Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
59 pages
1 file
"La Deleuziana" 12 , 2020
This short text aims to trace a line: one that identifies the hikikomori phenomenon but that at the same time marks the lock down experience during the pandemics. The way in which literature and cinema represent this line become then a way to rethink philosophy (and doing philosophy in these times) as such.
Matteo Cestari, Gianluca Coci, Daniela Moro, Anna Specchio (eds.), Orizzonti giapponesi: idee, ricerche, prospettive. Canterano: Aracne editrice., 2018
In 1912, the poet and sculptor Takamura Kōtarō (1883-1956) published an article titled “Miraiha no zekkyō” (The Cry of Futurism), in which he presented various aspects of Italian Futurism. This paper discusses the historical significance of this article in the reception of Futurism in Japan and as a document of Kōtarō’s ideas on art and modernity.
Nell'analisi della società giapponese, Nakane analizza due criteri fondamentali, ma contrapposti: attributo e struttura. La struttura può essere un luogo, un'istituzione o una relazione particolare che associa un insieme di individui in un gruppo. Attributo, può significare, per esempio, il fatto di essere membro di un particolare lignaggio o di una casta. Al contrario, essere membro del villaggio x connota l'elemento comune della struttura. L'attributo lo si può acquisire, la struttura è frutto delle circostanze. La tendenza giapponese ad accentuare la posizione occupata in una particolare struttura, più che attributo universale può essere messa in luce da un esempio. Quando un giapponese affronta il mondo esterno, tende a dare la precedenza all'istituzione più che all'attività lavorativa che svolge. Il criterio adottato dai giapponesi per classificare socialmente un individuo, riguarda dunque tendenzialmente la specifica istituzione più che un attributo di carattere universale. Tale coscienza di gruppo favorisce il rafforzamento dell'istituzione. Il modo in cui questa coscienza di gruppo opera è messa in luce anche dall'uso che i giapponesi fanno dell'espressione uchi (la mia casa) a significare il posto di lavoro e otaku (la tua casa) per indicare il luogo in cui lavora un'altra persona. Il termine kaisha ben simbolizza l'espressione della coscienza di gruppo. Kaisha è "la mia" o "la nostra" azienda, ossia la comunità alla quale primariamente si appartiene e costituisce l'elemento essenziale di ciascuno. Ciò che contraddistingue il rapporto dipendente-società, in Giappone, è il livello che raggiunge il coinvolgimento emotivo. Questo è frequentemente e apertamente espresso nella conversazione e nel comportamento in pubblico, e riscuote sempre approvazione e apprezzamento morale e sociale. L'essenza di questa coscienza di gruppo è ben espressa dal concetto tradizionale di ie (famiglia). In altre parole, ie è un gruppo sociale che si fonda su un contesto residenziale stabilito, e spesso un'organizzazione gestionale. Tale principio, contribuisce ad indebolire i legami di parentela. Infatti, in Giappone si da meno importanza alla parentela di quanto avvenga in altre società (per es: Inghilterra o America). Un fratello sposato, che vive in un'altra famiglia è considerato una specie di estraneo al contrario della moglie o della nuora che godono invece di un'importanza maggiore. La società, quindi, da importanza primaria alla famiglia individuale, più che al gruppo parentale nel suo complesso. La parentela, che di solito è ritenuta il rapporto fondamentale e primario di coesione umana, sembra essere controbilanciata in Giappone da un rapporto personalizzato con un gruppo basato sul lavoro, che coinvolge i principale aspetti della vita sociale ed economica. Insomma, i principi della struttura sociale giapponese di gruppo possono essere ben rappresentati dalla struttura della famiglia. Tra i gruppi più ampi della famiglia, vi è quello descritto dal concetto medievale di ichizoku-roto,i ossia un gruppo familiare e i suoi vassalli. Si tratta di un eccezionale esempio di gruppo sociale fondato sulla struttura, in cui i membri di una famiglia e i dipendenti di essa non sono separati ma formano un gruppi corporativo integrato. Esempio di questo, "la famiglia delle ferrovie" ossia le ferrovie statali giapponesi. Un sindacato, che raccoglie sia i dipendenti che la dirigenza, parla a questo proposito di "armonia tra lavoratori e dirigenti". Un'azienda è concepita come ie e tutti i dipendenti si qualificano come membri della stessa famiglia; l'imprenditore né è a capo. A sua volta questa "famiglia" coinvolge la famiglia dl dipendente e lo "impegna totalmente".
Sul termine fuoco, sulla sua vera essenza, sul suo impiego, sulle sue varianti, gli alchimisti hanno versato fiumi di inchiostro, e più hanno scritto su questo argomento, più Io hanno nascosto. In sostanza, con l'intento (non troppo sincero) di rivelarne la sua identità, hanno pensato bene di rivelarlo, di velarlo sempre di più, lasciando il lettore nelle incertezze e nei dubbi. Artefio, che si dichiara disposto finalmente a parlare chiaramente di esso, con il suo fuoco di lampada, con il suo fuoco di braci e così via, invece di chiarire, imbroglia ancor più l'argomento. In mezzo a tanti concetti, in questa matassa aggrovigliata di parole, sono tutti d'accordo nel dire che questo fuoco deve essere naturale, e qua e là indicano al lettore la sua possibile identità, la sua eventuale provenienza e dove meno ne parlano più si mostrano espliciti, per poi di nuovo confondere le idee quando vogliono dilungarsi su di esso. Se vogliamo analizzare la sua identità iniziamo la nostra ricerca dal Lullo. Al Capitolo XL VII del suo Testamentum dice: Sappi, figlio mio, che il solfo e' fuoco, e la magnesia e' la nostra carissima terra e secondariamente la nostra aria, e l'argento vivo e' la nostra acqua viva che corre per tutto il corpo". Con queste parole offre un punto fermo dicendo che la parte più nobile di noi è fuoco e con questo conferma la costruzione egizia del termine aht che significa appunto fuoco, bruciare, o, in altri termini, il Principio Primo che viene mediato, filtrato e quindi il nostro spirito individualizzato, la parte più nobile di noi. E aht in egizio, oltre al fuoco, e' anche lo spirito. Ma questo fuoco non e' ancora il fuoco che si può impiegare nella operatività alchimica, e pertanto prima di proseguire essa deve essere chiarita. Se andiamo a leggere il Capitolo XL VI del Testamentum, il Lullo dice: Poi, figlio, non devi ignorare la potenza di questi due argenti vivi, quando si congiungono fra di loro per dissoluzione, e mentre uno e' attivo , l'altro e' passivo. Quindi, per le operazioni alchimiche, secondo questo passo, occorrono due Mercuri che L'Artista spiega ulteriormente nel contesto del Capitolo un poco più avanti: Figlio, se non conosci le differenze che esistono tra il caldo ed il freddo, tra maschio e femmina, non sai fare la nostra opera. Sappi che nulla può nascere se non dalla femmina e dal maschio, e che non si può generare alcun seme se non dal calore e dall'umidità. Le forze appetitive
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
Recensione a D. Breschi, Yukio Mishima. Enigma in cinque atti Luni Editrice, Milano 2020, pp. 256, €20.00. Nel paese del Sol Levante, dove i giardini splendono, la luna piange polvere d'argento, le case effondono una grazia malinconica, un uomo ne è affascinato, incantato. Di fronte a questa bellezza pura si sente piccolo e solo, come se una forza segreta lo divorasse, come se lo inghiottisse. Quest'uomo è Yukio Mishima, il più grande autore giapponese del Novecento ossessionato dalla bellezza fin da bambino. All'ombra dei ciliegi in fiore, scrive: «quando ci si concentra sulla bellezza, ci sovvengono, senza saperlo, i pensieri più oscuri». A soli sette anni si appassiona al teatro Nō che lo porterà a una convinzione intima: bellezza e crudeltà sono legate, eleganza e brutalità sono due facce della stessa medaglia. Da quel momento in poi, nulla sarà più come prima. Scriverà la sua prima poesia e sognerà di diventare scrittore, ma il Giappone in quegli anni entra in guerra. L'imperatore Hirohito capitola, gli americani controllano il paese. Mishima, animo puro e devoto alla figura sacra dell'imperatore, non si riconosce più in questa città occidentalizzata, violenta e capricciosa, affollata da prostitute e da pubblicità.
L’etimo philia racchiude in sé significati che conducono ad una molteplice interpretazione. Il suo sostrato semantico ha antiche origini ed ha veicolato nel tempo la genesi di termini linguistici che hanno avuto il loro sviluppo in sconosciute lingue arcaiche e si sono imposte definitivamente nel greco classico determinando importanti risvolti lessicali, in parte tramandati fino all’età contemporanea.
Nicodemo Aghiorita traduttore? Nuove piste di ricerca, in ACADEMIA ROMÂNĂ. INSTITUTUL DE STUDII SUD-EST EUROPENE, Omagiu Virgil Cândea la 75 de ani, a cura di Paul H. Stahl, Bucarest 2002, ed. Academiei Române – Roza Vânturilor, vol. I, p. 163-168, 2002
In questi ultimi anni, le nuove ricerche sulla figura di s. Nicodemo l’Aghiorita hanno contribuito a far luce su molti aspetti della sua poliedrica personalità e a ripulire la verità storica da illazioni e supposizioni che si erano ormai sedimentate. Almeno quattro pubblicazioni recenti fanno il punto degli studi nicodemiani e delineano gli orientamenti per le indagini future
Asia Orientale, n°16, Napoli, 2000
Conosciuto principalmente per la sua teoria dello shasei ('realismo') applicata allo haiku, Shiki col tempo finì con l'affiancargli un ulteriore ideale estetico: il makoto. L'articolo intende indagare come il makoto in Shiki debba intendersi tuttavia come legato in un binomio coi sentimenti. Makoto e shasei risultano essere in realtà sinonimi, in quanto il makoto è shasei esercitato sull’animo umano. Metteremo anche in evidenza come la scelta di questo preciso ideale estetico non fosse dettata per Shiki solo dal suo amore per la tradizione o dall’influenza dei poeti precedenti come Akemi e come rappresentasse invece un frutto logico dello sviluppo della stessa teoria del realismo.
TITOLO: Surimono per fine anno 1992 e per nuovo anno 1993 Xilografia policroma a 28 colori Tirature: 4 con colori e carte diverse Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone: Nishiki-E Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio). Bokashi Stampa a colori sfumati Gindei Impiego di polvere d’argento per dare rilievo a particolari finemente ricavati nella stampa. Kindei Colore dato da polvere d’oro per coprire minime parti della superficie della stampa con motivi decorativi. Kinpaku Impiego di foglia d’oro al fine di ricoprire superfici anche estese sulla stampa. Kirazuri Stampa a mica consistente nell’applicare particelle di polvere di perla e mica al fine di ottenere effetto argentato e brillante. Per la stampa dell’oro e argento. Mokkotsu Tipo di pittura o di stampa di tradizione cinese che consiste nel rappresentare le figure senza contorni. Sabi-Bori Metodo di incisione per ottenere nella stampa della calligrafia Giapponese l’effetto del pennello. Nashiji Sfondo a pera butterata (macchioline di oro) Shigajiku Calligrafia eseguita su fondo preparato con disegno ESTRATTO …Ora, un genere che divenne molto di moda dalla seconda metà del Settecento e si ricollegava alla tradizione delle stampe cinesi di "nuovo anno" fu quella che i giapponesi chiamarono dei surimono, letteralmente "stampati", "stampe", fogli con grafica, pittura e testi scritti destinati ad esprimere auguri o rallegramenti, rivolgere inviti, presentare creazioni artistiche o poetiche: insomma, solo in parte un equivalente dei nostri cartoncini augurali, ma, a differenza di questi, di solito di elevato valore artistico. Erano artisti esimi, quando non addirittura illustri, che li componevano; erano poeti di buona stoffa, quando non di fama o di grido, che ne dettavano le odi, se non erano i poeti stessi a concepirli e a comporli. Una presentazione di surimono in Italia ha avuto luogo quasi dieci anni fa a Torino su patrocinio del CeSMEO, il Centro Piemontese di Studi sul Medio ed Estremo Oriente, che ne patrocinò un catalogo a cura di Helena Markus (Surimono - Stampe augurali nel Giappone del '700 e '800, Firenze, Mario Luca Giusti, 1983). Giovanni Berio sembra abbia specialmente di questi surimono sentito il fascino. Da un lato, forse perché erano state le più preziose produzioni in cui si era cimentata, anche fuori del circuito commerciale, la stampa d'arte giapponese che padroneggiava la piena policromia del nishiki-e, la cosiddetta "pittura broccato", le cui tecniche erano, nel secondo Settecento, da poco sbarcate dalla Cina e perfezionate in Giappone; dall'altro, perché i surimono rappresentavano qualcosa di più sul piano artistico della stampa e della pittura del "mondo fluttuante", "effimero", "della transitorietà", legata al nome dell'ukiyo-e. ................... Prof. Adolfo Tamburello Ordinario di Storia e Civiltà dell’Estremo Oriente Facoltà di Lettere e Filosofia Istituto Universitario Orientale di Napoli Genova, 3 Maggio 1992 - Museo Chiossone La Sala Ligustro è fruibile pubblicamente, come punto di riferimento di eccellenza, per consultare tutto il materiale donato per approfondimenti personali ed eventi divulgativi.
GIOVANNI CERIANI, 2023
Nuova e completa ricerca sulla Villa dei nobili Calderari a Boffalora Ticino con approfondimenti storici sulla storia del paese e alberi genealogici di Aliprandi, Brambilla, Caccia della Valle, Orirgoni, Piantanida, Silva, Vitali, Visconti e Calderari
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
AsiaTeatro - rivista di studi online, 2022
https://www.ecodellalocride.it/news
Sedendo tra le Colonne. Qabalahando tra i simboli, 2017
LUIGI PICINNI LEOPARDI, 2024
Dopo Come la pandemia può cambiare la politica, l’economia, la comunicazione e le relazioni internazionali, 2020
Surimono d’inverno i kaki di augurio per una nuova attività culturale, 1990