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Interessante esempio di iconografia claustrale
Liutaio-secondogenito di Antonio, nato a Napoli il 29 dicembre del 1863, dopo la partenza del fratello Nicola avvenuta nel 1911 continuò da solo l'attività di liutaio. Ditta e cartiglio da "Fratelli Calace" cambieranno in "Prof. Raffaele Calace" e dal 1922 in "Comm. Prof. Raffaele Calace e Figlio" data l'attiva partecipazione di Giuseppe all'arte paterna. Come vedremo l'attività di Raffaele Calace nell'ambito musicale è estremamente eterogenea: liutaio, virtuoso concertista, compositore, editore nonché animatore. Nel panorama chitarristico figure così complete si potrebbero ricercare in Luigi Legnani (anche se intraprese l'attività di liutaio quando quella di concertista volgeva al tramonto) e in Luigi Mozzani. Gli strumenti a plettro diventano lo scopo della sua vita e riesce ad affermarli nel campo artistico grazie alla sua completa e originale personalità. Con la sua intelligenza e sensibilità dà maggiore impulso alla già gloriosa tradizione del plettro, realizzando strumenti che, pur mantenendosi nell'ambito classico sono in grado di soddisfare le nuove esigenze musicali. Il suo ingegno crea quattro modelli fondamentali per il futuro degli strumenti a plettro:-Mandolira creata e brevettata insieme al fratello Nicola ottenuta dall'unione tra mandolino e lira-Mandolino Calace '900 Brevettato-(l'odierna Classe A) per concertista dal grande formato. Raffaele brevettò questo mandolino speciale molto diverso dai mandolini preesistenti per: 1. Utilizzo delle meccaniche al posto dei bischeri 2. forma della cassa a "corazza" 3. rialzo che isola la tavola armonica dal braccio del suonatore e al tempo stesso garantisce una maggiore vibrazione della tavola armonica 4. forma della buca più slanciata con l'aggiunta di due fori al di sopra al ponticello per aumentare l'emissione del suono 5. Il guscio è formato da 33 doghe scannellate 6. battipenna sottile 7. la tastiera prolungata fino al 29 tasto (prima ne avevano al massimo al 24) divisa in bianco e in nero per meglio orientare l'esecutore 8. il ferma corde era dotato di otto bottoni separati che rendevano le corde indipendenti, 9. la struttura complessiva era molto robusta Pubblicità d'epoca del Mandolino Calace '900-Liuto cantabile-Col tocco del grande artista trasformò il Mandoloncello, strumento essenzialmente d'assieme, in liuto cantabile strumento perlopiù solista a cinque corde doppie del quale divenne uno dei più grandi virtuosi (vedi foto di copertina)
appunti per futuro catalogo delle collezioni
B. Agosti, F. Grisolia, M.R. Pizzoni, "Su Bellori, il padre Resta e i disegni carracceschi", in "La tradizione dell' “Ideale classico” nelle arti figurative dal Seicento al Novecento", a cura di Michela di Macco e Silvia Ginzburg, Sagep Editori Srl, Genova, 2021, pp. 399-416 (alle pp. 409-416)
2019
Questo volume su Giosue Carducci prosatore raccoglie i contributi presentati al XVII Convegno internazionale di Letteratura italiana "Gennaro Barbarisi", tenutosi a Palazzo Feltrinelli (Gargnano del Garda) dal 29 settembre al 1° ottobre 2016. Si e trattato di una proficua occasione di incontro, di studio e di approfondimento su un tema forse poco frequentato, soprattutto in tempi recenti, ma ricco di sollecitazioni per una piu articolata e storicamente fondata definizione della personalita di un autore cosi significativo nel panorama della cultura italiana fra Otto e primo Novecento; non soltanto sul versante della poesia (un primato sancito dal premio Nobel nel 1906) ma anche, e forse ancora di piu, su quello della prosa saggistica, degli scritti di polemica, delle curatele editoriali, delle ricerche erudite, fino alle prove di alta oratoria e all'epistolografia.
“pos de ioudaios touto thaumazo, sophos ta hellenika (mi meraviglia che fosse giudeo: troppo al corrente di cose elleniche)”, in Ho Theologos 3 (2007) 377-385.
pîj de. 'Iouda‹oj toàto qaum£zw· 'Iouda‹oj sofÕj t¦ `Ellhnik£ Paolo Garuti o.p.
Two additions to the catalogue of Carlo Saraceni and Guido Cagnacci.
Annali d'Italianistica
Sinossi: Questo articolo segue il destino della famiglia fiorentina degli Uberti, dal suo apogeo al tracollo, dovuto alla sconfitta politica nel conflitto tra Guelfi e Ghibellini. La famiglia, leader ghibellina, divenne il simbolo della fazione e subì il destino dei vinti: contro di essa furono infatti applicate le più pesanti norme, dall'espulsione all'accusa di eresia, fino all'annichilimento.
Ricostruzione delle posizioni in seno alla Costituente e della formazione del personaggio
Iside ad Arezzo? Una statua, un culto e molti problemi aperti, 2022
Fino a non molti anni fa, della statua femminile frammentaria n. inv. 24670 al Museo Archeologico Nazionale "Gaio Cilnio Mecenate" di Arezzo (Fig. 1), esposta su di un plinto ed addossata sino ai primi anni Duemila ad una parete della sala prospiciente le scale (Fig. 2), sembrava non essere noto nella letteratura archeologica alcun dato di provenienza 1. Elementi relativi al luogo di rinvenimento erano per la verità stati editi, ma a causa forse della giustapposizione di notizie e fonti diverse questi non risultavano per così dire 'evidenti'; a questo si aggiunga che la statua è stata contraddistinta nel tempo, come è stato possibile accertare 2 , da due numeri di inventario, aspetto che può aver contribuito a generare ulteriore incertezza.
Arte In, 2022
si è celebrato il centenario della sua nascita presso il suo museo, quello di Palazzo Collicola a Spoleto, con una mostra, un convegno e una ricerca sui suoi anni come ispettore presso la GNAM di Roma (eventi tutti seguiti da relative edizioni di Silvana editoriale a cura del Comitato Nazionale a lui dedicato). Nel 2023 ci sarà invece la pubblicazione relativa alla sua donazione a Palazzo Collicola di opere d'arte:ben 140, senza contare 30.000 volumi e tutto il suo archivio privato con Calder e vari altri carteggi con artisti. Mentre il Castello di Rivoli ha festeggiato con una mostra gli ottant'anni di Achille Bonito Oliva nel 2022, e tra 2022 e 2023 si avviano diversi convegni in vari musei italiani per ricordare la figura di Germano Celant (scomparso nel 2020), che possiamo ritenere i due più importanti curatori italiani del XX secolo, le attività di studio, valorizzazione e sistemazione critica della figura di Carandente diventano tanto più significative; perché Carandente fu, tra le varie cose, il primo curatore italiano realmente internazionale, conosciuto all'estero, in grado di organizzare mostre dei più importanti artisti stranieri del suo momento storico, come
2019
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"Filosofia", LXI, 2016
What is the relationship between a self-portrait and the definition of one’s identity? Annibale Carracci’s 1604 self-portrait (now on exhibition at the Hermitage Museum) seems to represent the painful process of self-formation of the subject portrayed against a dark and indistinct background. It portrays the instant the self comes into existence, under the weight of matter. In this context, evil becomes the real subject of Carracci’s art, a theme he extensively explored in his caricatures, especially in his witty distortions of human faces. From these faces emerges the memory of the Other, of the Id, and of the painter’s satanic double, all of which are still buried in the tumultuously magmatic matter. Thus, the light distortion of the face, a reminder of matter’s heaviness, becomes a tool of psychological analysis, an analysis where artistic form theory, philosophy, and physiognomy converge.
Definiamo "bello" quell'oggetto la cui visione provoca in noi un'immediata sensazione di piacere. Un piacere del tutto particolare, non propriamente corporeo, né legato a fini particolari, ma derivante dall'autonomia dell'attività immaginativa, la quale, nella sua sintesi dei dati empirici inerenti all'oggetto visualizzato, instaura, con la facoltà conoscitiva, rapporti liberi e armonici, non più subordinati ai dettami dell'intelletto, alla schematizzazione dei concetti a priori. Tale libertà di movimento suscita nel soggetto che osserva un effetto piacevole e l'oggetto visivo di tale piacere è appunto ciò che giudichiamo come "bello". Il sublime sembra essere quel sentimento per cui l'immaginazione non riesce più a "giocare" con i concetti a priori poiché, data l'intensità dell'impatto con l'oggetto, si trova impossibilitata a rifletterne la forma. Quest'ultima non viene delimitata, ma anzi sfugge al "disegno" che cerca di realizzare l'attività immaginativa, la quale si riconosce impotente nell'intento. Come ci ricorda Kant, la soddisfazione derivante dal «bello» è legata alla «rappresentazione della qualità»; nel «sublime» invece, a quella della «quantità» 2 . Cosa significa, o meglio, qual'è la differenza? Nel primo caso percepiamo «direttamente un sentimento d'impulso verso la vita», unito quindi a «un'immaginazione che gioca»; il piacere è proprio l'effetto della libera riflessione delle forme, ovvero, la «consapevolezza della finalità meramente formale nel gioco delle facoltà di conoscenza nel soggetto, in una rappresentazione mediante la quale un oggetto è dato». Nel secondo caso, invece, avvertiamo un sentimento ben distinto, prodotto non tanto dall'attrazione verso l'oggetto, né dalla libertà giocosa dell'attività immaginativa, alla quale seguirebbe una felice sensazione d'armonia delle forme riflesse, bensì dal «sentimento dell'insufficienza del nostro potere a raggiungere un'idea, che per noi è legge» 3 .
Provincia di Perugia, 2008
Iacopo Vagnucci (Cortona, 1416 - Corciano, 1487), insigne prelato della Curia romana e vescovo di Perugia (1449-1482), è noto soprattutto per aver commissionato al concittadino Luca Signorelli il suo primo capolavoro, la splendida "Pala di Sant'Onofrio" (1483-1484) oggi conservata nel Museo Capitolare di Perugia: un episodio certamente rilevante, ma non isolato, in quanto punto d'arrivo di un'attenzione costante verso tutte le arti, dall'architettura alla scultura, dalla pittura alla miniatura, dall'oreficeria all'arte vetraria. Delle cure e attenzioni del Vagnucci beneficiarono, in primo luogo, tre illustri monumenti: la cattedrale di Perugia, alla cui ricostruzione e decorazione diede un contributo essenziale, imprimendovi un indirizzo di marca esplicitamente toscano-fiorentina; il castello di Pieve del Vescovo presso Corciano, nel quale, opportunamente ampliato e restaurato, trascorse in ritiro gli ultimi cinque anni della propria vita; il futuro duomo di Cortona, al quale regalò uno dei più straordinari esempi di oreficeria quattrocentesca, il cosiddetto "Reliquiario Vagnucci" (1457-1458) oggi custodito nel Museo Diocesano di quella città.
Tesi di Laurea ILLUSIONE, IMMERSIONE, IBRIDAZIONE. DALL'ILLUSIONISMO PITTORICO ALLA REALTÀ AUMENTATA IN ARTE. Diploma di Secondo Livelli in Arti visive e Discipline dello spettacolo
La ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia ha rappresentato un momento importante di riflessione, in sede storiografica e non solo, in un contesto segnato da una forte crisi politico-istituzionale ed economica.
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