphia [online] Direttore / General Editor giulio sodano (storia moderna, dipartimento di lettere e beni Culturali -Università della Campania) Vice Direttore / Associate Editor Carlo rescigno (archeologia Classica, dipartimento di lettere e beni Culturali -Università della Campania) Comitato editoriale / Editorial Board Carmela Capaldi (archeologia Classica, Università degli studi di Napoli, Federico ii), maria luisa Chirico (Filologia Classica, dipartimento di lettere e beni Culturali -Università della Campania), arturo de vivo (letteratura latina, Università degli studi di Napoli -Federico ii), louis godart (Filologia micenea, accademico dei lincei), andreas gottsmann (storia moderna e Contemporanea, istituto storico austriaco), elisa Novi Chavarria (storia moderna, Università degli studi del molise), paola Zito (storia del libro, dipartimento di lettere e beni Culturali -Università della Campania) Comitato scientifico / Scientific Committee irina akopyants (linguistica inglese, Università di pyatigorsk), gabriele archetti (archeologia medievale, Università Cattolica), alberto bernabè pajares (Filologia Classica, Università Computense -madrid), Jean-paul boyer (storia medievale, Università di aix-en-provence), rossella Cancila (storia moderna, Università degli studi di palermo), mario Capasso (papirologia, Università del salento), giovanni Cerchia (storia Contemporanea, Università del molise), maria luisa Chirico (Filologia Classica, dipartimento di lettere e beni Culturali -Università della Campania), rosanna Cioffi (storia dell'arte, dipartimento di lettere e beni Culturali -
Nuovi studi sul Guercino: da Cento a Roma, da Piacenza a Bologna, 2020
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
San Pietro restauratore della Cristianità. Guercino tra arte e sogno politico, in Materiali di Estetica, 11, 1, 2024, pp. 283-298. , , 2024
Figure del cieco: l'artista e il filosofo in una lettura derridiana, 2022
Civiltà Mantovana, LVIII, n.156, pp. 10-31, 2023
L' artista medievale. Contesti, mestieri, famiglie (secc. XI-XIII), M. Collareta, L. Violi (a cura di), Rome, Carocci, 2022
Guercino. Il mestiere del pittore, catalogo della mostra a cura di A. Bava e G. Spione (Torino, Musei Reali - Sale Chiablese, 23 marzo-28 luglio 2024), Milano 2024, pp. 64-77., 2024
Intorno a Dante ambienti culturali , fermenti politici , libri e lettori nel XIV secolo. Atti del Convegno internazionale di Roma, 7-9 novembre 2016, a cura di Luca Azzetta e Andrea Mazzucchi, Roma, Salerno Editrice, 2018
Guercino. Il mestiere del pittore, a cura di A. Bava, G. Spione, catalogo della mostra (Torino, Musei Reali - Sale Chiablese, 23 marzo - 28 luglio 2024), Milano, 2024
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2017