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Quello che segue è un passaggio estratto da A. Pascale, Ascesa e declino dell’impero statunitense, Tomo I – Genesi di un regime elitario (dalle origini al 1945), La Città del Sole-L’AntiDiplomatico, Napoli 2022, cap. X.6 – Dall’atomica alla possibile Terza guerra mondiale. Il testo è stato pubblicato dall’Autore sui suoi canali de I Maestri del Socialismo su Facebook, Instagram e Telegram (https://t.me/intellettualecollettivo) il 6 agosto 2024 in occasione dell’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima.
Ariminum, 2022
Un episodio commentato anche da Mussolini e Togliatti: cent'anni fa un'estate calda e violenta vedeva la giunta socialista guidata da Arturo Clari dimettersi
Armando Casalini "Apostolo della redenzione operaia". Vittima della rappresaglia antifascista al delitto Matteotti (1893-1924), 2024
Il centenario di un evento offuscato dalla vulgata antifascista per non scrivere una parola tabù: "consenso popolare" Una vittoria della sopraffazione? Nelle tappe della Rivoluzione fascista una data è sempre rimasta in secondo piano, quella del 6 Aprile 1924, di cui quest'anno ricade il centenario. Quel giorno, infatti, si tennero in tutta Italia le elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati dopo due anni di Governo Mussolini, un Governo di unità nazionale dove i fascisti erano solo una trentina. Si rendeva necessario il rinnovo del Parlamento perché il popolo italiano si esprimesse su questi ultimi due anni di gestione fascista. Fu quindi un appuntamento molto importante, che si risolse in un trionfo per la Lista Nazionale approntata dal PNF, ben oltre ogni più rosea previsione. Mussolini ebbe così la consacrazione elettorale per proseguire sulla strada della rivoluzione nazionale e sociale di cui si faceva portatore, senza essere più legato mani e piedi ai compromessi parlamentari. Eppure, come abbiamo detto, questa data è rimasta sempre in secondo piano. I fascisti, infatti, non diedero mai importanza alle elezioni, ai ludi cartacei tipici dei sistemi che avevano fatto il loro tempo e dimostrato tutta la loro inadeguatezza ad affrontare i problemi del Paese: ben altra cosa era stata la Marcia su Roma e il discorso mussoliniano del 3 Gennaio 1925 con il quale si iniziò il processo di costruzione del Regime fascista come poi passato alla storia. Tra il 28 Ottobre 1922 e il 3 Gennaio 1925 non c'era stato il "6 Aprile", ma solo la marcia impetuosa della rivoluzione… Dall'altro lato, gli antifascistiprofondamente scioccati non per la loro scontata sconfitta, ma per l'inaspettato trionfo della Lista Nazionaleparlarono di questo evento mistificando i fatti, depotenziando il risultato, filtrando il tutto in un'ottica ideologica volta a falsare il risultato e il significato di quelle elezioni. Quelle poche volte che se ne parla, se ne parla, non a caso, attraverso le parole addolorate, indignate, di protesta e di denuncia pubblica, dell'On. Giacomo Matteotti, pronunciate nel famosissimo discorso alla Camera dei Deputati del 30 Maggio 1924dove, quindi, si poté liberamente esprimere-che molti, probabilmente a sproposito, considerato l'anticamera della sua "condanna a morte". In realtà, il discorso deve essere assolutamente contestualizzato, come ha fatto in maniera magistrale Enrico Tiozzo, ricordando il modus operandi di Matteotti, uso a lanciare virulente accuse e denunce senza riscontri oggettivi contro i suoi nemici politici. Un uomo politico con poca considerazione tra i vari partiti della sinistra, sia detto, santificato solo dopo la sua morte, perché il suo cadavere era utilizzabile nella battaglia contro il fascismo, di tutte le epoche ovviamente 1. Del resto, quello che era considerato il "capo dell'opposizione" in quel 1924 non era certamente lui, ma il liberale Giovanni Amendola. In quel discorso "storico" del 30 Maggio 1924, Matteotti considerò non valide le elezioni perché nessun Italiano si era potuto esprimere liberamente. Attaccò il Governo per il mantenimento della Milizia, un esercito di partito istituzionalizzato, ed entrò nello specifico, sostenendo che ad Iglesias (Cagliari) la casa del Notaio Corsi che stava raccogliendo le firme per la presentazione delle liste in quella circoscrizione era stata circondata dai fascisti. Un altro Notaio fu bastonato in Puglia, mentre a Melfi (Potenza), sempre con la violenza, venne impedita la raccolta firme: «A Genova i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati. […] In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono impedite colla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e come si poté con nuove firme in altre provincie. A Reggio Calabria,
2009
BREVE SEMINARIO SUL TERREMOTO CHE HA COLPITO L'ABRUZZO IL 6 APRILE 2009. RESOCONTO FOTOGRAFICO PRELIMINARE. ILLUSTRAZIONE DELL'ESI FORM E DELLA SCALA-ESI2007. SEMINARIO SUI SOPRALLUOGHI EFFETTUATI DALL'UO DELL'IAMC-NAPOLI
L’Aquila earthquake: macroseismic survey, surficial effects and seismotectonic implications. In the night of April 6, 2009, a frightful earthquake (Mw=6.3) struck the L’Aquila region (central Apennines, Italy), awaking also million of citizens in the 100-km-far city of Rome. In the epicentral region the death toll reached 308, most in the town of L’Aquila. In only 90 minutes, the first experts of the Quick Earthquake Survey Team (QUEST) started the macroseismic survey, providing data on 40 localities within the first 16 hours, 70 on April 7, 130 on April 9, up to 316 at the end of the in situ survey (July; Tabs.1-2. GALLI & CAMASSI, 2009). The maximum intensity was given to Onna and Castelnuovo (9-10 MCS, Mercalli-Cancani-Sieberg scale), which were almost totally razed to the ground, while others four villages reached 9 MCS and three 8-9 MCS, amongst which L’Aquila (i.e., old town sector intramoenia). Most of the damage and collapses affect rubble-stone and/or masonry buildings, especially those which have been overloaded with not-collaborative R.C. roofs (Figs.1-3). The R.C. buildings generally experienced few structural damage, and only a dozen were involved in partial collapses (e.g., soft-first story; Fig.3A). The mesoseismic area (7-8 MCS) is strongly NW-SE elongated, from the hypocentre zone (L’Aquila southwestern outskirts) toward the Aterno Valley (SE; Fig.4). This fact reflects the geometry, kinematics and rupture dynamics of the seismogenic fault, which has been recognized to be a N135° normal fault (dip at depth 55°), the surficial expression of which fits with the so-called Paganica-San Demetrio Fault System (PSDFS in Fig.5). In facts, we followed surficial breaks along ~19 km of this structure, from the village of Collebrincioni to the NW toward the one of San Demetrio ne’ Vestini to the SE. In some places, we measured a maximum 15 cm offset across the fault, both on bedrock (carbonate and conglomerate) fault scarps, and in unconsolidated talus deposits (Fig.6). The macroseismic effects distribution fits quite well with the few intensity datapoints of the 1461 event, that could be thus considered a historical “twin” of the 2009 earthquake. However, preliminary paleoseismological data show a more complex history of the Paganica faults, with coseismic offsets consistent with events much stronger than the 1461 and 2009 events. Therefore, we hypothesise that the PSDFS might generate both earthquakes with magnitude similar to the one of 1461 and 2009 (Mw~6.3), but also stronger events, rupturing together with adjacent structures, such as the Middle Aterno Fault System (MAFS in Fig.5). In this case, the length of the entire fault system (~35 km) would suggest the occurrence of Mw~6.9 earthquake, which is the magnitude class of many other Apennines events, like the 1915 (Fucino) and 1980 (Irpinia) ones.
Corriere del Mezzogiorno - Corriere della Sera, 2003
E’ il 9 settembre 1943. Un reparto della Wehrmacht penetra nel porto di Bari, affonda alcuni piroscafi e risponde con il fuoco alle intimazioni di resa. “Mentre un camion tedesco attraversava il ponte di San Nicola, a Bari vecchia, lo attaccammo… E poiché vedemmo tanti ragazzi volenterosi di scagliarsi contro, incitammo questi a lanciare le bombe a mano da noi fornite. Tanto che il piccolo quattordicenne a nome Romito Michele fu Francesco, abitante in via San Marco 50, con un lancio di una bomba incendiò il camion”. Sono parole di Mario Trani (Marina militare) in una testimonianza resa all’Associazione nazionale partigiani d’Italia il 15 giugno 1945 e raccolta nel volume L’8 settembre 1943 in Puglia e Basilicata (Edizioni dal Sud), realizzato da Vito Antonio Leuzzi e Giulio Esposito per conto dell’Istituto pugliese per la Storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea. (Nella foto, la pietra d'inciampo dedicata nel 2011 a Michele Romito-1928-2009)
“L’Ultima Crociata”, a. LXXIII, n. 4, Maggio-Giugno 2023, 2023
Un crimine partigiano rimasto impunito Molti conoscono l'eccidio di Schio (Vicenza) avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 Luglio 1945, quando una banda di partigiani penetrò nel locale carcere e sfogò il suo odio massacrando barbaramente cinquantaquattro fascisti, "colpevoli" di aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Se, oggi, è possibile parlare di questo crimine contro l'umanità compiuto dagli antifascisti è solo grazie a tutti coloro che, nel corso degli anni, non si sono fatti intimidire ed hanno cercato sempre di ricordare i caduti per mano partigiana. Divieti, provocazioni, aggressioni, minacce, non li hanno mai fermati. Purtroppo, in molti altri luoghi non è stato così e di tante stragi commesse dai partigiani dopo la fine della guerra, contro innocenti inermi, "colpevoli" solo di essere fascisti o presunti tali, si è persa la memoria storia. Oggi, narreremo della strage del carcere di Cesena, avvenuta nella notte dell'8 Maggio 1945, che anticipa per modalità ed azioni quella tragica di Schio. Quella notte vennero assassinati dagli antifascisti diciassette detenuti politici cui nulla poteva essere addebitato, se non il professare una idea assurta a simbolo del "male assoluto". La guerra a Cesena era finita il 20 Ottobre 1944, quando la città era stata occupata dagli Alleati che avanzavano lungo la dorsale adriatica. Da allora, l'autorità politico-militare della zona era stata assunta dai Britannici, mentre gli antifascisti si preparava-no all'"assalto del potere" e gli ormai onnipresenti partigiani imponevano con la violenza il nuovo ordine "libertario". Molti fascisti cesenati avevano seguito la ritirata al Nord delle truppe italo-tedesche e quelli rimasti in zona vivano il triste periodo della vendetta ingiustificata, dell'odio politico eretto a sistema, della violenza contro gli inermi e gli innocenti. La fine della guerra (2 Maggio 1945) fece affilare agli antifascisti i "coltelli della rivincita" contro tutti coloro che avevano seguito le truppe della RSI al Nord ed ora, alla spicciolata, tornavano a casa, convinti che nessuno, comunque, avrebbe potuto imputargli nulla. Ma non era così. Per il solo fatto di esistere avrebbero dovuto pagare. E avrebbero pagato amaramente quella loro fede, simbolo della cattiva coscienza di tanti cesenati che per un ventennio avevano esaltato il Regime e, nel momento della sconfitta, si erano affrettati a riporre la camicia nera e salire sul "carro del vincitore", cercando nell'odio contro i camerati dei "bei tempi" di rifarsi una verginità politica. L'odio coltivato in mesi e mesi di guerra civile esigeva ora il suo "olocausto".
Questo saggio tratta delle operazioni dei sommergibili italiani nell'area equatoriale africana di Freetown - Golfo di Guinea, dove cinque navi furono affondate dal CAPPELLINI e TAZZOLI. Tratta anche della difficile attività dei sommergibili di Massaua nel Mar Rosso e Golfo di Aden, e del loro trasferimento a Bordeaux nel maggio 1941.
Vale la pena di leggere le brevi note che seguono soltanto per farsi un'idea di cosa successe ad Amorosi nei primi giorni di agosto del 1809, durante il cosiddetto "Decennio Francese". Per un subliminale suggerimento analogico, la rapida esposizione dei fatti ricorda il film "Per qualche dollaro in più" del regista Sergio Leone.
Il bombardamento alleato di Buccino (16 settembre 1943) * Emanuele Catone Alla memoria delle vittime del 16 settembre 1943
Il saggio di Francesco Mattesini descrive quali furono le missioni e i successi contro le navi degli Alleati, realizzati dagli aerosiluranti He.111 tedeschi dalla 6./KG.26 dalla sua costituzione in Sicilia nel gennaio 1941 fino allo sbarco degli anglo-americani in Marocco e Algeria dell’8 novembre 1942.
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Periodico della Comunità di Gesù - Quadrimestrale, Agosto 2006.
Il Nastro Azzurro, 2024
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
Strategie della memoria. Architettura e paesaggi di guerra, 2014
Sedendo tra le Colonne. Qabalahando tra i simboli, 2017
in : Êthikê Theôria. Studi sull’ Etica Nicomachea in onore di Carlo Natali, a cura di Francesca Masi – Stefano Maso – Cristina Viano, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019, p. 159-177, 2019
Le guerre del petrolio. Geopolitica e potere mondiale. Ascesa petrolifera del Medio Oriente e contrapposizione fra Heartland sovietico e Grand Area statunitense, 1945-1960, volume II, 2022
Il Nastro Azzurro, 2020