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2024, L’ Ottocento nelle arti: ricerche e dialoghi sulla conservazione
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Testo introduttivo, sotto forma di dialogo, alla mostra sulle opere giovanili di Antonio Mancini, Vincenzo Gemito e gli altri artisti del loro tempo a Napoli. Mostra tenuta alla galleria Giacometti Old Master Paintings - Palazzo Antonelli, dal 19 maggio a 16 giugno 2017.
Effetto luce. Materiali, tecnica, conservazione della pittura dell’Ottocento, atti del convegno (Firenze, 13-14 novembre 2008), Firenze 2009, pp. 213-230, 2009
Le analisi sull'opera di Giovanni Segantini si collocano nell'ambito delle ricerche inerenti la tecnica dei pittori divisionisti 2 e riguardano quattordici lavori dell'artista (vedi Tabella 1) appartenenti alla collezione della Galleria d' Arte Moderna di Milano e alla collezione Grassi, donata nel 1956 alla Galleria stessa. Lo studio, i cui esiti vengono qui presentati in forma sintetica, si basa sull'impiego di metodologie e tecnologie scientifiche di tipo non invasivo disponibili in forma portatile compatta da circa un decennio e si avvantaggia sia delle fondamentali ricerche sulla pittura di Segantini svolte a partire dagli anni Sessanta da Annie Paul Quinsac 3 sulla base di un ampio scandaglio documentario, sia delle recenti verifiche riguardanti l'utilità di alcune tecniche analitiche come la spettrometria in riflettanza nel visibile, nonché della disponibilità di nuove e più ampie banche dati di confronto 4 . Il progetto diagnostico nasce con il duplice intento di indagare la tecnica pittorica di Segantini e di valutare gli stati conservativi delle opere studiate. Sotto il profilo conservativo, le analisi offrono l'occasione di un esame oggettivo e documentato degli stati di conservazione dei dipinti e forniscono informazioni circa l'estensione e la tipologia di passati restauri, spesso non documentati. Di conserto, permettono di ragionare sull'efficacia delle attuali modalità conservative e sulla necessità di nuovi interventi manutentivi e di periodiche revisioni. In questo senso, nello spirito di conservazione e tutela che anima la GAM, chi svolge le analisi viene impegnato, insieme a conservatori e restauratori, in un'importante fase progettuale di salvaguardia del patrimonio. Lo stretto legame che intercorre fra la tecnica utilizzata dall'artista e l'attuale stato di conservazione dell'opera può rendere utile precisare, tramite analisi specifiche, le caratteristiche dei materiali usati, e ricostruire la tavolozza dell'artista tramite l'esame dei pigmenti da lui adoperati, in questo caso, prima e durante il periodo divisionista. Ai fini di ottenere esiti più precisi e storicamente validi i risultati delle analisi diagnostiche sono sta-ti messi sistematicamente a confronto con quanto raccolto e rinvenuto nella documentazione storica riguardante l'attività di Segantini, come scritti d'artista, articoli di giornale, memorie e carteggi, così da poter definire con maggior precisione la tecnica pittorica e da agevolare un approccio più mirato alla conservazione e a eventuali futuri restauri. In questo modo si intende far luce non solo sulla genesi dell'opera dal punto di vista tecnico ma anche sulle possibili divergenze esistenti fra teoria e pratica, fra norma ed eccezione, e fra le diverse declinazioni dello stile divisionista.
2017
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La mostra di Segantini e Previati alla Permanente. Archivio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, 2020
Quando si parla dell’esposizione di opere di Giovanni Segantini e di Gaetano Previati tenutasi a Milano nel 1906, il pensiero va al padiglione Grubicy allestito al Parco Sempione dal 28 aprile all’11 novembre in occasione dell’Esposizione Nazionale di Belle Arti organizzata per le celebrazioni internazionali del traforo del Sempione. In verità, l'esperimento di affiancare le opere di Segantini a quelle di Previati, era già stato messo in atto dallo stesso Alberto Grubicy pochi mesi prima, nelle sale del Palazzo della Permanente.
Kermes n°84, 2011
Il dipinto, realizzato nel 1896 al Maloja, in Engadina (Svizzera), era amatissimo da Segantini che lo riteneva fra i più riusciti e significativi della propria visione poetica; subito esposto alle mostre internazionali di Monaco, Zurigo, Venezia, entrò immediatamente nella raccolta Hennemberg di Zurigo; nel 1898 fu venduto alla collezione di stato austriaca per 25.000 fiorini. Riapparve nel mercato antiquario e fu acquistato per 28 milioni di lire su segnalazione di Fernanda Wittingens da Carlo Pesenti, all’epoca presidente dell’Associazione Amici di Brera nel 1957, per essere quindi donato alla Pinacoteca di Brera. Sottoposto ad interventi e studi fin dal 2001 è stato restaurato nel 2010-2011. L’attuale intervento è stato condotto sotto la direzione storico-artistica di Mariolina Olivari e Isabella Marelli e con la direzione tecnica di Paola Borghese.
2024
Oggetto di questo elaborato è l’attività espositiva del Museo del Prado: inizialmente limitata, essa si è sviluppata negli ultimi decenni, diversificandosi e diventando sempre più ambiziosa, sia a livello nazionale che internazionale. A conferma di ciò, si offre l’analisi di due casi studio, la mostra Guido Reni (2023) e Reversos (2023/2024). Il primo capitolo esplora brevemente le origini e la fondazione del Museo del Prado, istituzione di primaria importanza per la Spagna e il mondo intero. Si evidenziano gli sviluppi significativi avvenuti negli ultimi quarant'anni, che hanno trasformato il museo in un'entità autonoma con una maggiore capacità di manovra. Questi cambiamenti hanno permesso al Prado di modernizzarsi e ampliare la sua struttura architettonica, grazie anche a importanti accordi parlamentari e leggi nazionali che hanno incentivato la protezione e la diffusione del patrimonio culturale. Tale evoluzione è andata di pari passo con l'aumento di una strutturata e ambiziosa offerta espositiva relativa alle mostre temporanee, che negli ultimi trent’anni sono diventate una componente cruciale della missione del museo. Il capitolo seguente offre un confronto tra le mostre temporanee organizzate in Italia e Spagna, analizzando le differenti strategie e approcci adottati nei due paesi. Viene discusso come le mostre temporanee non solo arricchiscano l'offerta culturale del museo, ma fungano anche da strumento per attrarre nuovi visitatori e generare attività economica attraverso sponsor e collaborazioni private. La seconda parte dell’elaborato fornisce l’analisi di due casi studio specifici e recenti, che riflettono le linee di azione che il museo ha intrapreso in ambito espositivo. La rassegna su Guido Reni rientra nell’alveo delle mostre “tradizionali” dedicate a grandi artisti della storia dell’arte. Si tratta di eventi che il Prado ha sempre inserito nella sua offerta espositiva, capaci di catalizzare l’attenzione del mondo scientifico ma anche di offrire contenuti di più ampia divulgazione. Reversos, invece, rappresenta la linea più ambiziosa intrapresa dal museo. La mostra si distingue per il suo focus innovativo sul retro delle opere d'arte, esplorando come i lati nascosti dei dipinti possano rivelare informazioni cruciali sul processo creativo e la storia delle opere stesse. Attraverso un'analisi dettagliata di vari dipinti bifacciali e dei loro dettagli, l’esposizione invita i visitatori a riscoprire le opere da una prospettiva inedita e stimolante.
"Memorie di un uomo di campagna"; "Il Pentagono"
Articolo rivisto e notevolmente ampliato rispetto a quello pubblicato su "Il Pentagono" n. 5 del maggio 2008. L'articolo offre una panoramica sull'opera di Poccianti e si concentra poi su quella che è spesso considerata una sua opera minore: i Bagnetti della Puzzolente, a Livorno. Viene poi evidenziato, con teorie finora mai adeguatamente prese in considerazione dalla critica, il legame tra questo edificio e l'opera dell'acquedotto leopoldino.
"Rivista di Studi Italiani", 1, 2018, pp. 236-283. "I tre 'scatti' che seguono non intendono fornire l’accurata ricostruzione di un’amicizia che, come spesso capita, ha lasciato minime tracce di sé negli scritti critici o nei pochi documenti strappati all’ombra degli archivi; né, tantomeno, osare un improbabile confronto tra l’opera di Italo Calvino e quella di Franco Lucentini, le cui rispettive parabole, incrociatesi per breve tempo negli uffici della casa editrice Einaudi, ben poco sembrerebbero avere da spartire. Piuttosto, se la memoria della moderna cultura letteraria poggia anche – in buona parte, almeno – sul sedimento di progetti e incontri mancati, di scommesse tarpate per un motivo o per l’altro dall’opaca ragione del tempo, queste pagine inseguiranno la tentazione di un percorso che, dall’indugio su poche preziose carte – come la proiezione di un fascio di luce attraverso una diapositiva –, permetta di ricostruire una trama di frammenti ipotetici, di indizi".
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Insula Fulcheria. Rassegna di studi e documentazioni di Crema e del cremasco a cura del Museo civico di Crema, 2021
Opus incertum, 2018
Carlo Ragaglini, 2020
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2022
storiedellarte.com, 2014
Luca di Paolo e Lorenzo d'Alessandro. Stile, tecnica e restauro del trittico degli Ottoni al Museo Piersanti di Matelica, 2020
in "Sapienza Razionalista: l'architettura degli anni '30 nella Città Universitaria", Coordinamento di Jolanda Nigro Covre, M. Carrera et al. (a cura di), pp. 118-121., 2013
Tra Oltralpe e Mediterraneo: arte in Italia 1860-1915
Studi Trentini. Arte, 2011
Segantiniana, 2019
«Novinostra», 1 (anno XXXIX marzo 1999), pp. 77- 85 , 1999
"Segantiniana", Mag/Mart, 2015, pp. 53-66
Padova e il suo Territorio , 2021
Allegoria, 89, I, 2024
Estratto di Vitelliana. Viadana e il territorio mantovano fra Oglio e Po , 2019