Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2011
This PhD thesis aims at defining the “common good” concept, joining scientific meanings of different disciplines (Law, Economics, Social and Political Science) with social actors’ ideas (common sense conceptions) matured on the occasion of the Italian referendum in favor of the "Water Common Good” (June 2011). Full text available from http://padis.uniroma1.it/handle/10805/2475
Il testo affronta la questione del rapporto tra scienza e senso comune nei suoi termini epistemologici generali. Dopo una breve presentazione storico-concettuale della questione, si individua nel saggio di Wilfrid Sellars "La Filosofia e l'immagine scientifica dell'uomo" (1962) un testo utile a far emergere il modo in cui essa si declina oggi (bene o male) in filosofia. A partire da un'analisi critica di questo testo, si cerca di far emergere i caratteri distintivi che Sellars assegna rispettivamente all'immagine manifesta e all'immagine scientifica, dando conto del dibattito che ne è derivato negli ultimi 50 anni e soprattutto di come le diverse opzioni circa la maniera di intenderle incidano sul modo di formulare e aggiudicare la disputa tra scienza e senso comune. In conclusione, dopo aver analizzato la trattazione che Sellars offre della normatività e la sua valutazione complessiva sulla necessità di 'fondere' le due immagini, si richiamano le principali questioni aperte, o obiezioni e opzioni teoriche alternative alla visione di Sellars (sia nel senso di un minor naturalismo, sia nel senso di un naturalismo più radicale). Indice: 1 Scienza e senso comune: genesi e forme di una tensione 2 La concezione di senso comune dell'uomo e del mondo 3 La concezione scientifica dell'uomo e del mondo 4 Clash of images o visione stereoscopica: l'avvenire di una tensione
Temistio, Orationes, XIII, 177d Avvertiva Kierkegaard, proprio a proposito di prefazioni, che quando un libro comincia con la cosa stessa non rimane molto da dire in un prologo. In questo senso, il libro di Nick Zangwill è chiarissimo, fin dal titolo. Sennonché, sulle prime, la cosa di cui si annuncia la trattazione potrà forse sorprenderesoprattutto il lettore non avvezzo a quel genere di letteratura di stampo analitico di cui il lavoro di Zangwill è pienamente tributario. Si potrebbe pensare, infatti, almeno in forza di una corrente che dalle nostre parti riscuote ancora qualche credito, che i concetti di "metafisica" e di "bellezza" siano non solo male assortiti, ma anche in se stessi sospetti.
S&F_scienzaefilosofia.it, 2016
Science, Philosophy, Common Sense: how the extraordinary could turn into the Obvious The paper is devoted to an examination of some aspects of the relation between science, philosophy and common sense. By referring to crucial episodes of the history of astronomy and physics such as the Copernican Revolution and the birth of Relativity Theory, attention is paid to the process by which new scientific ideas contrasting with deeply entrenched intuitions and socially shared beliefs are gradually absorbed into the conceptual schema underlying common sense. Some light is thrown on the role that philosophy can play in that process.
Rivista di Estetica, 2015
In this paper, I attempt to oppose the notion of perceptual unamendability proposed by Ferraris to the reductionism dominating the mainstream approaches in the philosophy of mind and cognitive science. In particular, my purpose is to challenge the idea that experience is nothing but the product of the brain and that common sense psychology is a theory out of fashion that has to be replaced with the acquisitions of neuroscience. The revaluation of Husserl’s and Merleau-Ponty’s phenomenology in the context of the sensorimotor approach (confirmed by the supporters of embodied cognitive science) provides the theoretical framework in which I intend to develop my theory. According to my thesis, the amendability concerns the conditions of action and perception more than their practical exercise. The negotiations we make with the basic features of our environment are developed through a process of continuous corrections which is virtually infinite, although restricted by ecological and temporal limits.
2020
In filosofia spesso si segue un metodo stando al quale una tesi o teoria che sia più in sintonia con il senso comune deve essere preferita alle posizioni meno in sintonia con esso, per lo meno fino a quando non si mostri che quella tesi o teoria è inadeguata e che una delle posizioni avverse costituisce un adeguato sostituto. Nel presente contributo si vuole offrire una caratterizzazione della nozione di senso comune generalmente in uso nei dibattiti filosofici contemporanei; illustrare criticamente i principali metodi impiegabili per determinare contenuti filosoficamente rilevanti del senso comune; chiarire e giustificare il metodo filosofico dell'appello al senso comune; presentare, d'altro canto, alcune delle strategie argomentative attuabili da chi si trovi a sostenere una tesi o teoria contrastante con il senso comune.
"Non è mai accaduto di dover subire tante idee lontane dal senso comune, e d'altra parte sostenute meglio, più controllate, e più instabili, più rapidamente fuori moda, detronizzate, rimpiazzate […]". Così faceva dire, nei primi anni Trenta del secolo scorso, Paul Valéry [28, pp. 103-104] a una delle voci del dialogo L'Idée fixe, nel contesto di una singolare riflessione sul rapporto tra scienza, universo del senso comune e immaginazione. In quegli stessi anni si potrebbero trovare considerazioni forse non dissimili (anche se diversamente motivate o espresse) da parte di alcuni degli scienziati che concorrevano al sorgere di quelle stesse idee.
Altre Modernità, 2023
Il saggio si interroga e offre alcuni spunti per riflettere sulle modalità in cui alcune idee sorgono, si diffondono e si consolidano entro una collettività di persone, con esiti utili a alimentare il senso di coesione sociale. In parallelo, discute i motivi per i quali in certi casi una rappresentazione viene contestata, discussa e genera conflitti e controversie, alimentando senso di incertezza e frammentazione sociale.
2013
In my paper I will discuss Fanciullacci's book L'esperienza etica. Per una filosofia delle cose umane. Some problems, above all, are focused: i.e. problems that involve the goals of moral philosophy, the meaning of human being's life, the relationship between moral philosophy and social sciences. From this point of view too Fanciullacci's book can be understood as a serious attempt to define concrete frames in which human conduct can be performed.
A. Lavazza, M. Marraffa,in (a cura di) La guerra dei mondi? Scienze e senso comune, , 2016
In questo lavoro tratterò quasi del tutto separatamente la causazione generica (type) e quella singolare (token), dato che i due tipi di causazione possono (anche se non necessariamente devono) essere indagati indipendentemente. Nella prima parte presenterò soprattutto le teorie della causazione generica, cercando di evidenziare somiglianze e differenze tra queste teorie e discuterò se il fatto che queste teorie vengono applicate alle scienze speciali comporta o meno l'assenza di ogni riferimento alla causalità in fisica. Nella seconda parte mi concentrerò sulla causazione singolare e sul metodo degli esperimenti mentali, che è uno dei tratti principali della discussione in questo campo. Anche in questo contesto discuterò se vi è una differenza radicale tra ragionamenti di senso comune e argomentazione scientifica. Le considerazioni che svolgerò mirano a rendere plausibile la tesi che relativamente all'uso di asserzioni e ragionamenti causali non sussistono drammatiche discontinuità tra la scienza e il ragionamento di senso comune. Iniziamo con la causazione generica, che lega tipi generali di eventi (ipernutrizione e sedentarietà favoriscono il diabete) o proprietà generali (l'obesità addominale promuove l'ipertensione). La causazione generica è predominante in ambito scientifico, proprio per l'ovvio carattere di generalità che è proprio della scienza. In ambito scientifico, tuttavia, nonostante gli enormi sforzi recentemente realizzati dai filosofi e da una parte degli scienziati per liberare la nozione di causa da fumosità metafisiche, le nozioni causali hanno apparentemente vita grama. Anche se gli ultimi decenni hanno visto la formulazione di teorie della causazione e del ragionamento causale improntate a un grande rigore matematicoformale, il dibattito corrente ha fatto riemergere con nuove argomentazioni la "vecchia" tesi che afferma che, sebbene parlare di cause sia più che legittimo nel discorso ordinario, in fondo non vi è veramente posto per la causazione nella scienza; oppure, secondo una formulazione più debole, è ammissibile parlare di cause nelle scienze speciali, ma la causazione non è comunque compatibile con quanto ci dicono del mondo le teorie fisiche fondamentali. Ripercorreremo nei due paragrafi seguenti sia queste posizioni sia quelle di chi attacca lo scetticismo causale cercando di mostrare come anche le teorie fondamentali della fisica lascino spazio alla causazione. Per introdurre la discussione ricorreremo a due citazioni, che ne delimitano, per così dire, il campo. La prima citazione è quella, ben nota, di Bertrand Russell, e segna il punto di partenza della nostra discussione: «La legge di causalità, come molto di ciò che viene raccolto dai filosofi,
in Michele Gardini e Giovanni Matteucci (a cura di), Gadamer: bilanci e prospettive, Atti del convegno svolto in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Bologna, 13-15 marzo 2003), Quodlibet, Macerata 2004, pp. 47-73
1. Continuismo. «La differenziazione è bella. Ma che cos'è essa senza l'unità e la comunanza, che la generano?» 1 . Si potrebbe forse anche dire, esagerando un po', che la filosofia di Gadamer è tutta riassunta in questa affermazione, che segnala l'intenzione di salvaguardare sempre e ovunque la familiarità e l'appartenenza, la buona volontà di comprendersi e, più in generale, la tradizione come permanente fusione di orizzonti. Si potrebbe dire, in breve, che la sua impronta stia nell'apologia della continuità, intesaproblematicamente -come istanza ora di fatto, cioè come l'inaggirabile presupposto di qualsiasi esperienza (compresa quella, sempre relativamente "tragica", dell'alterità), ora di diritto, ossia come un ideale regolativo atto a sollecitare un'adeguata responsabilizzazione. Non stupisce, allora, che questa ermeneutica, che può dirsi "canonica" per antonomasia dal momento che si affida contenutisticamente e assiologicamente alle virtù formative della "tradizione" pur non riuscendo mai a spiegare esaurientemente quale sia il meccanismo che regola l'istituirsi e il rinnovarsi del canone, punti anche sulla riabilitazione del senso comune, in cui vede il garante dell'accordo profondo che noi stessi siamo, quell'irriducibile struttura del Vor-di cui già sempre disponiamo nel nostro essere-nel-mondo linguisticamente mediato, o che dobbiamo sforzarci di tener vivo attraverso il dialogo. È quasi superfluo osservare che è uno dei molti punti in cui Gadamer "urbanizza" Heidegger, nel caso specifico riabilitando sotto il profilo sia etico sia cognitivo lo stato interpretativo pubblico che, sprezzantemente, Sein und Zeit degradava a "chiacchiera".
Le azioni intraprese da alcune città virtuose mostrano come sia possibile intervenire attraverso la creazione di nuovi sistemi paesaggistico-ambientali e di sistemi che sostituiscano i combustibili fossili
Jacques Maritain nella tradizione del senso comune, 2019
Introduzione a: J. Maritain nella tradizione del senso comune. Il presente lavoro non è tanto uno studio sul pensiero di Jacques Maritain quanto piuttosto la verifica dell’incidenza e dell’energia di posizione in esso giocata dalla nozione di senso comune.
2003
In questi ultimi due decenni lo studio psicologico della motivazione ad apprendere ha avuto un grande sviluppo, che ha interessato filoni diversi di ricerca. Questi filoni di ricerca possono sostanzialmente essere ricondotti, sia pure con qualche semplificazione, a tre. Il primo filone ha elaborato i contributi della social cognition: esso studia i modi in cui l’allievo si rappresenta gli obiettivi e i risultati del proprio comportamento, percepisce e valuta la propria capacità di affrontare i vari compiti di apprendimento e si crea aspettative sui risultati futuri. Questo approccio, di evidente matrice cognitivista, ha posto l’accento sulla motivazione come rappresentazione: l’individuo non è motivato in quanto “spinto” da bisogni, né in quanto “oggetto” di contingenze favorevoli di rinforzo, come sosteneva il comportamentismo, ma in quanto tende a raggiungere un obiettivo che si presenta per una qualche ragione attraente, o a evitarlo se sgradevole. Un obiettivo, in questa prospet...
"Humain, trop humain et les débuts de la réforme de la philosophie", sous la direction de C. Denat & P. Wotling, Reims, 2017
Il presente contributo muove dalle osservazioni sul linguaggio che Nietzsche svolge in Umano, troppo umano, I, § 11, con lo scopo di riflettere sulla posizione anti-realista che Nietzsche sostiene in quell’aforisma e di evidenziare il ruolo che essa svolge nelle sue più tarde considerazioni relative alla cultura occidentale e alla sua antropologia. Come si avrà modo di mostrare, la critica nietzscheana al realismo del senso comune è in linea con alcune epistemologie pragmatiste sorte tra Otto- e Novecento. Questo elemento di “attualità” non mina però l’originalità della riflessione di Nietzsche su quell’argomento. Piuttosto, è possibile sostenere che l’idea che il pensiero filosofico intervenga in una correzione dell’impegno metafisico proprio del senso comune sia lo strumento teoretico che permette a Nietzsche di operare sullo sviluppo della cultura e società europee.
Scheda della tesi di dottorato in Culture classiche e moderne, Università di Torino.
Relazione e bene comune, a cura di M. Casucci, 2022
Daimon, 2008
dont il est lʼun des plus importants spécialistes de sa génération, il est aussi lʼauteur de La visibilité de lʼinvisible. Merleau-Ponty entre Cézanne et Proust (Hildesheim, Olms, 2001) et de The Thinking of the Sensible. Merleau-Pontyʼs A-Philosophy (Northwestern University Press, Evanston, 2004). Parmi ses livres en italien, il faut rappeler au moins Una deformazione senza precedenti. Marcel Proust e le idee sensibili (Quodlibet, Macerata, 2004), qui a obtenu le Premier prix (ex-aequo) «Viaggio a Siracusa» en tant que meilleur essai philosophique paru en 2004, et qui est publiée en français, dans une édition remaniée et amplifiée, sous le titre de
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.